U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 



CAMMINARE ADAGIO 


Traversata del Brenta

- UOEI -

di Alessandro Navari

13-14-15/07/2001

 

Componenti escursione: 23 soci UOEI di Ripa e di Pietrasanta

Tempo: Variabile,nuvoloso, temperatura da un massimo di 15 ad un minimo di 8 gradi C°

Accompagnatore: Da prato Marcello (sez. di Ripa di Versilia)

 

Questa gita è stata organizzata dalla sezione di Ripa e alcuni di noi non hanno voluto mancare. La partenza è stata da Ripa alle ore 06,00 per Trento e successivamente per Madonna di Campiglio, che abbiamo raggiunto alle ore 13,30. Dopo un pasto in un locale della zona alle 15,00 abbiamo preso la funivia che da Campo Carlo Magno porta al rifugio Stoppani al Grostè a quota 2437 mt. Da qui è iniziata la nostra escursione. Bisogna dire che le condizioni meteo non erano delle migliori, infatti gravava sulla zona una fitta nebbia, bè! pazienza ormai c'eravamo e dovevamo comunque arrivare al nostro prossimo rifugio, il Tucket, situato presso la Vedreta di Brenta Inferiore. Il panorama non si vedeva ma in compenso si proseguiva in uno scenario fantastico dove enormi blocchi squadrati costeggiavano la tracci del sentiero, lunghi tratti di lisce roccie scavate da profondi solchi causati dall'erosione dell'acqua e una flora caratteristica che cerca in ogni più piccolo anfratto di conquistarsi uno spazio. Dopo circa un'ora e mezza sul sentiero n° 316, siamo arrivati al rifugio Tucket a quota mt. 2268. Dopo esserci sistemati nelle camere, accoglienti, siamo usciti fuori, ancora la visibiltà era scarsa e si intravedeva la possibilità di non poter fare l'esursione che avevamo programmato. L'escursione doveva essere la traversata delle Bocchette per la via ferrata, come primo itinerario, e un'altro più facile per la Via Orsi, purtroppo sia l'una che l'altra si sono rilevate impraticabili per via della grande quantità di neve presente. Infatti già dalla sera i gestori dl rifugio ci avevano avvertito che non era consigliabile affrontare tali percorsi in quelle condizioni. Al mattino il tempo si presentava abbastanza bello, tanto da veder in lontananza l'Adamello e la Presanella, dopo aver fatto colazione ci siamo divisi in due gruppi, il primo di otto componenti, armato di imbraghi e moschettoni affrontavano il sentiero SOSAT che attraverso cenge porta al rifugio Alimonta e successivamente attraverso la bocca di Molveno si può riprendere la ferrata delle Bocchette centrali sino al rifugio Pedrotti, il secondo più numeroso prendeva il sentiero 328, erano le ore 07,45. Percorso il sentiero per circa un'ora, siamo arrivati alla sella del Freddolin a mt. 2143 dove c'è un bivio e di quì si è preso a sinistra, il sentiero da prima pianeggiante, comincia a salire leggermente su una serie di cenge che ci ha portato sino al rifugio Brentei mt. 2182, ore 10,00. Visto che il tempo lo permetteva da questo rifugio ci siamo detti: "perchè non andare incontro ai nostri amici della ferrata?" Infatti ci siamo andati, percorrendo il sentiero n° 323 siamo ascesi al rifugio Alimonta a mt. 2580, questo sentiero sale sul vallone del Brentei sotto cima Mandròn rimontando una seriedi ripidi gradoni, il colpo d'occhio sulle cime sopra di noi era da mozzafiato, dopo circa un'ora si arriva su una spianata con molta neve, al cospetto della vedretta degli Sfulmini dove sorge il rifugio, I nostri amici erano arrivati prima di noi e ci attendevano, meno male che ci siamo andati, dopo aver preso un bel tè caldo, una fetta di torta e fatto le foto di rito siamo ridiscesi al Brentei.

Dopo una sosta per il pranzo, alle ore 13,30 siamo ripartiti alla volta del rifugio Pedrotti, all'inizio il sentiero, il n° 318 è un comodo e agevole poi sale su per dei ghiaioni sino a trovare i primi passaggi sulla neve per giungere proprio sotto Bocca di Brenta; ed è qui che si è cominciato a salire lentamente, data la ripida salita e la neve, verso il passo. Una volta giunti sulla sella siamo ridiscesi per un'altrettanto ripida discesa sempre ricoperta da un'abbondante strato di neve e piano, piano siamo scesi sino al rifugio Pedrotti a m. 2491, erano le ore 15,15. La vista era bellissima con il Crozon del Brenta, Cima Tosa, i Campanili Alto e Basso, Cima Brenta Alta e il Crozon del Rifugio. La serata è stata molto piacevole, passata in compagnia e festeggiando anche il compleanno di un nostro amico, il rifugio e i gestori sono stati molto accoglienti e amichevoli, alle 22,30 come di consuetudine nei rifugi vengono spente le luci e tutti vanno a dormire con ancora negli occhi e nel cuore tutte le magnifiche cose viste e vissute. Il sonno è stato solo disturbato da una violenta grandinata che si è abbattuta sulla zona e sui tetti ricoperti di lamiera facevano un rumore assordante. Al mattino sveglia e colazione, preparazione degli zaini e alle ore 08,30 siamo ripartiti alla volta di Molveno imboccando il sentiero n° 319. Abbiamo cominciato la discesa accompagnati da una piccola pioggerella che comunque non è durata troppo e intanto ammiravamo quello che ci si presentava innanzi: guglie, pareti vertiginose e canaloni innevati. Tra un battuta e un' altra intanto ci portavamo a quote più basse e la rada vegetazione diventava unpò più fitta, infatti cominciavano a vedersi i primi pini Mughi e le prime sorgenti; intanto arrivati in una radura, a m. 1663 siamo giunti al rifugio Selvata situato all'ombra della mitica parete "ovest" del Croz dell'Altissimo. Ripreso il sentiero ci si inoltra in un vero e proprio bosco di abeti e all'inizio il sentiero è piacevolmente in pianura, poi riprende la sua discesa ripida, comunque adesso la vegetazione cambia ancora e pian piano i faggi prendono il posto degli abeti, finito il sentiero si arriva ad una strada sterrata, ben tenuta, chiusa al traffico e un cartello ci informa che per Molveno ci vuole ancora un'ora. Il percorso è piacevole e si percorre l'ultimo tratto della Valle delle Seghe che è la via principale di accesso alla catena centrale del Gruppo di Brenta da sud-est. Percorsa dal Rio Massodi, per alcuni tratti con percorso sotterraneo, prende il nome dalla presenza centenaria di numerose segherie che costituivano la principale attività economica di Molveno nei secoli medievali. Dal Lago di Molveno sino alla sua biforcazione nella Valle dei Massodi e nella Val Perse è attorniata ad ovest dalle pendici del Monte Daino e dal Croz dei Casinati , a nord est la strapiombante parete ovest del Croz Altissimo domina tutta la valle. A Nord l'imponente catena della Cima Brenta e degli Sfulmini conferiscono alla Valle delle Seghe una caratteristica invidiabile sotto l'aspetto della bellezza dei panorami. In breve siamo giunti in vista del lago di Molveno e alle ore 12,00 ci siamo ricongiunti al pullman che ci attendeva nel paese. Dopo un buon pranzo in locale molto caratteristico, alle ore 16,30 siamo ripartiti alla volta di Pietrasanta che, senza intoppi, abbiamo raggiunto alle ore 21,30. Splendida gita e ben organizzata, come al solito dal nostro amico Marcello D., che ringrazio per la pazienza e l'amore che mette in queste iniziative, ancora grazie per averci pemesso di vedere bellezze che altrimenti da soli non avremmo potuto apprezzare, unico rimpianto è che i tre giorni sono passati come uno di lavoro, troppo, troppo velocemente.

 

 

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