U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 
Lago di Bolsena - Infiorata del Corpus Domini
18 Giugno
Con la sua superficie di 114 Km² è il più grande lago vulcanico d'Europa e il primo assoluto nel Lazio. Ha un perimetro di 43 Km e la profondità massima di 151 m, localizzata al centro del bacino. Il fiume Marta è l'unico emissario che inizia il suo corso a sud del lago nei pressi dell'omonima cittadina, per sfociare al mar Tirreno nei pressi di Tarquinia. La temperatura di superficie delle acque del lago varia dai mesi più caldi a quelli più freddi da 25°C a 8°C, mentre al di sotto dei 130 m si aggira costantemente intorno ai 7°C. In prossimità della costa meridionale sorgono le isole Martana e Bisentina, residui di antichi coni vulcanici. Viene denominato anche "il lago che si beve" grazie alle ottime condizioni di trasparenza e limpidezza delle sue acque al punto che i pescatori le utilizzano per cuocere la "Sbroscia", la caratteristica zuppa di pesce locale. Col caldo che fa una giornata sul lago è quanto di meglio si possa desiderare da una gita. Infatti abbiamo in programma un giro in barca intorno alle isole, pranzo in riva al lago, e nel pomeriggio, visita della città di Bolsena per assistere alla composizione dei tappeti di fiori e alla processione, Con qualche contrattempo inatteso arriviamo a Capodimonte che si estende su un promontorio lavico della sponda meridionale del lago di Bolsena, con una buona mezz'ora di ritardo sull'orario previsto; poco male dobbiamo solo imbarcarci subito sulla motobarca Letizia che ci attende pronta a salpare. All'ingresso del porto ci attende il gentilissimo titolare della società Naviga Bolsena che ci accompagnerà durante l'intero tour fornendo interessantissime informazioni e cenni storici. Alle 11 finalmente si parte, direzione Isola Bisentina.
Delle due isole che sorgono dalle acque del lago, l'isola Bisentina si distingue per la maggior superficie e ricchezza di testimonianze naturalistiche, storiche e monumentali. In pianta si presenta come un triangolo con i lati molto frastagliati, con una superficie di 17 ettari, in gran parte pianeggiante, con un rilievo molto accentuato a Nord (Monte Tabor) di 56 m di altezza ed uno minore a Sud (la Rocchina) di 22 m di altezza. I rilievi di M. Tabor e della Rocchina sono gli ultimi resti della cinta craterica mentre la parte centrale , pianeggiante e più bassa, coincide forse con l'antico condotto eruttivo, il livello di questa parte è tanto basso che le acque del lago l'attraversano quasi a dividere l'isola in due parti. Nei primi del 1900, per aumentare il fascino di questa anomalia furono scavati altre due canaletti che, così, portarono l'isola ad essere costituita da quattro isole adiacenti.
La brezza del lago dopo qualche minuto di navigazione diventa anche troppo fresca, che differenza dal caldo soffocante della Versilia! Sarebbe interessante scendere e visitare l'isola ma i tempi non ce lo consentono, pazienza ci accontentiamo degli esaurienti cenni del comandante della barca. Puntiamo ora sull'isola Martana situata di fronte al centro abitato di Marta, avrebbe custodito le spoglie di Santa Cristina con l'intenzione di evitare che cadessero preda dei barbari. Si dice inoltre che in epoca successiva, durante il dominio dei Goti , vi abbia trovato un'atroce morte la loro regina Amalasunta . Teodato, cugino di Amalasunta, desideroso di prendere il potere trama una congiura e la fa uccidere per mano di un sicario. L'isola è attualmente di proprietà privata, quindi la visita non è libera.
Al rientro c'è tempo per visitare il paese, dove per altro non c'è molto da vedere, prima di risalire sul pullman e dirigerci verso il lungolago di Montefiascone per il pranzo. In porto ci sono dei pescatori che hanno appena catturato un grosso persico trota che suscita la curiosità di molti. Il pranzo prevede anche portate a base di pesce di lago tra cui il pregiato coregone, sconosciuto ai più e perciò capace di suscitare non poca curiosità. E' divertente ascoltare le discussioni coi pescatori che si affannano a spiegare che quello da loro pescato è un "boccalone" (nome volgare del persico trota dovuto alla sua enorme bocca ) e che il coregone è un pesce molto pregiato. Il viaggio verso il ristorante è una vera epopea, la segnaletica è pessima e i vigili davvero poco "vigili", meglio fare da noi e…. spegnere il navigatore satellitare. Il ristorante Da Morano, la nostra meta, è l'ultimo fabbricato del lungolago con una bella veranda circondata dall'acqua, canneti dove nidificano le folaghe incuranti dei turisti, e salici piangenti. Qui il caldo è soffocante per fortuna che l'ambiente è ben ventilato dall'aria del lago.
Il vino fresco, il celeberrimo Est! Est!! Est!!! Allenta subito la tensione "da coregone"; l'antipasto fa poi il resto. Finalmente arriva anche il momento del… coregone! Un ottimo filetto di pesce al forno, alla faccia dei timori, ci vorrebbe il bis! Riusciamo a fare tardi anche qui, che sia una nostra prerogativa? Ora destinazione Bolsena per la visita libera della cittadina dove potremo assistere alle fasi finali della realizzazione dei meravigliosi tappeti fioriti. Nel 1263 un sacerdote boemo, di nome Pietro da Praga, passando per Bolsena si fermò a celebrare la Messa sull’altare di Santa Cristina. Il sacerdote era afflitto da dubbi teologici: la trasformazione, durante il rito dell’Eucarestia, dell’ostia e del vino nel corpo e nel sangue di Cristo. Durante la consacrazione dell’ostia il sacerdote e tutte le persone presenti rimasero sbalordite davanti al prodigio che stava avvenendo: dall’ostia sgorgava sangue. L’avvenimento fu prontamente comunicato al Papa, che all’ora risiedeva ad Orvieto. Questi ordinò che i paramenti indossati dal sacerdote, i quali erano stati bagnati dal sangue dell’ostia fossero trasferiti ad Orvieto. Durante il trasporto delle “reliquie” gli abitanti dei paesi in cui passava la “processione”pensarono di rendere omaggio al Corpus Domini gettando petali di fiori sulle strade. Nel 1264 Urbano IV istituì la festa del Corpus Domini. Le prime testimonianze della festa ci giungono attraverso un affresco di Raffaello nelle Stanze Vaticane a Roma. L’affresco intitolato “La Messa di Bolsena” ritrae il sacerdote Boemo mentre celebra la messa. Dalla nascita della festa del Corpus Domini (1264) gli abitanti di Bolsena ogni anno, hanno continuato a mantenere la tradizione dell’Infiorata.
In occasione della festa viene portata in solenne processione una delle Sacre Pietre e viene realizzata dagli abitanti delle vie percorse dalla processione un'artistica infiorata. Le vie del centro storico, per un percorso di circa tre chilometri, sono ricoperte da un tappeto fatto di petali di fiori, con disegni geometrici, simboli e scene di carattere sacro. La raccolta dei fiori, come la preparazione dei disegni, avviene al massimo due o tre giorni prima della festa, e per le qualità più delicate la raccolta avviene alle prime luci dell'alba dello stesso giorno per mantenere inalterati i colori e la fragranza dei fiori. Dopo aver realizzato il disegno di base su carta o direttamente sul lastricato della via, si passa alla realizzazione dei contorni con infiorescenze di castagno lasciate qualche giorno a macerare in acqua, e con fondi di caffè, o con segatura dipinta.Dopo questo primo lavoro, si riempiono a modo di mosaico le varie parti con petali, che verranno durante l'esecuzione continuamente bagnati di acqua, per mantenerne la freschezza e affinché il vento non li disperda su altre parti di diverso colore. L'esecuzione inizia nelle prime ore del pomeriggio e termina solamente qualche minuto prima dell'uscita della processione.
Dovremmo trovarci tutti quanti alle 18,15 al pullman ma sembrerà strano non c'è quasi nessuno. In realtà vogliamo assistere alla processione col clero, i fedeli, le confraternite cittadine, la banda musicale, gli sbandieratori. In barba alle raccomandazioni degli organizzatori che preferirebbero evitare le inevitabili code del traffico che sicuramente troveremo più tardi. In effetti al passaggio della processione siamo tutti quanti presenti. Uno spettacolo magnifico che sarebbe stato un peccato perdere. Pazienza per le code!

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