Questo è un percorso
vario, di grande
respiro e di
straordinario pregio
ambientale con
bellissimi panorami
sia sulla piana di
Camaiore che sulla
costa. Nei giorni
particolarmente
limpidi il nostro
sguardo può correre
sul mare fino alle
isole di Gorgona,
Capraia, e anche la
Corsica. |
|
Sentieri:
tabelle di comunicazione tra le frazioni
collinari -
T.F.C. ( Trekking delle Frazioni Camaioresi ) segni
bianco/gialli - Sentieri CAI bianco/rossi N° 112 e 2 |
Punti d'appoggio: Nei vari paesi |
Acqua: Su tutto il percorso |
Quote: Vado 65mt. - Greppolungo 339 mt. -
Setriana 600mt - Casoli 406 mt. - Grotta all'Onda 700 mt. -
Candalla 150mt. |
Eccoci quà per la seconda escursione con la UOEI
di Ripa di Versilia; questa volta andremo alla scoperta di un territorio
tanto vicino a noi quanto sconosciuto: le frazioni camaioresi.
Questa escursione ha un vantaggio: la partenza non deve essere fatta ad
ore assurde ma appunto per la sua vicinanza ci prendiamo il lusso di
trovarci a Pietrasanta alle ore 08,30.
Partiamo alla volta di
Camaiore e proseguendo verso nord, raggiungiamo Vado a 65m slm
distante 1,5 km da Camaiore, sulle rive del Rio Lombricese, alla falde
del Monte Gabberi ( Splendido balcone panoramico sulla Versilia).
Il paese di Vado, ricordato nel XIV, da sempre è
stata una vicinia del Comune di Camaiore. L'origine del suo nome si fa
derivare da Guadum=Guado relativo all'attraversamento fluviale del
torrente lombricese.
La sua conformazione urbanistica si allunga sulla stretta strada che lo
attraversa. La chiesa fu eretta nel XVIII secolo ed intitolta a San
Ansano. Al ponte di Vado già nel trecento esisteva un mulino al quale
poi venne affiancato uno dei primi frantoi camaioresi.
Lasciamo le auto e iniziamo la nostra escursione.
Partiamo, la giornata è splendida e i colori e gli odori della campagna
preannunciano la primavera, camminiamo tra le viuzze del paese
dirigendoci verso la chiesa e dopo breve troviamo, proprio in prossimità
della chiesa la segnalazione, a cura del comune di Camaiore, che indica
la via dei "percorsi pedonali di collegamento tra le frazioni collinari.
Questo tratto è quello compreso tra Vado e Greppolungo.
Il sentiero in leggera salita incontra per primo la borgata di Gello,
dove si trovano i resti di un'antica abbazia benedettina intitolata a
San Martino, risalente all'anno 1089 circa, inserita in uno stupendo
paesaggio di olivi e cipressi.
Tra di noi non c'è chi rinuncia alla ricerca di asparagi selvatici e in
questo periodo se ne trovano in abbondanza, saliamo e già possiamo
ammirare la piana di Camaiore e in lontananza la riviera, tra gli
uliveti fioriscono molte specie di fiori, uno ci colpisce più di tutti:
numerose peonie azzurro violette vivacizzano il lussureggiante verde dei
prati.
Dopo una breve salita raggiungiamo il paese di
Greppolungo, nelle vicinaze del piccolo cimitero, situato a 339 m.
s.l.m. lungo una costa assolata sulle pendici del Monte Gabberi, fu sede
di un castello, eretto probabilmente nel XIII secolo, come testimonia la
citazione di “Greppolungi” nel patto di comproprietà stipulato tra i
feudatari di Corvaia e Vallecchia nel 1219.
Lo stupendo e panoramico paesino che troviamo ricordato nell’estimo del
1410, sorse sicuramente sui ruderi dell’antico castello del quale si
conosce l’esistenza di una torre posta su il ripido poggio che si erge
dominante sulla vallata di Camaiore, poco oltre il piccolo cimitero.
Altra traccia di questo sito fortificato è la presenza di una macina a
bascula che è ancora visibile sotto il luogo dove sorgeva la torre, ora
occupato da un’abitazione civile.
Distante circa un centinaio di metri ad est si scorgono gli avanzi del
muro di cinta castellano conservatosi per circa 10 metri e visibile
dalla strada comunale. La chiesa di Greppolungo venne costruita nel 1700
mentre la torre campanaria fu eretta nel 1904.
Attraversiamo il piccolo e tranquillo paese e seguiamo le indicazioni
per la
Culla e monte Gabberi e poi seguendo l'indicazione T.F.C ( Trekking
delle Frazioni Camaioresi ) colore giallo/bianco per Casoli.
Risaliamo, ora, la zona boschiva delle Vigne della Fontana per
inoltrarci poi, in un sentiero a tratti rimarcato da antichi muretti in
pietra, testimoni di antiche coltivazioni, che scorre quasi
pianeggiante, tra stipe e fitti boschi di leccio.
Un tempo, ormai lontano, era percorso dai minatori che si recavano al
lavoro nelle miniere di ferro di S.Anna.
Dopo aver superato questo tratto assai cupo e attraversato l’ampio e
profondo “imbuto” naturale inciso dal fosso di Conchiusori, il sentiero
sfocia nella soleggiata e verdeggiante zona di Setriana dove si trova il
bacino d’acqua dell’Enel che porta l'acqua alla centrale di Lombrici,
con appresso alcuni antichi casolari.
Lasciata Setriana, si segue per un brevissimo tratto la canaletta
dell’Enel e aggirato il monte Gevoli, una propaggine rocciosa del monte
Gabberi dove si apre la bella grotta del Tanaccio, si prosegue verso
nord per raggiungere e poi superare il fosso di Rombolo. Continuando il
cammino, in direzione sud – est, si attraversa la località di Luciana,
dove si ha una splendida vista e, in breve, si arriva alla chiesa
parrocchiale di Casoli a 406 mt slm a 7 km da Camaiore.
Già nel 932, tra i "manenti" citati nella donazione della Corte Regia di
Massarosa, se ne trovano due di Casule. Nel 984 Casoli è uno dei nove
villaggi che dovevano pagare la decima parte dei raccolti alla Pieve di
Camaiore.
L’origine dell’abitato vecchio che sovrasta il tortuoso e suggestivo
torrente Lombricese, si deve probabilmente alla presenza della via di
Lombardia che lo attraversava, spesso citata nelle cronache del XVI e
XVIII secolo, utile raccordo tra la Versilia e la Garfagnana per il
trasporto di olio nelle località emiliane e lombarde. Soltanto agli
inizi del XIV secolo ritroviamo il paese di Casoli, importante e
popolosa "vicinia" del comune di Camaiore, con i suoi circa 250 abitanti
citato in una fonte estimale.
Il paese è anche vivacizzato da pitture di alunni delle scuole superiori
della Versilia, alcuni anche di pregio.
Lasciamo il paese con l'intenzione di andare a Grotta all'Onda; in
prossimità del monumento al minatore troviamo due indicazioni pitturate
sul muro: gli " anelli di Magicandalla 1 e 2", il primo Casoli -
Candalla e il secondo Casoli - grotta all' Onda. Noi prendiamo
quest'ultimo. Ci dirigiamo verso il cimitero del paese, attraversiamo la
località Fiume, ricca di cascate e torrenti, percorrendo una strada
sterrata giungiamo al cimitero e poi prendiamo a sinistra percorrendo
una strada asfaltata che termina sulla strada per Tre Scolli, prima di
arrivare all'asfalto si incrocia sulla destra il sentiero CAI 112.
Lo prendiamo e dopo pochi metri giungiamo in prossimità di una
marginetta e quì sulla sinistra parte sempre il sentiero CAi n° 2 per
la foce del Termine, foce del Pallone e Matanna. Imbocchiamo
quest'ultimo. Saliamo su mulattiera in folti boschi di faggi e lecci il
verde intenso della vegetazione viene spesso punteggiato di rosso dalle
bacche degli agrifogli, costeggiamo il
rio Lombricese ricco d'acqua, attraversiamo dei ponticelli,
ammiriamo dei bei scorci di cascatelle che sgorgano da rocce erose
fantasiosamente dallo scorrere dell'acqua.
Giungiamo ad una piccola sorgente con altrettanto piccola vasca sulla
nostra destra e da qui sulla sinistra parte una condotta dell'acquedotto
( segno giallo a terra) e seguendolo giungiamo a delle vecchie
costruzioni da dove parte un sentiero segnalato solo con tracce rosse
che conduce alla nostra tappa: Grotta all'Onda.
In pochi minuti la raggiungiamo. Notiamo che quando giungiamo quì non si
sentono più cantare gli uccelli come avevano fatto sino a poco prima,
che sia un posto magico???
Dopo una visita all'interno della grotta che ci
ha lasciato molto delusi non dalla grotta stessa ma dalla mala usanza di
lasciare immondizia e l'incuria e l'abbandono che hanno lasciato gli
"archeologi" bha! è proprio vero la mamma degli imbecilli è sempre in
cinta!
Ci rifacciamo spostandoci a pochissima distanza dove si percepisce il
suono naturale di piccole cascatelle d’acqua che scivolano dalla volta
del tetto formato dall'alta parete e fuoriescono diversi getti di acqua
che rendono davvero questo posto di una magia unica.
La grotta è una cavità preistorica, ampia circa 40x60 m, antico rifugio
dell’uomo e oggi oggetto di indagini scientifiche. I primi abitanti
della caverna furono i neandertaliani (Homo neanderthalensis) che hanno
lasciato i loro strumenti da caccia in selce e resti ossei delle loro
prede; Homo sapiens la utilizzò per i suoi stanziamenti stagionali,
mentre gli agricoltori e i pastori del Neolitico e dell’Età del Rame vi
soggiornarono per lunghi periodi.
La struttura ipogea è interessante anche dal punto di vista geologico,
mostrando testimonianze dei più significativi eventi sedimentologici e
paleoclimatici a partire da circa 170.000 anni.
Ci dedichiamo ora alla pratica preferita da molti: il rito del pranzo e
accomodati sotto la volta dell'ingresso della grotta pregustiamo il
nostro pranzo. La fame è molta e tutti accovacciati nell'antro sembriamo
proprio una tribù di " homo affamatus".
Il capo gita, però, è impaziente
e ben presto richiama il gruppo a riprendere la marcia, qualche
mugugno ma poi riprendiamo il cammino di nuovo alla volta di Casoli.
Ripercorriamo il solito sentiero, ma a differenza dell'andata,
giunti alla casa lungo la condotta prendiamo il sentiero che segue
quest'ultima, la copertura in cemento termina ad una porta che
chiude una galleria per far passare la condotta dall'altra parte.
Qui dobbiamo scendere, non si può altrimenti, ripidamente sino a
raggiungere il ruscello e poi risalire dalla parte opposta. Così
torniamo a incrociare di nuovo il sentiero CAI n° 2 e quindi
raggiungiamo il paese di Casoli.
Raggiungiamo la piazza con il bar " La Frana" dove il capo gita
offre generosamente il caffè a tutti quanti. Riprendiamo il cammino,
dalla piazza parte il sentiero per Candalla segnalato da tabella
comunicazione tra le frazioni collinari. Scendiamo per la bella
mulattiera costeggiando la riva orografica destra del, fiume
Lombricese, giungiamo ad un bivio per il sentiero dei mulini in
località Candalla, zona che un tempo sfruttava l'energia dell'acqua
per azionare i macchinari di mulini, frantoi, pastifici e
ferriere; lungo questo tragitto vi sarebbero 40 opifici, noi
visitiamo solo il primo che incontriamo, si tratta dei ruderi del
Molino Marchetti (XVI secolo). Riprendiamo poi il tragitto verso la
fine del sentiero per Candalla.
Sulla riva opposta incombono le pareti scoscese del monte Penna,
palestra per appassionati di free climbing e di archeologia per la
presenza di grotte dove sono statirinvenuti frammenti di vasi e due
strumenti litici del periodo eneolitico (da 4.500 a 4000 anni fa) e
i ruderi di un villaggio medievale fortificato del XII secolo.
Giungiamo al termine della mulattiera dove il fiume forma un bel
laghetto con cascata roboante, e ruderi di mulini con ancora gli
ingranaggi che facevano funzionare le macine. Peccato che il luogo,
ameno, è lasciato al degrado e da atti di vandalismo.
Prendiamo ora la strada asfaltata, lasciamo sulla sinistra la
mulattiera che sale a Metato, inizialmente era nel programma ma la
salita a grotta all'Onda ci ha fatto perdere tempo e comunque molti
di noi erano già soddisfatti di quanto fatto.
Oltrepassiamo la ferriera Barsi, quando aperta visitabile,
all'esterno molti lavori in ferro, spiccano le enormi vanghe,
picconi, pennati ecc.
proseguendo giungiamo al paese di Lombrici, 100 mt. slm e 2,5 Km da
Camaiore.
Del Comune di Lombrici si ha notizia nell’anno 1223. Il suo nucleo
abitato era posto sotto il potente castello di Montecastrese.
Da sempre noto per la presenza di numerosi mulini e Frantoi. A
Lombrici vi nacque anche nel 1702 il noto anatomista
Pietro
Tabarrani.
Vorremmo visitare la chiesa romanica
di San Biagio del 1083, ma purtroppo la
troviamo chiusa.
Proseguiamo,
quindi, alla volta di Vado dove ha
termine la nostra escursione,
escursione insolita ma molto
interessante dove abbiamo scoperto
angoli nascosti della nostra terra.
|
|