U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
  
08/03/2009 Vado - Greppo lungo - Casoli - Grotta all'Onda - Candalla

 

Questo è un percorso vario, di grande respiro e di straordinario pregio ambientale con bellissimi panorami sia sulla piana di Camaiore che sulla costa. Nei giorni particolarmente limpidi il nostro sguardo può correre sul mare fino alle isole di Gorgona, Capraia, e  anche la Corsica.

 

Sentieri:  tabelle di comunicazione tra le frazioni collinari -           
T.F.C.   ( Trekking delle Frazioni Camaioresi ) segni bianco/gialli  - Sentieri CAI bianco/rossi N° 112 e 2
Punti d'appoggio:  Nei vari paesi
Acqua: Su tutto il percorso
Quote: Vado 65mt. - Greppolungo 339 mt. - Setriana 600mt - Casoli 406 mt. - Grotta all'Onda 700 mt. - Candalla 150mt.

 

 

 

 

 

Eccoci quà per la seconda escursione con la UOEI di Ripa di Versilia; questa volta andremo alla scoperta di un territorio tanto vicino a noi quanto sconosciuto: le frazioni camaioresi.
Questa escursione ha  un vantaggio: la partenza non deve essere fatta ad ore assurde ma appunto per la sua vicinanza ci prendiamo il lusso di trovarci a Pietrasanta alle ore 08,30.
Partiamo alla volta di Camaiore e proseguendo verso nord, raggiungiamo Vado a 65m slm  distante 1,5 km da Camaiore, sulle rive del Rio Lombricese, alla falde del Monte Gabberi ( Splendido balcone panoramico sulla Versilia).
 

Il paese di Vado, ricordato nel XIV, da sempre è stata una vicinia del Comune di Camaiore. L'origine del suo nome si fa derivare da Guadum=Guado relativo all'attraversamento fluviale del torrente lombricese.
La sua conformazione urbanistica si allunga sulla stretta strada che lo attraversa. La chiesa fu eretta nel XVIII secolo ed intitolta a San Ansano. Al ponte di Vado già nel trecento esisteva un mulino al quale poi venne affiancato uno dei primi frantoi camaioresi.
Lasciamo le auto e iniziamo la nostra escursione.
Partiamo, la giornata è splendida e i colori e gli odori della campagna preannunciano la primavera, camminiamo tra le viuzze del paese dirigendoci verso la chiesa e dopo breve troviamo, proprio in prossimità della chiesa la segnalazione, a cura del comune di Camaiore, che indica la via dei "percorsi pedonali di collegamento tra le frazioni collinari.
Questo tratto è quello compreso tra Vado e Greppolungo.
Il sentiero in leggera salita incontra per primo la borgata di Gello, dove si trovano i resti di un'antica abbazia benedettina intitolata a San Martino, risalente all'anno 1089 circa, inserita in uno stupendo paesaggio di olivi e cipressi.
Tra di noi non c'è chi rinuncia alla ricerca di asparagi selvatici e in questo periodo se ne trovano in abbondanza, saliamo e già possiamo ammirare la piana di Camaiore e in lontananza la riviera, tra gli uliveti fioriscono molte specie di fiori, uno ci colpisce più di tutti: numerose peonie azzurro violette vivacizzano il lussureggiante verde dei prati.
 

Dopo una breve salita raggiungiamo il paese di Greppolungo, nelle vicinaze del piccolo cimitero, situato a 339 m. s.l.m. lungo una costa assolata sulle pendici del Monte Gabberi, fu sede di un castello, eretto probabilmente nel XIII secolo, come testimonia la citazione di “Greppolungi” nel patto di comproprietà stipulato tra i feudatari di Corvaia e Vallecchia nel 1219.
Lo stupendo e panoramico paesino che troviamo ricordato nell’estimo del 1410, sorse sicuramente sui ruderi dell’antico castello del quale si conosce l’esistenza di una torre posta su il ripido poggio che si erge dominante sulla vallata di Camaiore, poco oltre il piccolo cimitero.
Altra traccia di questo sito fortificato è la presenza di una macina a bascula che è ancora visibile sotto il luogo dove sorgeva la torre, ora occupato da un’abitazione civile.
Distante circa un centinaio di metri ad est si scorgono gli avanzi del muro di cinta castellano conservatosi per circa 10 metri e visibile dalla strada comunale. La chiesa di Greppolungo venne costruita nel 1700 mentre la torre campanaria fu eretta nel 1904.
Attraversiamo il piccolo e tranquillo paese e seguiamo le indicazioni per la Culla e monte Gabberi e poi seguendo l'indicazione T.F.C ( Trekking delle Frazioni Camaioresi ) colore giallo/bianco per Casoli.
Risaliamo, ora, la zona boschiva delle Vigne della Fontana per inoltrarci poi, in un sentiero a tratti rimarcato da antichi muretti in pietra, testimoni di antiche coltivazioni,  che scorre quasi pianeggiante, tra stipe e fitti boschi di leccio.
Un tempo, ormai lontano, era percorso dai minatori che si recavano al lavoro nelle miniere di ferro di S.Anna.
Dopo aver superato questo tratto assai cupo e attraversato l’ampio e profondo “imbuto” naturale inciso dal fosso di Conchiusori, il sentiero sfocia nella soleggiata e verdeggiante zona di Setriana dove si trova il bacino d’acqua dell’Enel che porta l'acqua alla centrale di Lombrici, con appresso alcuni antichi casolari.
Lasciata Setriana, si segue per un brevissimo tratto la canaletta dell’Enel e aggirato il monte Gevoli, una propaggine rocciosa del monte Gabberi dove si apre la bella grotta del Tanaccio, si prosegue verso nord per raggiungere e poi superare il fosso di Rombolo. Continuando il cammino, in direzione sud – est, si attraversa la località di Luciana, dove si ha una splendida vista e, in breve, si arriva alla chiesa parrocchiale di Casoli  a 406 mt slm a 7 km da Camaiore.
Già nel 932, tra i "manenti" citati nella donazione della Corte Regia di Massarosa, se ne trovano due di Casule. Nel 984 Casoli è uno dei nove villaggi che dovevano pagare la decima parte dei raccolti alla Pieve di Camaiore.
L’origine dell’abitato vecchio che sovrasta il tortuoso e suggestivo torrente Lombricese, si deve probabilmente alla presenza della via di Lombardia che lo attraversava, spesso citata nelle cronache del XVI e XVIII secolo, utile raccordo tra la Versilia e la Garfagnana per il trasporto di olio nelle località emiliane e lombarde. Soltanto agli inizi del XIV secolo ritroviamo il paese di Casoli, importante e popolosa "vicinia" del comune di Camaiore, con i suoi circa 250 abitanti citato in una fonte estimale.
Il paese è anche vivacizzato da pitture di alunni delle scuole superiori della Versilia, alcuni anche di pregio.
Lasciamo il paese con l'intenzione di andare a Grotta all'Onda; in prossimità del monumento al minatore troviamo due indicazioni pitturate sul muro: gli " anelli di Magicandalla 1 e 2", il primo Casoli - Candalla e il secondo Casoli - grotta all' Onda. Noi prendiamo quest'ultimo. Ci dirigiamo verso il cimitero del paese, attraversiamo la località Fiume, ricca di cascate e torrenti, percorrendo una strada sterrata giungiamo al cimitero e poi prendiamo a sinistra percorrendo una strada asfaltata che termina sulla strada per Tre Scolli, prima di arrivare all'asfalto si incrocia sulla destra il sentiero CAI 112.
Lo prendiamo e dopo pochi metri giungiamo in prossimità di una marginetta e quì sulla sinistra parte sempre il sentiero CAi n° 2 per la  foce del Termine, foce del Pallone e Matanna. Imbocchiamo quest'ultimo.  Saliamo su mulattiera in folti boschi di faggi e lecci il verde intenso della vegetazione viene spesso punteggiato di rosso dalle bacche degli agrifogli, costeggiamo il  rio Lombricese ricco d'acqua, attraversiamo dei ponticelli,  ammiriamo dei bei scorci di cascatelle che sgorgano da rocce erose fantasiosamente dallo scorrere dell'acqua.
Giungiamo ad una piccola sorgente con altrettanto piccola vasca sulla nostra destra e da qui sulla sinistra parte una condotta dell'acquedotto ( segno giallo a terra) e seguendolo giungiamo a delle vecchie costruzioni da dove parte un sentiero segnalato solo con tracce rosse che conduce alla nostra  tappa: Grotta all'Onda.
In pochi minuti la raggiungiamo. Notiamo che quando giungiamo quì non si sentono più cantare gli uccelli come avevano fatto sino a poco prima, che sia un posto magico???
Dopo una visita all'interno della grotta che ci ha lasciato molto delusi non dalla grotta stessa ma dalla mala usanza di lasciare immondizia e l'incuria e l'abbandono che hanno lasciato gli "archeologi" bha! è proprio vero la mamma degli imbecilli è sempre in cinta!
Ci rifacciamo spostandoci a pochissima distanza dove si percepisce il suono naturale di piccole cascatelle d’acqua che scivolano dalla volta del tetto formato dall'alta parete e fuoriescono diversi getti di acqua che rendono davvero questo posto di una magia unica.
La grotta è una cavità preistorica, ampia circa 40x60 m, antico rifugio dell’uomo e oggi oggetto di indagini scientifiche. I primi abitanti della caverna furono i neandertaliani (Homo neanderthalensis) che hanno lasciato i loro strumenti da caccia in selce e resti ossei delle loro prede; Homo sapiens la utilizzò per i suoi stanziamenti stagionali, mentre gli agricoltori e i pastori del Neolitico e dell’Età del Rame vi soggiornarono per lunghi periodi.
La struttura ipogea è interessante anche dal punto di vista geologico, mostrando testimonianze dei più significativi eventi sedimentologici e paleoclimatici a partire da circa 170.000 anni.
Ci dedichiamo ora alla pratica preferita da molti: il rito del pranzo e accomodati sotto la volta dell'ingresso della grotta pregustiamo il nostro pranzo. La fame è molta e tutti accovacciati nell'antro sembriamo proprio una tribù di " homo affamatus".

Il capo gita, però, è impaziente e ben presto richiama il gruppo a riprendere la marcia, qualche mugugno ma poi riprendiamo il cammino di nuovo alla volta di Casoli.
Ripercorriamo il solito sentiero, ma a differenza dell'andata, giunti alla casa lungo la condotta prendiamo il sentiero che segue quest'ultima, la copertura in cemento termina ad una porta che chiude una galleria per far passare la condotta dall'altra parte. Qui dobbiamo scendere, non si può altrimenti, ripidamente sino a raggiungere il ruscello e poi risalire dalla parte opposta. Così torniamo a incrociare di nuovo il sentiero CAI n° 2 e quindi raggiungiamo il paese di Casoli.
Raggiungiamo la piazza con il bar " La Frana" dove il capo gita offre generosamente il caffè a tutti quanti. Riprendiamo il cammino, dalla piazza parte il sentiero per Candalla segnalato da tabella comunicazione tra le frazioni collinari. Scendiamo per la bella mulattiera costeggiando la riva orografica destra del, fiume Lombricese, giungiamo ad un bivio per il sentiero dei mulini in località Candalla, zona che un tempo sfruttava l'energia dell'acqua per azionare i macchinari di mulini,  frantoi, pastifici e ferriere;  lungo questo tragitto vi sarebbero 40 opifici, noi visitiamo solo il primo che incontriamo, si tratta dei ruderi del Molino Marchetti (XVI secolo). Riprendiamo poi il tragitto verso la fine del sentiero per Candalla.
 Sulla riva opposta incombono le pareti scoscese del monte Penna, palestra per appassionati di free climbing e di archeologia per la presenza di grotte dove sono statirinvenuti frammenti di vasi e due strumenti litici del periodo eneolitico (da 4.500 a 4000 anni fa) e i ruderi di un villaggio medievale fortificato del XII secolo.
Giungiamo al termine della mulattiera dove il fiume forma un bel laghetto con cascata roboante,  e ruderi di mulini con ancora gli ingranaggi che facevano funzionare le macine. Peccato che il luogo, ameno, è lasciato al degrado e da atti di vandalismo.
Prendiamo ora la strada asfaltata, lasciamo sulla sinistra la mulattiera che sale a Metato, inizialmente era nel programma ma la salita a grotta all'Onda ci ha fatto perdere tempo e comunque molti di noi erano già soddisfatti di quanto fatto.
Oltrepassiamo la ferriera Barsi, quando aperta visitabile, all'esterno molti lavori in ferro, spiccano le enormi vanghe, picconi, pennati ecc.
proseguendo giungiamo al paese di Lombrici, 100 mt. slm e 2,5 Km da Camaiore.
Del Comune di Lombrici si ha notizia nell’anno 1223. Il suo nucleo abitato era posto sotto il potente castello di Montecastrese.
Da sempre noto per la presenza di numerosi mulini e Frantoi.  A Lombrici  vi nacque anche nel 1702 il noto anatomista Pietro Tabarrani.
Vorremmo visitare la chiesa romanica  di San Biagio del 1083, ma purtroppo la troviamo chiusa.
Proseguiamo, quindi, alla volta di Vado dove ha termine la nostra escursione, escursione insolita ma molto interessante dove abbiamo scoperto angoli nascosti della nostra terra.

 

 

 

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