« Ahi Pisa, vituperio de le genti
del bel paese là dove 'l
sì suona, Dante Alighieri Divina Commedia Canto XXXIII dell'Inferno, dove il poeta narra le vicende di Ugolino della Gherardesca: |
L'isola di Gorgona assieme alle isole di Capraia, Pianosa, Elba, Giglio, Giannutri e Montecristo costituisce il Parco Nazionale Arcipelago Toscano, nato per tutelarne i loro ambienti naturali di grande valore culturale e scientifico.
È prevalentemente montuosa e ricca di vegetazione tipica della macchia mediterranea; il suo rilievo più alto è di circa 300 metri. È attualmente sede di una colonia penale, realizzata come succursale di quella di Pianosa nel 1869, ma il suo centro civile è il paese degli antichi pescatori, oggi composto da circa 50 residenti.
Percorrendo la linea della costa, si incontrano suggestive insenature e baie come la Costa dei Gabbiani o la Cala Scirocco dove si apre la Grotta del Bue Marino, un tempo rifugio di foche monache, ora però non più visitabili a causa delle restrizioni del Parco. Verso ponente la costa cade a picco nel mare, mentre a levante degrada formando tre valli terminanti con piccole cale (Cala Maestra, Cala Marcona, Cala Scirocco).
Partecipiamo, oggi,
all'escursione organizzata
dalla UOEI di Ripa di
Versilia all'isola
dell'arcipelago toscano: la
Gorgona. Per visitare questa
isola, essendo sede di un
carcere sperimentale dove i
detenuti sono dediti a
lavorazioni agricole,
allevamento di animali,
produzione di miele e
allevamenti di pesce,
bisogna fare domanda molti
mesi prima affidandoci ad
una cooperativa opera da
anni quì. Infatti dal momento che vige una regolamentazione nel poter acceder a questa isola e anche gli spostamenti non possono essere effettuati liberamente, inoltre non si possono introdurre, coltelli, cellulari e macchine foto e video. Per potere effettuare la visita, noi ci siamo affidati alla cooperativa Toscana Trekking ( www.coopgorgona.it e www.toscanatrekking.it ) Precisato questo doveroso preambolo possiamo iniziare la nostra escursione. Con le auto ci portiamo al porto di Livorno dove la moto nave Rais del Golfo è già pronta per la partenza, prima di salire, però, viene effettuata un'altra formalità: il ritiro dei documenti d'identità. Siamo tutti a bordo e possiamo partire; dista 21 miglia (39 km) circa di distanza da Livorno e il tempo di navigazione previsto è di un'ora. La traversata si svolge tranquilla, solo un po' di vento di grecale crea onde lunghe ma che comunque non danno molto fastidio. Stiamo attraversando una porzione del " Santuario dei cetacei" che è appunto compresa tra il bacino corso-ligure-provenzale da Punta Escampobariou (vicino alla città francese di Tolone) a capo Falcone e capo Ferro (Sardegna), fino al Chiarone (confine tra Toscana e Lazio) occupando una superficie marina di circa 87 mila chilometri quadrati, a detta delle nostre guide è facile avvistare delfini e anche balenottere: ma noi ci sforziamo di guardare non scorgendo niente. Oltrepassiamo le secche della Meloria segnalate dal Faro della Meloria, che è stato costruito nei pressi della preesistente settecentesca Torre della Meloria, a sua volta originariamente dotata di faro, nel 1284 fu teatro della celebre battaglia tra genovesi e pisani. Puntualmente giungiamo in vista dell'isola di Gorgona e veniamo avvicinati subito dalla motovedetta della polizia penitenziaria che ci scorta sino all'ormeggio dell'unico approdo possibile dell'isola:Cala dello Scalo. Veniamo accompagnati, suddivisi in tre gruppi, sino allo spaccio del carcere per usufruire dei bagni e magari un caffè o una bottiglia d'acqua, per tutto il giorno non avremo più nessun punto di sosta. La guida ci spiega che l'edificio dello spaccio erano in origine dei magazzini per la conservazione delle acciughe, risorsa primaria dell'isola fino al secolo scorso. dei monaci certosini. L'attenzione ci viene fatta concentrare su degli scavi archeologici al di là della piazzetta, si tratta dei resti di una antica villa romana, recentemente scavata dalla Soprintendenza Archeologica di Firenze, attribuibile al I secolo a.C. Infatti per quanto piccola, l'isola ha conosciuto colonizzazioni umane già dalla preistoria, ed è accertata la presenza sin dall'Eneolitico (anche se non sono da escludere frequentazioni neolitiche). Conosciuta dai Greci che la chiamavano Egilora e presieduta dagli Etruschi che a loro volta la chiamavano Urgon. Dal IV secolo dopo Cristo in poi fu sede di monasteri e luogo di ritiro coatto per i monaci insofferenti alle regole. Nel 1283 l’isola passa sotto Pisa, che costruì la Torre Vecchia. Nel 1374 Papa Gregorio XI esautora i Benedettini, che nel frattempo l'avevano trasformata in un giardino, e fa insediare i Certosini. |
Gorgona in pillole | ||||||
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Posizione: 43°25'46"N
10°03'15"E Dimensioni: 2.15x1.5 km Superficie: 2.23 km2 Perimetro: 10 km circa Altezza max: Punta Gorgona (252 m.)
Comuni: Livorno Fonte: dati ISTAT |
Passiamo poi alla chiesetta
dedicata a Santa Maria, San Bruno e San Gorgonio costruita su quella
preesistente, consacrata il 21
gennaio 1723; dell'originale
resta una porzione di pavimento
e le mura esterne del convento, la
guida ci dice che questa zona è
chiamata la piana dei morti e quindi
il toponimo ci porta a pensare che
qui ci fosse un cimitero ma orami
perso per sempre.
Come già detto l'isola è un
penitenziario e quindi le
popolazione è costituita da
carcerati e polizia penitenziaria,
ma vi sono anche gorgonesi che
abitano l'isola: dato, però, che tutte le
attività produttive sono escluse da
questo sito sia dal carcere che dal
parco che ne vieta praticamente anche
la pesca, non resta ai Gorgonesi di
emigrare sulla terra ferma per
trovare di che vuvere.
L'unica abitante che vive
365 giorni l'anno alla Gorgona è la
signora Luisa.
Dalla chiesetta parte la nostra
escursione, escursione che possiamo
fare unicamente perchè autorizzati,
infatti da quì in poi la zona e
interdetta anche ai residenti.
Seguiamo la strada e costeggiamo le
varie colture di vite e olivi dove
ne incontriamo anche di molto vecchi
uno di questi, enorme, viene
ritenuto, se abbracciato, che
esaudisca i desideri. Ci affacciamo
su cala Martina e si vedono le
recinzioni di allevamento di
orate che pare essere di buonissima
qualità.
Un forte odore ci annuncia che
stiamo costeggiando la zona dedicata
all'allevamento di piccioni, galline
animali vari, di seguito la zona dei
bovini,
le mucche
a sinistra a
destra i tori.
Lasciamo Via Bellavista e prendiamo
Via della Torre Vecchia, queste
strade sono tutte sterrate con buon
fondo. Ora vediamo quanto sia
rigogliosa la vegetazione
costituita in prevalenza da macchia
mediterranea, erica scoparia e
corbezzolo con presenza di cisti,
mirto, lentisco, ginepro e vere e
proprie cascate di rosmarino.
Vicino al porto si trova una fustaia
di Lecci e sulla sommità dell’isola
si incontrano i Pini d’Aleppo. A
Gorgona insiste anche una
popolazione di specie arboree
tipiche dei climi freddi ed umidi,
come l’Orniello, l’Ontano nero,
l’Olmo e il Castagno e di piante di
origine alpina come la Crocifera (
Cardamine asarifolia) Tra i fiori è
da segnalare la Spiranthes spiralis,
una delle sei specie di Orchidee
presenti sull’isola.
Animali non ne vediamo ma la nostra
guida ci illustra quelli che sono
presenti sull'isola o che la abitano
nei periodi di migrazione o di cova.
Apprendiamo dunque che la fauna di
Gorgona è quella tipica
dell’ Arcipelago Toscano, con
abbondanza di Conigli selvatici e
numerose specie di uccelli di passo.
Sono segnalati alcuni
endemismi esclusivi dell’isola quali
la Lucertola di Gorgona ( Pordacis
muralis vinciguerra) che non tutti
gli studiosi riconoscono come
sottospecie, vari Molluschi
terrestri ed Insetti. La fauna
ittica è abbondante, grazie alla
protezione indiretta offerta dalla
presenza dei
divieti della Colonia penale e dal
1989 dalle misure provvisorie che
hanno istituito un'area marina
protetta poi definitivamente
inglobata nel 1996 nel Parco
Nazionale dell'Arcipelago Toscano.
Dentici, Ricciole, Tunnidi, Sarde e
Acciughe, rappresentano le presenze
più frequenti tra i pesci pelagici.
Giungiamo ora alla Torre Vecchia
arroccata sull'orlo di una
roccia, a strapiombo sul mare in
località Costa dei Cantoni,
costruita dai pisani attorno al XII
secolo, si presenta come un
imponente complesso fortificato,
seppur parzialmente diroccato, che
si sviluppa a pianta poligonale
irregolare, disposta su più livelli,
con possente basamento a scarpa che
si adatta all'orografia del
promontorio sul quale sorge .
La struttura fortificata fu
edificata quando l'isola e gran
parte dell'arcipelago erano sotto il
controllo pisano. Lo scopo era
quello di poter svolgere funzioni di
avvistamento nel tratto di mare che
separa Gorgona dalla Corsica; la
torre, all'occorrenza, poteva
svolgere anche efficaci funzioni
difensive, soprattutto in caso di
tentativi di incursioni piratesche,
grazie alla sua posizione dominante
a strapiombo sul mare. Durante le
epoche successive, quando l'isola
entrò a far parte del Granducato di
Toscana (nel 1406 ebbe inizio il
dominio mediceo), la struttura
fortificata continuò a svolgere le
sue originarie funzioni, fino ad
essere definitivamente dismessa nel
corso dell'Ottocento, epoca in cui
fu decisa la sua trasformazione in
prigione, grazie anche alla
posizione isolata dell'isola. La
nostra guida inoltre ci assicura che
quì si manifesta spesso lo spirito
di un frate.
Dopo la visita alla Vecchia Torre
proseguiamo su Via di Casa Colonica
e deviamo poi per Il Semaforo
in località Punta Gorgona, da qui
tra una selva di antenne abbiamo una
bellissima vista sulla Capraia e la
Corsica, ma non manca anche di
notare la consueta abitudine tutta
italiana di buttare i soldi
pubblici, infatti sotto di noi vi
sono delle strutture complete di
campo di calcio, chiediamo cosa
siano e la spiegazione è che sono
costruzioni fatte nel 1974 per fare
nuove celle ma mai utilizzate. Ah
Italia!
Ripartiamo riportandoci verso la
Torre Vecchia e poi proseguiamo per
Via dei Cimiteri, deviamo su uno
stradello, dove all'ombra di lecci
l'organizzazione ci ha preparato il
gradito pranzo a base di pizzette,
formaggio, stuzzichini vari e
un passabile vino rosso il tutto,
pare prodotto sull'isola.
Ora si riparte riprendendo la via
dei Cimiteri che in realtà è uno, lo
visitiamo e notiamo che i
cognomi si ripetono e sono i Citti e
Dodoli, infatti quete due famiglie
sono quelle che
furono espiante dalla campagna
lucchese dal governo fiorentino per
destinarle ad una specie di
domicilio coatto in mezzo al mare.
Hanno sempre vissuto di pesca,
riuscivano a pescare anche 3 o 4
quintali d’aragoste a settimana e
120-130 d’acciughe che mettevano
sotto sale per poi venderle in
"continente". Gli abitanti
dell’isola oltre al cognome, hanno
in comune una storia di duro lavoro.
La guida ci fa notare anche altre
tombe che non hanno questi nomi e ci
spiega che si tratta di detenuti che
hanno espresso il volere di essere
sepolti qui oppure sempre di
detenuti che i familiari non
volendosi accollare le spese di
trasferimento della salma hanno
preferito che restassero sull'isola.
Ci dirigiamo ora verso Punta di Cala
Maestra dove è piazzato il " Fanale
" una sorta di faro, questa zona in
primavera è regno del gabbiano reale
che qui viene a nidificare.
cala Maestra è forse la parte più
bella dell'isola. questa zona sino a
Cala Scirocco è zona di tutela
integrale, dove tutte le attività in
mare sono vietate, si tratta di più
di metà dell'isola. Questa parte
dell'isola viene esclusivamente
utilizzata quando venti di terra
agitano le acque sul lato orientale
mentre su quello occidentale sono
riparate dalla costa. Le navi di
approvvigionamento si recano in
questa cala dove il mare è meno
mosso e trasbordano i materiali
sulle moto vedette che le
trasportano poi a Scalo di Gorgona.
Torniamo indietro sino ad incrociare
Via della Torre dell'Orologio che ci
riporta a ridosso del villaggio, da
dove vediamo appunto la torre
dell'orologio. Prendiamo ora Via di
Torre Nuova dove appunto passiamo
nelle vicinanze di questa torre oggi
usata dalla direzione del carcere.
La Torre Nuova è una torre costiera.
La sua ubicazione è lungo la costa
orientale dell'isola, sul
promontorio che chiude a nord Cala
del Porto.
La
struttura fortificata venne
edificata nella seconda metà del
Seicento dai Medici, per migliorare
il sistema difensivo dell'isola che,
lungo la costa orientale, si trovava
di fatto sguarnita. Il luogo scelto
per la costruzione della torre era
probabilmente sede di una
preesistente struttura di
avvistamento andata precocemente in
rovina. Le funzioni della struttura
turriforme erano principalmente
quelle di avvistamento, anche se
all'occorrenza potevano essere
esercitate efficaci funzioni
difensive in caso di avvicinamento
di imbarcazioni sospette al
sottostante approdo. Dismessa in
epoca ottocentesca, la struttura
andò incontro ad un rapido ed
inesorabile degrado che la portò in
condizioni semidistrutte nel corso
degli anni. Tuttavia, una serie di
restauri condotti alla fine del
secolo scorso hanno permesso di
recuperare il complesso
architettonico riportandolo agli
antichi splendori.
La Torre Nuova si presenta come una
struttura fortificata a sezione
quadrangolare, addossata su un lato
ad edifici posticci. Il complesso è
costituito da un imponente basamento
a scarpa disposto su due livelli,
culminante con un coronamento di
archetti ciechi poggianti su mensole
sporgenti che delimita il
terrazzamento su cui poggia il
soprastante corpo di fabbrica a
sezione quadrata, disposto anch'esso
su due livelli, che culmina con un
tetto di copertura a due fornici.
Lungo le strutture murarie rivestite
in laterizi si aprono una serie di
finestre di forma quadrangolare.
In breve siamo di nuovo presso lo
spaccio in Piazza Cardo, ci
rinfreschiamo al bar e grazie al
permesso da parte delle autorità
penitenziarie possiamo fare un bagno
nel bellissimo mare a Scalo.
Bell'intermezzo nell'attesa del
traghetto che ci riporterà a
Livorno. Traghetto che arriva,
proveniente dalla Capraia, con un pò
di ritardo ma tutto sommato ci ha
permesso di godere ancora
dell'isola. Partiamo e alle nostre
spalle in un mare che risplende i
raggi del sole che si appresta
a tuffarvisi, l'sola ci appare con
il suo profilo nell'immagine di una
donna, forse la sirena degli antichi
greci?
La Gorgona si allontana e le nostre
Apuane si avvicinano ecco la costa
di Livorno è sempre più vicina, il
mar si agita un po' ma niente paura
stiamo entrando in porto e ci
apprestiamo ad ormeggiare.
E' stata una escursione diversa dal
nostro pellegrinare per montagne ma
la conoscenza della nostra regione
in ogni sua parte e quindi anche
marina ci sembra un'attività
essenziale per la sezione della UOEI
di Ripa di Versilia, inoltre una
grande soddisfazione l'abbiamo avuta
dalla grande affluenza di soci che
hanno voluto parteciparvi.
Cala Maestra