U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 
29 Novembre 2009  - Pranzo sociale a Pienza

 

 

Pienza, piccolo gioiello del Rinascimento nel cuore della Toscana, in provincia di Siena, al centro di una delle zone più belle d'Italia e più ricche di tesori d'arte, deve il suo nome e la sua fama ad Enea Silvio Piccolomini divenuto famoso come Pio II. Conosciuta nell'alto medioevo con il nome di Corsignano fu una roccaforte senese celebre per essere stata menzionata in una novella di Giovanni Boccaccio. Secondo alcuni storici il suo nome deriva da Corsinianus, uno dei militari di Silla tra i quali venne diviso il territorio chiusino, altri invece fanno discendere i Piccolomini da un Bacco piccolomo alleato di Porsenna nella guerra mossa contro l'antica Roma. Gran parte della sua architettura più bella fu fatta realizzare proprio da Papa Pio II tra il 1459 ed il 1462 che chiamò a lavorare a Pienza uno degli architetti più famosi dell'epoca, Bernardo Rossellino, trasformando il borgo natale di Corsignano in una splendida cittadina rinascimentale, eccezionale esempio di architettura e urbanistica quattrocentesche. Pienza, dichiarata dall'Unesco patrimonio mondiale dell'umanità per l'importanza dei suoi monumenti e del suo assetto urbano, costituisce altresì, una meta ideale per un breve soggiorno, una vacanza rilassante fra cultura e gastronomia, al centro di un territorio per gran parte ancora incontaminato.
E' un esempio raro di urbanistica rinascimentale portata a compimento. Definita di volta in volta la 'città ideale', la 'città utopia', essa rappresenta oggi concretamente una delle modalità costruttive attraverso le quali in età rinascimentale si cercò di realizzare un modello di vita e di governo 'ideale' sulla terra, elaborando un'idea di città che fosse in grado di dare risposte concrete al desiderio di convivenza civile pacifica e operosa degli uomini. Era "l'utopia della civitas" vanamente inseguita dagli uomini dell'antichità.
La sua collocazione al centro della Val d'Orcia, una valle bellissima e intatta dal punto di vista paesaggistico, rende la cittadina perfettamente in grado di documentare ancora oggi l'interesse fondamentale che l'architettura umanistica pose nel rapporto uomo-natura, anche in riferimento all'importanza che questo rapporto ebbe durante l'età classica.

 

Quest'anno per ritrovarci tutti assieme: escursionisti, turisti e simpatizzanti della nostra associazione abbiamo scelto la splendida cittadina di Pienza nella Val D'Orcia.
La Val D'Orcia, situata a sud di Siena, è una terra dove la natura ha conservato il predominio rispetto agli insediamenti umani in cui si è mantenuto un perfetto equilibrio tra uomo e ambiente.
Eccoci qua due pullman belli carichi di persone gioiose e pronte per intraprendere la nostra gita.
Le previsioni meteo non danno buone notizie ma per adesso il cielo e abbastanza sereno e speriamo che questa volta abbiano sbagliato.
Dopo circa tre ore ci troviamo catapultati nella metà del 1400; accompagnati dalla guida entriamo all'interno della città e visitiamo subito il duomo.
Dalla guida apprendiamo che fu costruito dal Rossellino nel 1459. Dedicato alla Madonna dell'Assunta, fu eretto sulle rovine dell'antica pieve romanica di Santa Maria (ne vennero trovate alcune vestigia durante i lavori del 1932), costruita dopo la metà del XII secolo. Allo scopo di avere un'ampia navata e , contemporaneamente, una piazza abbastanza spaziosa, l'abside fu ancorata al dorso della collina, ma non così saldamente da renderla sicura sul terreno umido e mobile, tanto che lunghissimi e difficili sono stati i lavori di consolidamento dello sperone che guarda la campagna (opere di sottofondazione e grandiosi restauri sono stati compiuti dal 1911 al 1935 e dal 1961 al 1965). L'esterno di chiara ispirazione albertiniana ha una facciata in travertino aperta da tre portali e ripartita in tre parti da larghi pilastri fiancheggiati da due ordini di colonne, con rosone e coronamento a timpano con al centro lo stemma di Pio II. Il luminoso interno a tre navate di uguale altezza ispirato alle “Hallenkirchen” tedesche e austriache che Pio II aveva ammirato nei suoi viaggi in nord Europa, si riallaccia a motivi gotici negli allungati e snelli pilastri a fascio, sormontati da alti piedritti, sui quali si innestano le volte a crociera. L'abside a raggiera è illuminata dalle finestre ogivali, rabescate da spinosi motivi ornamentali. Il campanile ha pianta ottagonale poggiato sopra l'antica cripta, si staglia sulla sinistra della chiesa e svetta verso il cielo con la sua bella terminazione a cuspide. Tra le opere dell’interno ricordiamo alcune Pale d’altare tutte simili nelle proporzioni, realizzate espressamente per la Cattedrale, tra il 1461 e il 1463, dai maggiori pittori senesi del tempo: (da destra) Giovanni di Paolo, Matteo di Giovanni, Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta, Sano di Pietro e ancora Matteo di Giovanni. Nella cripta sono conservati frammenti scultorei provenienti dalla preesistente chiesa romanica di S. Maria e un fonte battesimale della bottega del Rossellino.
Passiamo all'esterno e siamo in Piazza Pio II, progettata e costruita tra il 1459 e il 1462, la cui pavimentazione riquadrata consente all'osservatore un'immediata valutazione delle distanze e delle proporzioni, costituisce il cuore dell’abitato e intorno ad essa sono disposti i principali monumenti della città: il Duomo, il Palazzo Piccolomini, il Palazzo Borgia e il Palazzo dei Priori Davanti al Palazzo Piccolomini. Decentrato rispetto alla facciata del Palazzo Piccolomini un  pozzo reca lo stemma di  famiglia Piccolomini.
 

La nostra visita continua poi alla chiese di S. Francesco.
Uno degli edifici francescani più antichi d'Italia ed è l’unico monumento di rilievo rimasto dell’antico borgo di Corsignano. La chiesa, risale alla fine del XIII secolo, presenta una semplice facciata a capanna e ha una sola porta sormontata da un oculo. L’interno è ad una sola navata e, come nella tradizione delle chiese dell'Ordine francescano, è coperta a cavalletti. Nelle pareti del coro è narrata la leggenda francescana; questi affreschi sono stati attribuiti da alcuni studiosi al senese Cristofano di Bindoccio, detto Malabarba, di cui si hanno notizie tra il 1361 e il 1401. Il bel crocefisso su tavola dipinto è attribuito ad un maestro affine a Segna di Buonaventura, allievo di Duccio. Sull’altare di sinistra vi è una tavola di Luca Signorelli, Madonna della Misericordia e i Ss. Sebastiano e Bernardino.
Usciamo di nuovo, vi sarebbero molti altri palazzi da visitare, come: palazzo Piccolomini, adiacente al duomo, voluto da Pio II come abitazione per sé e per i propri familiari. La Casa dei Canonici, accanto alla Casa dei Canonici è il Palazzo Borgia, oggi dell'Episcopato, voluto da Papa Pio II per uno dei prelati del suo seguito, il Cardinale Rodrigo Borgia, che poi fu papa con il nome di Alessandro VI. Nei locali del Palazzo Borgia è allestito il Museo Diocesano, oggi chiuso, di fronte alla Cattedrale si leva il Palazzo Pubblico,attualmente sede dell’Amministrazione Comunale.

Le temute previsioni meteo vengono azzeccate e all'esterno c'è molto vento freddo e qualche goccia ogni tanto arriva. Proseguiamo girando attorno alla cattedrale e abbiamo una bella veduta sulla Val D'Orcia, di Radicofani, e ci assicura la guida,che laggiù tra le nuvole il Monte Cetona e il Monte Amiata. Curiosi sono anche i nomi delle vie qui troviamo Via della Fortuna e a seguire Via Dell'amore, Via del Bacio e Via Buia.
Seguendo ancora la guida ci conduce in Via Case Nuove, dove appunto sorgono le così dette " Case Nuove" volute da Pio II per i cittadini meno ambienti, primo esempio di edilizia popolare della storia.

Proseguiamo con la visita ad un laboratorio di ceramica all'interno di una grotta, dove si può vedere la frattura che provoca lo scivolamento del pavimento della chiesa.
Qui termina la parte culturale e sta per iniziare la parte eno - gastronomica, ci dirigiamo al ristorante  " la Buca delle Fate ". Il ristorante è con ampi locali ricavati, come apprendiamo da uno dei gestori, con un restauro esemplare, nelle cantine del cinquecentesco Palazzo Gonzaga.
Ma finalmente arrivano gli antipasti toscani, a seguire ravioli con ricotta e tartufo, poi i famosi "pici".
 I pici sono una sorta di spaghetti fatti a mano uno per uno. I pici sono uno dei classici piatti poveri della cucina contadina, fatti con un impasto d’acqua e farina e l’aggiunta di un cucchiaio d’olio e un po’ di sale. Vanno conditi al ragù, oppure all’aglione e serviti rapidamente in piatti ben caldi. Le seconde portate sono state rostbeef e cinghiale in umido. Intanto il rosso di Montalcino e il bianco di Pitiglaino aiutano ancor di più a creare un'atmosfera di festa e allegria. Chiudiamo con cantucci e vin santo.
Le ore son passate in fretta è quasi ora di ripartire ma prima abbiamo un pò di tempo per dedicare allo shopping, apprezzando specialmente il famoso formaggio pecorino di Pienza.
Le condizioni meteo sono pessime, fa freddo e piove, è si! è proprio giunto il momento di rientrare.

Ancora una volta la scelta si è dimostrata azzeccata, ottimo pranzo e atmosfera accogliente, proprio in perfetto stile uoeino, abbiamo persino riconfermato la diceria che la pioggia accompagni quasi sempre la U.O.E.I.
Molti di noi hanno scoperto una cittadina ricca di cultura e storia così vicina ma forse una zona un pò snobbata.
Insomma, tirando le somme, un impegno certamente gravoso per il Consiglio ma alleviato dalla soddisfazione di veder aumentare ogni volta i collaboratori e il numero di coloro che si interessano all’UOEI, chiedono, suggeriscono e propongono.
Grazie a tutti quelli che hanno partecipato a questa e alle altre nostre iniziative. Vi aspettiamo numerosi alle prossime venture.

 

   
   inizio pagina                                                              indice abbiamo fatto