U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 

Ricorrenza Caduti in montagna

Domenica 8 dicembre 2010

Signore delle cime

Dio del cielo, Signore delle cime
un nostro amico hai chiesto alla montagna
Ma ti preghiamo su nel paradiso
Su nel paradiso lascialo andare
per le Tue montagne

Santa Maria, signora della neve
copri col bianco soffice mantello
il nostro amico il nostro fratello
Su nel paradiso lascialo andare
per le Tue montagne


 

ITINERARIO
Da  Colle a Iapoli, Passo dell'Alpino, Foce di Mosceta, La Fania
DIFFICOLTA’  -  (E) DISLIVELLO
m. 723
TEMPI DI PERCORRENZA
Ore 3 per tutto il giro
SENTIERI CAI PERCORSI
CAI segnavia 122, 124
PUNTI D'APPOGGIO
Rifugio del Freo, Rifugio UOEI Pietrasnta La Fania
ACQUA
A Mosceta, alla Fania e lungo il sentiero per Pruno
PERIODO CONSIGLIATO
Tutto l'anno
 


Il giorno 8 dicembre, festa dell' Immacolata, è tradizionalmente dedicato alla commemorazione dei caduti della montagna alla Foce di Mosceta, organizzata dalla sezione CAI di Viareggio. E' una ricorrenza molto sentita da tutti gli appassionati di montagna alla quale partecipano anche le sezioni U.O.E.I. della Versilia. purtroppo la giornata è pessima scrosci d'acqua e vento forte scoraggiano molti, quasi tutti se non tutti, a partecipare a questa ricorrenza. Solo quattro soci temerari incuranti delle intemperie e a sprezzo del pericolo (!!) decidono comunque di rendere il giusto omaggio a chi non è più con noi su questa terra.

Di solito allunghiamo l'escursione partendo dal paese di Pruno ma questa volta crediamo logico portarci a Colle a Iapoli per prendere un pò meno acqua, per così dire.
Comunque per chi non conosce il paese di Pruno quì di seguito alcune notizie: "è un antico e caratteristico paese arroccato su un colle a 447 metri di quota. Al turista, oltre pregevoli aspetti architettonici, offre ottima accoglienza con ristoranti tipici, una locanda e un ostello per il pernottamento. E' raggiungibile, dalla Versilia, seguendo le indicazioni per Seravezza e successivamente quelle per Ponte Stazzemese dove si dovrà svoltare a sinistra seguendo ora le indicazioni per Cardoso."  Al centro del paese di Cardoso, nella piazzetta che ricorda i caduti, si svolta a sinistra imboccando la strada che conduce a Pruno. Il sentiero (segnavia 122), che conduce a Mosceta, inizia proprio dal parcheggio.  Come già detto ci portiamo più in alto prendendo un strada appena prima del paese sulla sinistra che porta alla località Colle a Iapoli (m 835),  ATTENZIONE, questa strada anche se ora in gran parte è stata asfaltata presenta ancora dei tratti sterrati e con macchine con fondo basso e a due ruote motrici  ci si potrebbe trovare in serie difficoltà.
Scesi dalle auto iniziamo l'escursione: il tempo regge, non piove e la temperatura è molto alta.

Imbocchiamo il sentiero 122 e dopo poche decine di minuti di cammino, incontriamo il bivio, segnalato, per il rifugio U.O.E.I. "Alla Fania"; noi proseguiamo dritto, tenendoci sulla sinistra, percorriamo una prima rampa in forte salita, meno male che è breve, sbuchiamo su un primo pianoro aperto verso il mare, proseguiamo, passiamo la località Colle del Vento, in giornate come oggi capiamo anche il perché di questo toponimo.
 In circa mezz’ora  raggiungiamo il  Passo dell’Alpino, siamo ora sul sentiero n° 9 che viene da Levigliani percorrendo le Voltoline, da dove in giornate decisamente più clementi si potrebbe godere di un invidiabile panorama sulle vallate del Cardoso e di Levigliani e volgendo lo sguardo a 360° si spazia dalla riviera versiliese e non sarebbe difficile nelle giornate particolarmente limpide scorgere le isole dell’ arcipelago toscano e le 5 Terre, le Alpi Marittime,appena sopra di noi ci avremmo la maestosità delle Apuane con in primo piano il Corchia, il massiccio della Pania, il Forato, il Procinto; e invece molta, molta nebbia.
Il sentiero prosegue e giungiamo al Passo dell'Alpino a quota 953 mt. ci fermiamo in raccoglimento nella marginetta dove una lapide esorta a fermarsi e ringraziare il Creatore del mondo.
 Ripartiamo camminando in veri e propri torrenti, infine giungiamo in un’abetina frutto di rimboschimento che sfocia alla Foce di Mosceta (1170 m.) Giunti alla Foce, dov’è ubicata un'altra marginetta, qui c'è ancora presenza di neve, poca e molto bagnata, Pierino che ci è stao solo tre giorni fà dci dice che che all'ora ce ne era almeno trenta centimetri.
E' bastato due guiorni di scirocco per portarla via tutta.
Raggiungiamo il Rifugio Del Freo in pochissimi minuti.
Non c'è alternativa si deve stare per forza all'interno, ci informiamo, la messa verrà celebrata alle ore 11,00, manca circa 40 minuti. Prendiamo un panino con il biroldo accompagnato da un buon bicchiere di vino seguito poi da una bella cioccolata calda.
Ci mischiamo a circa un centinaio di persone che come noi non si sono fatti prendere dalla paura di due (!?) gocce d'acqua e sono venuti a rendere omaggio agli amici che ci guardano da lassù.
Ecco veniamo avvisati che la Santa Messa sta per iniziare. Il sacerdote, in modo informale ma molto efficace è riuscito a toccare tutti i punti nevralgici delle nostre coscienze e a farci, in parte, capire che la scomparsa dei nostri cari e amici non deve essere presa come una perdita definitiva, le sue parole più o meno suonavano, in sintesi così:
“Da sempre la Chiesa ha esortato a pregare per i defunti. Essa invita i credenti a guardare al mistero della morte non come all'ultima parola sulla sorte umana, ma come al passaggio verso la vita eterna. E' nostra convinzione che chi è morto non sia mai più con noi, ma al contrario, vedendo con gli occhi del vero cristiano possiamo ritrovarli in noi stessi e nelle persone che ci circondano." 
Bè per me è molto difficile riportare questi principi ma posso assicurarvi che sono arrivati a bersaglio, nel pieno dei nostri sentimenti. Anche se comunque resta forte la convinzione
che certe perdite rimangono come autentiche mutilazioni del tuo essere: ci si adatta a vivere con esse, ma ci si rende conto che la vita non potrà più essere uguale a quella che era prima.
Il brutto tempo quest'anno ha scoraggiato molti dei componenti del coro Versilia, infatti erano solo in cinque, ma anche così in pochi hanno reso la celebrazione ancora più emozionante con il momento più toccante nel canto "Signore delle Cime".
La Santa Messa termina, abbiamo nutrito l'anima ma ora dobbiamo nutrire anche il corpo, il rifugio è al completo; devo , a questo punto, ringraziare di cuore il nostro amico Arnaldo della sezione UOEI di Pietrasanta che con grande altruismo essendo impossibilitato a far trovare il rifugio aperto come tutti gli anni si è prodigato per trovare qualcuno che fosse disposto ad aprirlo per eventuali escursionisti che non trovato posto a Mosceta si sarebbero trovati all'acqua e al freddo. Forse lui credeva che ero io a fargli un favore ma in realtà ci ha tolti da un bel'impiccio.
In meno di un'ora attraverso il sentiero (segnavia 124) giungiamo al rifugio, mentre scendiamo una fitta pioggia e un forte vento ci investe da tutte le parti con questo tempaccio neanche i mufloni si fanno vedere!
Una volta dentro il rifugio il primo nostro pensiero è quello di accendere il camino per asciugarci un pò, mentre la Giuseppina è già lì che spadella per preparare un bel piatto di spaghetti, intanto arrivano anche altri tre amici e non si fanno pregare a unirsi a noi. Ben presto arriva il richiamo per accomodarci che la pasta è pronta, un bel piatto caldo è proprio quello che ci vuole, poi formaggi, salsicce ecc. Il camino fà quello che può ma l'ambiente molto umido e freddo ci fà riammassare davanti al fuoco.
Il tempo non cenna a migliorare e la pioggia cade incessante e dopo aver riassettato decidiamo di riprendere il cammino verso casa.
 
Riprendiamo le nostre cose e a malincuore ripartiamo alla volta di Colle a Iapoli dove abbiamo lasciato le auto, dalla Fania dobbiamo percorrere un sentiero che non è segnato sulle cartine ma ben evidente e segnalato da molti segni gialli sino ad andare a ritrovare il sentiero (segnavia 122) che abbiamo percorso al mattino.
Con giornate come queste è comprensibile che molti non se la sentano di prendere tanto freddo e pioggia ma io personalmente credo che un piccolo sacrificio si può fare per ricordare tutti gli amici che sono morti per inseguire un sogno che molte volte li ha portati a raggiungere una splendida felicità e

nel nostro cuore, tutti loro: persi in montagna e non, sono perennemente nei nostri pensieri e ce li portiamo sempre con noi dovunque andiamo, il loro ricordo non ci lascerà mai.

Una preghiera all'Altissimo:   "Su nel paradiso lasciali andare per le Tue montagne "


 


 

 


 

 

 

 

 

 



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