U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 

28/02/2010 Lagdei - Sella del Marmagna ( Vetta del Marmagna se non pioveva)

 


 

ITINERARIO
Lagdei (m.1260) - Lago Santo P. (1507 mt.) - Sella del Marmagna (1725 mt.)
DIFFICOLTA’  -  (EEA) DISLIVELLO
m. 465
TEMPI DI PERCORRENZA
Ore 4 andata e ritorno
SENTIERI CAI PERCORSI
CAI segnavia
727 - 723A
PUNTI D'APPOGGIO
Al rifugio Lagdei e Rifugio G.Mariotti
ACQUA
Al Lagdei e Rifugio G.Mariotti - Fonte al Lago Santo
PERIODO CONSIGLIATO
Dicembre - marzo
 

L’itinerario di oggi è posto nell’estremità occidentale del parco del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano : completamente in provincia di Parma si tratta di un trekking d’eccezionale valore naturalistico impreziosito dalla presenza del più vasto lago naturale dell’Emilia: il Lago Santo Parmense.
Il settore di crinale appartenente alla provincia di Parma, pur non presentando cime oltre i 2000 metri come avviene invece nel Reggiano e nel Modenese, è comunque un’ininterrotta sequenza di vette comprese tra 1700 e 1850 metri; il crinale mantiene inoltre inalterate le sue caratteristiche di montagna aspra. L’escursione che siamo a descrivervi tocca la montagna più nota del Parmense: il Monte Marmagna, facile meta anche per escursionisti senza molto allenamento. Non è comunque la cima più alta in provincia di Parma che risulta invece essere Monte Sillara, superiore di pochi metri.

Dopo questa prefazione raccontiamo come sono andate effettivamente le cose.
Certo che le previsioni meteo non sono delle migliori e il celo plumbeo fa desistere molti da venire all'appuntamento davanti alla sede di Ripa, comunque siamo in otto e una volta divisi su due auto partiamo alla volta della località Lagdei.
Il parco si raggiunge dall'uscita di Berceto dell'autostrada Parma-La Spezia (A15), attraversando il Passo del Sillara e arrivando a Bosco di Corniglio. Per chi proviene da La Spezia si consiglia l'uscita di Aulla che consente di raggiungere Rigoso nel comune di Monchio delle Corti. Altre strade che portano al parco sono la provinciale numero 13 che da Pastorello arriva a Corniglio e la statale 665 che da Langhirano porta al passo del Lagastrello.
Una volta giunti rimaniamo subito delusi, infatti una fitta pioggerella stà già cadendo: almeno se fosse stata neve! Per di più portando lo sguardo verso l'alto si notano nubi basse, nubi che ci fanno capire che oggi di bei panorami  non ne godremo per niente.
Ma ormai siamo quì e decidiamo di partire alla volta del Lago santo Parmense che dista circa 45 minuti da quì.
Imbocchiamo il sentiero n° 727 sulla sinistra del rifugio, entriamo in una bella abetaia, la neve è abbastanza pressata dovuto anche alla grande affluenza verso il rifugio Mariotti sulle sponde del lago.
Proseguiamo su tornanti immersi in faggeta, ma la pioggerella continua a scendere e incupisce anche il nostro morale. Sembra che i tornati siano interminabili, non arriviamo mai al rifugio Mariotti! 
Una forte raffica di vento ci fa capire che abbiamo scollettato e non siamo più riparati, le nuvole sono molto basse e tra la nebbia si intravede la bandiera del rifugio Mariotti.


Breve storia del rifugio
(liberamente tratto da “I cento anni del rifugio G.Mariotti al Lago Santo”, CAI Parma, 1982)
La prima capanna-ricovero al Lago Santo fu compiuta nel 1882 e solennemente inaugurata il 12 settembre di quell’anno con accensione di falò sulle cime circostanti, illuminazione del lago e “varo” delle due imbarcazione “Parma” e “Reggio” a memoria delle due città che all’epoca costituivano la proprietaria Sezione dell’Enza.
L’antica costruzione, in muratura di pietrame tradizionale e copertura in lastre di arenaria, è ancora chiaramente ravvisabile nell’edificio odierno in corrispondenza dei locali prospicienti il lago occupati dagli attuali stanza-bar e superiore camerata. Per la sua costruzione fu parzialmente sfruttato un promontorio di roccia che prospettava il lago ed una gettata di macigni ben inferiore all’estensione dell’attuale cortile.
Già nel 1891 la Sezione procedette ampliamento della capanna-ricovero, prolungandone il lato nord con la costruzione sempre in muratura di altri due locali. A questo punto il rifugio era costituito di quattro stanze di cui due (camerata e cucina) per i soci CAI e le altre due, con stessa ripartizione, per gli altri escursionisti.
Con la Grande Guerra il ricovero fu oggetto di devastazione e spogliato di ogni suppellettile.
È nel 1924, il 14 giugno, che il rifugio fu rinaugurato alla presenza dell’on. Giuseppe Micheli dopo le opere di ricostruzione cui succedettero ulteriori ampliamenti nel retro dell’edificio con la costruzione di due ulteriori locali (uno la piano terra ed uno al superiore) che furono inaugurati dal sen. Giovanni Mariotti nei giorni 2 e 3 febbraio 1929.
Ed a questi, l’11 agosto 1935, pochi mesi dopo la sua morte, alla presenza del Presidente Generale del CAI fu dedicato il Ricovero del Lago Santo che, con scoperta la lapide che ne ricorda la decennale presidenza della nostra Sezione, da quel momento acquista il nome di Rifugio Giovanni Mariotti al Lago Santo Parmense.
Da lì a poco, il rifugio conobbe le devastazione della guerra. La sera del 18 marzo 1944 fu oggetto di una aggressione fascista un gruppo di partigiani asserragliati nel rifugio. La inevitabile battaglia, ricordata anch’essa in una lapide eretta sul muro del rifugio, si concluse due giorni dopo qualora i partigiani assediati riuscirono a rompere l’accerchiamento e portarsi verso il Monte Orsaro. Ai danni del combattimento si aggiunsero le devastazioni provocate dalla immediata rappresaglia dei tedeschi e fascisti.
Nel dopoguerra, con non poche difficoltà, furono effettuati i lavori di ripristino e riattamento del rifugio che fu reso interamente funzionante nel 1950.
Alle costanti cure e miglioramenti che si succedettero negli anni, di particolare rilevanza furono i lavori che impegnarono tutta la Sezione sotto la direzione del presidente Romano Sarti che dal 1977 al 1980 rese attuale la costruzione dell’edificio.


Visto il tempaccio che c'è una sosta per consultarci sul da fare ce la concediamo, mentre discutiamo il rifugista, molto gentile, ci porta il caffè.
 La decisione è stata quella di portarci sino alla Sella del Marmagna e poi si vedrà!
Prendiamo subito il sentiero che è sulla sponda opposta mantenendo il tracciato che disegna fedelmente il bordo del lago.
Diamo un'occhiata alle nostre spalle in direzione del rifugio, ciò che non vediamo è il bellissimo spettacolo che si può veder in condizioni meteo più favorevoli: il rifugio sulle rive del lago ghiacciato che creerebbe  un' immagine idilliaca, una vera immagine da cartolina. 
Passiamo presso una fonte quindi, poco oltre, abbandoniamo Lago Santo per seguire il sentiero in moderata salita nel bosco. Passiamo a destra poi procediamo nella faggeta, ora frammista ad alcuni abeti, sino al bivio (m 1577) con il sentiero 729 che conduce sulla destra alla Bocchetta dell’Orsaro.
Ignoriamo questa possibilità mantenendo la sinistra per un breve tratto sino ad un ulteriore biforcazione: a sinistra il segnavia 719 condurrebbe verso Monte Aquila, la nostra escursione prevede però il proseguimento sulla traccia a destra (segnavia 723) in direzione della Sella del Marmagna.
Scegliamo questo sentiero e  siamo in breve definitivamente all’aperto, fuori dal bosco in quella che in estate è una densa prateria a mirtillo che riveste i settori più elevati del crinale.
Purtroppo qui il tempo si fa ancora più inclemente, la pioggia forse cessa ma in compenso si alza un forte vento che ci fa perdere l'equilibrio, per di più la nebbia ci consente di veder solo a pochi metri davanti a noi, solo seguendo le orme lasciate da precedenti escursionisti riusciamo a mantenere la via giusta. Giunti a quota 1680 mt. il vento diventa insostenibile, non riusciamo a progredire e a stare in piedi, la considerazione che in cresta sarebbe stato ancora più arduo ci fa prendere la saggia decisione di ritornare sui nostri passi. Siamo di nuovo sulle rive del lago ma invece di tornare verso il rifugio percorriamo le rive del lago stesso verso est sino ad incontrare l'immissario del Lago Santo a quota 1508mt. Da qui parte il sentiero panoramico, quando la visibilità lo permette, N° 723A che in 45 minuti ci riporta al Lagdei. Quì abbiamo trovato più difficoltà in quanto non ci è passato nessuno e la traccia ce la siamo dovuta fare da soli percorrendo anche qualche traverso delicato. In compenso il sentiero si snoda tra faggete e splendide abetaie di abete rosso, veramente molto belle.
Eccoci siamo di nuovo al parcheggio del Lagdei, ci mettiamo abiti asciutti e poi, naturalmente, la decisione non può essere che quella di pranzare al rifugio.
Una bella polenta con cinghiale e fughi ci toglie l'umidità di dosso e un buon bicchiere di vino ci riscalda. Una buona torta e un caldo caffè concludono il nostro pranzo ed è anche l'ora di riprendere il cammino verso casa.
Non siamo riusciti a completare l'escursione come era stata pensata, pazienza! L'importante è stato come sempre quello di stare in buona compagnia e di goderne della loro presenza.

 

Foto escursione

 
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