Quella di oggi è una
nuova esperienza che unisce un certo tipo di escursionismo, un po'
particolare, e una gita turistica; per l'appunto andremo nella
Maremma Toscana, in provincia di Grosseto, esattamente prima ad
Alberese dove con le canoe navigheremo sull'Ombrone e poi a
Castiglione della
Pescaia dove visiteremo la vicina area naturalistica della Diaccia
Botrona.
La partecipazione non è molto nutrita, infatti siamo in ventinove,
abbiamo trovato un pullman giusto, giusto per il numero dei
partecipanti e puntualmente partiamo alla volta di Alberese.
Imbocchiamo l'autostrada A 12
sino a Rosignano, poi prendiamo la superstrada e usciamo ad Alberese
e successivamente si prosegue per Marina di Alberese da dove
prendiamo la Vecchia Via Aurelia, quella originale! Sino ad arrivare
alla località "La Barca", un tratto del fiume su cui esisteva fino a
quaranta anni fa un traghetto .
Qui troviamo ad aspettarci le nostre guide della
cooperativa Silva che
organizza queste escursioni.
In particolare veniamo accolti dal simpatico e personaggio
particolare il sig. Umberto Bambi, che come sapremo poi è da molti
anni che porta i turisti alla scoperta di questo fiume.
la cooperativa Silva organizza le escursioni guidate in canoa su un tratto
del fiume all’interno del Parco della Maremma. Le canoe
sono del tipo "canadese" e sono state assemblate in modo da formare un’imbarcazione
simile ad un catamarano, stabile ed anti ribaltamento adatte a
qualsiasi tipo di escursionista.
Veniamo invitati a salire a bordo e con qualche difficoltà prendiamo
posto, veniamo istruiti come comportarci e come usare le pagaie e
infine si parte.
All'inzio prendiamo a scendere con la corrente, lieve, che ci aiuta
e ancora freschi ci sentiamo come esploratori del nord America, ma
questa baldanza man mano che remiamo e quando il sole comincia a
bruciare le remate si fanno meno vigorose, inoltre anche il ritmo
non è che sia molto uniforme, molte volte si sentono cozzare.
A parte la poca dimestichezza con le pagaie, Umberto ci tiene a
specificare che non sono remi, ci godiamo il panorama sul fiume, le
sponde sono ancora selvagge, inizialmente sono ricoperte da una
fitta vegetazione di pioppi, ontani, olmi, salici, mentre man mano
che si scende, all'altezza della fattoria di S. Mamiliano, la sponda
in prossimità dell'argine artificiale presenta una vegetazione bassa
e diradata. e come ci fa notare la nostra guida sulle rive tra gli
alberi non vi sono sacchetti o altri rifiuti classici di altri fiumi
segno del poco inquinamento del fiume, anche perché come ci hanno
spiegato questo fiume non passa da nessun centro abitato. Anche la
fauna è abbondante, le n le tortore che svolazzavano, i piro-piro a
becco lungo che cercavano vermi sulle sponde, gli aironi, e qualche
poiana e sparviero che volavano alti. Mentre i muggini giovani
saltavano qua e la. Anche i cinghiali devono essere molto numerosi
come si vede dai segni lasciati sulle sponde dove vanno a infangarsi
per togliersi di dosso i parassiti. Un equipaggio di una canoa
riesce anche a vederne uno mentre fa questa azione. Dopo circa
un'ora invertiamo la rotta e torniamo indietro, ora remare, pardon!
pagaiare, è ancora più faticoso; qualche temerario fa anche il bagno
nel fiume.
Faticosamente ritorniamo all'approdo e come volevasi dimostrare
arriva per prima l'imbarcazione con i ragazzini che con la loro
energia infinita hanno dato del filo da torcere a tutti gli altri.
Terminata l'escursione ci congediamo dalle nostre guide e veniamo
invitati a visitare il centro accoglienza del parco dove ci viene
offerta una degustazione di prodotti tipici della Maremma: formaggi,
salumi di cinghiale, crostini con sugo di funghi e con olio d'oliva
e ottimo vino. Tutto squisito, naturalmente sono seguiti gli
acquisti di tali prodotti, interessante la visita al vecchio
frantoio trasformato in museo.
Riprendiamo il cammino e saliti in pullman ci portiamo a Castiglione
della Pescaia per il pranzo e per chi lo desidera un tuffo in
mare.
La nostra prossima meta è la riserva naturalistica della Diaccia
Botrona che si trova a pochi minuti da Castiglione della Pescaia.
Da Castiglione
della Pescaia, tramite la Strada Provinciale n° 3 del Padule o la
Strada Statale n° 322 delle Collacchie, raggiungiamo il ponte
Giorgini che attraversa il fiume Bruna. Qui voltiamo a
sinistra ( destra per chi viene da Marina di Grosseto ) e
percorrendo la strada parallela al fiume giungiamo all'area di
parcheggio prospiciente la cosiddetta "Casa Rossa" ( Casa Ximenes ).
Una zona palustre sconosciuta ai più e che per secoli ha giocato un
ruolo importantissimo nella storia e nell'evoluzione del territorio
di Maremma. Benché assai ridotta rispetto alla sua estensione
originaria e assediata da centri abitati e coltivazioni, rappresenta
un tassello nel complesso mosaico di zone umide costiere;
fortunatamente risparmiate dalle grandi opere di bonifica.
Veniamo accolti dalla guida che ci porta sulla terrazza della "Casa
Rossa" ( Casa Ximenes ) da dove si può ammirare un suggestivo
panorama di tutta l'area umida.
Ci viene spiegata la storia
geologica e gli eventi che si sono susseguiti nel tempo e in sintesi
che: la Riserva naturale Diaccia Botrona si estende su oltre mille
ettari di territorio ed è considerata la più significativa area
umida italiana Della riserva fanno parte sia la zona paludosa che
il tombolo costiero e la pineta retrodunale. Consiste in un vasto
ambiente palustre, con una profondità media di 30-40 cm, che
comunica indirettamente con il mare tramite canalizzazione.
Costituisce un lembo residuo del lago di Prile, trasformatasi in
palude con il progressivo chiudersi del tombolo che la separava dal
mare e successivamente bonificata. La Diaccia Botrona possiede un
raro ecosistema, che ospita un’incredibile varietà di esseri
viventi, sia vegetali che animali. L’avifauna rappresenta la
componente più interessante della riserva. Sono, infatti, circa 200
le specie rilevate che si avvicendano nell’arco dell’anno, di cui
circa 80 nidificanti. Tra le più importanti il falco di palude,
l’albanella reale, l’airone bianco, il falco pescatore, il nibbio,
il falco pecchiaiolo, il chiurlottello, la garzetta, la sgarza
ciuffetto, la pittima reale, l’airone rosso, il tarabuso, la
ghiandaia marina e il cuculo dal ciuffo.
E che la Casa Rossa fu fatta costruire da Pietro Leopoldo I di
Lorena nel 1765, nel piano di interventi di bonifica diretti
dall'ingegnere, gesuita, astronomo e idraulico Leonardo Ximenes.
Egli fece costruire un canale (il Canale Reale o Maestro) sulla cui
foce fece innalzare un edificio, la Casa Rossa, con cateratte per
regolare il deflusso delle acque. L'edificio fu innalzato tra il
1765 e il 1767 è sorretto da tre arcate dove venivano calate le
cateratte sul canale, il complesso rappresenta un edificio-ponte che
serviva per regolare il deflusso delle acque dalla palude verso il
mare. L'edificio magistralmente restaurato negli ultimi anni, si
erge su un ponte a tre arcate, e rappresenta il più antico e meglio
conservato castello idraulico della Maremma. Tra il 1833 e il 1835,
quando fu scavato un altro canale, fu aggiunto il ponte a cinque
arcate in mattoni e travertino.
La Diaccia Botrona è una piccola gemma di questo grande tesoro che è
la Maremma in Toscana, che merita sicuramente di essere visitata.
Dopo un'ulteriore spiegazione con audiovisivi multimediali dalle
origini a oggi ci congediamo dalla guida e a malincuore riprendiamo
la via di casa.
Pensiamo di trovare molto traffico dovuto ai turisti che rientrano
dal mare e invece il traffico è scorrevole, c'è anche tempo per una
sosta per il gelato.
E' stata una bella gita, in un bell'ambiente naturale, diversa dalle
escursioni sulle montagne ma anche questo è quello che si propone di
fare la nostra associazione, un rammarico è stato quello di non aver
avuto un'adesione maggiore di ragazzi che avrebbero avuto
l'occasione di passare una giornata piacevole in ambienti
bellissimi, magari lasciando a casa per una giornata computer e
video giochi.