Come seconda uscita del 2012 abbiamo rimesso
un'escursione sulla neve al monte Rondinaio sull'Appennino Tosco
Emiliano.
Visto la vicinanza al Passo delle Radici e grazie alla cortesia e
la disponibilità della sezione di Pietrasanta di metterci a disposizione
il rifugio al Passo delle Radici abbiamo approfittato anche per passare
due giorni convivialmente tra amici.
Come detto partiamo sabato 25 e giungiamo al
rifugio del Passo
delle Radici,, d'inverno è bene andarci con la luce perché bisogna
riempire l'impianto dell'acqua che và obbligatoriamente svuotato alla
partenza per non farlo ghiacciare e per portare una temperatura ambiente
accettabile, per fortuna ha funzionato tutto bene, come sempre,
ovviamente.
Appena terminano gli arrivi si da il via all'
happy hour, preludio di una cena memorabile.
Questa volta per evitare sovrabbondanza di viveri abbiamo incaricato
delle amiche per fare la spesa ma non ostante non siamo riusciti a
resistere alla tentazione di portare qualcosa e così.... via alla cena.
Ahh!! siamo belli satolli qui ci vuole una bella passeggiata; breve
perché la temperatura esterna è abbastanza bassa, rientriamo ma prima di andare a letto un ultimo punch caldo non ce lo
vuoi mettere?
La notte passa...per fortuna, il concerto di russatori ha reso la
nottata al quanto movimentata. Ci alziamo e iniziamo a fare colazione e
a sistemare gli zaini.
Dobbiamo aspettare altri amici e arrivano puntuali come eravamo
d'accordo alle ore 08,30. In totale siamo 21, un bel gruppo, un gruppo
di sei resterà a fare un'escursione semplice nei paraggi mentre con
tutti gli altri partiamo alla volta del Lago Santo Modenese.
Procediamo sulla statale n° 324 del Passo delle Radici verso Pieve
Pelago e dopo alcuni km giriamo a sinistra per Tagliole e proseguiamo
poi per il Lago santo dove termina la strada in un ampio parcheggio, a
pagamento.
Subito ci prepariamo per la nostra escursione, finalmente si tocca un
pò di neve! La giornata si presenta molto bella ma purtroppo la
temperatura già dal mattino sono molto alte e la tanto desiderata
ramponata si trasforma in una ciaspolata. Infatti la neve si presenta
pesante e bagnata.
Imbocchiamo la strada asfaltata che porta sulle rive del Lago Santo e
poco prima di arrivarci prendiamo sulla sinistra il sentiero n° 523-519
, inizialmente lo stesso sentiero che poi si dividerà nel 519 che porta
nella valle del Lago Turchino fino a Foce Giovo ed il 523, che
percorreremo sino al Lago Baccio.
" Il Lago Baccio è situato in una conca ad
alto valore ambientale.
L'origine dello specchio d'acqua è ancora incerta. Presenta una
caratteristica forma ovale, unica in tutto l'Appennino settentrionale,
considerando prima di tutto la sua altezza (1550 m s.l.m.) e il fatto
che non vi sono vulcani nelle vicinanze, data la bassa sismicità del
terreno. Il lago, di medie dimensioni, raggiunge i 9 metri di profondità
al centro, ma durante le piene invernali il livello dell'acqua può
alzarsi anche di due metri.
Dallo specchio d'acqua esce il Rio Baccio, che, unendosi alla Fossa del
Terzino, costituisce uno dei maggiori affluenti del Rio delle Tagliole.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. "
Giunti al Lago facciamo una breve sosta per ricompattare il gruppo,
l'uso delle ciaspole non è familiare per tutti, ne approfittiamo per
ammirare il panorama: il lago completamente ghiacciato, la Valle delle
Tagliole innevata e sulla destra i Canali del Triangolo che scendono dal
Monte Giovo, molto ambiti per chi fa sci alpinismo, e sulla sinistra il
Rondinaio Lombardo con al culmine della valle il Monte Rondinaio nostra
meta. .
Prima di ripartire dobbiamo decidere da dove passare: o aggirare il lago
o attraversarlo visto che è ghiacciato; c'è chi propende per la prima
chi per la seconda. Ma mentre siamo li che discutiamo arriva una
comitiva di escursionisti e senza pensarci su attraversano il lago! E
allora noi siamo da meno? Via attraversiamo magari un po' velocemente
fino a portarci una volta superato al centro della vallata.
In presenza di neve ovviamente non serve seguire fedelmente il sentiero
ma possiamo decidere in quale direzione andare e quindi puntiamo
direttamente per la vetta del Rondinaio.
Superiamo un ripido boschetto ed entriamo in una grande conca che
gradualmente inizia a salire sempre di più. Giungiamo, con un pò di
difficoltà al Passetto, piccolo colle situato sulla cresta tra il Giovo
e il Rondinaio, appena prima di congiungerci al crinale prendiamo sulla
sinistra un ripido pendio dove le difficoltà aumentano e pensiamo già a
quando dovremo scendere, le ciaspole andranno bene per terreni piani o
leggere pendenze ma sul ripido non è che siano la cosa migliore.
Intanto il tempo cambia e veniamo sferzati da forti raffiche di vento.
Siamo in vista della vetta e ci troviamo sulla cresta rocciosa, quì la
neve è scarsa, forse il vento l'ha spazzata via, proseguendo tra grossi
massi giungiamo infine sotto la piccola croce che in vetta.
Un vento gelido ed aggressivo sferza la cresta ma l'aria tersa ci ripaga
con un panorama vastissimo che spazia dal Libro Aperto al Corno alle
Scale, ad est; alle Alpi Apuane ed al più lontano litorale tirrenico, a
sud; alle vette innevate delle Alpi Marittime oltre la riviera ligure ed
al vicino gruppo del Cusna e Pietra di Bismantova, ad ovest. A nord,
l'appennino degrada dolcemente verso la pianura ma l'occhio viene
attratto dalla possente piramide del Cimone, poco distante.
La vista sarà anche bella ma il vento è veramente troppo forte e ci
obbliga ad una breve sosta, dopo alcune foto riprendiamo la via del
ritorno.
Si scende inizialmente per il Crinale Ovest in direzione Monte Giovo
(sent. 00) e nei pressi del “Passetto” si decide di tagliare
direttamente per il ripido pendio innevato verso il fondovalle, e
qui abbiamo avuto qualche difficoltà. I primi che passavano spazzavano
via il basso strato di neve fresca lasciando uno strato di ghiaccio vivo
dove è stato abbastanza arduo restare in piedi tanto da essere obbligato
a metterci i ramponi. Ma comunque scendiamo senza ulteriori difficoltà,
tranne qualche scivolata, sino a rientrare nel vallone dove il terreno
si fà meno ripido.
In un punto pianeggiante, prima del lago Baccio troviamo delle rocce
pianeggianti asciutte e decidiamo di fermarci per il pranzo, pranzo
abbastanza frugale visto che le temperature si sono abbassate parecchio
e inoltre è arrivata anche molta nebbia.
Così riprendiamo il cammino e tenendo la destra orografica della vallata
scendiamo fino al Lago Baccio aggirandolo sulla sinistra orografica. Da
l lago rientriamo nel bosco su quello che è il sentiero n° 523, questa
volta non scendiamo direttamente al parcheggio ma facciamo una breve
deviazione e giungiamo al lago Santo dove c'è il rifugio Vittoria dove
ci siamo rifocillati con bevande calde.
" Il lago Santo , raggiungibile in pochi minuti
dal parcheggio, si trova a quota 1.501 m s.l.m. ed è il maggior lago
naturale dell'Appennino modenese ed il secondo, superato di poco
dall'omonimo parmense, dell'intero Appennino settentrionale: ha un
perimetro di 1250 m, una lunghezza ci circa 550 m e la sua superficie
misura 58.000 m2 mentre la sua massima profondità è di circa
16 metri ed è riscontrabile nel settore sottostante la parete del Monte
Giovo; il suo invaso è di circa 450.000 m3.
Il Lago Santo è alimentato da tre immissari: uno scende dalla Boccaia,
un altro dalla costiera della Serra e il terzo dal terrazzo della Borra
dei Porci; c'è invece un unico emissario posto all'estremità sud nei
pressi del Rifugio Vittoria. Il lago ha un'origine mista, glaciale e di
frana: circa 150 m sopra la superficie si trova una terrazza pensile,
chiamato Borra dei Porci, che rompe l'uniformità della grandiosa parete
orientale del Monte Giovo: questa terrazza ha una larghezza di 150 m e
una lunghezza di 600 m, è ampia ed erbosa ed è percorsa da un piccolo
rio che precipita nelle acque del lago.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera."
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