Foto
escursione

|
Per questa
escursione ci ritroviamo solo in sette evidentemente le
previsioni meteo avverse hanno spaventato i più e effettivamente
non è che promettano di buono!!
Originalmente l'escursione di oggi era programmata come
traversata: da Ponte Merletti al Cardoso, ma appunto per le
previsioni meto, la lunghezza dell'escursione e le poche
adesioni ci hanno obbligato a ripiegare su un'altra montagna
dove ci impegnerà per minor tempo: il monte Freddone, una
montagna molte volte snobbata ma salendo dalla cresta sud est è
veramente entusiasmante.
Ci inoltriamo sul versante nord nel fitto del bosco di faggio,
di carpino e di castagno secolari che con temperature calde
danno sollievo all'escursionista oggi rendono il sentiero buio e
un pò angosciante!
Mentre saliamo attraverso i fusti maestosi degli alberi
scorgiamo la grande parete nord del
Sumbra oggi nascosta, in parte, dalle nebbie che vi si
affollano sopra..
Dopo circa 2 Km giungiamo al passo che conduce a Puntato
scavalcando la cresta nord/est.
Oggi la nostra escursione ci porta su terreno molto più
impegnativo e dal passo ci dirigiamo decisamente verso destra,
verso la cresta nord est del monte Freddone.
Iniziamo prendendo una traccia di sentiero che ben presto segue
un primo filo di cresta e camminiamo su lastroni spesso rivolti
a taglio. Usciamo dal bosco per percorrere salite ripide su
lisci lastroni e rocce erose dagli agenti atmosferici.
Man mano che saliamo la visuale si apre sempre più e adesso
spazia dagli Appennini, al vicino gruppo delle Panie, Poco
lontano, si fa per dire, il lago artificiale dell'Isola Santa,
sotto di noi l'alpeggio di Puntato.
La temperatura è sempre più rigida e qualcuno di noi pensando
che a maggio deve essere caldo per forza si ritrova con
abbigliamento troppo estivo e penso che in futuro si ricorderà
di questa rigida giornata! Lo sforzo per arrampicarci si quassù
è notevole, siamo quasi sempre su secondo grado, non che non ci
siamo appigli ma la salita è lunga e il fiato si fa corto, la
rara vegetazione viene ingentilita da sassifraghe, Sempre Vivo
in fiore, margherite ecc. che colorano questa giornata grigia.
Giungiamo ad una prima ante cima e ci illudiamo di esser giunti
in vetta ma ancora dobbiamo percorrere almeno un'altra salita;
adesso soffia anche un bel vento gelido che taglia le orecchie:
" ma siamo sicuri di essere a maggio?".
Ripartiamo dalla Forcella, alle nostre spalle il Sumbra che
domina tutta la vallata della Turrite Secca sembra che ci
osservi e guarda cosa facciamo sorvegliando
che si rispetti questo
splendida montagna sorella minore di quelle che la circondano.
Eccoci abbiamo percorso un'altra cima tra rocce e passaggi
esposti ma si nota, adesso, la vetta che ormai è
vicina percorriamo
gli ultimi metri su cresta, facendo attenzione a non scivolare
sul paleo, un'ultima corta salita ed eccoci siamo in vetta, sono
passate tre ore dalla partenza.
Il Freddone non tradisce le aspettative in quanto punto
panoramico e, nonostante la bassa quota, lo sguardo abbraccia
tutte le montagne più importanti della parte centro meridionale
della catena,
su tutti domina la scena la marmorea parete sud del Sumbra, ben
visibile anche il Fiocca col suo inconfondibile bosco del Fato
nero; più lontane, sempre verso nord, scorgiamo le Apuane più
settentrionali; a sinistra salutiamo l’Altissimo e il Mar
Tirreno; a sud il Corchia chiude la vista, mentre a sud-est
occhieggiano Pania della Croce e Pizzo delle Saette. Ben
visibili anche l’alpeggio di Puntato, il paesino abbandonato di
Col di Favilla ed il lago di Isola Santa. Ad est la catena
appenninica chiude l’orizzonte, naturalmente se la giornata è
limpida ma oggi non è una di queste.
Siamo rimasti solo il tempo per una foto di gruppo e poi ben
volentieri siamo ridiscesi dal sentiero normale che scende a
Focionboli, adesso c'è seria minaccia di pioggia.
Il sentiero parte dal versante sud est, bisogna fare attenzione
ad individuarlo perché non molto evidente, più in basso diventa
più evidente e anche segnato da bolli rossi.
Proseguiamo in un bellissimo bosco di faggi, un occhio se tante
volte qualche fungo avesse avuto la creanza di crescere proprio
qui, ma non siamo stati fortunati. Nello scendere bisogna fare
attenzione al folto manto di foglie umide che ci inducono in
alcuni scivoloni.
Usciamo dal bosco e percorriamo un tratto su paleo, la tanto
temuta pioggia è arrivata, anche questo estremamente scivoloso,
il sentiero termina in prossimità di una
marginetta
che dà su una strada sterrata che corrisponde al sentiero n°11
che scende all'alpeggio
di Puntato . Troviamo ricovero all'interno della marginetta
e quì pranziamo, piove veramente forte e tuoni si odono vicini.
Appena la pioggia cenna a scemare decidiamo di riprendere il
cammino e prendiamo la strada verso destra ( in salita) e
giungiamo a Fociomboli da dove prendiamo la strada che scende
sino a Passo Croce, giungiamo alla prima curva dove di solito
vengono parcheggiate le auto, da qui prendiamo il sentiero n°
129 per Campanice e Ponte Merletti.
All'inizio del sentiero c'è una marginetta dove ci
fermiamo perripararci dalla pioggia che intanto ha ripreso a
scendere copiosamente, fa freddo e ci manca l'amico Bruno almeno
avremmo potuto riscaldarci con un buon caffè bollente, magari
corretto con grappa.
Pian piano la pioggia cessa e riprendiamo subito il
cammino, rientriamo nel folto bosco di faggi e scendiamo con
qualche difficoltà sino ad entrare nel vialetto che conduce a
Campanice, preannunciato da siepi di bosso.
L'alpeggio di Campanice si adagia sulle pendici meridionali del
monte Freddone alto 1487 metri, chiamato dai locali Paglino.
Frazionato nei raggruppamenti di casupole di Pian di Mela, del
Lanzino, del Togno, l'alpeggio sembra ruotare intorno ad un
epicentro ideale formato dall'Oratorio dedicato a San. Giovanni
Battista.
L'Alpe di Campanice è ormai abbandonata e le antiche abitazioni
sono cadenti, l'antico oratorio è stato invece restaurato e
portato a nuova vita nel 1997.
Si racconta che nei primi anni del XX secolo in una sera di
estate le donne mettessero un chiaro di uovo in un bicchiere di
acqua e che questo, lasciato tutta la notte sulla finestra,
fosse letto al mattino per presagire come sarebbe andato l'anno
venturo. ( questa ultima descrizione dal sito
www.versilia.org/seravezza-stazzema/alpeggi.htm)
Proseguiamo attraversando quello che era il piccolo centro
fiancheggiato da ruderi e ci dirigiamo verso Ponte Merletti;
fiancheggiamo un torrente sino ad incrociare il sentiero n° 10,
per Passo di Fordazzani, tralasciamo quest'ultimo e riprendiamo
il sentiero, sentiero che diventa più largo trasformandosi pian
piano in sterrata; in un'ultima discesa siamo a Ponte Merletti.
Ecco siamo alle auto, l'escursione è terminata, ci salutiamo e
ci diamo il solito appuntamento alla prossima.
|