U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 

02-03/06/2012 Trekking da Forno al Grondilice e la Valle degli Alberghi


Escursione entusiasmate lungo luoghi tra i più affascinanti delle Alpi Apuane. Si passa attraverso ambienti squarciati inesorabilmente dalle cave, in habitat selvaggi e le alte praterie verticali, visiteremo gli antichi alpeggi, completando il percorso sull'antica via di lizza abbandonata, messa a riposo dopo anni di duro e faticoso lavoro.

 


 

COME ARRIVARE:
Da Massa si segue via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km si incontra Canevara, a 6,5 Km un bivio: a sinistra la strada si dirige a Forno mentre a destra continua per Gronda e Resceto.
Dopo un chilometro raggiungiamo Forno che si sviluppa lungo il torrente e la strada.
Superiamo il Pizzo del Cotonificio che si trova di fronte alla ex-Filanda che oggi ospita un Centro di Accoglienza del Parco delle Apuane.
Proseguiamo e lasciamo a sinistra un ramo della strada che sale al Vergheto e continuiamo per la strada che diventa adesso strada marmifera con numerose curve tra edifici abbandonati sempre con il canal Secco sulla destra.
A 10 km arriviamo a Biforco presso uno spiazzo cementato. - INDICAZIONI STRADALI -

 

 
ITINERARIO:                   Biforco( 375 mt) - Case Cormaneto - Foce Rasori (1318 mt) - Rifugio Orto di Donna (1500 mt.) - Foce di Cardeto (1670 mt.) - Passo della Focolaccia (1650 mt)  - Forcella di Porta (1747 mt.)- Case Carpano( 1047 mt.) -                          Biforco
PARTECIPANTI:  10


 

 

DIFFICOLTA’  -  (EEA)

 
TEMPI DI PERCORRENZA
9 h cammino primo giorno, 10 secondo giorno
 


 
SENTIERI CAI PERCORSI :
167 -
Biforco (Forno)-Lizza degli Alberghi-Case Carpano di Sopra-Forcella di Porta-Bivacco Aronte-Passo della Focolaccia
Sentiero NON CAI dal 167 per Casa Cormaneto con innesto su 168
168 - Biforco (Forno)-Canal Fondone-Casa Traversa-Casa Cormeneto-Foce di Monte Rasori
186 - Capanna Garnerone-Foce di Monte Rasori-Finestra Grondilice-Rifugio Orto di Donna
179 - Foce di Giovo-Rifugio Orto di Donna-Foce di Cardeto-Passo della Focolaccia-Bivacco Aronte

 

   
 
ACQUA
Al paese di Forno, prolungando verso la Capanna Garnerone sul sentiero n° 37/173, al rifugio Orto di Donna.
 
PUNTI D'APPOGGIO
Rifugio Orto di Donna
 

PERIODO CONSIGLIATO: Da Maggio a ottobre
 

 

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Elevazione


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto escursione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Dopo la facile e rilassante escursione di una settimana fà alla Palmaria oggi ci cimentiamo in un trekking di due giorni che da Biforco ci condurrà, prima al Rifugio Orto di Donna passando dalla Foce Rasori e Finestra del Grondilice. mentre il secondo giorno percorreremo i sentieri che conducono alla Foce di Cardeto, al Passo della Focolaccia, Forcella di Porta, Valle degli Alberghi e infine chiuderemo l'anello tornando a Biforco.
Come detto l'itinerario inizia dalla località Biforco, raggiungibile dal paese di Forno, con una strada che si inoltra nel fondo valle per alcuni km. Ci troviamo alla confluenza di due canali: il canal Fondone, che scende dal monte Grondilice, e il Canal Cerignano che si origina dalle pendici del monte Cavallo. Giunti al piazzale, dove finisce la strada asfaltata,
lasciamo le auto e ci prepariamo all'escursione; sul muro di cemento sono impressi i segnavia CAI  36, 167 e 168.
La strada, qui continua su una polverosa e ripidissima strada marmifera ma dobbiamo percorrerla a piedi perché chiusa da una sbarra.
Iniziamo a camminare e notiamo subito quanto l'attività estrattiva stia cambiando irreparabilmente la conformazione della zona. Giungiamo ad una cava conosciuta come Cava Romana, Romana perché poi non si sà, come verrebbe da pensare si potrebbe attribuire l'attività estrattiva agli antichi romani ma non può essere così, infatti l'estrazione del marmo da queste parti è iniziata solo nel 1800. Questa cava ormai è chisa e l'ingresso è stato ostruito e non più visitabile.
Da qui iniziano i sentieri n° 167 la cosiddetta Lizza degli Alberghi che porta a case Carpano e al Passo della Focolaccia, mentre il 168 conduce a Foce Rasosi.
Noi, anche se diretti a Foce Rasori, decidiamo di prendere il 167, almeno inizialmente per non seguire il primo tratto del 168 tra i detriti del canale e per fare una variazione del percorso che a noi sembra più interessante.
A quota 498 mt. lasciamo la marmifera e prendiamo il sentiero n°167 che ricalca la via di lizza degli Alberghi (Le vie di lizza non erano delle strade vere e proprie, erano dei percorsi ricavati dai fianchi della montagna o nel fondo delle valli. Le difficoltà create dalla morfologia del terreno rendevano necessario l'utilizzo di diverse soluzioni. Si avevano vie ricavate dai ravaneti quando la cava era a bassa quota, oppure da percorsi costruiti in muratura lungo la montagna quando le cave erano a quote più alte. Nella costruzione di tali strade si cercava di rendere il percorso il più rettilineo possibile, in quanto le curve rendevano più difficoltosa la discesa della lizza. Perciò si preferiva costruire le strade con maggior pendenza, e quindi più corte, per ridurre il numero delle curve sul percorso e per la conseguente maggior brevità del tragitto.)
saliamo decisamente e la salita e sempre più erta, in due punti sono state ricavate delle varianti uscendo dalla lizza per percorrere un itinerari meno ripido, noi decidiamo di continuare a percorrere la lizza che corre a mezza costa sul versante orografico sinistro del canale che scende dagli Alberghi.
Quando il sentiero si dirige verso sinistra si inerpica ancora di più ma in breve siamo ad un intaglio alla caratteristica punta chiamata " Il Zucco" da dove si apre alla vista la Valle degli Alberghi sovrastata dalla mole della parete Sud - Ovest del monte Contrario.
Ricompattiamo il gruppo che già si è sfrangiato e proseguiamo sempre su lizza che ora si fa più pianeggiante.
Dopo pochi minuti troviamo un bivio a circa 840 mt di quota e abbandonando il sentiero 167 svoltiamo a sinistra e attraversiamo il Canal Cerignano, sono presenti segnalazioni per Orto di Donna e rifugio Donegani.
Questo sentiero può esser anche percorso per salire al Passo delle Pecore ma ben più impegnativo.
Noi continuiamo seguendo i segni rossi che sembra siano stati impressi di recente. La salita si fa subito tosta tra roccette e paleo dopo pochi minuti troviamo una biforcazione che verso destra porta sui Pradacetti e andando dritto si raggiunge casa Cormeneto.
Il sentiero non è sempre evidente e presenta qualche passaggio da fare con cautela.
Superiamo diversi canali poi il sentiero si inerpica su per una faggeta per poi ritrovarsi tra roccette e canalini,mai difficili ma da percorrere facendo sempre attenzione a dove mettiamo i piedi, specialmente quando camminiamo tra alto paleo, ma in questa zona l'occhio gode alla vista di innumerevoli fioriture tra tutte spiccano ricchi ciuffi di
Globularia Incanescens.
Purtroppo man mano che saliamo la nebbia ci avvolge impedendoci la vista sul meraviglioso panorama che potremmo avere, anzi a malapena riusciamo a seguire i segni rossi.
Adesso ci troviamo in una bella zona tra rocce e abeti ma in breve ci viene il dubbio: " come mai scendiamo così tanto?" Per la fitta nebbia non ci riusciamo ad orientare e non sappiamo bene a che punto ci troviamo, non ci resta che continuare il cammino.
A complicare la cosa ad un tratto ci troviamo in una radura con un rudere di fabbricato e i segni scompaiono, per fortuna dopo aver girottolato un pò riusciamo  ritrovarli ma adesso sono decisamente più vecchi e sbiaditi, crediamo di essere in zona Carmeneto.
Seguiamo sempre i segni rossi e ogni tanto, coperti dal folto paleo li perdiamo di vista.
Ora riprendiamo a salire tra eriche e ginestre, avevamo letto delle relazioni che descrivevano il panorama bellissimo aprendosi progressivamente sulla Forbice, sulla Cima Questa e il Torrione Figari, con il suo masso sommitale e, da parte opposta, sul monte Rasori e sul Sagro; ma noi non abbiamo visto assolutamente niente di tutto questo!!
Comunque continuiamo il cammino e alla fine giungiamo sul sentiero n° 168 che avremmo dovuto prendere all'inizio dell'escursione, bene adesso sappiano almeno che la direzione è giusta.
Superiamo un tratto di roccia liscia e un pò esposta, poi, seguiamo in salita su un ripido versante erboso, più o meno dovremmo essere  alle pendici della Forbice.
Più avanti troviamo un traverso tranquillo cui segue un secondo tratto di roccia liscia da fare con attenzione, poi dopo uno spiazzo sassoso e un tratto tra paleo troviamo, finalmente, la deviazione sulla destra per Punta Questa, noi seguiamo il 168, ci serve solo per orientarsi, la Foce Rasori ormai è vicina!
Facciamo una sosta e mangiamo qualcosa ma ben presto riprendiamo il cammino, la nebbia persiste e fa anche abbastanza freddo.
Dopo dieci minuti di cammino siamo alla piazzola d'atterraggio elicotteri, questo ci indica che la Foce è a pochi minuti. Anche da qui la vista sappiamo che sarebbe splendida ma non possiamo che immaginarci il panorama che si potrebbe vedere: dalla costa al Sagro, le cave di Forno, da dove arriviamo, sul Cavallo, la Tambura, il Sella, l'Altissimo e infine i vicini Grondilice, la Forbice, la Punta Questa e il Torrione Figari, peccato perché sarebbe stata sicuramente una bella vista che ci avrebbe ripagato della fatica fatta sino a qui.
Di nuovo in cammino e improvvisamente davanti a noi si pone davanti a noi un muro nero che alle prime non riusciamo a distinguere ma poi ci accorgiamo che non è altro che la fitta abetaia della Foce Rasori. Prendiamo, dalla Foce, il sentiero n° 37/173 che, sappiamo, porta alla Capanna Garnerone. Chi sa come ci è venuta l'idea di seguire questo sentiero sino a Foce a Giovo e poi scendere in Val Serenaia per poi raggiungere il rifugio Orto di Donna. Ma fortunatamente una volta raggiunto la Capanna Garnerone la nebbia si dirada dal cervello e realizziamo che così allungheremo di molto il percorso e quindi ritorniamo sui nostri passi riportandoci alla Foce e da qui seguiamo il sentiero n°186 per il Grondilice.
Il sentiero segue il bordo dell'abetaia che ci conduce ad un facile canalino che ci porta al sentiero in alto, in meno di dieci minuti saliamo e ci troviamo in un ambiente selvaggio, tra sfasciumi di marmo con il sentiero sempre ben segnato, qualche pinnacolo roccioso, bei panorami e belle fioriture di genziane e genzianelle.
La roccia che sul monte Grondilice non è buona e sgretolandosi si trasforma in inerte più o meno grande da rendere ancora più difficoltoso il cammino. Di tanto in tanto pochi secondi per riprendere fiato e via.
Eccoci così giunti al passo o finestra del Grondilice.
Lo spettacolo che vediamo, anche se parzialmente coperto dalla nebbia, è indescrivibile da tanta grandiosità i monti Pisanino, Cavallo, Contrario i Pizzi di Cardeto ecc. sono qualcosa di talmente imponente e maestoso da toglierti il fiato.
Purtroppo sapevamo che anche la Val Serenaia è zona che viene defraudata e come già la mattina la sensazione di sgomento che abbiamo avuto nell'incontrare le cave è la stessa.
Siamo stanchi e infreddoliti e l'idea iniziale era di salire in vetta al Grondilice ma visto anche la nebbia che qui continua a insistere decidiamo di riprendere il cammino e ci dirigiamo spediti al rifugio Orto di Donna che raggiungiamo in circa mezz'ora.
Veniamo accolti molto gentilmente dai gestori che ci mettono a dormire in un camerone dove già vi sono altri escursionisti.
Il rifugio Orto di Donna è situato a 1500 metri s.l.m. Si trova nella parte più alta della Val Serenaia, sotto il Passo delle Pecore. Secondo posto tappa dell'”alta via delle Alpi Apuane” e ottimo punto di arrivo e riposo per chi effettua la bella ferrata del Monte Contrario, buona partenza anche per chi vuole effettuare la salita al Monte Pisanino. Il rifugio ha una capienza di 36 posti letto, disposti sia in camere singole (un letto a castello o tre letti a castello) che in un unico camerone (otto letti a castello). Il rifugio è dotato di bagni e docce e dispone di un ambiente per la didattica, le per proiezioni di foto e filmati e spazio gioco per i più piccoli.
Dopo esserci rinfrescati scendiamo da basso e una buona birra ce la siamo meritata aspettando l'ora di cena. cena che viene servita alle ore 20,00.
Con piacere constatiamo che le pietanze sono cucinate ad arte, un'ottima cucina casalinga e genuina.
Dopo cena iniziano a calare le palpebre, la stanchezza del giorno si fa sentire e quindi ci rifugiamo nel comodo letto e subito sprofondiamo tra le braccia di Morfeo.
La notte passa benissimo senza le temute russate, magari se le sveglie puntate ad ore impossibili dei giorni lavorativi venissero spente o programmate per l'ora che abbiamo deciso di alzarci.....
Abbiamo deciso di alzarci con comodo e andiamo a fare colazione alle ore 08,00 e dopo aver saldato il conto con i rifugisti, stranamente questa volta i conti sono riusciti al primo colpo, forse perché a dividere per dieci è più facile!
Una foto che ci immortala davanti al rifugio e via si riparte, prendiamo il sentiero n° 179 in direzione Foce di Cardeto
sotto gli omonimi Pizzi ed il Monte Cavallo il sentiero se pure abbastanza coperto dall'erba è bello e facile. Ogni tanto piccole soste per ammirare la Val Serenaia e il versante est del Pizzo d'Uccello e di Foce a Giovo.

(La Foce di cardeto è un intaglio roccioso posto a 1642 metri tra la cresta nord del monte Cavallo ed il Pizzo Altare che è il più meridionale degli Zucchi di Cardeto. Detto anche Foce di Mezzo o foce delle Forbici (termine riferito agli Zucchi), è il valico tra la valle di Orto di Donna e la Valle dell’Acqua Bianca. Mette in comunicazione Val Serenaia con il passo della Focolaccia e la zona di Resceto e Forno nel massese e con Gorfigliano e Campocatino in Garfagnana. Qua arriva il sentiero 178 dal Val Serenaia ed il 179 da Foce di Giovo ed è transito obbligato per la via normale al Pisanino e per le scalate al Cavallo.  http://www.escursioniapuane.com )

Attraversato il Passo Cardeto scendiamo verso la cava della Foccolaccia' un grande valico tra il monte Cavallo e il monte Tambura, anche qui purtroppo troviamo che dall'ultima volta l'aspetto morfologico per causa dell'uomo è cambiato per la pesante attività estrattiva del marmo. Una visita doverosa al Bivacco Aronte (Rif. Più antico delle Apuane di proprietà del C.A.I. Di Genova,  Aronte e' l'indovino etrusco che predisse la guerra tra Cesare e Pompeo e del quale Dante Alighieri nella Divina Commedia stabilisce la dimora sui monti delle Apuane. Infatti nel XX canto dell'Inferno ai vv. 46 - 51 sta scritto: ...Aronta e' quei ch'al ventre li s'atterga che ne' monti di Luni, dove ronca lo Carrarese che di sotto alberga ebbe tra' bianchi marmi la spelonca per sua dimora, onde a guardar le stelle e 'l mar non li era la veduta tronca....).
Facciamo una sosta per riposarci un pò e magari anche uno spuntino.
Intanto la nebbia che ci aveva accolto quando ci siamo svegliati si stà diradando e finalmente possiamo ammirare il panorama circostante, davanti a noi la sempre superba e affascinante Punta Carina e dietro di noi la Tambura.
Ora riprendiamo il cammino imboccando il sentiero n°167 che termina a Biforco da dove siamo partiti. Il sentiero inizia proprio dietro il bivacco e sale alla Forcella di Porta un piccolo intaglio che immette negli altissimi prati del versante a mare del M. Cavallo.
Dalla Forcella (m.1747) il panorama si apre sul Canal Cerignano e sul Vallone degli Alberghi, oltre 1000 metri sotto di noi. Proseguiamo lungo il sentiero CAI 167, dobbiamo fare attenzione, la traccia  sembra perdersi tra il paleo, ma la segnaletica è stata rinfrescata di recente quindi ben visibile e costeggiamo il versante occidentale del Cavallo. seguendo in falsopiano il sentiero che traversando lungo il ripido versante, ci si porta nella parte più alta del profondo solco del Canal Cerignano, e lo attraversiamo seguendo la cresta sud del monte Contrario e da quì dobbiamo affrontare dei passaggi delicati a strapiombo sul canale.  La discesa è lunga e impegnativa tra paleo e rocce, la valle di Forno è ormai a vista e la lizza degli Alberghi che abbiamo percorso il giorno precedente è sotto di noi ma sembra allontanarsi invece che avvicinarsi. Scendendo lungo la cresta, a q. 1047 si incontrano vecchi edifici pastorali abbandonati le Case Carpano, dove è presente una vecchia cava di marmo con ancora blocchi già squadrati e accatastati uno su l'altro aspettano ancora che qualcuno li porti a valle.
Esse si trovano sulla parte iniziale della cresta sud del monte Contrario, proprio all’incrocio tra i sentieri 167 e 170.
Questa  località è  estremamente panoramica sulle pendici e sulle gobbe del Monte Cavallo oltre che sulla sottostante Valle degli Alberghi e su Canal Cerignano.

Le case sono ruderi di ricoveri di pastori e forse, in un secondo momento, di cavatori che lavoravano nelle vicine cave ormai abbandonate.
Molto caratteristico è un vecchio sambuco che si trova di fronte ad una di queste abitazioni.
Una lastronata di marmo vicino alle case riporta vecchie incisioni frutto della pazienza e dell’ingegno dei pastori nelle ore di riposo: tra le incisioni un volto femminile, il volto del diavolo, un uccello, un’orma, inoltre anche dei nomi e delle date.
C’è da dire che qualcuno ha aggiunto incisioni recenti che poco c’entrano con le altre.(http://www.escursioniapuane.com)

Riprendiamo il cammino e adesso ci dirigiamo decisamente verso la valle degli Alberghi tenendo sempre a vista la lizza, in linea d'aria sembra a portata di mano ma non si arriva più, infiniti tornanti ci separano e sembra che ci allontani dalla nostra meta. All'improvviso un forte rumore ci giunge è capiamo che si tratta di un elicottero e non ci preannuncia niente di bello, infatti e segno di incidente, quando lo avvistiamo abbiamo la conferma che si tratta dell'elicottero del 118 e vediamo che stà cercando qualcuno nel Canal Cerignano, sicuramente qualche escursionista che si è cimentato nella discesa nelle Marmitte da effettuarsi in corda doppia. Questo ci ricorda quanto siano affascinanti queste montagne ma anche pericolose.
Finalmente giungiamo alla lizza, il più è fatto ma dobbiamo ancora percorrere un pò di strada per arrivare alle auto.
Ma una volta giunti in prossimità della cava Romana e immessi sulla marmifera è un attimo raggiunge il parcheggio.
Bene questo trekking è terminato e ci ha dato molte soddisfazioni e potuto ammirare, almeno nel secondo giorno, bellezze che la maggior parte delle persone della costa non si immaginano neanche che esistano.
Anche
questa escursione è terminata, imprimendo nella nostra mente nuove emozioni e serenità, che ogni volta ci danno lo slancio per programmare escursioni nuove in queste meravigliose montagne, inoltre ci regalato un nuovo tassello da aggiungere a quello che è il mosaico chiamato Apuane.          

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