U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA

8 Dicembre: Ricorrenza Caduti in montagna a Mosceta

Signore delle cime

Dio del cielo, Signore delle cime
un nostro amico hai chiesto alla montagna
Ma ti preghiamo su nel paradiso
Su nel paradiso lascialo andare
per le Tue montagne

Santa Maria, signora della neve
copri col bianco soffice mantello
il nostro amico il nostro fratello
Su nel paradiso lascialo andare
per le Tue montagne

 


 

Come Arrivare: Seravezza successivamente per Ponte Stazzemese , qui si prende per le indicazioni del Cardoso e davanti alla chiesa di questo paese si gira a  sinistra sino a Volegno e subito dopo appunto il paese di Pruno. La macchina la lasciamo necessariamente nella piazza dove finisce la strada.

                                                                              


 

 
ITINERARIO: Pruno 458 metri s.l.m - Mosceta 1170 metri s.l.m. -  La Fania 900 metri s.l.m
 
       PARTECIPANTI: 25 escursionisti 


 

 

DIFFICOLTA’  -  (E)
 

 
TEMPI DI PERCORRENZA
4 h cammino effettivo tra andata e ritorno
 


 
sentiero 122 -  sentiero n° 124 Foce di Mosceta – La Fania – Collemezzana – Foce di Petrosciana  -  sentiero n° 7 Cardoso – loc. Orzale – Collemezzana – Foce di Valli  -  Piglionico – Rif. Rossi – Foce del Puntone – P.so degli Uomini della Neve – Foce di Valli.           

 

 

   .                                                                                                                                                                 
   
 
ACQUA:Al rifugio Del Freo e al rifugio la Fania
 

PUNTI D'APPOGGIO   Rifugio CAI del Freo a Mosceta - Se aperto, il rifugio la Fania

 

PERIODO CONSIGLIATO: Sempre

 

Traccia google heart

                                         
 

      

                 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto escursione

 

            

 Come ultima escursione dell'anno, abbiamo in programma la classica a Mosceta per la commemorazione dei caduti  in montagna.
La Foce di Mosceta è uno dei luoghi più belli delle Alpi Apuane, tra il Monte Corchia e la Pania della Croce. E’ di facile accesso e mèta molto frequentata da alpinisti ed escursionisti ed anche da chi, con poca fatica, desidera godersi lo splendido paesaggio centrale delle Alpi Apuane.
All'annuale cerimonia partecipiamo molto volentieri perché pensiamo che sia doveroso ricordarci di tutti gli amici che condividevano le nostre stesse passioni qui sulla terra mentre ora stanno scalando le montagne del Paradiso.

Quest'anno, complice anche il bel tempo, il nostro gruppo è abbastanza nutrito, siamo per l'appunto in 25.
oltre che partire dal paese di Pruno è presente anche una strada in parte asfaltata e in parte sterrata che porterebbe a Colle a Iapoli, permettendoci di iniziare l'escursione da una quota maggiore, circa 800 metri. Purtroppo le condizioni della strada sono pessime e la polizia municipale ha messo un divieto di transito. Perciò necessariamente dobbiamo prendere il sentiero n° 122 che parte dalla piazza del paese di Pruno.

Per chi non conosce il paese di Pruno quì di seguito alcune notizie: "è un antico e caratteristico paese arroccato su un colle a 447 metri di quota. Al turista, oltre pregevoli aspetti architettonici, offre ottima accoglienza con ristoranti tipici, una locanda e un ostello per il pernottamento. E' raggiungibile, dalla Versilia, seguendo le indicazioni per Seravezza e successivamente quelle per Ponte Stazzemese dove si dovrà svoltare a sinistra seguendo ora le indicazioni per Cardoso."  Al centro del paese di Cardoso, nella piazzetta che ricorda i caduti, si svolta a sinistra imboccando la strada che conduce a Pruno. Il sentiero (segnavia 122), che conduce a Mosceta, inizia proprio dal parcheggio. 
Scesi dalle auto iniziamo l'escursione, imbocchiamo il sentiero 122 che attraversa un bel bosco di castagni seguendo il tracciato della vecchia mulattiera in costante salita fino a sbucare su una carrozzabile forestale nei pressi di un'abitazione. Si segue la carrozzabile e superata una curva ritroviamo il sentiero che conduce in località Colle a Iapoli (m 835) dove attraversa nuovamente la strada.
Dopo poche decine di minuti di cammino, incontriamo il bivio, segnalato, per il rifugio U.O.E.I. "Alla Fania"; noi proseguiamo dritto, tenendoci sulla sinistra, percorriamo una prima rampa in forte salita, meno male che è breve, sbuchiamo su un primo pianoro aperto verso il mare, proseguiamo, passiamo la località Colle del Vento.
 In circa mezz’ora  raggiungiamo il  Passo dell’Alpino, siamo ora sul sentiero n° 9 che viene da Levigliani percorrendo le Voltoline, da dove in giornate decisamente più limpide si potrebbe godere di un invidiabile panorama sulle vallate del Cardoso e di Levigliani e volgendo lo sguardo a 360° si spazia dalla riviera versiliese e non sarebbe difficile nelle giornate particolarmente limpide scorgere le isole dell’ arcipelago toscano e le 5 Terre, le Alpi Marittime,appena sopra di noi ci avremmo la maestosità delle Apuane con in primo piano il Corchia, il massiccio della Pania, il Forato, il Procinto.
Il sentiero prosegue e giungiamo al Passo dell'Alpino a quota 953 mt. ci fermiamo in raccoglimento nella marginetta dove una lapide esorta a fermarsi e ringraziare il Creatore del mondo.
 Riprendiamo il cammino e  infine giungiamo in un’abetina frutto di rimboschimento che sfocia alla Foce di Mosceta (1170 m.) che essendo posizionata verso nord e quindi rimane sempre all'ombra conserva uno spesso manto dell'ultima nevicata.
 Giunti alla Foce, dov’è ubicata un'altra marginetta e da qui raggiungiamo il Rifugio Del Freo in pochissimi minuti.
Questo pazzo inverno e al contrario delle previsioni che davano un freddo polare, ci regala una giornata molto calda per il periodo e dopo due edizioni molto fredde e piovose oggi la cerimonia verrà, finalmente , celebrata all'aperto. Ci informiamo, la messa verrà celebrata alle ore 11,00, manca circa 40 minuti. Prendiamo un panino con il biroldo accompagnato da un buon bicchiere di vino seguito poi da una bella cioccolata calda.
Ci mischiamo a circa un centinaio di persone e ci apprestiamo a rendere omaggio agli amici che ci guardano da lassù.
Ecco veniamo avvisati che la Santa Messa sta per iniziare. Il sacerdote, in modo informale ma molto efficace è riuscito a toccare tutti i punti nevralgici delle nostre coscienze e a farci, in parte, capire che la scomparsa dei nostri cari e amici non deve essere presa come una perdita definitiva, le sue parole più o meno suonavano, in sintesi così:

“Da sempre la Chiesa ha esortato a pregare per i defunti. Essa invita i credenti a guardare al mistero della morte non come all'ultima parola sulla sorte umana, ma come al passaggio verso la vita eterna. E' nostra convinzione che chi è morto non sia mai più con noi, ma al contrario, vedendo con gli occhi del vero cristiano possiamo ritrovarli in noi stessi e nelle persone che ci circondano." 
Bè per me è molto difficile riportare questi principi ma posso assicurarvi che sono arrivati a bersaglio, nel pieno dei nostri sentimenti. Anche se comunque resta forte la convinzione
che certe perdite rimangono come autentiche mutilazioni del tuo essere: ci si adatta a vivere con esse, ma ci si rende conto che la vita non potrà più essere uguale a quella che era prima.
Molto toccanti sono stati i momenti che il coro Versilia ha cantato,  rendendo  la celebrazione ancora più emozionante con il momento più toccante nel canto "Signore delle Cime".
La Santa Messa termina, abbiamo nutrito l'anima ma ora dobbiamo nutrire anche il corpo, il rifugio è al completo ma noi sappiamo che più in basso alla Fania ci stanno aspettando gli amici Massimo e Gabriella e quindi senza indugio ci rechiamo verso di loro.
In meno di un'ora attraverso il sentiero (segnavia 124) giungiamo alla Fania.
Qui ci dividiamo, un pò siamo ospitati dai due stupendi amici che sono Massimo e Gabriella e altri sono con gli altrettanto amici della consorella sezione di Pietrasanta.
Il pasto non è stato una specialità, in fondo ci siamo mangiati i panini che avevamo negli zaini, ma non è questo che conta, quello che conta è la sensazione di amicizia e ospitalità che ti sanno far apprezzare facendoti sentire a casa tua mettendoti a disposizione quello che hanno. Tra le cose che ci hanno offerto e apprezzato sono stati il buon caffè caldo e un bel bicchierino di grappa...anche due.
Si sa quando si sta bene il tempo vola e realizziamo che dobbiamo iniziare a preparaci  per il rientro.
 
Riprendiamo le nostre cose e a malincuore ripartiamo alla volta del paese di Pruno che questa volta lo raggiungeremo dal sentiero n° 124 e n°7, infatti il sentiero che dalla Fania ci dovrebbe condurre sul sentiero 122 e da quì a Pruno è interrotto a causa delle forti piogge che si sono verificate i novembre.
Prendiamo in direzione del Cardoso, passiamo davanti alla casa del Pacì, il nostro amico che qui pratica l'allevamento delle pecore, stranamente non
è presente.
In compenso abbiamo l'incontro con Nellina, l'asinella del Pacì,  ci fà compagnia per un certo tratto di strada giocando con noi, poi stufa ci guarda proseguire per la nostra strada.
Giungiamo in prossimità di una fonte con una grossa vasca e qui andiamo dritti invece di girare a destra, e ci portiamo alla vicina Colle Mezzana.
In questo piccolo gruppo di case c'è anche quella del “ Nonno delle Apuane “ al secolo Angiolo Bartolucci,  una persona di squisita ospitalità che, pur nella povertà della sua numerosa famiglia, aveva sempre da offrire un pò di latte, un pò di ristoro che chiunque fosse passato da quelle parti.
La sua casa diventò il primo rifugio per chi saliva alla Pania. Durante l'avanzata degli alleati, che si fronteggiavano lungo la Linea Gotica, in molti sia tra gli Americani che tra i Partigiani approfittarono della sua gentilezza e della sua esperienza per essere guidati su quelle montagne. Inoltre il Nonno era famoso per suonare il corno, ricavato in una conchiglia, avvertendo dei cambiamenti del tempo.
Dopo esserci soffermati a meditare su questo personaggio delle Apuane, riprendiamo la via imboccando il sentiero n° 7 per il Cardoso, tra folti boschi di castagno e noccioli giungiamo ad un bivio, in prossimità di una marginetta dove c'è il segnavia n° 7, ancora nelle vicinanze ci sono due casottini in legno (??), noi prendiamo il sentiero di destra che non è segnato, con questo ultimo sentiero giungiamo al Ponte di Pruno.
Quì termina la nostra avventura, infatti in pochissimi minuti raggiungiamo il parcheggio dove abbiamo lasciato le auto.
Un ultimo pensiero:
Questa giornata è trascorsa spensieratamente con momenti di gioia e allegria, ad un occhio poco attento sembrerebbe che questa ricorrenza sia solo una scusa per fare baldoria e che tutto sommato non ce ne frega niente di chi non c'è più!  Niente di più sbagliato, intanto quando c'è stata la messa siamo rimasti tutti in dovuta commozione e attenzione pregando per tutti quelli che sono saliti a quote molto più alte, da queste immense altitudini sono tutti lì, i nostri amici, parenti conoscenti e anche sconosciuti che comunque condividevano lo stesso amore per la montagna che proviamo noi, si! Da lassù ci guardano e penso che gioiscano con noi nel vedere gruppi di persone che si ritrovano, fanno gruppo, condividono fatiche e anche momenti di gioia e ilarità sempre nello spirito della che montagna unisce.
La montagna unisce idealmente giovani e meno giovani, esperti ed inesperti, italiani e stranieri, giovani con disabilità o disagi sociali e giovani più fortunati…tutto questo avviene perchè in montagna la solidarietà e la condivisione sono elementi fondamentali.
 

Dicono
che ve ne siete andati
ma in verità
siamo stati noi
a non tenere
il vostro passo
Ora solcate sentieri
che non sappiamo
I nostri occhi velati
frugano il terreno
alla ricerca delle tracce
che avete lasciato per noi


Una preghiera all'Altissimo:   "Su nel paradiso lasciali andare per le Tue montagne "


 


 

 



 
 

  

 

 

 

         

  inizio pagina                                                                                                                                                                              indice abbiamo fatto