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Siamo alla seconda escursione del 2013, quest'anno sembra
che le nostre attività stentino a prendere il via, molto
dipende dalle sempre più frequenti pessime condizioni meteo.
Ma oggi si può dire tutto meno che sia una pessima giornata,
neanche una nuvola e temperatura accettabile, buonissimo
viatico per la nostra escursione.
Dopo un viaggio di circa due ore giungiamo a Cutigliano dove
avremmo dovuto prendere la comoda funivia che
in sette minuti
circa sorvolando boschi di abeti e faggi per tre km. con un
dislivello di 1000 mt. ci poteva portare ala
Doganaccia....invece come bastian contrari continuiamo
percorrendo la strada che porta alla località sciistica per
15 km, bella strada che si snoda nei boschi di abeti e
larici ma sempre strada di montagna con infinite
curve.
Questa digressione ci fa perdere un pò più di tempo ma
comunque giungiamo sotto l'arrivo della funivia. Scesi dalle
auto notiamo subito che la temperatura è piacevole e cosa
molto rara da queste parti, non c'è vento!
Indossiamo ghette e calziamo i ramponi, queste operazioni di
solito risultano difficili date le mani gelate ma oggi
riusciamo moto bene nel maneggiare l'attrezzatura,
certo che i lacci dei ramponi di Erio sono un bel dilemma:
devono girare sulla destra o sulla sinistra?
Due parole sulla Doganaccia:
La frazione della Doganaccia(
1530 mt.) è relativamente recente. Nel
1959 furono inaugurati il rifugio omonimo e l'impianto
funiviario per portare i capi di bestiame bovino ed ovino
all'alpeggio nella bella stagione. Dopo pochi anni
l'impianto fu adibito al solo trasporto delle persone e due
moderne cabine piuttosto ampie presero il posto delle gabbie
per gli animali. Furono quindi aperte delle piste di sci,
alpino e nordico, servite da impianti di risalita a fune,
vari skilift ed un’altra funivia che dal rifugio della
Doganaccia porta fino al Passo della Croce Arcana a 1737
metri s.l.m. Vicino al rifugio venne poi costruita una
chiesetta e progressivamente si formò un piccolo borgo
costituito da numerose villette sparse nel bosco di faggi.
Il Passo della Croce Arcana veniva utilizzato nel medioevo,
fino dall'epoca dei longobardi, con il nome di '’Passo
dell’Alpe alla Croce’’, per valicare l’Appennino
Tosco-Emiliano e transitare dalla Toscana verso l’Emilia e
viceversa. Questo fatto spiega la presenza di ospizi
condotti dai Cavalieri Templari o dagli Ospitalieri prima e
dopo il Passo stesso: sul versante emiliano, la struttura
ricettiva ivi esistente conferì il nome al paese di
Ospitale; sul versante toscano, i Cavalieri Templari
costruirono la magione della Croce Brandegliana, dove
attualmente si trova la chiesa del paese di Prunetta. Vi è
infine da ricordare che nel 1979 il Comune di San Marcello
Pistoiese cedette al Comune di Cutigliano proprio il Poggio
della Doganaccia dove sorge la frazione omonima.
Siamo pronti e l'escursione comincia prendendo una strada,
naturalmente piena di neve, sulla destra della funivia;
proseguiamo per un breve tratto e poi sbuchiamo sul
tracciato della pista che scenda dalla Croce Arcana.
Naturalmente dobbiamo fare attenzione agli sciatori che
scendono velocemente, un pò per non intralciarli ma
soprattutto non sarebbe igienico abbracciare una persona che
arriva a forte velocità!
Comunque anche sulla pista ci camminiamo per poco tempo,
infatti in prossimità di una curva si stacca una traccia, di
escursionisti che sono passati prima di noi, che punta
diretta al crinale. Qui ben presto ci accorgiamo di quanto
siamo vestiti eccessivamente, ma anche l'utilità di vestirci
a " cipolla" .
iniziamo Togliamo la giacca ma non basta, allora il pile ma
ancora si suda, via anche la camicia e ben presto siamo a
maniche corte. Questa alta temperatura non ci permette
neanche di camminare speditamente, infatti la neve è
alquanto "marcia" le temperature notturne non sono state
sufficienti a farla essere un po' più ghiacciata.
Caparbiamente continuiamo ad indossare i ramponi, più per
pigrizia che per la speranza di trovare tratti più compatti.
Giungiamo sul crinale dove
vecchi pali da recinzione danno spettacolo, ognuno
ricoperto da concrezioni ghiacciate lavorate dal vento è una
scultura creata dalla natura. Sul crinale corrisponde
allo 00; siamo vicini alla località Croce Arcana ben
riconoscibile dalle bruttissime antenne e dai ruderi della
vecchia funivia.
Croce
Arcana (1737mt), nome curioso, pare che la
motivazione precisa per cui il passo porta questo nome, sia
che ci sia stato qualcosa di arcano, misterioso o
addirittura perchè è a forma di arco. In
precedenza portava il nome di
Croce dell'Alpe, fino agli anni 80
del secolo XVIII. Il passo era utilizzato per collegare
Lucca a Modena già in età Longobarda.
Ma ammiriamo anche un altro ben più gratificante panorama
che va da
sud con la piana di Pistoia, in lontananza le montagne
pisane con il monte Serra con la selva di antenne sulla
vetta, dietro di queste il mare luccica della luce del sole
e all'orizzonte il profilo della Corsica, guardando nella
valle a nord si può intravedere la catena delle colline
modenesi e ancora più lontano l'arco alpino innevato, mentre
a est svetta la cima del cupolino, altra meta di escursioni
al lago Scaffaiolo; mentre ad ovest si scorgono le "pagine"
del Libro Aperto. Un vero spettacolo!
Da qui proseguiamo sempre seguendo il filo di cresta e
puntiamo verso il Monte Spgolino.
Proseguiamo in uno scenario da favola, il
bianco è abbagliante, dalla neve sporgono pochi centimetri
di paletti di recinzione, anche qui le incrostazioni di
ghiaccio sono spettacolari.
Ci abbassiamo leggermente di quota per poi iniziare la
salita allo Spigolino, la neve durante la salita in alcuni
tratti è più ghiacciata e ci facilita la salita, dove il
vento è stato più impetuoso l'ha lavorata in mille forme diverse, in
breve siamo sulla vetta a quota 1827 mt.
Il monte Spigolino così denominato nella carta disegnata nel
1746 dall'abate
Domenico Vandelli ( progettista della Via Vandelli) e
incisa da Andrea Bolzoni: in questa carta lo Spigolino è
identificato come monte Folgorino detto anche Spigolino.
Dalla vetta, da dove si distacca il lungo crinale che va a
separare la valle del torrente Leo da quella del suo
affluente Dardagna, si ha un vasto panorama sulle valli:
Ospitale, Fellicarolo e sulle valli toscane della Lima e
cosa che ci fà molto piacere la vista delle nostre Alpi
Apuane. Ben
visibile anche il ben più lontano Amiata e ovviamente il vicino Cimone. Monti Pisani
emergono dalla nebbiosa o comunque caliginosa piana di Lucca e
di Pisa, ben visibili in lontananza le
cime innevate delle Alpi.
Mentre dal versante toscano lo Spigolino appare come una
montagna abbastanza anonima ( anche perché si distacca poco
come altezza dal sentiero del crinale ) dal versante
emiliano si mostra in tutta la sua imponenza.
A differenza di altre volte, che siamo ridiscesi velocemente
per il forte vento, questa volta ci intratteniamo ad
ammirare il panorama, fare foto e anche uno spuntino, certo
che oggi è proprio una giornata calda!
Ormai vediamo a poca distanza la meta della nostra
escursione: il lago Scaffaiolo con il rifugio
Duca degli Abruzzi
e allora riprendiamo il cammino.
Scesi dallo Spigolino proseguiamo per cresta aggirando il
lago sulla destra, giunti all'altezza del rifugio puntiamo
verso il basso e ci dirigiamo sul lago, si lo attraversiamo
camminando sulle acque, no! non si tratta di un
miracolo, la superficie è semplicemente ghiacciata,
risaliamo la costa del lago e siamo al rifugio
Duca degli Abruzzi a
quota (1787 mt)
Inaugurato nel settembre 2001, ricostruito per la quarta
volta (il primo edificio è del 1880), è posizionato a 1787
metri di quota, sul crinale tosco-emiliano, sulle rive del
lago Scaffaiolo e affacciato alle pendici del Corno Alle
Scale. Aperto
tutti i giorni dal 1/6 al 30/9 e tutti i fine settimana nel
restante periodo dell'anno con possibilità di aperture
infrasettimanali per gruppi di escursionisti o sciatori.
Dispone di 25 posti letto in camerata, servizio bar,
servizio ristoro. Posto tappa GEA, è stato il
primo per alpinisti in Appennino.
Con questa bella giornata non prendiamo neanche in
considerazione di pranzare nel rifugio e ci accomodiamo
all'esterno su delle panche con il sole in faccia e
consumiamo in allegria il nostro pranzo.
Ripartiamo e questa volta ci teniamo più bassi, seguiamo
quello che dovrebbe essere lo 00 per la Doganaccia, lo
seguiamo approssimativamente e ci portiamo al passo della
Calanca a 1737 mt, prendiamo sulla sinistra la direzione del
sentiero n° 66, passiamo ora sotto lo Spigolino e
percorriamo ampie radure innevate, giungiamo a delle abetaie
che con la neve sono bellissime e siamo sulle piste a
ridosso della Doganaccia; in breve siamo di nuovo alla
stazione della funivia.
E anche questa escursione è fatta, bellissimi paesaggi
incontaminati, bella giornata con temperatura gradevole,
ottimi amici e pazienza se la neve non era perfetta!
L'escursione non presenta
difficoltà oggettive ma è bene sempre ricordarsi che siamo
in montagna su neve e ghiaccio che sono di natura infidi e
il pericolo è sempre in agguato, quindi non prendere niente
sotto gamba e tenere sempre alta l'attenzione.
Le difficoltà, ovviamente, cambiano a seconda delle
condizioni meteo; é facile trovare molta nebbia e venti
forti avvicinandosi al crinale. Con esperienza ed
attrezzatura adeguata, si può avere la fortuna di trovarsi
di fronte ad un fantastico panorama a 360 gradi che spazia
dal mare all'Appennino, fino alle Alpi.
Montagna
sicura
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