U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA

30 Giugno 2013 Lizza della monorotaia
Il mio zaino non è solo carico di materiali: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine.
In Montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso, nel bene e nel male.


La slitta della monorotaia

 


 

Come arrivare:
 

Come Arrivare: Da Massa si segue via Bassa Tambura in direzione Forno, a 4 Km si incontra Canevara a 6,5 Km a sinistra la strada si dirige a Forno, si continua invece per il ramo di destra, si superano le Guadine, si lascia a sinistra la deviazione per Casania e subito dopo si trova la deviazione a destra per Renara, prima di arrivare all’abitato di Gronda.
 

                                                                                         - INDICAZIONI STRADALI -


 

 
ITINERARIO: Renara (310mt.), cave Ronchieri (1600 mt), vetta monte Sella (1739 mt.), Resceto ( 485 mt.)
Dislivello: Salita: 1429 m   Discesa: 1254 m
 
       PARTECIPANTI:  14 escursionisti 


 

 

DIFFICOLTA’  -  (EEA)
MOLTO ALLENATI!
 

Percorso Classico Apuano che percorre principalmente vie di lizza con grandi dislivelli da superare (Lizza della Monorotaia, Lizza Bagnoli, Lizza dei Piastriccioni). Itinerario molto impegnativo a livello fisico a  causa dei  i grandi dislivelli da superare su pendenze estreme. Si consiglia di partire molto presto al mattino per evitare di percorrere troppo dislivello al sole, inoltre si raccomanda di portare al seguito almeno 2 litri di acqua cad.uno.
TEMPI DI PERCORRENZA
7,30 h cammino effettivo
 


 
Via di lizza sino a cave Ronchieri, per tracce di sentiero non segnalato per la vetta del Sella, sentiero n° 160 per Resceto
   
 
ACQUA: non presente su quasi tutto il percorso, una sorgente la si può trovare solo sul sentiero 160 al bivio tra i sentieri 165 per cave Cruze e 164 per Campaniletti
 

PUNTI D'APPOGGIO :  nessuno

 

PERIODO CONSIGLIATO: Tarda primavera, estate
Si sconsiglia assolutamente di intraprendere l’escursione quando c’è rischio di pioggia, perché i canali si trasformano – in caso di temporale – in veri e propri torrenti.

 

Scarica traccia gps (formato gpx) 

Traccia google heart

                                         
APT Massa Carrara

      

                 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto escursione

 

            

 

La lizza Denham, o lizza Piastreta, non è la lizza più impressionante e meglio conservata della zona apuana, ma possiede alcune caratteristiche che la rendono unica: la lunghezza(2570m dal monte al poggio caricatore, 3500 il percorso originale), il dislivello (1250m) e, soprattutto, la monorotaia.
Quest’opera di archeologia industriale, frutto dell’ingegno e della fatica dell’uomo da sola merita l’escursione, lunga e faticosa.
Sulla monorotaia scendeva e saliva la macchinetta Denham per trasportare il marmo delle cave del Sella e solo salendo i suoi faticosi scalini possiamo renderci conto di cosa questa abbia significato per quei tempi (dal 1922 al ‘36 e dal 1962 al ‘75).
Pare impossibile che un mezzo meccanico alimentato a diesel potesse percorrere quelle orride valli. Ritengo che questa sia un’escursione da non perdere, omaggio alla fatica dell’uomo-cavatore ed al suo ingegno, inoltre i panorami sono meravigliosi e le fioriture sono ricche ed uniche.
È consigliabile percorrerla in buone condizioni meteo, serve un buon allenamento e tener presente che la discesa è impegnativa forse più della salita. ( Dal sito Escursioni Apuane http://www.escursioniapuane.com )

 Via di lizza” di Piastreta e monorotaia Denham.  

 

Cosi vicino e pure già così lontano da noi come quello della lizzatura del marmo sugli incredibili percorsi che dalle cavi massesi scendevano a valle. Una realtà millenaria, quella del durissimo lavoro dei lizzatori.
Per conoscere le "vie di Lizza" si raccomanda la lettura del volume " Le strade dimenticate  di F. Bradley e E. Medda - Poliedizioni




Ultima escursione di questo mese di giugno, dopo quella di domenica scorsa, il nostro girovagare, questa volta ci porta su una via di lizza unica nel suo genere, una via meccanica!
Da Ripa di Versilia partiamo e anche questa domenica siamo un bel gruppetto, alla conta siamo in quattordici, bene possiamo partire alla volta di Renara.
Da Massa  seguiamo le indicazioni per Resceto, poi all’altezza del piccolo e incassato abitato di Gronda,  svoltiamo a destra e seguiamo la strada asfaltata, che  poi diventa sterrata e termina su uno slargo davanti ad una casa di pastori.  
Dove il canale si biforca prendiamo a sinistra attraversando il canale, risaliamo una ripida salita dove alla sommità vi è un omino di segnalazione e anche l'indicazione " MONOROTAIA" ( ATTENZIONE NON PROSEGUIRE PER IL SENTIERO N° 162 L'UNICO SEGNALATO PERCHÉ PORTA AL PASSO DEL VESTITO).
Raggiungiamo la lizza che qui è una comoda strada cementificata.
Siamo ora nel Canale di Pianel Soprano che percorriamo sino ad arrivare ad un’altra biforcazione (m. 546): a dritto andremmo nel Canale della Buchetta, mentre alla nostra sinistra si apre l’incredibile Fosso del Chiasso, dove ben visibile è l’ancora più incredibile tracciato della lizza della monorotaia. Svoltiamo quindi a sinistra ed attraversiamo il greto del torrente, imboccando il Fosso del Chiasso.
Ci sono già stato ma quella slitta in fondo al piano di carico mi lascia ancora stupefatto come l'uomo così piccolo possa fare opere di tanto ingegno! Dall'ultima volta però è quasi del tutto ricoperta dai detriti portati giù dalla furia dell'acqua!
Partiamo,  alcuni di noi che salgono per la prima volta non riescono a credere che prima di essere in cima dobbiamo sudare molto: " ci sono i gradini, no! " Partiamo belli baldanzosi e con grande euforia, ma chi sà come mai già dai primi metri proseguiamo sentendo solo il nostro affannoso respiro, ci voltiamo indietro e notiamo la forte pendenza che accentua ancora di più l'incredibilità di questa lizza, rivolgiamo lo sguardo verso l'alto e sembra non finire mai con quel filo nero che si snoda in linea retta oltre la nostra visuale. 
Saliamo a fatica e un gruppo di capre e pecore si fa beffa di noi saltando allegramente senza nessuna difficoltà.
Comunque saliamo piano ma saliamo, la difficoltà dovuta alla pendenza che in alcuni punti tocca 80 - 85% viene accentuata dal fatto che i gradini molte volte sono scomparsi e allora dobbiamo salire sul muro di sostegno della rotaia e qui la pendenza è davvero molta per fortuna il sole non penetra attraverso le pareti del profondo canale.
 Finalmente arriviamo all’uscita del Fosso del Chiasso, dove dopo pochi metri, la lizza si biforca (non molto evidente). Siamo a 1010 mslm.
Arrivati qui si potrebbe pensare di aver terminato l'escursione ma siamo solo a metà forse anche meno. 
Facciamo una sosta con spuntino, poi uno sguardo ai fabbricati che ancora sono presenti,peccato che il vecchio argano per sollevare i blocchi sia rovinato nel canale sottostante, l'ultima volta che ci sono stato era ancora in piedi.
Qui, ricompattato il gruppo, facciamo il punto della situazione; come già detto questa escursione è per escursionisti molto allenati e quindi, onestamente, un gruppo di otto decide di raggiungere la Focola del Vento che è sul sentiero 160 dove aspetteranno il gruppo che una volta raggiunto il monte Sella ridiscenderà da quest'ultimo sentiero.  
Questo comportamento è da apprezzare, in montagna l'umiltà e la conoscenza dei propri limiti sono doti essenziali.

Riprendiamo il cammino, qui il panorama comincia ad essere davvero entusiasmante, il tracciato della lizza gira verso destra seguiamo con lo sguardo la traccia e notiamo che c'è ancora molto da fare e adesso il sole è alto sopra di noi.
Saliamo a testa bassa senza dire una parola, e chi ha fiato per parlare? superiamo ancora dei fabbricati, in particolare sulla destra una grande casa dove  ha abitato fino al 1975 il guardiano della cava. Abbiamo visitato la casa del guardiano, ancora ben tenuta e posizionata su di una balconata naturale, ci è venuto spontaneo pensare a quanti soldi vengono buttati via per costruire rifugi inutili, vere cattedrali nel deserto e poi delle abitazioni già costruite e in posti così splendidi vengono abbandonate e dimenticate da tutti, perdendo anche i ricordi e la cultura di quelle persone che ci hanno lavorato.
  Riprendiamo il cammino adesso il tracciato della lizza viene interrotta da frane e soprattutto lo scarico scellerato da parte della cava sopra di noi.
Attraversiamo il canale sopra detriti molto instabili, da qui alla cava il percorso diventa molto impegnativo, la lizza no esiste più, l'ultima volta che ci siamo venuti dovevamo proseguire ad intuito aiutati dai fori dei piri ancora visibili, oggi, invece sono stati fatti dei segni rossi che indicano più o meno la via meno impervia....per modo di dire.
Ci troviamo in prossimità della cava ma prima ci dobbiamo cimentare in arrampicata su placche di marmo con pochi appigli.
Eccoci qua finalmente siamo in piano la salita e terminata, siamo qui nel piazzale della cave di Piastreta a quota 1600 mslm.
Riprendiamo fiato e poi andiamo a visitare la cava.
Le cave deturpano moltissimo quello che è il paesaggio delle nostre montagne ma devo essere sincero entrare dentro queste grandi sale di marmo bianco è uno spettacolo, io penso che trovando dei compromessi si potrebbe convivere queste attività e chi come noi amano andare sui monti e godere di bellezze uniche.
Ora non ci resta che raggiungere la cima,  in precedenza siamo sempre saliti prendendo a diritto sopra la cava tra rocce e placche; ma oggi, Pierino che ne sa una più del diavolo, ci indica una traccia di sentiero che si prende salendo su saggi di cava che troviamo davanti al punto dove siamo sbucati dalla monorotaia e sulla sinistra effettivamente si distingue una traccia di quello che doveva essere un sentiero di servizio delle cave sottostanti. Al termine della traccia ci troviamo su un falso piano appena al di sotto della cresta, dove ci stanno osservando delle capre. In pochissimo tempo siamo in cresta e da quì volgendo verso nord raggiungiamo la vetta del monte Sella.
Dalla vetta del Sella il panorama è stupendo su tutte le Apuane settentrionali: fanno bella mostra di sé “Sua Maestà” la Tambura, il Sagro, il Grondilice, il Contrario, il Passo della Focolaccia ed il Cavallo. Ad est il panorama si apre sull’Appennino, mentre a sud il Sumbra, il Fiocca, le Panie e l’Altissimo dominano il paesaggio. Visibili anche l’Eremo di San Viviano, proprio sotto il Roccandagia, il lago di Vagli, la Valle Arnetola, il paese di Careggine
Dopo esserci rifocillati e appagati dalla bellezza di questo luogo ci immortaliamo in una foto di gruppo, ma poi dobbiamo scendere verso la Focola del Vento, dove ci attendono gli altri amici.
Ritorniamo brevemente sui nostri passi e seguendo le indicazioni per il 160 (Resceto) iniziamo la discesa su un ripidissimo sentiero e con traccia poco visibile ma ben segnata. La nostra prima meta è la cava Bagnoli, che già avvistiamo, una volta raggiunta non possiamo notare i
blocchi di marmo perfettamente squadrati, che sembrano attendere l’arrivo, da un momento all’altro, di una compagnia di lizzatori che li accompagni a valle.
Riprendiamo la discesa su sentiero molto ripido, questo sentiero ricalca
in parte quello di una ripidissima lizza proveniente dalla Cava Bagnoli: sembra impossibile che gli uomini riuscissero a trasportare blocchi di marmo di svariate tonnellate su queste pendenze. Sono presenti anche numerosi piri in legno, ai quali venivano legate le cariche di marmo. Sulla sinistra in basso ben visibile il bosco della Selvarella, sovrastato dalle altissime Cave Cruze, alle quali arriva una ripidissima via di lizza. 
Scendiamo sui prati sommitali del sella e ormai siamo in vista della Focola del vento, gli amici che ci attendono ci hanno avvistato e si sbracciano per salutarci. In breve li raggiungiamo a quaota 1358 mt.
Alla Focola del Vento è riconoscibile anche per una vecchia centralina che serviva per portare l’elettricità alla Cava Bagnoli e se venisse smantellata non sarebbe male!!
Bè adesso la sosta è obbligatoriamente lunga, la salita e anche la discesa sono state veramente spossanti, dobbiamo recuperare. Si aprono gli zaini e via con le cibarie, concludiamo con il solito caffè di Bruno.
Ci siamo fermati anche troppo, dobbiamo ripartire. Prendiamo la dorsale che scende dal Sella e raggiungiamo il bivio tra il 160 ( quello che dobbiamo percorrere) e quello che scende alla monorotaia Ben visibile in questo punto ci appare l’incredibile tracciato della lizza della monorotaia, ancora più incredibile è quanta strada abbiamo fatto.
Adesso giriamo a destra ed entriamo nel bosco lungo il canale dei Piastriccioni o come alcuni asseriscono essere dei Vernacchi. Io l'ho conosciuto come dei Piastriccioni e quindi continuerò a chiamarlo così!
Al termine del canale troviamo il bivio tra il 160 e il 165 che conduce alle cave Cruze. Ci immettiamo sul 165 scendendo verso Resceto inoltrandoci nel canale della Neve e proseguendo in breve raggiungiamo il bivio con il 164 per Campaniletti e quindi al rif. Conti. Qui è presente l'unica sorgente che è su questo percorso, la fresca acqua che scaturisce da una piccola grotta e una vera manna!
Dopo esserci rinfrescati riprendiamo il cammino seguendo sempre il sentiero ben segnato scendiamo lungo un un costone ricoperto di paleo con alcuni tornanti.
E qui abbiamo la nostra dose di brivido: siamo fermi per una breve sosta quando succede quel qualcosa che non ti aspetti, sotto i nostri piedi le montagne sono scosse da un forte tremore, seguito da un gran boato e poi tutto attorno a noi scariche di massi che finiscono , per nostra fortuna nel canale. Non abbiamo corso nessun pericolo ma la senzazione di impotenza ci mette addosso la sgomento, non è stata una bella esperienza!
 Riprendiamo il cammino e le discussioni vertono inevitabilmente sulla grande scossa di terremoto, all'improvviso sul percorso ci si pone il maestoso Ponte del Pisciarotto ( 696 mt.),
il nome non rende merito alla maestria e alla fatica profusa dai nostri avi per edificarlo interamente con muro a secco, sulla via di lizza che conduceva alle cave Cruze del monte Sella  e che permetteva di superare un torrente che scende da un orrido canale.
Continuiamo il cammino e ormai siamo a vista delle prime case di Resceto, giungiamo ad una costruzione per la captazione dell'acqua e poi una serie di ovili riconoscibili da distante per il forte odore che spargono in tutta la zona. Ecco attraversiamo il canale, asciutto, e siamo alle prime case di Resceto. Dagli abitanti apprendiamo che la scossa di terremoto è stata di 4.4 della scala
Richter. Ma a noi ora interessa solo una cosa, andare all'unico bar e gustarci una fresca birra e Lemonsoda.
Siamo stanchi ma come ogni volta felici di esser stati assieme condividendo fatiche e soddisfazioni, appagati da un mondo che ancora esiste  che purtroppo pian piano va sparendo nell'oblio dell'indifferenza di molte persone che potrebbero salvare i luoghi che abbiamo visitato. Salvare la lizza della monorotaia per rispetto a tutti quegli uomini che hanno contribuito a formare la nostra civiltà e per portare a conoscenza anche delle generazioni future quali " Eroi " esistevano una volta, tanto tempo fa!
 

Immagini d'epoca tratte dal sito www.versilia.toscana.it



 



 
 

  

 

 

 

         

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