U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 

9-10/02/2013 Passo delle Radici con le ciaspole


Catena Alpi Apuane dal Pradaccio ( Foto Erio Forli)

Sotto il regno di Liutprando, re longobardo della prima metà del VIII secolo, venne aperto il valico del Passo delle Radici per poter collegare la montagna modenese, strappata ai bizantini, con i possedimenti longobardi della Garfagnana. La storia del valico è strettamente legata a  quella dell'antico paese di San Pellegrino in Alpe e testimoniata dall'antico ospitale, che attualmente è sede del museo etnografico, di cui si consiglia vivamente la visita. Emozionante, inoltre, sapere che di qui ci si incammina sull'antica Via Bibulca.  La storia di questa direttrice è legata alle innumerevoli vicende che, sin dall'antichità, interessarono la media valle del Secchia, il territorio che costituisce il sistema vallivo e fluviale del Secchia - Dolo - Dragone. La zona fu abitata dai Friniani, Liguri e Celti, popolazioni ribelli e bellicose che impegnarono Roma in una guerra durata vent'anni. Per sconfiggere queste popolazioni, i Romani realizzarono la sopra nominata " Via Bibulca", così chiamata perchè permetteva il passaggio di due bovi appaiati, che consentì loro di accerchiare queste popolazioni e sottometterle nel 175 a. C. ( Da sentiero 00 di Anna Boschi e Roberto Tassinari)
Il Passo delle Radici (1.529 m) è un valico dell'Appennino Tosco-Emiliano che separa l'Emilia-Romagna dalla Toscana ed in particolare la provincia di Modena dalla provincia di Lucca. Il passo è attraversato dalla Strada Statale 324 del Passo delle Radici che congiunge la valle del Reno con quella dell'alto Secchia attraversando da est a ovest tutto l'alto Appennino modenese.

La scure prendi su, lombardo,
da Fiumalbo a Frassinoro!
Il vento ha già spiumato il cardo,
fruga la tua barba d'oro.
Giovanni Pascoli " Il boscaiolo" - Canti di Castelvecchio


 

COME ARRIVARE: Sul versante toscano partendo dal fondovalle si può seguire la Strada Provinciale 71 che passa per San Pellegrino in Alpe e raggiunge il Passo delle Radici con un percorso di 17 km (contro i 31 km del percorso lungo la statale 324). Questo percorso segue una dorsale secondaria molto panoramica che nel tratto che conduce a San Pellegrino ha pendenze fino al 20% per poi continuare meno ripida fino al passo del Pradaccio a 1600
metri, da qui la strada ridiscende fino ad incontrare la Statale 324 subito dopo il Passo delle Radici.Sul versante emiliano vi sono almeno quattro percorsi che salgono dalla valle:Da Modena :lungo la Statale 486 che sale passando per Sassuolo, Lugo, Montefiorino e quindi raggiunge la Statale 324 in territorio emiliano (localita Imbrancamento)a meno di 3 km dal Passo delle Radici;Da Modena lungo la Statale 12 per Pavullo nel Frignano, Pievepelago e da qui lungo la Statale 324;Da Montefiorino seguendo la Provinciale 32 per Frassinoro, che si collega alla Statale 486in località La Raggia, e poi da qui seguendo la Statale 486 fino alla congiunzione con la Statale 324;Da Reggio Emilia lungo la Statale 63 e poi la Provinciale93 per Villa Minozzo che raggiunge la Statale 324 in località Piandelagotti.Il Passo delle Radici è uno dei punti di accesso al Parco del Frignano (Alto Appennino Modenese).

                                                                                         - INDICAZIONI STRADALI -

 

 
ITINERARIO: Passo delle Radici (1.529 mt)
S
an Pellegrino in Alpe (1525 mt) - Alpe di San Pellegrino (1770 mt) - Passo del Lagadello (1623 mt)
 
PARTECIPANTI:  21escursionisti 


 

 

DIFFICOLTA’  -  (E)
 

 
TEMPI DI PERCORRENZA
3,30 h cammino tra andata e ritorno
 


 
SENTIERI CAI PERCORSI : GEA/GT  e 00

CARTOGRAFIA: APPENNINO TOSCO EMILIANO - Valli: Dolo,Del Dragone,delle Tagliole, di Luce, del Corsonna, dello Scesta, di Lima, delle Turrite Cava 1:25000 Edizioni Multigraphic - Firenze

   
 
ACQUA
Al Passo delle Radici e a San Pellegrino
 
PUNTI D'APPOGGIO :
Albergo Ristorante Lunardi
Località Passo Delle Radici - San Pellegrino In Alpe
55033 Castiglione di Garfagnana - Lucca
tel. 0583 649071 fax 649079
contatti e-mail:
info@albergolunardi.com  
Ristorante L'Appennino
Piazza San Pellegrino in Alpe 5
San Pellegrino in Alpe 55033 Castiglione di Garfagnana - Lucca
Telefono: 0583/649069 - 649112
appennino@virgilio.it
 

PERIODO CONSIGLIATO (invernale): da Dicembre a marzo 
 

 

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Elevazione

      

                 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto escursione

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Eccoci alla nostra prima uscita del 2013 in calendario, sarebbe stata la seconda ma la prima, in programma, è saltata per il perdurare delle pessime condizioni meteo.  Abbiamo programmato un'escursione sulla neve con le ciaspole e quest'anno data l'abbondanza di neve non avremo difficoltà ad effettuare questa camminata, anche le previsioni meteo sono favorevoli.
Grazie alla cortesia e  la disponibilità della sezione di Pietrasanta di metterci a disposizione il rifugio al Passo delle Radici abbiamo approfittato anche per passare due giorni convivialmente tra amici.
Come detto partiamo sabato 9 e  giungiamo al rifugio del Passo delle Radici, d'inverno è bene andarci con la luce perché bisogna riempire l'impianto dell'acqua che và obbligatoriamente svuotato alla partenza per non farlo ghiacciare e per portare una temperatura ambiente accettabile, per fortuna ha funzionato tutto bene, come sempre, ovviamente.
Appena terminano gli arrivi si da il via all' happy hour, preludio di una cena memorabile. In queste occasioni ci proponiamo sempre di portare solo il necessario e lo facciamo, solo che è il necessario per rimanere lì per almeno una settimana!!
Praticamente tra l'happy hour  e la cena non c'è stato stacco e ci siamo trovati dall'aperitivo alla  pasta alla norma offerta e cucinata da Erio, sapevamo tutti della sua bravura di fotografo artistico ma la dimostrata capacità culinaria ci ha piacevolmente stupito.  tanti formaggi, salumi, acciughe marinate, peperoncini ripieni sott'olio ecc ecc.
Ahh!! siamo belli satolli, al contrario degli altri anni, rinunciamo alla passeggiata in notturna, per il freddo che fà non abbiamo il coraggio di mettere il naso fuori. Restiamo al caldo del rifugio a chiacchierare piacevolmente, poi un bel punch caldo e infine ci decidiamo di andare a letto muniti delle dovute precauzioni anti russatori , la notte , comunque, passa senza niente di tragico o peggio di quello già sentito.
Ci alziamo e la prima cosa da fare è vedere se il mete ci ha azzeccato, con cautela guardiamo fuori e si, finalmente una domenica con il sole!
Facciamo colazione e aspettiamo altri quattro amici che devono ancora arrivare, li attendiamo per le ore 09,00 e puntuali arrivano. Bene possiamo iniziare la nostra gita.
Ci portiamo dietro il ristorante Lunardi, all'inizio della via per S. Pellegrino, indossiamo le nostre ciaspole e via si parte!
Scendiamo lungo la pista da sci, purtroppo tutti gli impianti sono chiusi, certamente non per la mancanza di neve!
Dall'impianto di risalita, dove c'è un segna via poco leggibile scendiamo lungo la pista e dopo una costruzione ci spostiamo sulla sinistra, c'è un pò di difficoltà all'inizio di individuare la direzione giusta, questo sentiero è poco visibile anche d'estate, almeno a questa quota. Si tratta del sentiero Spallanzani.
 Il sentiero, che nelle carte è indicato con la sigla "S SP", è stato realizzato dalla Amministrazione Provinciale di Reggio Emilia alcuni anni fa; prevede 7 tappe di una giornata ciascuna e collega, dalla pianura al crinale, diversi luoghi di interesse naturalistico della provincia. Il nome del sentiero deriva dal fatto che lo scienziato scandianese Spallanzani ebbe modo di studiare le emergenze naturali dei luoghi già nel XVIII secolo.
Sulla carta che abbiamo noi, però è denominato GEA ( Grande Escursione Appenninica) e anche GT ( Garfagnana Trekking).
Entriamo nel bosco e seguiamo i segni sui fusti degli alberi, seguendo il tracciato, più o meno, non ci sono grosse difficoltà,l'uniche sono date nello scendere nei vari canali che troviamo, non tanto a scendere ma nel risalire, qualche scivolata ma niente di preoccupante. Continuiamo a mezza costa nel bosco e pian piano il panorama si apre su tutta la catena Apuana. Scendiamo leggermente e ci troviamo ai prati di Villa Bianca (in estate fonte). Prendiamo, poi, quello che è una carraia in leggera salita e arriviamo ai prati del Pradaccio, una zona prativa circondata da boschi di faggio sul crinale dell'Appennino con ampio panorama sulle vette settentrionali del medesimo, sull'intera catena delle  alpi Apuane e l'ampia valle della Garfagnana. Un vero ambiente da favola: il grande spazio aperto ricoperto dalla coltre bianca. Lo sguardo rimane stupito nell'osservare una delle meraviglie di questo territorio completamente avvolto dal neve. La magia delle neve,sta regalando una visione di pulito a questo mondo che pulito pare non lo sia più!
Attraversiamo la radura e ci dirigiamo verso la casa per ferie gestita dall'associazione Il Sentiero di Massa.
Adesso ricompattiamo il gruppo e ci fermiamo per uno spuntino, promoviamo il posto come " location " per la nostra foto di gruppo, poi ripartiamo alla volta del vicino paese di San Pellegrino in Alpe. Prendiamo la traccia della strada di servizio che collega la struttura con il paese (1,500 km).

 

Fra i molti fior che vanta l'Appennino

il più bello sei tu, San Pellegrino:

gia sporgi sugli abissi e fra i sussurri

dei faggi, verso i cieli t'inazzurri.

UMBERTO MONTI
 

Giungiamo a  San Pellegrino, oltre al bel panorama sulle Apuane, è possibile visitare l'Ospizio, tappa importante per i pellegrini medievali, la chiesa e il museo sulla cultura montana.
Una volta sulla strada asfaltata dobbiamo dirigerci verso la piazza e davanti all'albergo l'Appennino, dall'altra parte della stra, tra le case del borgo, parte il percorso del " Giro del Diavolo" così chiamato perché conduce ad una località con questo nome, la leggenda narra infatti che proprio in questo luogo il diavolo tentasse San Pellegrino e che, alla resistenza opposta da questi, il maligno lo colpisse con uno schiaffo: il santo, che era molto paziente, perse però la calma e rifilò al demonio un manrovescio così forte che lo fece volare dall’Appennino fino al Mar Tirreno non senza prima avere attraversato con violenza una montagna, montagna che non è altro che il Monte Forato che deve al diavolo la sua curiosa forma. Nel luogo di questo leggendario episodio i pellegrini e i penitenti che si recavano all’ospizio e al santuario di San Pellegrino abbandonavano un sasso che avevano portato con loro in segno di penitenza: la valletta sottostante accoglie una sterminata miriade di pietre formatesi proprio in seguito alla secolare consuetudine dei viandanti di caricarsi di sassi per penitenza o per voto.
Risaliamo tra faggi e macchie di abeti, in breve tempo si raggiunge la prateria proprio in località Il Giro. A quota 1627 prendiamo verso nord piegando a sinistra verso la cresta dell'Alpe di San Pellegrino, senza, però raggiungerla perchè intercettiamo quella che sarebbe una carraia e la percorriamo sino a giungere sulla Provinciale 71.
Ormai non ci resta che percorrere un Km scarso su strada asfaltata e giungiamo al Passo delle Radici, terminando qui la nostra escursione.

Per terminare degnamente la nostra prima uscita del 2013 cosa non fare se non ritrovarci tutti a tavola? e infatti cerchiamo di dare fondo alle scorte che comunque rimangano sempre abbondanti.
Le lancette dell'orologio sembrano in certi momenti essere più veloci e in men che non si dica è già l'ora di sbaraccare, ci mettiamo tutti assieme a riordinare.
E' stata un' esperienza  positiva, infatti siamo potuti stare assieme condividendo la gioia di una giornata passata spensieratamente infatti i veri amici amano condividere i momenti preziosi che la vita riserva loro, come le piccole cose dell'esistenza per cui vale la pena di vivere ogni giorno.       

 

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