U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA

28 Luglio 2013 Alpe di Succiso
 

L’Alpe di Succiso è una delle sette cime dell’Appennino Settentrionale a varcare la soglia dei 2000 metri (la sesta per la precisione). Come noto sono tutte vette, ad eccezione del Monte Prado, poste al di fuori della linea di displuviale essendo posizionate a nord del crinale (e quindi completamente in territorio emiliano).
L’Alpe di Succiso a differenza delle altre presenta tuttavia peculiarità davvero uniche per questo settore montuoso; l’Appennino Tosco Emiliano è infatti una sequenza di cime per lo più alla portata degli escursionisti con camminate che raramente superano le 2 – 2,30 ore di cammino. Da questo punto di vista l’Alpe di Succiso presenta caratteristiche di montagna molto più selvaggia con una via normale che varca abbondantemente le 3 ore di salita. L’ambiente è nel complesso arcaico e per lo più poco frequentato complice un isolamento che si è mantenuto nel tempo grazie alla completa assenza di strade di servizio (anche bianche) che risalgano le pendici di questa grande montagna. Il percorso stesso di salita presenta difficoltà superiori alla norma per le vette dell’Appennino Settentrionale a rendere questa cima molto desiderata e apprezzata dagli esperti escursionisti. L’itinerario suggerito è circolare e comprende la salita ad una seconda vetta poco distante: il Monte Casarola che sfiora anch’esso i 2000 metri di quota.


L'Alpe di Succiso

 


 

Come Arrivare:
Dal casello Versilia A12 sino al bivio per per ParmaA15  si esce ad Aulla e si seguono le indicazioni per Fivizzano prima e Passo del Cerreto poi. Al Passo si cerca poi un parcheggio, non tanto facile da trovare, dati i diritti feudali vantati in zona.

                                                                                         - INDICAZIONI STRADALI -


 

 
ITINERARIO: Passo del Cerreto ( 1261 mt.) - Passo Ospedalaccio ( 1271 mt. ) - Sorgenti del Secchia ( 1509 mt ) - Passo di Pietratagliata (1750 mt. ) - Alpe di Succiso ( 2017mt.) - Passo del Casarola (1963 mt.)- vetta Casarola (1979 mt.) -  Ritorno verso le sorgenti del Secchia
 
       PARTECIPANTI:  9 escursionisti 


 

 

DIFFICOLTA’  -  (EEAllenati) - Suddivisione delle difficoltà in base ai tratti: dal Passo del Cerreto al Passo di Pietra Tagliata: E; tra il Passo di Pietra Tagliata e l’Alpe di Succiso:EEA; per il resto E
DISLIVELLO ASSOLUTO: mt 756

 
TEMPI DI PERCORRENZA
5 h cammino effettivo
 

 

Sentieri percorsi

00 sentiero di crinale - 675 sorgenti del Secchia, Passo di Pietratagliata, Alpe di Succiso - 667 passo Casarola, vetta Casarola -  671 Passo Casarola, sorgenti del Secchia, passo Ospedalaccio, Passo del cerreto
   
 
ACQUA: Sorgente sul sentiero n° 675 tra le Sorgenti del Secchia e il Passo dell'Ospedalaccio,  fonte detta dei Linguazzi.

PUNTI D'APPOGGIO :  nessuno

 

PERIODO CONSIGLIATO: Tarda primavera, estate
 

 

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Elevazione

      

                  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto escursione

 

            

Questa escursione ci porta lontano dalle nostre Apuane e precisamente nel Parco nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano, la nostra meta è il monte, anzi l'Alpe di Succiso.
L’escursione ha inizio in coincidenza del Passo del Cerreto, uno dei più importanti valichi rotabili dell’Appennino Settentrionale. Si raggiunge il passo con la S.S n° 63, da da Aulla per chi proviene dalla Toscana, oppure da Reggio Emilia per chi sale dal versante emiliano.
La prima avventura c'è quella di trovare il parcheggio, a quanto pare è tutto di proprietà del “Bar ristorante passo del Cerreto”. Non ci resta che parcheggiare lungo la strada!
Appena pronti prendiamo la via per la nostra camminata, Prendiamo il sentiero n° 00 e 671 che inizia nel retro del bar e si inoltra subito nel bosco.
Prima però diamo un'occhiata al bel panorama che già ci si pone davanti: le creste rocciose del Monte Alto, verso nordovest è ben visibile l’imponente e tozzo rilievo dell’Alpe di Succiso, il tutto in un ambiente verde e lussureggiante.
Camminiamo al fresco nel bosco di faggi con disinvoltura, infatti con pochi dislivelli, la camminata ha della passeggiata. Il bosco ogni tanto lascia delle aperture che ci permettono anche di osservare il monte Alto.
Attraversiamo una vasta area  prativa punteggiata da piante di ginepro e mirtillo  e ci troviamo al Passo dell'Ospedalaccio, frequentato fino dai tempi più remoti. Infatti questo storico valico appenninico era frequentato già in epoca preistorica: lo attestano diversi reperti che vi sono stati rinvenuti. Il toponimo  pare sia dovuto alla remota presenza in questi luoghi, in epoca medioevale, dell’ospizio di S. Lorenzo delle Cento Croci.
E' proprio sull’attuale confine tra la Toscana e l’Emilia e vi si trova ancora  un'altro reperto storico: si tratta di un cippo del periodo napoleonico e segnava il confine tra impero francese (Toscana e Liguria) e Regno d’Italia (Repubblica Cispadana). Tale reperto era stato abbattuto ed è rimasto nascosto per anni nel bosco , vi è incisa la dicitura Empire François.
Riprendiamo il cammino seguendo il crinale per un breve tratto e trovato un bivio tra il sentiero 00/671, che procede sulla sinistra, e il 675 sulla destra, noi prendiamo quest'ultimo verso le Sorgenti del Secchia.
Percorriamo, nel bosco, una strada di servizio e poi prendendo sulla destra entriamo su sentiero, all'improvviso il nostro cammino viene rallentato da un grosso gregge di pecore e non c'è verso di aggirarlo non ci resta che seguire la lenta andatura e respirare la polvere che alzano, anche l'odore non è male!
Fianlmente arriviamo al Prataccio, un'anfiteatro d'origine glaciale, dalla forma si nota benissimo l'origine glaciale della zona ha qui uno dei più maestosi esempi, con il fondo occupato da un antico lago riempito del tutto in cui serpeggia con meandri il neonato Fiume Secchia. Si nota al centro del primo tratto di pascolo, subito oltre il primo fosso, quasi sempre asciutto in estate, un masso triangolare che affiora pressoché isolato. Sulle tre facce si notano tra licheni le forme di croci incise molti secoli fa. Era il modo di segnare i confini e qui le tre facce del masso rispecchiano ognuno una porzione di pascolo assegnato alle tre comunità di Camporàghena (a SW), Stato di Firenze, di Cerreto (a SE), Stato di Modena e Reggio, e di Succiso (a N), Stato di Parma, che si prese la fetta più grossa del vasto pascolo.
Attraversiamo un rigagnolo d'acqua che attraversa il prato, è il neonato fiume Secchia, il principale affluente di destra del Po dopo il Tanaro, che raggiunge dopo 172 km.
Facciamo una sosta sotto la palina che indica: " sorgenti del Secchia, quota 1465 mt.", ricompattiamo il gruppo e facciamo un piccolo spuntino e ben presto siamo pronti a ripartire.
Lasciamo il sentiero 675 che prosegue sulla destra per la Sella del Casarola, lo faremo al ritorno.
Prendiamo sulla sinistra, sentiero n° 671, seguendo uno dei ruscelli e passiamo vicino al masso delle Tre Croci e poi riprendiamo a salire entrando in una piccola faggeta, infatti ben presto ci troviamo all'aperto su una rigogliosa prateria d’altitudine che caratterizza le più alte cime dell’Appennino Tosco Emiliano; molto bello il colpo d’occhio sulle sottostanti vene del Secchia.
Saliamo su sentiero molto ripido con molti tornanti,che permettevano il transito dei muli, senza difficoltà sino a raggiungere, poco sotto cresta, i curiosi affioramenti rocciosi che caratterizzano le soprastanti cime. Il sentiero stesso sfrutta in ultimo le cenge create dalla stratificazione delle rocce per accedere infine alla marcata sella del Passo di Pietra Tagliata (m 1753)  un taglio trasversale, posto nella posizione di quota più bassa della cresta rocciosa, che unisce il M.te Alto, a sinistra, e l’Alpe di Succiso, a destra. Sull’altro versante del valico appare la valle Liocca che prende nome dall’omonimo corso d’acqua che nasce più in basso. La conformazione degli strati di arenaria  si prestano alla leggenda della forzatura del passaggio ad opera di un esercito intero, durante la fuga del Barbarossa inseguito dai Comuni lombardi. Una spada trovata in zona all'inizio del secolo scorso avvalorò la leggenda stessa.
 Il pasaso è un crocevia di numerosi sentieri. Di fronte a noi cala il sentiero 673 in direzione dei Ghiaccioni; un altro ramo del sentiero 673 volge a sinistra, in direzione sudovest, con traccia attrezzata in direzione di Monte Alto. Possiamo osservare parte di questo tracciato mantenere grosso modo il crinale che appare caratterizzato da torrioni e picchi rocciosi irti ed aguzzi. Noi prendiamo a salire sulla destra sul sentiero 671 affrontando una zona rocciosa, dal basso notiamo una cresta assai affilata e attrezzata a via ferrata e questo preoccupa un pò alcuni di noi non avendo attrezzatura idonea ad affrontare questo tratto, ma vengono subito rassicurati che l'affioramento roccioso può essere aggirati su sentiero nella parte destra posto più in basso, un pò esposto ma senza difficoltà.
Per chi volesse affrontare la ferrata si tratta di una scoscesa fascia rocciosa, il crinale si assottiglia e propone una serie di salti rocciosi ripidi e molto esposti assicurati provvidenzialmente con infissi metallici. E’ una sezione molto breve, tuttavia la difficoltà non è assolutamente trascurabile e si tratta in effetti di una frazione di via ferrata e non di un semplice sentiero attrezzato. Anche se breve consigliamo vivamente l’uso dell’imbragatura  dissipatore e caschetto.
 Un esperto escursionista proverà piacere nel superare questo tratto affilato: un liscio lastrone verticale privo di appigli rappresenta il passaggio più spettacolare e una staffa metallica fornisce l’unico appoggio per i piedi.
Aggirata la cresta attrezzata, saliamo sul crinale e proseguiamo lungo un tranquillo sentiero di prateria lungo una panoramica salita
lungo il crinale Enza-Secchia dove fanno sfoggio dei loro colori svariati tipi di fiori, il giglio martagone, l'aquilegia alpina, l'astro alpino, la pulsatilla alpina, l'anemone narcissiflora, la sassifraga paniculata, il giglio di san Giovanni, ecc. E inoltre è' una bella  panoramica salita lungo il crinale Enza-Secchia.
In fine, tra massi e affioramenti detritici giungiamo sulla vetta dell’Alpe di Succiso (m 2017): sono trascorse  3 - 3,15 ore dalla partenza e meno di un’ora dal Passo di Pietra Tagliata.
Dalla vetta abbiamo una visuale di 360 gradi, i valloni e le creste conferiscono un aspetto selvaggio e grandioso difficilmente riscontrabile in altre aree dell'Appennino settentrionale.
A sud la Conca del Prataccio, ad est la cresta che continua verso il monte Casarola, a nord il costone a scendere che passa per il Torrione e continua verso il monte Ramireto, a nord ovest la valle del Liocca e sullo sfondo il monte Acuto, ad ovest con la punta Buffanaro, la cresta dei Groppi di Camporaghena, ed a chiudere verso sud con il monte Alto, verso nord la valle dell'Enza fino alla Pianura Padana.
Più lontano, verso sud, la catena delle nostre Alpi Apuane e un suggestiva vista sul golfo della Spezia, la Corsica, le principali isole dell'arcipelago toscano.
Rimaniamo per una buona ora a bivaccare sull'erba fresca della vetta sotto vento ma poi dobbiamo inesorabilmente riprendere la via del ritorno; ritorno che non facciamo a ritroso ma proseguiamo sul crinale tra la val Secchia a destra e il vallone del Rio Pascolo a sinistra, sul sent. 667che tra le pietraie post-glaciali del crinale scende gradualmente alla Sella del Casarola a quota 1945 mt, visto che in pochi minuti si poteva arrivare alla cima del Casarola, ci siamo detti: " perché accontentarci quando possiamo andare anche lì? ". E, infatti, ci siamo andati, percorrendo la cresta di questo monte, siamo arrivati in vetta a quota 1979. Tornati indietro, alla sella del Casarola,  abbiamo preso il sentiero n° 675 che si è presentato subito ripido e scosceso, di quelli che spaccano le ginocchia,all'inizio in debole discesa ma poi scende molto rapidamente, andando a descrivere un ampio semicerchio nel vallone sottostante la cima dell’Alpe di Succiso; inconfondibile, da questo versante, la cima che appare come un cocuzzolo caratterizzato da numerose stratificazioni rocciose.
Lungo questo sentiero in una escursione fatta anni fa avevamo trovato una sorgente ma adesso non ce n'è più traccia.
Proseguendo tra facili balze erbose, quasi 400 metri di dislivello, il sentiero volge infine verso destra riportandosi per un tratto nella folto della faggeta; in ultimo accediamo alla piana delle Sorgenti del Secchia  dove il bosco lascia spazio al verdeggiante pascolo e dove torniamo a ricongiungerci al sentiero di salita, chiudendo l'anello.
All'andata avevamo percorso il sentiero n° 675 invece adesso andiamo per il 671 che parte dalla Costa della Marinella a 1533 mt. proseguiamo su sentiero nel fitto della faggeta dove ancora sono visibili le piazzuole delle carbonaie all'inizio è un facile saliscendi ma poi si fa sempre più ripido. Scendendo, sulla destra, troviamo una freschissima e corroborante fonte, la fonte dei Linguazzi. Dopo una bella rinfrescata riprendiamo il cammino e scendiamo scendo dal bosco e proseguendo in parte su prateria e in parte tra pini, alle nostre spalle le propaggini del monte Alto. Infine in decisa discesa giungiamo di nuovo al Passo dell'Ospedalaccio e da quì in circa mezz'ora, ripercorrendo il sentiero fatto al mattino, lo 00, rientriamo al Passo del Cerreto.
E' stata una bellissima escursione fuori dal nostro ambiente apuano, una camminata a largo respiro tra splendidi scenari e viste mozza fiato. Ora non ci resta che chiudere ritualmente con la sosta alla nostra gelateria di fiducia a d Aulla dove ci gustiamo un bel fresco e buonissimo gelato.

 

 

Foto dal sito " ESCURSIONISMO A 360° "  http://escursionismo360.blogspot.it/2013/07/alpe-di-succiso-e-monte-casarola-da.html

 

 

 

 


 
 

  

 

 

 

         

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