La seconda nostra escursione prevede ancora una ciaspolata
e passare due giorni
sulla neve e questa volta ci avvalliamo dell'ospitalità degli amici U.O.E.I. di
Torre del Lago
al rifugio di pian di Novello nell'Appennino pistoiese.
Purtroppo le previsioni meteo non sono delle migliori, comunque andiamo
poi si vedrà!
Ci dirigiamo verso la località appenninica un po' alla spicciolata: chi
arriva già dal mattino e chi nel pomeriggio e comunque alla sera siamo
in quattordici un bel gruppo per passare una serata in allegria.
Per giungere a Pian di Novello, per noi che arriviamo dalla Versilia,
dobbiamo percorrere
la strada che da Camaiore porta a Lucca, poi, seguendo le indicazioni
prendiamo per l'Abetone , passando per Borgo a Moriano, Bagni di Lucca,
La Lima. Continuando ancora incontriamo il bivio che sulla sinistra
porta a Cutigliano, poi svoltiamo a sinistra per Pian degli Ontani e
dopo circa otto km giungiamo a Pian di Novello.
Pian di Novello (1125 mt. s.l.m.),è una stazione di soggiorno molto frequentata nella valle
del Sestaione, gode di una posizione particolarmente felice. Le fanno
da cornice boschi di faggio e abeti e vanta la più bella foresta di
abete rosso dell'Italia centrale. E' una delle zone montane più rinomate
per la raccolta di funghi, in un ambiente montano dì grande fascino
tra le cime del Libro Aperto, del Monte Spigolino, del Monte Cimone
e le valli dei torrenti Lima e Sestaione. Purtroppo noi di queste bellezze
non ne possiamo godere, una fitta nebbia ci
attende e quindi ci rechiamo subito al rifugio.
Il rifugio ci dà una bellissima impressione: begli ambienti ristrutturati
da poco, camerette spaziose e accoglienti, una cucina spaziosissima
e comodi bagni con tutti i servizi. Prendiamo possesso delle camere
e ci sistemiamo ognuno come preferisce.
Una volta sistemati si aprono le "ostilità", via all'happy hour : aperitivo con vino di Candia, olive,
salatini e salsicce!! Intanto Erio coadiuvato dalle amiche Franca,
Giusy e Grazia preparano la cena.
Ecco, la cena è servita: risotto con radicchio trevigiano, formaggi,
salumi,
finiamo con dolci vari e limoncello e grappa. Restiamo a lungo a chiacchierare
e godere della compagnia reciproca, poi l'ora si fa tarda e decidiamo
di accomiatarci e ci rechiamo ognuno nelle proprie camere. Dopo una notte
più o meno tranquilla ci alziamo con comodo, molto
comodo e dalla finestra ci appare uno spiraglio di sole, speriamo che
forse riusciamo a fare qualche piccola escursione sulla neve; purtroppo
guardando bene il sole ha sfruttato l'unico spiraglio trà le nuvole e
tutto il resto è celo cupo.
Intanto si aggiungono alla comitiva altri amici e infine siamo in 21;
bene! Decidiamo di fare una breve passeggiata nei boschi sopra il paese
dove c'è presenza di neve: è già quest'anno la neve si è fatta molto
desiderare e il manto nevoso è al quanto scarso. Ci portiamo sopra il
campeggio, verso la pista da sci di fondo nella riserva naturale
biogenetica Pian degli Ontani.
La Riserva Naturale Biogenetica Statale Pian degli Ontani è stata
istituita nel 1977 e si estende per 500 ettari nel Comune di Cutigliano
(PT), sulla destra orografica del torrente Sestaione, tra quota 1.100 e
1.800 metri s.l.m.
La Riserva presenta inclinazione relativamente modesta con zone più
accidentata, costituite da arenaria affiorante. Il soprassuolo boschivo
è caratterizzato quasi esclusivamente da fustaie di faggio, ottenute
dalla conversione di boschi cedui, che in epoca granducale, alimentavano
di carbone vegetale le fonderie di Magona e di Mammiano.
La Riserva di Pian degli Ontani ha lo scopo di conservare un habitat
idoneo al faggio per mantenere e migliorare le sue peculiarità genetiche
in funzione della produzione di semi selezionati.
La faggeta è costituita da piante di altofusto naturale, quasi sempre
puro, che rappresentano la fase finale di cedui convertiti a fustaia fin
dalla fine del XIX secolo o dai primi del Novecento. Come in tutte le
faggete, scarseggiano altre specie arbustive ed erbacee.
La fauna locale è rappresentata dal daino e dal capriolo. Fra le specie
minori di mammiferi abbondano la volpe, la puzzola, la martora, la
faina, la lepre, lo scoiattolo. L'avifauna è costituita dalla poiana,
dal picchio, dalla ghiandaia, dal colombaccio, dalla beccaccia. (
http://www.agraria.org/parchi/toscana/piandegliontani.htm )
Indossiamo le racchette anche se la neve è veramente poca, iniziamo la
nostra escursione e ci troviamo in un ambiente bellissimo tra maestosi e
onnipresenti faggi. Lungo il percorso vi sono cartelli esplicativi sulla
flora e la fauna del bosco è anche possibile osservare la ricostruzione
di una vecchia
carbonaia, antico metodo per la produzione del carbone
vegetale.
Seguiamo la strada forestale sino alla località chiamata l'Orto di
Giovannino, proseguiamo ancora un pò sulla strada, poi prendiamo sulla
sinistra seguendo la segnalazione della Guardia Forestale con n° 3 per
Crinale Traverseto, adesso che saliamo la neve è più abbondante ma
comunque le racchette sono abbastanza inutili.
Troviamo poi un'altro segnale con il n° 4 per il rifugio
Lagacciolo, prendiamo in quest'ultima indicazione, usciamo
momentaneamente dalla faggeta e troviamo un bellissimo bosco di abeti
rossi, veramente maestosi.
seguendo il tracciato ci troviamo ad
attraversare molti
canali pieni di acqua, le ciaspole a questo punto sembrano più pinne che
altro. Imperterriti continuiamo nel fitto bosco e infine iniziamo la
discesa verso il
rifugio
"Lagacciolo” (m.1200) (conosciuto anche come rifugio Lippi)
generalmente chiuso perché gestito dal Corpo Forestale di Stato, ma
offre agli escursionisti un’ampia area pic-nic con sorgente e barbecue.
Dopo una breve sosta, riprendiamo la via del ritorno, anche perchè
inizia a piovere. Invece di tornare sui nostri passi seguiamo la strada
forestale che in circa 3 km ci riporta al punto di partenza.
Non ci resta che tornare al rifugio che ci accoglie nel suo tepore, si
prepara per il pranzo e come al solito quì eccelliamo, le cibarie non
mancano certo.
Le ore passano velocemente e ci rendiamo conto che è ora di rimettere
tutto a posto e rassettare le stanze e con dispiacere dobbiamo riprendere
la via di casa. Lasciamo il rifugio a malincuore, per di più adesso
spunta anche un timido sole.
Questa seconda escursione fine a se stessa non è stata una di quelle
memorabili, ma non si gode solo nel camminare in ambienti magnifici
ma il piacere di passare il tempo con amici, condividere esperienze
passate rinsaldando ancora di più la nostra amicizia sono comunque valori incommensurabili.