U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 

22/06/2014 Monte Altissimo con le associazioni escursionistiche della Versilia

L’Altissimo nella poesia  Il monte ispirò anche il poeta Gabriele d’Annunzio

“Il Peplo Rupestre”

Mutila dea, tronca le braccia e il collo,
la cima dell’Altissimo t’è ligia.
È tua la rupe onde alla notte stigia
discese il bianco aruspice d’Apollo.
La cruda rupe che non dà mai crollo,
o Nike, il tuo ventoso peplo effigia!
La violenza delle tue vestigia
eternalmente anima il sasso brollo.
Quando sul mar di Luni arde la pompa
del vespro e la Ceràgiola è cruenta
sotto il monte maggior che la soggiòga,
sembra che dispetrata a volo irrompa
tu negli ardori e sul mio capo io senta
crosciar la foga dell’immensa foga.

 

 

L'altissimo (m. 1589), è forse la montagna che colpisce maggiormente l'attenzione di chi osserva la catena apuana dalle spiagge di Viareggio. Infatti, data la vicinanza alla costa, il suo ripido versante meridionale assume il carattere di una imponente parete e la montagna nel suo insieme sembra sovrastare le altre cime. Queste sono le ragioni che hanno fatto meritare alla montagna, in realtà non molto elevata. l'appellativo di "Altissimo". Per questa sua evidenza oltre che per l'interesse dato dal suo marmo pregiato, sembra che lo stesso Michelangelo, che fu tra i valorizzatori delle sue cave, avesse concepivo il proposito di scolpire la parete meridionale della montagna in modo che fosse visibile dalla costa. Oggi, percorrere le pendici di questa montagna, è particolarmente affascinante sia per i richiami storici - culturali che essa offre, che per i segni lasciati da secoli d'intensa attività estrattiva.  


 

COME ARRIVARE: Da Seravezza si prosegue sulla strada provinciale per Castelnuovo Garfagnana (strada del Cipollaio), si lascia sulla destra il bivio per Ponte Stazzemese, e si arriva poco dopo alla deviazione per Retignano (9 km) e poi a quella per Levigliani (12 km), si supera il bivio per Terrinca.
Poi si continua fino all’inizio della Galleria del Cipollaio (20km) e si prende la deviazione in salita verso sinistra fino alla sbarra delle cave (21,5km).
É possibile arrivare alla Galleria del Cipollaio anche da Massa passando per Arni e prendere la deviazione verso destra usciti dalla galleria stessa e arrivare alla sbarra (29km).
Oppure da Castelnuovo Garfagnana in circa 21 km.
                                                                                         - INDICAZIONI STRADALI -

 

 
ITINERARIO: Colle del Cipollaio-Cava delle Cervaiole(1150m) -Passo del Vaso Tondo(1382 m) -Monte altissimo(1589m)-Passo del vaso Tondo(1382 m)–Cave del Fondone(ca 1200m) – Le Gobbie (1037m) – Rifugio Puliti (1013m )
 
PARTECIPANTI:  12 escursionisti per la sezione UOEI Ripa di Versilia, in totale 80


 

 

DIFFICOLTA -  (Da E a EEA a seconda dell'itinerario scelto )
 

 
TEMPI DI PERCORRENZA
5,30 h cammino tra andata e ritorno
 


 
SENTIERI CAI PERCORSI : 141P.so Croce – P.so dei Fordazzani – Colle Cipollaio – innesto sent.31
3
Cave Cervaiole – innesto sent.141 – Cava Fondone – Castellaccio – Madonna del Cavatore – Rif. Puliti – Arni – Cave del Tombaccio – P.so Sella
3
1Cave Cervaiole – innesto sent.141 – Cava Fondone – Castellaccio – Madonna del Cavatore – Rif. Puliti – Arni – Cave del Tombaccio – P.so Sella 
142
Cave Cervaiole – Foce Falcovaia – P.so del Vaso Tondo – Cava Fondone,
143
Foce del Frate – P.so degli Uncini – Monte Altissimo – P.so del Vaso Tondo
 33
Arni – Rif. Puliti – Madonna del Cavatore – Le Gobbie – P.so degli Uncini

 

   
 
ACQUA
non presente sul percorso
 
PUNTI D'APPOGGIO :
nessuno
 

PERIODO CONSIGLIATO: Può essere effettuata tutto l'anno, con attenzione nel periodo invernale quando potrebbe esser presente neve.
Del tutto sconsigliato con neve e ghiaccio il sentiero del Vaso Tondo

 

     
                                
 

      

                 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto escursione

            

     

Molte sono le associazioni che nel nostro territorio promuovono le attività di alpinismo ed escursionismo e molte sono le relazioni che intercorrono tra di loro.
Questa iniziativa ha il pregio di portarle alla luce, di farle emergere e di farci riscoprire il piacere di andare insieme in montagna, con un gruppo numeroso e per un'occasione che vorremmo diventasse una festa.
Ci siamo ripromessi di farne un appuntamento fisso, ogni anno a giugno saliremo insieme una delle nostre Alpi Apuane, e lo faremo utilizzando più sentieri e c on difficoltà diverse così da offrire a tutti la possibilità di prendervi parte.
Quest'anno la scelta è stata quella di salire sul monte Altissimo, una montagna carica di significato per la storia, l'arte, e la cultura, conosciuta in tutto il mondo ma ad oggi non sufficientemente protetta e su cui vorremmo che venisse posta maggiore attenzione.
Sono stati scelti sei percorsi con difficoltà diverse, il primo a cura del CAI di Viareggio è: dalla Polla (600 m) per la Via Fanfani , poi con traverso alla Cava dei Colonnoni e risalita del canale fino alla cresta (sentiero 32), il secondo a cura della UOEI Pietrasanta con un dislivello di  m 600 circa dalle Gobbie (1030 m) al Passo degli Uncini, traverso fino alla Tacca Bianca, Passo del Vaso Tondo.
Il terzo poi è a cura del CAI di Pietrasanta,  dislivello m 1000 circa, - Dalla Polla (600 m) per la Via dei Cavatori fino alla Cava dei Colonnoni, e lungo il canale fino al Passo dell'Orso.
Quarto percorso a cura degli Amici della Montagna di Camaiore - dislivello m 600 circa- Dalle Gobbie (1030 m) per il Passo dell'Angiola fino al Passo degli Uncini e per il sentiero 143 fino alla vetta.
Quinto: a cura della nostra Sezione UOEI Ripa - dislivello m 600 circa - Dal Colle Cipollaio (990 m) fino alla Cava delle Cervaiole poi per sentiero 142 fino al Passo del Vaso Tondo e per il sentiero 143 in vetta.
Infine il sesto ancora a cura della sezione UOEI Pietrasanta - dislivello m 600 circa, Dal Catellaccio per le cave del Fondone fino al Passo del Vaso Tondo.
Come detto la nostra sezione si prende cura di salire dal colle del Cipollaio, assieme a noi salgono anche gli amici della UOEI di Torre del lago Puccini.
Appena prima della galleria del Cipollaio, a quota 800 mt , sulla sinistra parte una strada che  porta alle cave. Questa strada è percorribile sino ad una sbarra.
Siamo al Colle del Cipollaio a 900 mt di quota, lasciamo le auto e iniziamo la nostra escursione.

Dunque partiamo per la nostra escursione, il tempo non promette bene, infatti una fitta nebbia e una leggera pioggerella ci fà da preludio a quella che ci aspettiamo una bella camminata.
Lasciate le auto prima della sbarra, in prossimità del sentiero n° 141 che conduce al Passo dei Fordazzani e successivamente a Passo Croce. Noi tralasciamo questo sentiero e ci dirigiamo verso la sbarra che con agilità più o meno felina scavalchiamo il segna via indica che questo è il sentiero m° 31.
Dobbiamo camminare, a mio avviso per troppo tempo, su asfalto, sulla strada che porta alle cave delle Cervaiole, camminando su questa strada tra abeti e qualche pino, anche se il tempo è più tardo autunnale le belle fioriture ci ricordano che comunque siamo in estate.
Giungiamo ad un bivio tra i sentieri 31e 142, noi seguiamo il 31 che conduce alle Cervaiole mentre l'altro porta alle cave del Fondone.
Camminiamo sempre su asfalto in salita e non abbiamo neanche la soddisfazione di distrarci con il panorama che avremo sulla costa, il Corchia e il Freddone.
Giungiamo infine a quello che ai nostri occhi sembra uno sfracello: le cave delle Cervaiole. Tra ruspe enormi e attrezzature di ogni genere entriamo in questo paesaggio surreale dove impera la distruzione del territorio. Impressionante è dove sino a qualche anno fa si poteva ancora vedere il Picco di Falcovaia adesso vi è una spianata......si sono mangiati la vetta!!!
Dopo aver passaato quello che è il cuore della cava in completo silenzio quasi non credendo a quello che vediamo proseguiamo sulla strada marmifera che adesso è sterrata, sino a trovare il bivio con il sentiero n° 142 che andremo a seguire.
In breve ci conduce alla mensa dei cavatori  dove, all'aperto, è presente un altare con una bellissima scultura della Madonna a cui i cavatori sono tradizionalmente devoti.
Proseguiamo seguendo delle scale in cemento che costeggiamo la casa e poi giungiamo ad una cabina elettrica, ultimo edifici che incontreremo sino alla vetta.
Costeggiamo il versante sud est dell’Altissimo su sentiero ben evidente così com’è scavato nella roccia.                            
Troviamo un tratto un po’ scosceso  e dobbiamo aiutarci con le mani e dopo un breve tratto in discesa ricominciamo a salire e giungiamo al Passo del Vaso Tondo a quota 1382 mt. Il passo del Vaso Tondo è il luogo di arrivo dell'omonimo sentiero che arriva dalla cava della Tacca Bianca al passo. Si tratta di una  cengia che si snoda sulla ripidissima parete ovest dell’ Altissimo lunga circa 500 mt. e larga dagli 80 a  100 cm. max. Una volta sulla parete c’ erano dei cavi che potevano fare sicurezza, ora non è rimasto che qualche raro chiodo un po’ rugginoso, non è di per se difficile ma è sconsigliato per le persone che soffrono di vertigini. Tratto che sarà percorso da un altro gruppo della nostra comitiva.
Adesso il sentiero prende la numerazione di 143
che si mantiene sul versante interno con belle viste anche sulla costa, sul Picco di Falcovaia e sulla cresta Folgorito; sul percorso troviamo anche postazioni d’osservazione della seconda guerra mondiale, anche da qui passava quella che era la Linea Gotica.
Continuiamo la salita, ogni tanto la nebbia lascia vedere qualcosa e notiamo che sulla vetta ci sono già numerosi escursionisti che attendono che tutte le comitive arrivino sin sotto la croce.
Lungo il sentiero si trova una vecchia conduttura dell'acqua da non scambiare per corrimano in quanto alquanto instabile. Giunti sulla parete est iniziamo la salita terminale alla vetta. Poi ancora una svolta verso sinistra e un'ultimo strappo.... eccoci siamo finalmente in vetta!
Eccoci quì assieme a tanti amici di altrettante associazioni: CAI -  UOEI - Amici della Montagna,
Quà insieme in felice sodalizio uniti da un'unica passione.
La soddisfazione di essere tutti assieme in cima ad una montagna è enorme e questo ci ripaga della fatica che è occorsa per arrivare sin quì, unico neo della giornata sono state le condizioni meteo e quella persistente nebbia che ci ha privato di un panorama superbo che averlo potuto ammirare avrebbe portato il nostro occhio  a ovest osserviamo un ampio tratto della costa toscana, poi verso nord ovest appare ben visibile il promontorio di Lerici ma anche il golfo di La Spezia con le isole di Palmaria e Tino. Portando lo sguardo verso nord spicca l’affilato spigolo di Monte Sagro, ultima grande cima apuana muovendo verso nord; alla sua destra ecco il cocuzzolo di Monte Tambura e il pronunciato valico di Passo Sella; con vicino l’erbosa vetta del Fiocca e la grande parete rocciosa del Sumbra quindi un tratto della Garfagnana oltre la quale è presente come una barriera il crinale appenninico. Infine, verso sudest, ecco un altro bel gruppo di famose vette Apuane: in primo piano, da sinistra a destra, il Freddone e Monte Corchia; fra i due, ma più in lontananza, ecco la Pania Secca, il Pizzo delle Saette e la Pania della Croce, forse la più famosa tra le vette del gruppo sebbene non sia la più elevata.  Già tutto questo sarebbe potuto possibile osservare se..... la vita è fatta di "se!"

Per la discesa prendiamo quella che è considerata la via normale alla vetta dell'Altissimo. Inizialmente siamo sul sentiero n° 143, già percorso in salita.
 Scendiamo per un breve tratto lungo il filo roccioso che dalla cima cala verso oriente tra affioramenti di marmo; poco oltre il tracciato volge con decisione verso destra. Il sentiero è abbastanza ampio e ben marcato, transitiamo presso una marcata insellatura della cresta che concede un’impressionante veduta della parete sudovest dell’Altissimo.
Proseguiamo ancora su sentiero, sempre semplice e ben segnato, ci avviciniamo al filo di cresta e torniamo alla marcata insellatura del Passo del Vaso Tondo e da qui  prendiamo per le Cave del Fondone 
che sono già  a vista, prendendo sulla sinistra .
Una volta giunti a queste cave ci troviamo in un ambiente molto deturpato dalle attività estrattive, dobbiamo seguire la strada sino alla zona bassa, raggiunto un largo spiazzo con delle vasche di raccolta dell'acqua, prendiamo sulla sinistra siamo sul sentiero n° 31, a destra il 142 che ci porterebbe alla sbarra dove abbiamo lasciato le auto.
Percorriamo ancora la larga strada marmifera per circa una quarantina di minuti e infine raggiungiamo il sentiero n° 33 che in circa 15 minuti ci porta alle Gobbie, sulla strada Arni Passo del Vestito. Un segna via indica che il rifugio Puliti è a quaranta minuti.
Attraversiamo la strada ed entriamo nel piazzale del Ristorante Le Gobbie seguendo le indicazioni, sempre sul 33, superato il ristorante dopo pochi metri si prende a sinistra entrando nel bosco seguendo un tracciato piacevole in leggeri saliscendi sino a uscire su di una radura da dove si avvista la statua della madonna dei cavatori.
Infine dopo circa 6 h raggiungiamo delle prime case in località Case Giannelli,   e subito sotto il Rifugio del CAI di Pietrasanta " Puliti" a mt. 1016
 
dove una grande spaghettata ha concluso festosamente la giornata.


 

 

 

 

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