Molte sono le associazioni che nel
nostro territorio promuovono le attività di alpinismo ed
escursionismo e molte sono le relazioni che intercorrono tra
di loro.
Questa iniziativa ha il pregio di portarle alla luce, di
farle emergere e di farci riscoprire il piacere di andare
insieme in montagna, con un gruppo numeroso e per
un'occasione che vorremmo diventasse una festa.
Ci siamo ripromessi di farne un appuntamento fisso, ogni
anno a giugno saliremo insieme una delle nostre Alpi Apuane,
e lo faremo utilizzando più sentieri e c on difficoltà
diverse così da offrire a tutti la possibilità di prendervi
parte.
Quest'anno la scelta è stata quella di salire sul monte
Altissimo, una montagna carica di significato per la storia,
l'arte, e la cultura, conosciuta in tutto il mondo ma ad
oggi non sufficientemente protetta e su cui vorremmo che
venisse posta maggiore attenzione.
Sono stati scelti sei percorsi con difficoltà diverse, il
primo a cura del CAI di Viareggio è: dalla Polla (600 m) per
la Via Fanfani , poi con traverso alla Cava dei Colonnoni e
risalita del canale fino alla cresta (sentiero 32), il
secondo a cura della UOEI Pietrasanta con un dislivello di
m 600 circa dalle Gobbie (1030 m) al Passo degli Uncini,
traverso fino alla Tacca Bianca, Passo del Vaso Tondo.
Il terzo poi è a cura del CAI di Pietrasanta, dislivello m 1000 circa, - Dalla Polla (600 m)
per la Via dei Cavatori fino alla Cava dei Colonnoni, e
lungo il canale fino al Passo dell'Orso.
Quarto percorso a cura degli Amici della Montagna di
Camaiore - dislivello m 600 circa- Dalle Gobbie (1030 m) per
il Passo dell'Angiola fino al Passo degli Uncini e per il
sentiero 143 fino alla vetta.
Quinto: a cura della nostra Sezione UOEI Ripa - dislivello m
600 circa - Dal Colle Cipollaio (990 m) fino alla Cava delle
Cervaiole poi per sentiero 142 fino al Passo del Vaso Tondo
e per il sentiero 143 in vetta.
Infine il sesto ancora a cura della sezione
UOEI Pietrasanta - dislivello m 600 circa, Dal
Catellaccio per le cave del Fondone fino al Passo del Vaso
Tondo.
Come detto la nostra sezione si prende cura di salire dal
colle del Cipollaio, assieme a noi salgono anche gli amici
della UOEI di Torre del lago Puccini.
Appena prima della galleria del Cipollaio, a quota 800
mt , sulla sinistra parte una strada che porta alle cave.
Questa strada è percorribile sino ad una sbarra.
Siamo al Colle del Cipollaio a 900 mt di quota, lasciamo le
auto e iniziamo la nostra escursione.
Dunque partiamo per la nostra escursione, il tempo non
promette bene, infatti una fitta nebbia e una leggera
pioggerella ci fà da preludio a quella che ci aspettiamo una
bella camminata.
Lasciate le auto prima della sbarra, in prossimità del
sentiero n° 141 che conduce al Passo dei Fordazzani e
successivamente a Passo Croce. Noi tralasciamo questo
sentiero e ci dirigiamo verso la sbarra che con agilità più
o meno felina scavalchiamo il segna via indica che questo è
il sentiero m° 31.
Dobbiamo camminare, a mio avviso per troppo tempo, su
asfalto, sulla strada che porta alle cave delle Cervaiole,
camminando su questa strada tra abeti e qualche pino, anche
se il tempo è più tardo autunnale le belle fioriture ci
ricordano che comunque siamo in estate.
Giungiamo ad un bivio tra i sentieri 31e 142, noi seguiamo
il 31 che conduce alle Cervaiole mentre l'altro porta alle
cave del Fondone.
Camminiamo sempre su asfalto in salita e non abbiamo neanche
la soddisfazione di distrarci con il panorama che avremo
sulla costa, il Corchia e il Freddone.
Giungiamo infine a quello che ai nostri occhi sembra uno
sfracello: le cave delle Cervaiole. Tra ruspe enormi e
attrezzature di ogni genere entriamo in questo paesaggio
surreale dove impera la distruzione del territorio.
Impressionante è dove sino a qualche anno fa si poteva
ancora vedere il Picco di Falcovaia adesso vi è una
spianata......si sono mangiati la vetta!!!
Dopo aver passaato quello che è il cuore della cava in
completo silenzio quasi non credendo a quello che vediamo
proseguiamo sulla strada marmifera che adesso è sterrata,
sino a trovare il bivio con il sentiero n° 142 che andremo a
seguire.
In breve ci conduce alla
mensa
dei cavatori dove, all'aperto, è presente un
altare con una bellissima
scultura della Madonna a cui i cavatori sono
tradizionalmente devoti.
Proseguiamo seguendo delle scale in cemento che costeggiamo
la casa e poi giungiamo ad una cabina elettrica, ultimo
edifici che incontreremo sino alla vetta.
Costeggiamo il versante sud est dell’Altissimo su sentiero
ben evidente così com’è scavato nella roccia.
Troviamo un tratto un po’ scosceso e dobbiamo aiutarci con
le mani e dopo un breve tratto in discesa ricominciamo a
salire e giungiamo al Passo del Vaso Tondo a quota 1382 mt.
Il passo del Vaso Tondo è il luogo di arrivo dell'omonimo
sentiero che arriva dalla cava della Tacca Bianca al passo.
Si tratta di una cengia che si snoda sulla ripidissima
parete ovest dell’ Altissimo lunga circa 500 mt. e larga
dagli 80 a 100 cm. max. Una volta sulla parete c’ erano dei
cavi che potevano fare sicurezza, ora non è rimasto che
qualche raro chiodo un po’ rugginoso, non è di per se
difficile ma è sconsigliato per le persone che soffrono di
vertigini. Tratto che sarà percorso da un altro gruppo della
nostra comitiva.
Adesso il sentiero prende la numerazione di 143
che si mantiene sul versante interno con belle viste anche
sulla costa, sul Picco di Falcovaia e sulla cresta Folgorito; sul percorso
troviamo anche postazioni d’osservazione della seconda
guerra mondiale, anche da qui passava quella che era la
Linea Gotica.
Continuiamo la salita, ogni tanto la nebbia lascia vedere
qualcosa e notiamo che sulla vetta ci sono già numerosi
escursionisti che attendono che tutte le comitive arrivino
sin sotto la croce.
Lungo il sentiero si trova una vecchia conduttura dell'acqua
da non scambiare per corrimano in quanto alquanto instabile.
Giunti sulla parete est iniziamo la salita terminale alla
vetta. Poi ancora una svolta verso sinistra e un'ultimo
strappo.... eccoci siamo finalmente
in
vetta!
Eccoci quì assieme a tanti amici di altrettante
associazioni: CAI - UOEI - Amici della Montagna,
Quà insieme in felice sodalizio uniti da un'unica passione.
La soddisfazione di essere tutti assieme in cima ad una
montagna è enorme e questo ci ripaga della fatica che è
occorsa per arrivare sin quì, unico neo della giornata sono
state le condizioni meteo e quella persistente nebbia che ci
ha privato di un panorama superbo che averlo potuto ammirare
avrebbe portato il nostro occhio a ovest osserviamo un
ampio tratto della costa toscana, poi verso nord ovest
appare ben visibile il promontorio di Lerici ma anche il
golfo di La Spezia con le isole di Palmaria e Tino. Portando
lo sguardo verso nord spicca l’affilato spigolo di Monte
Sagro, ultima grande cima apuana muovendo verso nord; alla
sua destra ecco il cocuzzolo di Monte Tambura e il
pronunciato valico di Passo Sella; con vicino l’erbosa vetta
del Fiocca e la grande parete rocciosa del Sumbra quindi un tratto della Garfagnana oltre la quale è
presente come una barriera il crinale appenninico. Infine,
verso sudest, ecco un altro bel gruppo di famose vette
Apuane: in primo piano, da sinistra a destra, il Freddone e
Monte Corchia; fra i due, ma più in lontananza, ecco la
Pania Secca, il Pizzo delle Saette e la Pania della Croce,
forse la più famosa tra le vette del gruppo sebbene non sia
la più elevata. Già tutto questo sarebbe potuto
possibile osservare se..... la vita è fatta di "se!"
Per la discesa prendiamo quella che è considerata la via
normale alla vetta dell'Altissimo. Inizialmente siamo sul
sentiero n° 143, già percorso in salita.
Scendiamo per un breve tratto lungo il filo roccioso che
dalla cima cala verso oriente tra affioramenti di marmo;
poco oltre il tracciato volge con decisione verso destra. Il
sentiero è abbastanza ampio e ben marcato, transitiamo
presso una marcata insellatura della cresta che concede
un’impressionante veduta della parete sudovest
dell’Altissimo.
Proseguiamo ancora su sentiero, sempre semplice e ben
segnato, ci avviciniamo al filo di cresta e torniamo alla
marcata insellatura del Passo del Vaso Tondo e da qui prendiamo per le Cave del Fondone
che sono già a vista,
prendendo sulla sinistra .
Una volta giunti a queste cave ci troviamo in un ambiente
molto deturpato dalle attività estrattive, dobbiamo seguire
la strada sino alla zona bassa, raggiunto un largo spiazzo
con delle vasche di raccolta dell'acqua, prendiamo sulla
sinistra siamo sul sentiero n° 31, a destra il 142 che ci
porterebbe alla sbarra dove abbiamo lasciato le auto.
Percorriamo ancora la larga strada marmifera per circa una
quarantina di minuti e infine raggiungiamo il sentiero n° 33
che in circa 15 minuti ci porta alle Gobbie, sulla strada
Arni Passo del Vestito. Un segna via indica che il rifugio
Puliti è a quaranta minuti.
Attraversiamo la strada ed entriamo nel piazzale del
Ristorante Le Gobbie seguendo le indicazioni, sempre sul 33,
superato il ristorante dopo pochi metri si prende a sinistra
entrando nel bosco seguendo un tracciato piacevole in
leggeri saliscendi sino a uscire su di una radura da dove si
avvista la statua della madonna dei cavatori.
Infine dopo circa 6 h raggiungiamo delle prime case in
località Case Giannelli, e subito sotto il Rifugio del CAI
di Pietrasanta " Puliti" a mt. 1016
dove una grande spaghettata ha concluso festosamente
la giornata.