U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 

08/06/2013 Ferrata del Contrario o degli Alberghi
 

   La ferrata del monte Contrario è la più lunga delle Alpi Apuane, si tratta di un paretone di 700 metri molto esposta affacciata sul Mar Tirreno, panoramici unici assicurati, tecnicamente difficile e soprattutto fisicamente impegnativa;  è stata completata nell’anno 2002 e, per quanto riguarda le attrezzature, è caratterizzata da materiale nuovo ottimamente fissato alla roccia che segue tutto il percorso fino alla fine (1645mt) situata poco più in alto ad ovest del Passo Delle Pecore (1611mt). Il cavo metallico, in ottime condizioni, è continuo e si interrompe per qualche metro solo in una piccola zona pianeggiante, senza alcun pericolo.     




 

COME ARRIVARE: Da Massa si segue per Forno, la si supera e al primo bivio si tiene la destra. Si prosegue fino a incontrare uno spiazzo con muro di cemento, ove parcheggiare, subito prima della sbarra che segna l'inizio della marmifera


                                                                             INDICAZIONI STRADALI -

 

 
ITINERARIO: Biforco (mt.376 mt.) - Cava Romana (500 mt. circa ) - Casa degli Alberghi (980 mt.) - Attacco ferrata (1050mt) - Passo delle Pecore (1611 mt.) - Rifugio Orto di Donna (1497 mt.) - Rifugio Donegani (1200 mt.)
 
 
 
PARTECIPANTI:  14 - escursionisti ( 12 UOEI Ripa di Versilia - 2 CAI Pietrasanta )


 

 

DIFFICOLTA’  -  (EEA allenati)
 

 
TEMPI DI PERCORRENZA
6 h
 


 
SENTIERI CAI PERCORSI :
168
Biforco – Canal Fondone – Foce Rasori
167
Biforco – Lizza degli Alberghi – Valle degli Alberghi – raccordo sentiero “Ferrata del Contrario” – Case Carpano – Forcella di Porta – Bivacco Aronte – P.so della Focolaccia
(tracce blu per la ferrata) - via ferrata
180
Val Serenaia – Orto di Donna – collegamento sent.178 – Rif. Orto di Donna/Cava 27
   
 
ACQUA
Fonte prima dell'attacco della ferrata non sempre presente; rifugio Orto di Donna
 
PUNTI D'APPOGGIO :
rifugio Orto di Donna
                               

PERIODO CONSIGLIATO: Primavera - estate
In caso di temporale,l’escursione diventa molto pericolosa,per cui richiede una attenta valutazione delle condizioni meteorologiche in atto e previste.

 

Altimetria

 

Cartina zona

Traccia Google Hearth

scarica traccia GPS

                                
 

      

                 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto escursione

            

E' già molto tempo che programmiamo di fare un'escursione sulla ferrata, costruita nel 2002, del Monte Contrario, nome non molto esatto perché, infatti, la ferrata non termina sul Contrario ma in vicinanza del Passo delle Pecore, da dove si potrebbe continuare verso la vetta, difficile, del Contrario.
Oggi ci decidiamo a cimentarci su questa lunga parete.
Siamo in 14 ci sistemiamo sulle macchine e partiamo alla volta di Massa successivamente risaliamo la valle del fiume Frigido, seguendo le indicazioni per Forno e poi seguire la strada fin dove finisce l'asfalto in località Biforco ( 376 mt.).
località posta alla biforcazione di due grandi valloni: il Canale Cerignano e il Canale Fondone.
Da qui inizia la nostra escursione, indossiamo gli scarponi e ci issiamo gli zaini sulle spalle e via si parte su strada marmifera lungo il Canal Fondone, sentiero n° 168,
dopo poco, sulla destra, si trova la voragine della Cava Romana e ancora più avanti, sempre sulla destra ha inizio la lizza che porta alla valle degli Alberghi che noi imbocchiamo decisamente lungo il sentiero CAI n. 167. La lizza è ben conservata e vi si notano ancora i fori dei " piri", pali di marmo o legno dove venivano avvolti i cavi per frenare o mollare i carichi di marmo che scendevano a valle, e ci sorge spontaneo pensare a che fatiche dovessero sopportare chi lavorava nelle cave sino agli anni cinquanta.
Le vie di lizza, per chi non lo sa, sono vecchie vie  che servivano per il trasporto dei blocchi di marmo dalle cave generalmente in quota sino  a valle e hanno tutte delle pendenze vertiginose, per chi voglia approfondire l'argomento nelle librerie vi è un bel libro di Enrico Medda e F. Bradley " Le strade dimenticate. Vie di lizza e discesa del marmo nelle alte valli massesi" Massa, 1989 (Poliedizioni, Massa 1995 2 ed.). 
Dicevamo della pendenza di queste vie e anche questa che stiamo percorrendo non è tra le meno ripide; quindi dobbiamo salire affannosamente.
Dopo circa un'ora giungiamo dove la lizza spiana un pò e entriamo nella valle degli Alberghi. Questo nome deriva dal fatto che in questa valle vi è un grande edificio chiamato appunto la casa degli Alberghi dove i cavatori che lavoravano in queste cave trovavano ricovero.
Entrando nella valle abbiamo un bel colpo d'occhio sulla tutta la valle stessa e in particolare la grande parete del Contrario.
Proseguiamo e ci dirigiamo verso la casa degli Alberghi seguendo anche le indicazioni per la ferrata.
Arrivati alla casa ci aspettavamo di trovare il pastore che da molti anni viene quassù a portare le pecore al pascolo estivo. Qualcuno pensa che sia da pazzi vivere molti mesi qui in completo eremitaggio ma invece si tratta di chi vuol vivere libero e radicato a culture ormai in via d'estinzione, un giovane uomo è lì con le sue capre è ammirevole che ancora si possano trovare di queste persone ma paragonandolo ai nostri figli ci meravigliamo anche e neanche poco.
Purtroppo questa volta non lo troviamo e non capiamo neanche se anche lui si è arreso e non sale più sino a questa splendida valle.
Dopo una breve visita alla casa  ripartiamo, anche perché quell'odore, che ancora aleggia nell'aria e le migliaia di mosche che ci assalgono il tutto diventa insopportabile, passiamo sopra la casa e  seguiamo un vecchio sentiero dei cavatori, arriviamo ad un'altra costruzione, scendiamo in un canale, si risale, troviamo un paio di frecce e un cartello che spiega lo sviluppo della ferrata, come comportarsi e l'equipaggiamento da indossare. 
Dopo due ore circa di marcia faticosa siamo giunti all'attacco della ferrata il cartello precedente diceva che siamo a quota 1058 metro più metro meno.
Riprendiamo un attimo fiato e poi indossiamo tutto il kit da ferrata al completo, il casco oggi che fa molto caldo, alcuni di noi, imprudentemente lo hanno lasciato a casa. Va bene che è una giornata torrida ma un piccolo sassolino che giunge da diversi metri di altezza potrebbe creare danni seri; mai dimenticarsi il kit completo!! In alto il terreno potrebbe esser più smosso e una pietra può sempre cascare.
Uno a uno ci portiamo all'attacco e senza indugio ci affermiamo al cavo, subito abbiamo la sensazione che sarà un bel tiro alla fune! Infatti ci troviamo su un grande lastrone liscio senza appigli e dobbiamo issarci su a braccia, giungiamo in una zona pianeggiante,
che affrontiamo traversando verso sinistra: qua il cavo metallico risulta divelto, probabilmente a causa di alcuni grossi massi franati, ma questo non pregiudica la sicurezza della progressione.
Verrebbe voglia di rimanere qui, a me quel luogo dava un gran senso di pace, ma proseguiamo. Man mano che saliamo la ferrata diventa sempre più ripida, in alcuni casi vi sono dei gradoni dove salire è facile ma in molti altri la tecnica del tiro alla fune era l'unica da fare, puntare i piedi in aderenza e issarsi con le braccia.
Arriviamo su un piccolo spiazzo dove possiamo fermarci e mangiare qualcosa,
approfittiamo per ammirare il panorama che spazia dalla parete sud-ovest del Contrario al Pizzone e alla Forbice del Grondilice, con la valle degli Alberghi che si snoda praticamente sotto ai nostri piedi
, notiamo la casa degli alberghi, come appare lontana!
Ripartiamo e subito troviamo una scaletta  che ci agevola la salita, entriamo nella parte più esposta della ferrata ancora un pò di cavo, un'altra scaletta e siamo nel tratto finale della ferrata, un ultimo sforzo l'ultimo tratto da issarci con le braccia e siamo nel versante che dà sulla val Serenaia (1655 mt) con il Pisanino, il Cavallo, il Contrario proprio sopra le nostre teste, E' stata faticosa ma che soddisfazione! Ad effettuare tutta la ferrata ci abbiamo messo 2,45 ore. 
Ci togliamo di dosso tutto l'armamentario, un pò di sosta intanto ci scambiamo le nostre opinioni sulla ferrata tutto sommato positive, ne è uscito fuori che: La ferrata è stata costruita con materiali e tecniche buone, i cavi, i paletti e i morsetti sono tutti di acciaio inossidabile, i pali sono ben fissati, mancano in molti casi degli appigli artificiali e gli scalini non sempre sono a una distanza tale da, specie persone come me con gambe corte, poter  raggiungere agevolmente, l'ambiente, è spettacolare e dato il grado di difficoltà possiamo dire che anche noi sulle Apuane abbiamo una signora ferrata senza niente togliere alle altre, tipo la Siggioli, quella del Procinto e  del Forato.
Decidiamo di scendere verso il rifugio Orto di Donna del Parco delle Apuane, prendiamo il sentiero dove sono ancora fissati dei cavi per aiutare la discesa in quanto questo tratto e molto smosso ma in breve siamo su un sentiero tranquillo e in circa 15 minuti giungiamo al rifugio. Una sosta per il pranzo ce la siamo meritata e all'ombra dei faggi in prossimità del rifugio ci mangiamo il nostro panino e le cialde di Bruno. Questa volta  non ha portato la macchinetta del caffè e allora ce lo andiamo a prendere nel rifugio.
Dopo una sosta prolungata prendiamo la strada marmifera numerato n° 180 attraversiamo le numerose cave che ormai non vengono usate per l'estrazione del marmo ma per prelevare detriti per ricavarne carbonato di calcio. Il risultato non cambia è uno scempio unico!!
Una volta giunti al rifugio Donegani ci vuole una bella birra fresca e poi  cambiate le magliette super sudate incontriamo l'autista del pullman che ci porterà di nuovo a Forno per recuperare le auto.


 

 

  inizio pagina                                                                                                                                                                              indice abbiamo fatto