Foto escursione

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Questa domenica ci uniamo alla sezione
di Torre del Lago che ha organizzato questa bella ed interessante
escursione sulla Via degli Acquedotti da Lucca a Pisa.
Non conoscendo la zona e non avendo trovato molto materiale per
documentarmi non potrò essere molto preciso nella relazione di questa
bella e lunga camminata. Comunque ci provo!
La necessità di dotare Lucca di un grande
acquedotto per rifornire la città di acqua di buona qualità, fu
affrontata fin dagli inizi del Settecento. I lavori di costruzione
dell’acquedotto, realizzato per volontà di Maria Luisa di Borbone grazie
al regio architetto Lorenzo Nottolini, iniziarono nel 1823 e, interrotti
più volte, terminarono nel 1851.
Giunti a Lucca con il treno ci portiamo
alla vicina San Concordio da dove parte la nostra escursione, dal "Tempiettodi
San Concordio"
che è in realtà una cisterna costruita dal 1823 al 1825..
Costeggiamo i 459 archi dell'acquedotto su un facile sentiero
pianeggiante, veramente ne mancano 6 in quanto, con lungimiranza, sono
stati abbattuti per far passare l' autostrada A11 tra i caselli di
Lucca e Capannori. Per passare oltre è stata costruita una passerella
che scavalca la stessa.
Dopo circa 3 Km raggiungiamo dopo un breve tratto in salita il
tempietto di Guamo in
stile neoclassico
dorico. da dove ha
origine la prima arcata dell'acquedotto
che fungeva in passato da primo serbatoio per la
distribuzione dell’acqua alla città di Lucca.
Dopo circa 300 mt sul sentiero che percorre lungo l'acquedotto interrato.
Non ci si può sbagliare, gli antichi pozzetti di filtraggio delle acque
dell’acquedotto, caratteristici cilindri semi-interrati in mattoni
rossi, ci accompagnano per tutto il tratto;
oltrepassiamo un cancello e percorriamo
ancora il sentiero, sino a raggiungere dopo un breve tratto di circa 700
metri, il maestoso e imponente sito delle Parole d’oro entrando
nella zona di Rispetto
dell'acquedotto monumentale di Guamo
.
Ora gli archi lasciano il posto ad un lungo e serpeggiante canale:
la Serra Vespaiata;(costruzione
che riuniva le acque del Rio San Quirico e del Rio di Valle).
Il posto dove si trova la Serra
Vespaiata viene chiamato “Alle parole d’oro” perché la gente del
posto aveva scambiato per oro le lettere d’ottone lucente che
ricoprivano un'iscrizione scolpita sulla pietra di un piccolo ponte.
Questo è un posto romantico dove è stato saputo coniugare
con grande maestria e rispetto, l’ingegnosa opera
dell’uomo con l’armonia della natura. Non vi sono aggettivi per
descrivere con quale grazia sia stata modellata l’architettura del
paesaggio. I tempietti neoclassici di raccolta delle acque e i canaloni
di scolo, si alternano su vari livelli in balze di prati erbosi con i
cipressi che fanno da quinta scenografica ai lussureggianti boschi
retrostanti. Luoghi nascosti che farebbero sognare pittori romantici
quali Fridrich e compagni.
Proprio come una
monumentale e affascinante via d’acqua: come tempietti votivi di una dea
pagana, le opere di captazione delle sorgenti dei monti di Guamo
sembravano consacrare la via d’acqua prima che raggiungesse le mura di
Lucca.
Seguendo il sentiero n° 128
ci inoltrandoci nel bosco di
pini marittimi, corbezzoli e agrifogli dove risaltano i fiori gialli
di ginestrone.
La prima parte dell’escursione sale molto, alternando tratti di salita
leggera e costante a piccoli tratti impegnativi dal punto di vista
fisico.
Al termine della salita giungiamo su una strada sterrata sul monte della
Gallonzora,
percorrendo la strada in discesa passiamo di fronte all'Osservatorio
Astronomico di Capannori (O.A.C.), una stazione osservativa collocata
nella frazione di Vorno, sul Monte della Gallonzora, in una zona
panoramica senza luci artificiali che possano disturbare la visione del
cielo.
La gestione scientifica dell'Osservatorio è
affidata all'Istituto Ricerche Fotometriche (I.R.F.) che effettua
attività di ricerca scientifica nei due ambiti disciplinari di
astronomia e ambientometria. L'osservatorio, infatti, è sia astronomico,
sia ambientometrico (monitoraggio delle polveri in atmosfera).
Proseguiamo il cammino adesso su
strada asfaltata per circa 2 Km in discesa sino a giungere
alla
pieve dall 867, è dedicata a San Pietro
e Compatrona Maria SS. Assunta al cielo,
ed era forse una delle 28 esistenti a Lucca al tempo del vescovo
Frediano. La prima chiesa risale al V-VI secolo ed era piuttosto piccola. La
seconda fu realizzata tra il 1300 e il 1390. La terza, quella attuale,
risale al 1794 Soffittata a volta, furono prolungate tre navate, che
inglobarono la parte centrale del portico. La quarta navata fu ridotta
per fare simmetria col transetto del lato opposto. Nella chiesa si
trovano alcune tele di notevole valore. Imponente la mole campanaria con
4 bifore, tetto a piramide, con 4 grosse campane che realizzano un
meraviglioso concerto. Il
primo documento che attesta l'esistenza della Pieve di S. Giovanni e S.
Pietro in loco Eowurno, risale al 867.
Altri documenti del 1000 e del 1002 affermano che Vorno aveva
giurisdizione su Cantignano, Coselli, Guamo e Verciano.
Vorno deriva dal nome personale Eowurnum, che poi si
trasforma in Eowurnus, Evurnus, e infine in Vurnus = Vorno. La storia di
Vorno è antichissima. Abitato prima da popolazioni preitaliche, poi dai
romani. Tra il V e il VI secolo.
A Vorno vi sono
anche molte ville antiche, qualcuna addirittura
risalente all’epoca di Elisa Bonaparte, qui troviamo un paesaggio tipico
della campagna lucchese, ricco di terrazzamenti ad olivo, prati con
alberi da frutto e molti fiori di campo.
Costeggiamo il Rio di Vorno
su strada asfaltata dopo circa 1 km giungiamo a Cima Vorno da dove parte
la vecchia mulattiera,che
corrisponde al sentiero n° 124, tra la Piana lucchese e la Conca di
Calci o Val Graziosa, attraverso l’importante
valico di Campo di Croce a oltre 600 metri di quota ( sul versante calcesano
si parla così di Via Lucchese).
Il sentiero qui e prevalentemente a castagni risalendo
l'ombrosa valle incontriamo cascatelle e rapide, dobbiamo attraversare
per due volte il Rio di Vorno. Pian piano arriviamo verso la fine della
salita e ci troviamo in una zona un pò brulla dove si vedono ancora i
segni di incendi che hanno devastato il bosco. Incrociamo una strada
forestale e la seguiamo per circa 200 mt. e giungiamo a Campo di Croce
dove convergono altri percorsi.
Approfittiamo del
bel bosco di
cedri del libano per
poterci fermare per riprendere fiato e finalmente per mettere qualcosa
sotto i denti.
Dopo un sosta di una quarantina di minuti riprendiamo il cammino e da
adesso andremo in discesa. Percorriamo la strada forestale per circa 2
km e poi sulla sinistra parte il
sentiero n° 16 per il Passo della Conserva che raggiungiamo dopo 1,5
km.
Da adesso entriamo nella Valle delle Fonti da dove parte l'acquedotto
voluto dal
granduca
Ferdinando I de' Medici. Veramente inizia ancora più avanti, infatti noi
adesso siamo sul sentiero 117 che percorriamo sino ad una prima fonte,
da qui inizia il sentiero n° 119.
La Valle delle Fonti, anche conosciuta come
Via delle Fonti, è una area naturale protetta di interesse locale in
provincia di Pisa. Essa è situata nel contesto dei Monti Pisani. Il nome
deriva dalla presenza, lungo il percorso che sale al monte, di numerose
fonti dalle quali si dirama, appunto l'antico acquedotto mediceo pisano.
Le acque provengono da più sorgenti
o polle scavate nella roccia della Valle delle Fonti, tra le più
importanti ricordiamo: la polla degli Ontanelli, la polla della Scarpata
d' Orlando, la polla del Grugnolo.
Queste acque vengono fatte passare dentro un gran numero di
bottini o purgatoi, costruiti in pietra, coperti a volta reale nei quali si
depurano rallentando la loro velocità. Attraverso dei canali giungono al
Cisternone, una grande stanza a volta reale contenente un' ampia vasca
di raccolta, capace di supplire per dieci o dodici ore ai bisogni della
città nei casi in cui l'acqua delle sorgenti diminuisse a causa della
siccità. Dopo aver raccolto anche le acque provenienti dalla valle della
Ragnaia, le tubazioni sotterranee raggiungono il Bottinello di S.Rocco
costruito dai Medici e successivamente restaurato dai Lorena nel corso
del 1700 e dal Comune di Pisa dopo l'Unità d'Italia. Da qui una galleria
lunga più di 400 metri conduce l'acqua all'acquedotto Mediceo.
All'interno della loggia si
trovano ancora due importanti lapidi, una del 1613 e una del 1617, che
ricordano i Granduchi Ferdinando I e Cosimo II in quanto realizzatori
dell' Acquedotto.
La prima lapide suona così:
ACQUAEDUCTUM A
FERDINANDO
MAGNO DUCE ETRURIAE III
SALUBRITATIS URBIS
INCHOATUM
COSMUS II. MAGN. DUX. III
PERFECIT ANNO MDCXIII
Nella seconda lapide
leggiamo:
COSMO II
MAGNO D.
ETRURIAE IIII
A. MDCXVII
Continuiamo il nostro cammino su un sentiero molto ripido e scivoloso
sempre seguendo il percorso dell'acquedotto sino, appunto a giungere al
Cisternone, da quì dopo poco inizia una strada che scende in breve al
paese di Asciano.
Una volta giunti nel paese siamo andati all'assalto del
bar chi per un caffè, chi per
un gelato o magari una birra.
Dopo esserci riposati e rifocillati riprendiamo il, cammino verso
la conduttura sopraelevata costituita da 934 archi che
da Asciano ci condurrà sino a Piazza delle Gondole a Pisa.
Procediamo lungo l'acquedotto prima su strada asfaltata, per fortuna
chiusa al traffico e poi su sterrata
Dopo circa 6 km lungo questa via giungiamo, finalmente in
piazza delle Gondole a
Pisa dove c'è la prima fontana cittadina della città.
Adesso non ci resta che proseguire verso la nostra meta che è la famosa
piazza dei Miracoli, una
delle più belle piazze d'Italia se non la più bella!
Terminiamo la nostra camminata alla
Fontana dei Putti felici di
aver effettuato una così bella escursione.
Non poteva mancare la foto di
gruppo e poi ci dirigiamo, finalmente, a prendere il treno per
tornare a casa per un meritato riposo.
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