Oggi le previsioni meteo sono buone...finalmente una domenica decente!
Peccato, solo, che siamo solo in sei, ma era prevedibile in quanto escursione
difficile molti hanno preferito andare al mare. Ma non fà niente si parte
puntualmente come avevamo previsto alle ore 08,00 da Ripa e ci aspettano due ore
di macchina per raggiungere il paese di Vinca.
Giunti al paese non vi entriamo e ad un bivio continuiamo prendendo la strada di
destra passando sotto il centro del paese e continuiamo sino al cimitero dove
c'è la grande statua della Madonna del cavatore.
E' nostra intenzione prendere il sentiero che da quì porta a congiungersi con i
sentieri 175 e 38, ma un signore vedendoci ci invita a non percorrere questo
tratto di sentiero in quanto ostruito dalla vegetazione.
Decidiamo, allora di proseguire a piedi lungo la strada per un centinaio di
metri dove sulla sinistra parte un'evidente sentiero, non segnalato.
inoltrandoci si intuisce subito dalla sua larghezza che è una vecchia strada e
sicuramente faceva parte di quella che viene chiamata la Via dei Tedeschi.
camminiamo tra splendidi
castagni secolari di notevoli dimensioni; attraversiamo dei torrenti che le
piene passate hanno spazzato via le condutture dove passava sopra la strada,
siamo all'ombra e camminiamo speditamente ma..... c'è sempre un ma, questa
strada prosegue nel verso opposto a dove dovremmo andare, và verso il paese di
Vinca.
Dopo circa mezzora giungiamo a quello che doveva essere la nostra partenza, cioè
la marginetta del Doglio dove partono i sentieri 175 e 38.
Prendiamo questi sentieri che procedono assieme continuiamo il nostro percorso
su quella che è la Strada dei Tedeschi.
Proseguiamo e oltrepassiamo delle costruzioni: le Case dei Fiorentini, dove
venivano a fare campeggio dei Boy Scout evidentemente di Firenze. Su una casa
ancora si legge benché sbiadito Campo Firenze e lo stemma della città che
notoriamente è il giglio.
Pian piano la vegetazione si dirada e sulla sinistra notiamo un bel cespuglio di
ortensie e una siepe di Bosso segno evidente che c'era o c'è una casa. Infatti
proseguendo la vediamo ed non è una casa abbandonata ma besì ristrutturata.
Andando ancora avanti dopo pochi metri troviamo sulla sinistra il sentiero n°
153, che scende alla strada che viene da Vinca, quella dove abbiamo lasciato le
auto. Seguiamo ancora il n° 38 dirigendoci verso Capanna Garnerone. Il panorama si apre sulla sinistra sul
pizzo d’Uccello, sulla foce di Giovo, sulla cresta Garnerone ed i sottostanti
pendii erbosi e rocciosi, a destra in basso c’è il paese di Vinca ed in alto la
mole imponente del Sagro.
Proseguendo sempre sul n° 38 giungiamo ad un bivio tra il nostro 38 e il 153 che
parte sulla sinistra, è quest'ultimo che ci condurrà a Capanna Garnerone.
Il sentiero è immerso nel bosco e in questa stagione si possono
assaggiare questi dolci frutti sulle moltissime piante che invadono il sentiero.
Giungiamo, poi, ad un'altro grosso rudere a circa
1100 mt. ci troviamo per un breve tratto all'aperto ma subito dopo ci si inoltra
in un fittissimo bosco di pini, in breve giungiamo alla Capanna Garnerone (
1280m.) o a quello che rimane della Capanna, è stata smantellata e dai cartelli
che ci sono in giro capiamo che nei prossimi giorni ci sarà un trasporto con
elicottero per portare il materiale per poter costruire un nuovo bivacco, certo
che fà una brutta impressione non vedere più quella costruzione arancione!
Facciamo una piccola sosta per rinfrescarci alla bella fonte della Vaccareccia e
riprendere un pò di fiato.
Riprendiamo il cammino, sempre nel bosco, sul sentiero 173 in comune con il 168
e in pochi minuti siamo alla Foce Rasori ( 1318 mt.). Uscendo dal bosco il
panorama si apre sul versante marino e il lungo e profondo Canal Fondone.
Molto interessante
anche la vista sul complesso versante Sud-Ovest del M. Grondìlice e la cresta dei Pradacetti
con le rocciose cime del Torrione Fìgari con il suo masso sospeso proprio sulla
sua cima dedicato all’alpinista Bartolomeo Figari e della nostra meta: la Punta Quèsta.
Seguiamo il sentiero n° 168 verso est e in breve giungiamo alla
piazzola per atterraggio elicotteri.
Sempre camminando sul 168 giungiamo ad un bivio dove bisogna fare molta
attenzione perchè non ben evidente, segnalazione su roccia per Punta Quèsta. Il
168 scende, a destra, nel Canal Fondone, mentre noi dobbiamo salire sulla
sinistra il sentiero appena detto. Proseguiamo e la traccia non è sempre su
sentiero ma spesso si attraversano delle roccette che non presentano nessun
problema.
Superiamo un
boschetto di faggi e giungiamo alla base
di un torrione posto a
sinistra del Figari, poi allo sbocco di un canale che separa questo piccolo
torrione dal Torrione Figari (presente un piccolo vasetto con un quadernino…allagato!!).
Seguiamo ancora la traccia tra i faggi e costeggiando il Figari
giungiamo ad una segnalazione per la Punta Quèsta, noi la ignoriamo e
continuiamo dritto seguendo una traccia non più segnata ma comunque evidente, ci
troviamo su una breve cengia e poi dobbiamo affrontare due salite facili
ma comunque con l'aiuto delle mani sino a che la traccia si interrompe, anche
perché proseguendo si farebbe un bel volo nella Valle degli Alberghi, vi sono
diversi canalini sulla nostra sinistra, dobbiamo prendere l'ultimo, si sale
facilmente tra paleo e roccette, a quest'ultime dobbiamo fare attenzione perchè
molte sono smosse e più che per chi sale il problema potrebbe essere per chi
segue.
Al termine del canalino dobbiamo scendere brevemente ad una insellatura e
poi risalire subito ancora in un canalino sino a giungere all'ante cima del
Quèsta, infatti la punta è composta da due cime con la differenza di quota
minima, la cima Sud-Est (1522.0 m) e la cima Nord-Ovest (1521.4 m). Scendiamo
dalla prima per circa una decina di metri e poi risaliamo sulla vetta principale
dove dobbiamo fare attenzione in quanto abbastanza esposto.
Ma eccoci finalmente in vetta, per chi era la prima volta è stato molto
emozionante giungere in un luogo dove non si era mai stati, l'avevano sempre vista dal basso.
Il panorama, è splendido abbiamo davanti a noi le Apuane
Settentrionali che si presentano in tutta loro aspra
e possente bellezza. Questo è un punto centrale delle Apuane Settentrionali,
sotto di noi la visuale si affaccia sulla vertiginosa e bellissima Valle degli
Alberghi e davanti a noi come non ammirare il gruppo Contrario Cavallo, un vero
spettacolo , di fianco a noi sulla vicina Torre Figari il masso sulla vetta che ci
ha fatto parlare molte volte di questa curiosità.
Dopo aver fatto le solite foto di rito riprendiamo la via della discesa. Scendiamo tenendo la sinistra e
dirigendoci verso est prendiamo una traccia tra detriti abbastanza infidi,
perdere l'equilibrio non è molto raccomandabile! Soprattutto nel delicato
passaggio successivo in discesa su terreno friabile e molto esposto, percorriamo
una larga cengia erbosa con la presenza di qualche faggio.
Costeggiamo la
parete del Torrione Fìgari, la cengia si fa rocciosa e diviene più stretta, ma
sempre comoda.
Giungiamo alla caratteristica Focetta a 1436 mt da dove dovremmo calarci in
corda doppia per circa una trentina di metri. All'inizio del canalino
sott'ostante è stata posizionata una corda ad anello assicurata ad una roccia dove assicuriamo la
nostra corda di calata.
Il nostro piccolo gruppo se la cava molto bene nello
scendere e in pochissimo tempo siamo tutti in fondo, Questa calata l'abbiamo
effettuata in corda doppia ma non presenta grandi difficoltà anche
nell'effettuarla in libera, sulle guide viene classificata di 1° grado.
Scendiamo ora ancora lungo il canale verso ovest su ravaneto, attenzione a non
scivolare! Al termine del canale ci ritroviamo sul sentiero che abbiamo percorso
precedentemente.
Per il ritorno ripercorriamo integralmente il sentiero già fatto e quindi
giungiamo di nuovo a foce Rasori e poi a Capanna Garnerone dove pranziamo e
rimaniamo per un po' a scambiarci le nostre impressioni sull'escursione.
Riprendiamo il cammino a ritroso ma questa volta scendaimo dal sentiero n° 153,
ed in 35 minuti arriviamo alla strada, non ci resta che camminare per circa un
km su questa strada e raggiungeremo le auto.