Questa escursione era prevista per la
settimana scorsa ma le avverse previsioni meteo ci hanno obbligato a
ripiegare per rimandarla a oggi.
Purtroppo era una di quelle
escursioni che vengono fatte per unire più associazioni possibili del
territorio e avevano dato la loro adesione tutte le sezioni
UOEI,
CAI e Amici della Montagna Della Versilia.
Al ritrovo
dobbiamo prendere atto che saremo in pochi, infatti le varie
associazioni avendo già altre iniziative in programma hanno rinunciato.
Bè allora visto che ormai non arriverà più
nessuno partiamo alla volta di Fociomboli da dove partirà la nostra
escursione.
Giunti a Passo Croce termina la strada asfaltata e ci
troviamo davanti ad un bivio, a destra una strada camionabile per le
cave chiusa da una sbarra e a sinistra un'altra sterrata ex strada di
cava che ci porta a Fociomboli. La percorriamo in macchina ma non è
consigliato a macchine dal fondo basso dato il pessimo stato della
strada stessa.
Eccoci a destinazione, lasciamo le auto in prossimità
della marginetta Cocci; Fociomboli è posto
fra il Freddone e il Corchia: dal valico si può andare sul Freddone, sul
Corchia, a Foce di Mosceta,
alla torbiera di Fociomboli, ai bei prati terrazzati
del Puntato e al paese abbandonato di Col di Favilla.
Una
volta formato il gruppo partiamo alla volta della nostra prima meta: il
rifugio del Freo del CAI di Viareggio in località Mosceta.
Percorriamo ancora per alcuni minuti la strada sterrata e poi sulla
sinistra si trovano le indicazioni del sentiero 129.
Il sentiero
entra subito nella fitta faggeta, è un sentiero comodo in quanto
prosegue quasi sempre in falso piano ma purtroppo non ci permettere di
vedere il panorama tranne alcune rare volte che si apre su Sumbra.
Giungiamo in cima
alla cresta che scavalcandola porta il sentiero in ripida discesa, un
po' insidiosa in caso di terreno bagnato.
Poi torna a seguire un
tracciato i leggeri saliscendi sino ad uscire del bosco e prendere in
discesa tra larici e a seconda del periodo anche tra molti lamponi, la
vista si apre sulla Pania e il Pizzo delle Saette, il sentiero ci
porta sui bei prati di Mosceta dove appunto sorge il rifugio Del Freo.
Ricompattiamo il gruppo e poi partiamo alla volta della regina delle
Apuane: "la Pania della Croce".
Imbocchiamo il sentiero n° 126
andando verso la Foce di Mosceta. Importante snodo di sentieri.
Iniziamo a salire, giungiamo ad un boschetto, uno punto all'ombra, lo
oltrepassiamo e iniziamo a salire per numerosi tornanti, guardandoci
intorno vediamo il Sumbra e il vicino Fiocca, in basso la valle di
Mosceta sovrastata dalla mole del Corchia, in lontananza uno spicchio di
mare.
Giungiamo ad una piazzuola pe l'elicottero, località le
Gorfigliette o il Caccolaio, ancora una piccola sosta per ricompattare
il gruppo.
Riprendiamo il cammino prendendo davanti a noi il ripido
sentiero, davanti a noi sulla sinistra, le ripide pareti del Pizzo delle
Saette.
Il sentiero diventa più roccioso e meno sfasciumi, si cammina
meglio! La vista si apre ancora di più su gran parte delle apuane
Meridionale sino al mare, unico spettacolo della natura!!
Vediamo dei
ruderi e la nostra fantasia ci porta ad immaginarci un piccolo
ricovero per partigiani invece ci viene spiegato che qui molti anni fa'
sorgeva un piccolo bivacco distrutto da una slavina, così ci dicono!!
Prendiamo verso la cima e giungiamo ad un piccolo tratto
pianeggiante, proprio breve, con una formazione rocciosa squadrata e da
qui il nome del posto " I Tavolini" .
Riprendiamo la salita sino a
raggiungere l'antecima da dove parte la via di cresta per il Pizzo
delle Saette a sinistra e a destra il sentiero che ci condurrà in vetta
alla Pania.
Affacciandoci sul versante opposto è impressionante la
vista sulla profondissima Borra di Canala e l'altipiano della Vetricia,
verso est la caratteristica sagoma dell'Omo Morto che sovrasta il
caratteristico rifugio Rossi.
Abbiamo ancora un pò di strada per
raggiungere la nostra meta e quindi ripartiamo dirigendoci verso destra
mantenendoci sempre sul versante ovest ci dirigiamo verso la cresta. Una
volta raggiunta siamo al Callare della Pania da dove arriva il sentiero
126 che porta al rifugio Rossi.
Da quì vi sono diverse tracce per
giungere alla vetta, noi preferiamo percorrere la via
facile
di cresta, più panoramica!
Ormai ci siamo, vediamo la grossa croce eretta dalla sezione UOEI di
Pietrasanta.
Da qui il panorama è stupendo e spazia dalla
Versilia al golfo della Spezia, tutta la catena appenninica e a tutte le
vette delle Apuane e tempo permettendo (non oggi), fino alle Alpi
Liguri.
Dalla vetta della Pania, come detto, si gode di un panorama
fra i più belli che sia possibile ammirare: la Pania Secca, il Corchia,
la Riviera della Versilia, le vette della catena Apuane sono di fronte a
noi e quello che vediamo non si può descrivere, bisogna venire qui e e
vederlo con i propri occhi.
Ci rifocilliamo
un pò, facciamo le nostre mille fotografie ma poi dobbiamo riprendere il
cammino.
Ora l'escursione programmata prevedrebbe di tornare indietro
dalla via di salita ma ci facciamo prendere la mano e decidiamo di
salire anche alla vicina vetta del Pizzo delle Saette.
Ripercorriamo di
nuovo la facile cresta della Pania, incontriamo
il sentiero CAI 126 che scende a destra nel Vallone dell'Inferno,
noi invece proseguiamo ancora 250 metri sino ad incrociare il CAI 126 ma
stavolta sulla nostra sinistra che scende verso il Rifugio Del Freo, lo
percorriamo per poche decine di metri sino ad incontrare un ometto di
pietre nuovamente nei pressi della cresta ( quota 1.760 m. circa) che
indica il "sentiero" che continua verso il Pizzo delle Saette.
Mettiamo via di
nuovo i bastoncini perchè ci aspetta un tratto abbastanza aereo e sarà
bene aver le mani libere.
Il percorso scorre
quasi in piano per circa 300 metri sino ad incrociare il sentiero sulla
nostra destra che scende nella Borra di Canala, lo tralasciamo per
proseguire verso il Pizzo sempre in leggera discesa lungo la cresta,
giungiamo infine in un canalino abbastanza infido
vista la presenza di detriti rocciosi e
sfasciumi.
In breve Stando molto attenti a non far
cadere sassi, in breve,
giungiamo in vetta anche di questa splendida montagna.
Il
panorama dal Pizzo, vetta ardita e non molto frequentata dagli
escursionisti, è stupendo. Ben visibili molte cime della Apuane
settentrionali in particolare il Sumbra, il Fiocca, il Sella, il Macina,
il Freddone, l’Altissimo ed il Corchia.
e poi il mare, il lago di Isola Santa e il campanile del paesino
abbandonato di Col di Favilla, circondato da castagneti secolari.
Abbiamo bighellonato anche troppo e dobbiamo ripartire, scendiamo per il
canalino già percorso in precedenza e dobbiamo fare molta attenzione in
quanto è messo male su sfasciumi che rendono la discesa problematica.
Superato il bivio con il sentiero n° 139 per la Pianizza proseguiamo
ancora per alcuni metri e sulla destra parte una traccia poco evidente
ma segnalata da un " omino" di pietra ed evitiamo la cresta, non tanto
per non fare la cresta ma per accorciare il percorso, infatti questo
percorso ci porta un bel po' più in basso del Callare della Pania. Si
tratta del vecchio sentiero dei Pisani.
Infatti camminando per prati,
rocce e sfasciumi, attraversando un ultimo ravaneto giungiamo al
sentiero n° 126 che ci condurrà agevolmente alla Foce di Mosceta.
Una volta raggiunto il rifugio del Freo ci concediamo una birra e una
fetta di crostata, poi rimaniamo un pò a ripetere nella mente
l'escursione fatta esprimendo le nostre sensazioni.
Infine
riprendiamo il cammino tornando sui passi percorso al mattino sul
sentiero 129 e in meno di un'ora siamo alla nostra auto.
Ormai lo
sapete l'escursione non è terminata se non davanti ad un mega gelato e
così fù!