Foto escursione

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Il nostro
programma prevedeva per oggi una bella escursione
sul Libro Aperto sull'Appennino Tosco Emiliano ma le
previsioni meteo e le nuvole nere che ci accolgono
al momento della sveglia ci hanno indotto a cambiare
i nostri piani.
Decidiamo, infatti, di fare un'escursione più corta
e in un posto dove potremmo avere un punto
d'appoggio, la scelta cade sul rifugio Burigone
nelle vicinanze di San Pellegrino in Alpe.
Per
raggiungere il paese passiamo dal Passo delle Radici
in quanto la più corta via di Chiozza è si più breve
ma sicuramente più ripida, ha infatti pendenze fino
al 20% ed è anche molto stretta.
Arrivarti
al Casone inizia a nevicare e la strada non è molto
pulita, man mano che saliamo diventa sempre peggio e
arrivati al Passo delle Radici ci tocca montare le
catene.
Non ci
resta che percorrere quei 2 km che ci separano dalla
nostra meta. Lasciamo le auto all'ampio
parcheggio e scendiamo verso la piazzetta del paese. San Pellegrino in Alpe è il borgo più alto di tutto l’Appennino
centro-settentrionale (1524 m), ed è posto a presidio di una storica via che,
fin dal Medioevo, collegava la Pianura Padana con la Toscana. Vi sorge l’Hospitale
dedicato a San Pellegrino
e San Bianco, luogo che per secoli ha accolto viandanti,
pellegrini, mercanti e soldati di ventura.
Il più antico documento storico che attesta la presenza di una
chiesa-ospizio a San Pellegrino in Alpe risale al 1110
ed è conservata all'Archivio Vescovile di Lucca.
Tuttavia, si è generalmente concordi nel ritenere
che un ospizio fosse presente ben prima di tale
data.
Vi è anche il
museo etnografico, a ricordo
della vita di tutti i giorni delle popolazioni di montagna. Il borgo aggrappato ai
contrafforti appenninici del versante toscano domina dall'alto la Garfagnana,
davanti a se le maestose Alpi Apuane. Bè! tornando a noi prendiamo la strada
forestale che parte dal ristorante" la Taverna del
Pellegrino", strada che oggi ovviamente e sotto un
buon metro di neve. Indossiamo le ciaspole e
iniziamo la nostra facile camminata. Ci
inoltriamo nel bosco di faggi e si cammina
agevolmente in quanto proseguiamo in piano o
leggermente in discesa, ogni tanto incontriamo bei
casolari e aree aperte da dove possiamo ammirare il
panorama sulle apuane nuvole permettendo. Il
paesaggio innevato è estremamente suggestivo
camminiamo nel silenzio della natura che ci circonda
peccato per quelle forti folate di vento che
arrivano anche a farci perdere l'equilibrio. Dopo
solo un'ora scarsa giungiamo al rifugio Burigone,
una bella struttura completamente ristrutturata
grazie ad un progetto dell’Unione Comuni Garfagnana.
Il rifugio Burigone originariamente era una
struttura che ospitava allevatori, contadini,
pastori; in questo
edificio, fino agli ‘60, hanno abitato ininterrottamente
generazioni di allevatori, contadini, pastori. Persone che con le loro vicende, i loro
sentimenti hanno attraversato la storia; hanno visto
passare greggi ed eserciti, pellegrini, escursionisti;
hanno superato inverni gelidi di neve e tramontana,
lasciando che le stagioni dettassero il ritmo della loro
vita. Il lavoro di questa gente giorno, dopo
giorno, ha domato il bosco, ha difeso metro per metro il
pascolo dove allevare i propri animali, ha curato, che
la neve e le piogge non compromettessero il lavoro di
anni, ha mantenuto il territorio, ha prodotto il
necessario perché non mancasse mai il cibo per tutta la
sua famiglia. Quella che oggi ci appare
improponibile è stata per anni la vita semplice di
persone che hanno contribuito a costruire le radici
della nostra cultura.
Nel 2007 è stato avviato
il progetto di recupero dell’edificio voluto
dell’Unione Comuni Garfagnana e grazie al
contributo della Regione Toscana il Rifugio è stato
finalmente completato.
La struttura è composta
di due camerate, per un totale di 16 posti letto, e
di una “sala da pranzo” che può ospitare 40 persone.
Sentiamo se è possibile
pranzare e ci viene detto di si, è ancora presto e
camminiamo ancora per circa una mezz'ora ma poi
tornando sui nostri passi e ci riportiamo al
rifugio.
Entriamo e il caldo
tepore dell'interno è molto piacevole ci accomodiamo
e subito veniamo accolti da una bella abbondante
porzione di tagliatelle al cinghiale a seguire
scaloppine e patate arrosto, un bel vinello e poi
caffè il tutto per 15 € non male.
Unico neo è stato che
sono giunti una quarantina di escursionisti CAI di
Fucecchio che non dico ci abbiano buttato fuori ma
una spintina magari si. Va bene niente di male!
Non ci resta che
rinforcare le nostre ciaspole e ripartire
percorrendo la strada dell'andata e raggiungere così
le auto.
Bè! non è stata
l'escursione che ti dà soddisfazione raggiungendo
una vetta ma comunque il paesaggio era da favola, la
compagnia super e che volere di più!!
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