U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 

17/18/19/Luglio/2015 Alpi Lepontine, da Ciamparino a Crampiolo

(foto di Lorenzo Betoni)
La traversata dall’Alpe Veglia all’Alpe Devero  (o viceversa) è uno dei percorsi più noti delle Alpi Occidentali; si tratta di una fama ben meritata, soprattutto per la bellezza degli ambienti attraversati: splendidi lariceti, pianori d’alta montagna (alcuni ancora utilizzati per la pastorizia), la verde e solitaria Valle Bondolero. Il panorama è particolare: mancano un po’ le grandi montagne (a parte il Monte Leone, che domina l’Alpe Veglia, solo dal Colle di Ciamporino la vista si allarga sul celebrato trittico Weissmies-Lagginhorn-Fletschhorn), ma le cime che dominano la Val Buscagna o la discesa dal Passo di Valtendra hanno un’aspra bellezza e verso oriente la vista spazia sull’ampio cerchio delle montagne ossolane.

 

COME ARRIVARE:
 
percorrere l'autostrada A26 "Genova-Gravellona Toce" in direzione Gravellona Toce. Senza uscire dall'autostrada proseguire sulla superstrada/statale S33/E62 del Sempione fino all'uscita Varzo. Da Varzo salire per ca. 11km percorrendo la SP 93 seguendo le indicazioni per San Domenico. 

INDICAZIONI STRADALI

 

 
ITINERARIO: Ciamporino, Rifugio Città di Arona(1.770 mt.),  attraverso il Passo Valtendra (2431) e Scatta d’Orogna (2461) Valle di Devero, Crampiolo
 
PARTECIPANTI: 20 escursionisti


 

 

DIFFICOLTA’  -  (EEA)
  ( allenati)


 
TEMPI DI PERCORRENZA

Giorno 1 - 2,00 h
Giorno 2 - 8h
                     Giorno 3 - 4h
 


 
 
   SENTIERI  PERCORSI :  Segnaletica: CAI Bianco rossa -    
F50 Per Alpe Veglia  
F99 Passo Valtendra, Scatta D'Orogna, Alpe Devero  
H99 Scatta D'Orogna, Alpe Buscagna, Alpe Devero  
H00   Crampiolo, Lago di Devero, Lago Piamboglio  

              

Traccia Google Hearth scarica traccia GPS
     
                                                                                                                                                                                                          

 

 

 

   
 
ACQUA
Numerose fonti sul percorso
 
PUNTI D'APPOGGIO
Rifugio Città di Arona, Devero, Crampiolo

 

PERIODO CONSIGLIATO: In estate ma deve essere meraviglioso anche in inverno!


                                               

 

 

 

 

 
                                
 

      

                 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto escursione

            

Le Alpi Lepontine si estendono dal passo del Sempione (est, 2005 metri), al Passo dello Spluga (ovest, 2115 metri). 
La più alta cima delle alpi Lepontine è il Monte Leone (3553 m), che domina il parco naturale Alpe Veglia ed il Sempione sul versante svizzero.
Il nome Lepontine trae origine dai "Leponti" (Leponzi), antica popolazione celtica che visse in questa area alpina.

Siamo all'annuale gita estiva di tre giorni per turisti ed escursionisti.
I turisti visteranno Verbania, sul Lago Maggiore, le isole Borromee
, ricche di splendide ville e giardini, per chiudere con una crociera sul lago da Stresa a Locarno (Svizzera), con pranzo a bordo della motonave e il viaggio di rientro a Domodossola lo effettueranno con il panoramico “Treno delle Cento Valli”, ma questa è un'altra storia.

Dicevo: noi escursionisti con il pullman ci portiamo a San Domenico.
San Domenico è la base ideale per le escursioni al Parco Naturale dell'Alpe Veglia e Devero situato a 1750 m s.l.m. nei pressi del confine con la Svizzera, e alla conca dell'Alpe Ciamporino. La località, una delle frazioni del comune di Varzo, è spesso definita come un piccolo gioiello, in quanto immersa in un paesaggio splendido e in gran parte incontaminato a soltanto un'ora e mezza di macchina da Milano.
Raggiunto San Domenico si hanno due possibilità: imboccare una corta discesa asfaltata che termina al parcheggio e proseguire a piedi lungo la strada sterrata (circa due ore di salita), oppure prendere la seggiovia che porta all'Alpe Ciamporino (raggiungibile anche a piedi su una strada sterrata), per poi attraversare fino all'Alpe Veglia lungo un sentiero panoramico (circa 2 ore tra seggiovia e camminata).
Noi abbiamo scelto quest'ultima!!
Dal piazzale di San Domenico (dove c'è la fontana) scendiamo per circa 50 metri lungo la strada asfaltata, fino ad incontrare subito sulla destra la casetta in legno della scuola di sci. Giriamo a destra e dopo una breve salita si raggiunge la partenza del primo tratto di seggiovia.
Arrivati all'Alpe Ciamporino si possono effettuare escursioni e passeggiate, fare tappa al Rifugio 2000 oppure proseguire per l'Alpe Veglia, nostra meta con il comodo ed ampio sentiero panoramico segnavia F50.
Dal punto di arrivo del secondo tronco della seggiovia giriamo subito a sinistra (indicazioni segnavia F50) ed iniziamo a scendere per prati, passando alla sinistra della partenza di uno skilift. Seguendo il sentiero si oltrepassa un piccolo avvallamento e si proseguiamo poi in piano fra prati e radi larici.
Superato un passaggio accidentato protetto da alcune catene, continuiamo in discesa fino ad attraversare il Rio Croso a quota m 1850 slm.
 Alle spalle si vede ancora l'Alpe Ciamporino.
 La salita riprende: con erti gradoni e arriviamo ad una sella, e con un altro tratto di salita si raggiunge prima la piccola cappella di San Silvestro, e poco più avanti un ampio spiazzo erboso contraddistinto da una croce ed un altare in pietra.
Da qui si gode un'ottima vista sulla parete NE del Monte Leone.
Laltare e la croce vennero eretti nel 1990 dal Gruppo Alpini di Varzo e Trasquera, e si trova a circa metà strada fra l'Alpe Ciamporino e l'Alpe Veglia, proprio sotto le Torri di Veglia. Nei pressi della cappellina, fra erba e pietre, sgorga una fresca sorgente da un canalino in legno. 
Si continua in lenta discesa e, facendo attenzione a non seguire le tracce di sentiero che si diramano a destra, si raggiunge un promontorio erboso con il cartello che segna l'inizio del parco naturale Alpe Veglia Devero.
Finalmente si vede la piana dell'Alpe Veglia, ed in particolare l'abitato di Cianciàvero. In basso è possibile invece osservare il tratto della strada mulattiera che dalla Cappella del Groppallo arriva all'Alpe Veglia costeggiando la montagna. 
Il sentiero perde rapidamente quota per irti prati, e dopo aver passato un piccolo muro a secco  entra nell'area dell'Alpe Veglia. Segue un tratto in discesa attraverso un rado bosco di larici che porta alle sottostanti baite dell'alpeggio La Balma.
Attraversiamo l'abitato in direzione N/O portandoci nei pressi di un grosso masso erratico, alla cui sommità spicca un croce (Il masso viene utilizzato come palestra di roccia).
Lasciato il masso sulla sinistra raggiungiamo, in lieve salita, una sella erbosa. Qui , attraverso, un sentiero scendiamo nel  bosco e attraversiamo il Rio Frua, continuiamo nel bosco di larici e iniziamo a vedere l'ampia Valle Veglia. Giungiamo in località Cornù e poco più avanti arriviamo, finalmente, al rifugio CAI Città di Arona.

 
                                                                                              Alpe Veglia
La circostante
Alpe Veglia è una magnifica conca erbosa solcata da corsi d'acqua, in cui sorgono sei gruppi di baite un tempo adibiti ad alpeggi estivi dai pastori della zona. Anche se per la maggior parte queste costruzioni sono state riadattate a residenze estive, permangono alcune abitazioni di pastori  dove è possibile comprare formaggio. Tutt'intorno si estendono boschi di larici con sottobosco di rododendri e mirtilli, popolati da galli forcelli, volpi, tassi e pernici, che con gli stambecchi, i camosci e le marmotte che si possono incontrare in alta quota, rappresentano la principale attrattiva di quest'area protetta. Dal rifugio, situato nel cuore della piana dell'Alpe Veglia, si può godere di una magnifica vista sul Monte Leone, che con i sui 3553 m di altezza rappresenta la cima più alta delle Alpi Lepontine.

Ci sistemiamo nelle camere e poi ci dedichiamo all'esplorazione del posto, tutta la valle è uno spettacolo ma oltre che ad ammirare il monte Leone ci attira anche la vicina cascata, naturalmente molto fotografati.
Dopo cena siamo stanchi e alla spicciolata andiamo a letto per un sonno ristoratore.
Al mattino dopo una buona colazione riprendiamo il cammino in direzione Pian du Scricc.
ripartiamo dal sentiero, che parte proprio alle spalle del Rifugio. Ignorata subito la deviazione per il lago Bianco costeggio dall’alto il Rio della Frua raggiungendo un vasto pianoro chiamato Pian dul Scricc (m. 1933) con una grossa baita ancora utilizzata dai pastori dell’Alpe.
Attraversiamo il torrente e saliamo nel bosco di larici sbucando al Pian Sass Mor (m. 2070).
La vegetazione  scompare, solo praterie d’alta quota.
Prendiamo per una valletta cosparsa di grossi massi e nevai ed iniziamo la ripida salita, che si addolcisce però nel finale,fino al Passo di Valtendra (m. 2431).
Scendiamo a sinistra sconfinando in alta Val Bondolero, perdendo circa duecento metri di quota lungo un sentiero assai scosceso e al quanto franoso,
sentiero che ci impiegna molto.
Risaliamo fino ad una
valletta con un laghetto a quota m. 2352.
Costeggiamo il laghetto sino a poter attraversare e risalire dalla sponda opposta un’ultima salita in diagonale su detriti rocciosi e poi arriviamo a
Scatta D’Orogna (m. 2461).punto più alto del percorso. Facciamo quì la nostra sosta pranzo.
Riprendiamo il cammino scendo per pietraie e  pascoli in direzione della Val Buscagna,
dove l’occhio si perde scrutando le innumerevoli meraviglie offerte dalla natura: il torrente che serpeggia tra le recenti fioriture di rododendri, le giovani marmotte impegnate a giocare tra loro con i genitori che fanno da sentinella, le imponenti ed estetiche linee rocciose del Cornera, i numerosi ruscelli generati dalla fusione della neve che scendono dal severo versante del Cervandone, solamente la presenza di alcuni escursionisti con direzione opposta alla nostra distraggono la nostra contemplazione, ma non dobbiamo essere egoisti, tutti hanno il diritto di potere assistere a questo spettacolo.
Raggiunto il pianoro lo percorro interamente dall’Alpe Superiore a quella Inferiore iniziando quindi la ripida e lunga discesa verso Devero.
Abbassandoci  passiamo a fianco alla cascata del Rio Buscagna e finalmente giungiamo alle
Baite di Piedimonte e infine a Devero.
Ma la nostra escursione non termina quì, infatti dobbiamo raggiungere la località Crampiolo.
Ripartiamo dalla piana di Devero e si seguiamo la carrareccia che, costeggia  il ruscello e ciconduce alla località Canton.
Nei pressi del ponticello che porta al rifugio CAI Castiglioni deviamo a destra, salendo in leggera diagonale sugli ampi prati che si alzano verso il bosco.
Entrati nella rada vegetazione si prosegue nella valletta denominata il "Vallaro", alle pendici del P.zo Stange.
 Con una breve deviazione, piegando a sinistra, dopo aver passato due rustici, uno dei quali recentemente ristrutturato, si giunge ad una cava di calce con una fornace, ormai in disuso.
Si prosegue costeggiando il ruscello e dopo aver superato alcune baite, entriamo in una zona pianeggiante.
Invece di seguire il sentiero tracciato e ormai ben stanchi da interessarci ad andare a vedere il famoso lago delle Streghe, tagliamo per prati sino a trovare la strada che giunge da Devero e in breve ci conduce all'abitato di Crampiolo, uno dei centri rurali dell'Alpe Devero.
Ci sistemiamo all'accogliente locanda La Baita e dopo una buonissima cena ce ne andiamo volentieri a letto, tanto più che adesso sta venendo un bel temporale.
Al mattino ci svegliamo di buon ora e facciamo la nostra bella colazione e poi....
Il gruppo si divide un gruppo prosegue per la traversata dall’Alpe di Devero alla Val Formazza attraverso il passo Scatta Minoia (2599) e successivamente il Rifugio Margaroli (2196) per poi raggiungere Valdo di Formazza.
Mentre il secondo effettua un'escursione più semplice ma comunque sempre di quattro ore ai Laghi di Devero e di Piamboglio.
Io ho partecipato a quest'ultima perciò proverò a raccontarla.

Partiamo dalla chiesa di Crampiolo si proseguendo diritti, attraversiamo il torrente Devero e si seguiamo la pista lastricata che sale fino alla diga grande del Lago di Devero o Codelago.
Il lago di Devero è uno splendido specchio d’acqua  in una conca a monte dell’alpe Devero, in direzione della punta d’Arbola; si tratta di un lago naturale a valle del quale furono costruiti attorno al 1910 modesti sbarramenti (diga est e diga ovest) per innalzarne il livello. Oggi si presenta i come un grande bacino lacustre circondato da vasti boschi di larici.

Dalla diga il sentiero corre sempre a mezza costa tagliando ripidi pendii detritici ai piedi del Pizzo Fizzi.
Il sentiero a metà lago si abbassa passiamo in una bellissima radura e raggiungiamo il ponte sul Rio di Valdeserta.
Proseguiamo sempre a mezza costa fino un pò esposto e protetto con cordine d’acciaio.
Successivamente il sentiero inizia a scendere ripido per riportarsi sul bordo del lago, attraversata una lunga zona detritica si raggiungiamo la fine del lago.
Da qui, seguendo le indicazioni per il lago Pianboglio, risaliamo la valletta solcata da un rumoroso torrente; saliamo nei prati e tra le rocce con pendenza costante e mai eccessiva, raggiungendo poi in circa quindici minuti la conca in cui sorge il bellissimo Lago di Pianboglio (1992m).
Il lago è localizzato, a ridosso della punta d’Arbola: di medie dimensioni, fu in un passato ormai lontano oggetto di un tentativo di ampliamento, con costruzione di una diga in terra che avrebbe dovuto sbarrare il suo lato meridionale per determinare l’innalzamento del livello del lago di pochi metri; l’eccessiva permeabilità del suolo determinò il fallimento del progetto ed oggi il lago è nella sua sede naturale mentre la diga è parzialmente distrutta.
Prendiamo a destra, risalendo la piccola murata della diga con l'aiuto di una catena.
Ecco quì terminiamo e torniamo indietro sino alla testa del lago di Devero e questa volta invece di percorrere la sponda nord ovest prendiamo quella sud est.
Seguendo i cartelli “Giro del Lago” risaliamo per pochi metri e  prendiamo a destra attraversando il Rio di Pianboglio su un ponticello di legno.
Il sentiero prosegue in piano costeggiando il lago fino ad un altro ponticello sul Rio della
Satta poi in salita fino a incrociare la pista d’alpeggio Crampiolo – Alpe Forno.
Proseguiamo lungo la pista in direzione
Crampiolo, superiamo il Rio della Valle e  proseguiamo  lungo la pista.
La strada prosegue fino alla dighetta e poi scende ripida fino a
Crampiolo.
Ci fermiamo per mangiare qualcosa e poi prendiamo la strada che porta a Devero da dove prendendo una navetta raggiugiamo Baceno dove abbiamo appuntamento con il resto del gruppo, poi raggiungiamo Domodossola per ricongiungerci con il gruppo turistico.
Bellissima escursione in Val D'ossola, una zona da noi poco conosciuta che si è rivelata una vera area  Wilderness
.
 

  

 

 

 

 

 

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