U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
          

8 dicembre 2015 Mosceta commemorazione Caduti in montagna

Signore delle cime

Dio del cielo, Signore delle cime
un nostro amico hai chiesto alla montagna
Ma ti preghiamo su nel paradiso
Su nel paradiso lascialo andare
per le Tue montagne

Santa Maria, signora della neve
copri col bianco soffice mantello
il nostro amico il nostro fratello
Su nel paradiso lascialo andare
per le Tue montagne




 

 
ITINERARIO: Da Pruno a Colle a Iapoli, Passo dell'Alpino, Foce di Mosceta, La Fania, Pruno
 
PARTECIPANTI:  6 - escursionisti


 

 

DIFFICOLTA’  -  (E)
 

 
TEMPI DI PERCORRENZA: tra andata e ritorno 3 h
 
 


 
SENTIERI CAI PERCORSI : Segnaletica: CAI Bianco rossa -
122
 Pruno – Le Caselle – P.so dell’Alpino
124
 Foce di Mosceta – La Fania – Collemezzana – Foce di Petrosciana 
Sentiero non segnato dalla Fania al 122 - segni gialli
   
 
ACQUA: Al rifugio Del Freo e al rifugio la Fania
 
PUNTI D'APPOGGIO :
Rifugio del Freo, Rifugio UOEI Pietrasnta La Fania
( quest'ultimo non sempre aperto)
                               

PERIODO CONSIGLIATO: Tutto l'anno

 

                                     Cartina sentieri  

      

                 





 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto escursione

            

Il giorno 8 dicembre, festa dell' Immacolata, è tradizionalmente dedicato alla commemorazione dei caduti della montagna alla Foce di Mosceta, organizzata dalla sezione CAI di Viareggio. E' una ricorrenza molto sentita da tutti gli appassionati di montagna alla quale partecipano anche le sezioni U.O.E.I. della Versilia. purtroppo la giornata è pessima scrosci d'acqua  scoraggiano molti, quasi tutti se non tutti, a partecipare a questa ricorrenza. Solo due soci temerari incuranti delle intemperie e a sprezzo del pericolo (!!) decidono comunque di rendere il giusto omaggio a chi non è più con noi su questa terra.
Di solito allunghiamo l'escursione partendo dal paese di Pruno ma questa volta crediamo logico portarci a Colle a Iapoli per prendere un pò meno acqua, per così dire.
Comunque per chi non conosce il paese di Pruno
quì di seguito alcune notizie: "è un antico e caratteristico paese arroccato su un colle a 447 metri di quota. Al turista, oltre pregevoli aspetti architettonici, offre ottima accoglienza con ristoranti tipici, una locanda e un ostello per il pernottamento. E' raggiungibile, dalla Versilia, seguendo le indicazioni per Seravezza e successivamente quelle per Ponte Stazzemese dove si dovrà svoltare a sinistra seguendo ora le indicazioni per Cardoso."  Al centro del paese di Cardoso, nella piazzetta che ricorda i caduti, si svolta a sinistra imboccando la strada che conduce a Pruno. Il sentiero (segnavia 122), che conduce a Mosceta, inizia proprio dal parcheggio.  Come già detto ci portiamo più in alto prendendo un strada appena prima del paese sulla sinistra che porta alla località Colle a Iapoli (m 835).
Fortunantamente appena scesi dall'auto smette di piovere e sperando che duri ci incamminiamo verso la nostra meta.
Imbocchiamo il sentiero 122 e dopo poche decine di minuti di cammino, incontriamo il bivio, segnalato, per il rifugio U.O.E.I. "Alla Fania"; noi proseguiamo dritto, tenendosi sulla sinistra, percorriamo una prima rampa in forte salita, meno male che è breve, sbuchiamo su un primo pianoro aperto verso il mare, proseguiamo, passiamo la località Colle del Vento.
 In circa mezz’ora  raggiungiamo il  Passo dell’Alpino, siamo ora sul sentiero n° 9 che viene da Levigliani percorrendo le Voltoline, da dove in giornate decisamente più clementi si potrebbe godere di un invidiabile panorama sulle vallate del Cardoso e di Levigliani e volgendo lo sguardo a 360° si spazia dalla riviera versiliese e non sarebbe difficile nelle giornate particolarmente limpide scorgere le isole dell’ arcipelago toscano e le 5 Terre, le Alpi Marittime, appena sopra di noi ci avremmo la maestosità delle Apuane con in primo piano il Corchia, il massiccio della Pania, il Forato, il Procinto; e invece.... tanta nebbia.
Il sentiero prosegue e giungiamo al Passo dell'Alpino a quota 953 mt. ci fermiamo in raccoglimento nella marginetta dove una lapide esorta a fermarsi e ringraziare il Creatore del mondo. Ripartiamo e infine giungiamo in un’abetina frutto di rimboschimento che sfocia alla Foce di Mosceta (1170 m.) Giunti alla Foce, dov’è ubicata un'altra marginetta, raggiungiamo il Rifugio Del Freo in pochissimi minuti.
Giunti al rifugio Del Freo a Mosceta abbiamo la bella sorpresa di notare che non ostante il tempo non proprio splendido  molti amici  hanno raggiunto ugualmente la località, non ci sorprende perché questa giornata è vissuta da ognuno in modo diverso. La commemorazione è infatti anche occasione per incontrare  amici di altre associazioni.
Prima della celebrazione della Messa abbiamo il tempo per una colazione a base di panini con lardo del Cardoso o con il biroldo e per un bicchiere di vino.
La messa è celebrata, come al solito, negli spazi antistanti il rifugio.
Il sacerdote, Luigi Sonnenfeld,  in modo  molto efficace è riuscito a toccare tutti i punti nevralgici delle nostre coscienze e a farci, in parte, capire che la scomparsa dei nostri cari e amici non deve essere presa come una perdita definitiva, le sue parole più o meno suonavano, in sintesi così:
“Da sempre la Chiesa ha esortato a pregare per i defunti. Essa invita i credenti a guardare al mistero della morte non come all'ultima parola sulla sorte umana, ma come al passaggio verso la vita eterna. E' nostra convinzione che chi è morto non sia mai più con noi, ma al contrario, vedendo con gli occhi del vero cristiano possiamo ritrovarli in noi stessi e nelle persone che ci circondano." 
Un'altro passaggio che mi ha colpito è stato quello che ha sottolineato la fragilità e lo scempio che viene fatto su queste montagne:
" Non sento il bisogno di avere un crocifisso apposta per la celebrazione di questa messa... E voi? Guardiamoci intorno, siamo tra montagne "martiri", crocifisse tra chi le vuole ridurre a polvere di carbonato di calcio e chi le vuole imbalsamare per usarle come giardino di casa... E ricordiamo quelli che vi hanno lasciato la vita durante un'escursione e in incidenti sul lavoro nelle cave aperte.
Il pane e il vino hanno ragione di essere nella dimensione della condivisione. Di vita.
Perché siamo una cosa sola, in un solo corpo..."
Bè per me è molto difficile riportare questi principi ma posso assicurarvi che sono arrivati a bersaglio, nel pieno dei nostri sentimenti. Anche se comunque resta forte la convinzione
che certe perdite rimangono come autentiche mutilazioni del tuo essere: ci si adatta a vivere con esse, ma ci si rende conto che la vita non potrà più essere uguale a quella che era prima.
Unico neo, quest'anno è stata la mancanza del coro Versilia che rendeva negli anni passati più suggestiva, bè pazienza non avranno potuto venire!!

Terminata la cerimonia ci affrettiamo a scendere verso il rifugio la Fania dove ci attende una spaghettata gentilmente offerta dalla sezione di Pietrasanta, abbiamo nutrito l'anima ma ora dobbiamo nutrire anche il corpo, no?
Dalla Foce imbocchiamo il sentiero segnavia 124 che conduce direttamente alla Fania. Il sentiero è in decisa  che impone di fare molta attenzione badando di non mettere i piedi nelle frequenti buche scavate dal ruscellamento dell'acqua.
All'interno del rifugio ci attende già la tavola apparecchiata e non ci facciamo attendere, il bel caldo invitante e un bel piatto di pasta calda e naturalmente la bella compagnia sono ottimi ingredienti per concludere una giornata di montagna diversa dalle solite, una giornata che per chi la frequenta che ha un significato speciale.
Passiamo alcune ore così, niente di meglio che passare il tempo in compagnia e al caldo, una bella tavola imbandita e tanta allegria.
Purtroppo le ore passano in fretta e dobbiamo ritornare a valle. Riprendiamo le nostre cose e a malincuore ripartiamo alla volta di Colle a Iapoli dove abbiamo lasciato le auto.
Mentre veniamo via un ultimo sguardo alla magnifica Pania, che adesso fa capolino tre le nebbie, e un pensiero per chi non è più con noi e poi giù verso casa.
Questa giornata è trascorsa con attimi di vera commozione ma anche con spensieratamente, con momenti di gioia e allegria, ad un occhio poco attento sembrerebbe che questa ricorrenza sia solo una scusa per fare baldoria e che tutto sommato non ci interessa niente di chi non c'è più!  Niente di più sbagliato, intanto quando c'è stata la messa siamo rimasti tutti in dovuta  attenzione pregando per tutti quelli che sono saliti a quote molto più alte, da queste immense altitudini sono tutti lì, i nostri amici, parenti conoscenti e anche sconosciuti che comunque condividevano lo stesso amore per la montagna che proviamo noi, si! Da lassù ci guardano e penso che gioiscano con noi nel vedere gruppi di persone che si ritrovano, fanno gruppo, condividono fatiche e anche momenti di gioia e ilarità sempre nello spirito della  montagna che unisce.
La montagna unisce idealmente giovani e meno giovani, esperti ed inesperti, italiani e stranieri, giovani con disabilità o disagi sociali e giovani più fortunati…tutto questo avviene perché in montagna la solidarietà e la condivisione sono elementi fondamentali.

Dicono
che ve ne siete andati
ma in verità
siamo stati noi
a non tenere
il vostro passo
Ora solcate sentieri
che non sappiamo
I nostri occhi velati
frugano il terreno
alla ricerca delle tracce
che avete lasciato per noi

 

Concludendo vorrei cogliere l'occasione per augurare a tutti gli escursionisti e turisti che hanno
preso parte alla nostra attività :

BUONE FESTE ED ARRIVEDERCI CON L'U.O.E.I  IL PROSSIMO ANNO


 

 

 

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