Foto escursione

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Questa escursione ci
porterà in una zona fuori dalle nostre Alpi
Apuane e anche fuori regione, andremo, infatti,
in Liguria nel Parco regionale di Portofino.
Abbiamo letto dell'esistenza di un sentiero
chiamato " dei Tubi", l'antico tracciato
dell’acquedotto (fine ‘800) che riforniva
d’acqua la cittadina di Camogli. Ci
incuriosisce e quindi decidiamo di andare a
vedere di cosa si tratta. Siamo in 24 e
partiamo in auto alla volta di Santa Margherita
Ligure che raggiungiamo dopo poco più un'ora
percorrendo l'autostrada A12. Devo dire che per
raggiungere questo centro meriterebbe venirci
con il treno in quanto i parcheggi sono
pochissimi e a pagamento: 1,50€ all'ora! E
comunque ne troviamo, a pagamento proprio alla
stazione.
Attraversiamo il paese portandoci alla
partenza dell'escursione che corrisponde a via
Costasecca proprio di fianco all'ospedale
e dopo circa 300mt abbandoniamo la strada
carrabile asfaltata e continuiamo, sulla destra
su un percorso pedonale. Costeggiamo fasce e
proprietà private e dopo venti minuti c'è una
prima deviazione a sinistra per località
Nozarego; noi proseguiamo dritto per Pietre
Strette si prosegue seguendo sempre i due rombi.
Dopo altri 10 minuti, che alternano tratti
di strada carrabile a sentiero di ghiaia, si
arriviamo alla seconda deviazione per la
località Nozarego; da qui in poi il sentiero
si fa abbastanza ripido con scalini, ricavati
nel sentiero, spesso alti ed irregolari fino ad
arrivare in località "Costa d'Aria" incrociamo
una deviazione che porta alla "Croce di S.
Siro", una vecchia Croce del 1937 che
sormonta un altare a ricordo di una cerimonia
religiosa di ringraziamento tenuta ogni anno,
per un voto, dalla popolazione di S. Margherita
Ligure scampata alla micidiale peste del 1623.
Il percorso continua in salita incrociando
dopo pochi metri la deviazione per Monte Pollone
e dopo altri 15 minuti la deviazione per Dolcina
Alta e San Lorenzo della Costa. Continuiamo
nel bosco su una ripida salita e finalmente
giunti in cima arriviamo su una strada di
servizio forestale che corrisponde al sentiero
Pietre strette - Portofino. Svoltando a
destra, il sentiero largo e agevole in circa 15'
arriva a località Pietre Strette
(464 mt. s.l.m.), crocevia di numerosi sentieri
e punto attrezzato con tavoli panche e rubinetto
di acqua potabile. Il percorso è
all'ombra di lecci, castagni e querce.
Il sentiero, ben segnalato, che conduce a
San Fruttuoso inizia dietro
alle rocce di puddinga e scende con tornanti,
abbastanza ripidi, in mezzo alla boscaglia.
Dopo circa 20' minuti si raggiunge la sorgente
Caselle (qui ci si può rifornire di acqua
fresca). Sulla destra, proprio sopra la
fontanella, inizia il sentiero dei Tubi o Via
dell'Acquedotto. Siamo in località Caselle appunto all'incrocio della
mulattiera lastricata che collega San Fruttuoso
con le Pietre Strette, da qui in avanti il
sentiero affronterà tratti in cui corre su una
traccia piuttosto stretta sopra tratti esposti
ed in cui è necessaria fermezza di piede e, in
rari punti, assenza di vertigini. Iniziamo
il percorso e ci sembra abbastanza banale,
notiamo quasi subito il vecchio tubo di cemento
ma poi all'improvviso troviamo delle catene per
autoassicurazione ma non sembrano che servano a
molto il percorso è facile; ma mano a mano che
proseguiamo notiamo che il sentiero o meglio la
stretta cengia diventa veramente stretta e ci
troviamo ad affrontare uno sperone roccioso che
ci costringe a chinarsi o sporgersi nel vuoto
tenendosi alla catena per superare il cosi detto
Passaggio del Gatto. Bè siamo passati tutti e
adesso possiamo goderci la vista sulla baia di
San Fruttuoso, dopo pochi minuti giungiamo alla
prima galleria, quindi ci armiamo di lampade ed
entriamo. La galleria è abbastanza larga ma
dobbiamo procedere con la schiena curva
camminando sopra il tubo in quanto il fondo è
allagato, sulla volta si possono vedere anche
delle piccole stalattiti che si stanno formando.
Usciti all'aperto seguiamo la traccia dei
tubi, incontriamo sulla sinistra, un segnavia
triangolo azzurro che scende verso la tutelata
Cala dell' Oro che tralasciamo e ci dirigiamo
verso uno spuntone da dove ammiriamo ancora
meglio la cala. Subito dopo dobbiamo lasciare
il tracciato dei tubi scendendo brevemente sulla
sinistra ma risaliamo subito di nuovo sul
tracciato dopo due curve. Troviamo un'altra
galleria, il tunnel si percorre agevolmente per
circa cinquanta metri. Di nuovo all'aperto
ci troviamo a percorrere un breve tratto
attrezzato con catena su una sottile cengia
abbastanza esposti nel vuoto, comunque il
panorama di qui è spettacolare!
Attraversiamo su un'esigua traccia su placche
verticali abbracciati al tubo e alla catena.
Al termine di questa specie di cengia ci
troviamo ad una scaletta che ci permette
di superare alcune rocce strapiombanti.
Perseguiamo per una ventina di metri e il tubo
che seguiamo supera nel vuoto un canale, non è
certo il caso di fare i funamboli sul tubo in
quanto sotto vi è un discreto salto! Per questo
costeggiando tutta la parete si può oltrepassare
agevolmente grazie anche a piccoli scalini
ricavati nella roccia. Risaliamo dall'altra
parte proseguiamo diritti e doppiamo una cresta
dove il sentiero diviene esiguo ed in bella
vista di Cala dell'Oro e della Torretta D'Oria
(ora nominata a Salvo D'Acquisto). Giungiamo
ancora ad un'altra galleria, quella del monte
Campana, sulla sinistra parte un sentiero che
conduce alle Batterie di M. Campana e alla sella
a quota 314, noi però entriamo anche in questo
tunnel lungo un centinaio di metri con alcune
curve, è quasi tutto ben percorribile ma
arrivati al tratto con la volta in mattoni
dobbiamo metterci carponi e proseguire quasi
ventre a terra. Poi, all'aperto, superiamo un
tratto esposto ma facile, attrezzato con catene,
poi su un muretto in piano e siamo al bivio del
sentiero delle Batterie. Noi prendiamo
quest'ultimo ma il sentiero dei Tubi sarebbe
proseguito dritto entrando ancora in un'altra
galleria e percorre la cresta che parte dalle
Batterie e da Punta Chiappa, uno splendido punto
panoramico. Abbiamo ritenuto
che il proseguo non avesse interesse e quindi
siamo andati, appunto verso le Batterie. Il mio
pensiero personale è che non effettuare le
escursioni integralmente mi lascia sempre un po'
d'amaro in bocca! Pazienza sarà motivo di
ritornarci per completarlo al 100% .
Come detto giungiamo alla località Fornelli, ora
chiamata Batterie per la presenza delle batterie
antiaeree (bunker) e dalle annesse strutture
costruite durante la seconda guerra mondiale. Decidiamo
di fermarci qui
per il pranzo e prendiamo possesso della
terrazza e del punto di tiro di un vecchio
bunker. Da quì si gode di un’eccellente panorama sul
versante occidentale del Promontorio e,
trasparenza dell’aria permettendolo, su tutta la
Riviera di Ponente, fino a Capo Mele e, sulla
catena alpina, alle più alte cime delle Alpi
Marittime e Cozie, naturalmente non siamo stati
così fortunati. Comunque mangiare un panino
con questa vista è impagabile, come è impagabile
terminare il pranzo con il caffè e la grappa di
Bruno! Riprendiamo il cammino su facile
sentiero, che sia facile ce lo conferma il
vedere quante persone frequentano questa zona
indossando abbigliamento e calzature inusuali
per camminate su sentiero. Mentre camminiamo
siamo rapiti dal bellissimo panorama sulla costa
e in mare si possono vedere la tonnara e la
mugginara, la vegetazione è ancora
prevalentemente di lecci, corbezzoli, nelle zone
più umide e ombreggiate carpini neri e
pini d’Aleppo . Dopo circa una quarantina di
minuti arriviamo a zone coltivate e oliveti,
poi, percorriamo una stradina costeggiata da
case con affreschi particolari. E
infine giungiamo nella piazzetta della chiesa di
San Rocco, splendida terrazza panoramica
affacciata sul Golfo Paradiso da dove si
potrebbe godere di un panorama
incredibile: da Camogli fino a Capo Mele e nelle
giornate più limpide, si dice, che si veda anche
la Corsica. Dopo una piccola sosta
riprendiamo il cammino verso Camogli prendiamo
la lunga scalinata di circa 900 scalini passando
tra uliveti e alti muri che nascondono belle
villette. Infine giungiamo al torrente Gentile e
quindi a Camogli. Ora non ci resta che
andare alla stazione e prendere un treno che ci
riporti a santa Margherita Ligure.
Questo
meraviglioso luogo
ci ha donato
grandi emozioni
, uno di quei veri “monumenti
naturali”,
molto vicini a noi,
immersi nella natura.
A volte cerchiamo posti incantati anche lontani
non sapendo che vicino a noi abbiamo posti
unici, appunto, monumenti naturali!
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