Eccoci alla classica escursione
ottobrina della Castagnata al Rifugio
della UOEI di Pietrasanta. Questa
escursione è con assieme dei
nostri amici UOEI della sezione di
Pietrasanta e di cui sono proprietari
del rifugio la Fania.
Il tempo
non è molto bello e forse è per questo
che all'appuntamento a Ripa ci
ritroviamo solo in 10; forse visto le
previsioni forse molti avranno pensato
che sarebbe stato meglio rimanere a
poltrire a letto.
Una volta
realizzato che nessun altro sarebbe
arrivato partiamo, in
breve ci portiamo al paese di Pruno da
dove prendiamo il sentiero n° 122 che da
Pruno attraverso Colle a Iapoli conduce
alla Fania.
L’allegra comitiva salendo per il
meraviglioso sentiero che parte da Pruno
vorrebbe dedicarsi alla raccolta delle
castagne, ma quest'anno, come già da
troppi anni,
il Cinepide Galligeno ha
impedito totalmente la maturazione delle
castagne
Il Cinepide
Galligeno è un piccolo insetto,
una vespa per la precisione, che provoca
danni a quel secolare albero da legno e
da frutto che è il castagno:
una delle piante apparentemente più
sane di tutto il bosco, una delle più
floride e grandi per dimensioni.
Quest'anno le famose "mondine" ( mondine
= caldarroste da noi in Versilia) non
faranno parte della festa. E che ci vuoi
fare! Andiamo poi si vedrà.
Ce la prendiamo calma, questa escursione
è proprio una passeggiata ed è bello
camminare senza assillo gustandoci la
bellezza del bosco, un'occhiata anche al
sotto bosco per vedere se troviamo
qualche fungo ma a parte qualche bella
amanita muscaria di bei porcini: zero!!
Giungiamo comunque al rifugio e la prima
cosa che notiamo con tristezza è il
triste spettro dell'ormai quello che fù
l'albero che ha dato il nome alla
località, il grande albero
di faggio, la Fania, era da molto ammalato e
c'era pericolo che qualche grosso ramo
cadesse su qualche sfortunato
escursionista. Pertanto è stata
necessaria una drastica potatura, forse
troppo drastica. Ora è rimasto solo un
alto e desolato palo spoglio. E' vero
che la fine arriva per tutti ma comunque
vederlo così ci rattrista sempre,
e comunque, penso che
era meglio tagliarlo al calcio.
Troviamo già indaffarati per i
preparativi gli amici Pietrasantini e
con piacere ci scambiamo i saluti e
varie battute. Nel proseguo della
mattinata il tempo si guasta
ulteriormente e si mettere anche a
piovere, fa anche assai freddo, tanto da
dover far uso dell'interno del rifugio.
Nel gruppo UOEI naturalmente ci sono
molti bambini e ragazzi che riempiono
tutto il rifugio, noi siamo ospitati dai
sempre generosi amici Gabriella e
Massimo che come hanno già dimostrato
più di una volta hanno messo a nostra
disposizione la loro piccola casetta
appena sotto il rifugio della Fania.
Si
comincia: aperitivo, formaggio e
salumi innaffiati ben bene: ecco! da qui
in avanti non ci siamo più alzati da
tavola. Pasta e grigliata, formaggi,
salumi, dolci ecc. ecc.
Il vino e qualche grappa non sono certo
mancati
" Ohi ohi oggi ci si
concia male!! " Ora tocca ai dolci, ma
quanti ce ne sono? E che soddisfazione
non avere chi ti intima di alzarti che è
tardi. Terminiamo il pranzo tra varie
amenità e con la lingua sciolta.
La lingua è sempre più sciolta, però
riusciamo a capire che si è fatta l'ora
di tornare a casa. A malincuore dopo
infiniti ringraziamenti ai nostri
anfitrioni indossiamo gli zaini e ci
prepariamo a tornare verso valle
scendendo lungo il sentiero sempre in
allegria.
Questa gita naturalmente, e si sarà
capito, non ha nessun ambizione
alpinistica ma bensì di socializzazione
tra amici di una stessa associazione che
fanno parte di un gruppo di persone che
interpretano le escursioni con spirito
sociale, considerando le escursioni come
un momento di aggregazione nel quale
speriamo possano svilupparsi nuove
conoscenze e nuove amicizie, immersi
sempre nella natura in luoghi molto
belli.
Per
chi è abituato ad escursioni su vette
impegnative, a camminare per ore ed ore,
ma anche chi invece fa una vita più
sedentaria e considera già la gita alla
Fania come qualcosa di veramente
faticoso, non può rinunciare a questa
giornata come ad un rilassante ritrovo
festoso.
Quest’anno abbiamo compiuto molte
escursioni in ambienti bellissimi e
suggestivi, in ambienti che tutti noi
amiamo e che con le nostre “ scarpinate”
impariamo a conoscere. E’ la conoscenza
che permettere di amare una montagna:
una ripida salita, un panorama, ciò è
una convinzione tra gli escursionisti.
E’ proprio questo il presupposto che
anima tute le nostre uscite che sono
mirate ad una sana vita all’aria aperta
immersi nelle meraviglie che la natura
ci offre, soffrendo insieme,
arrampicandosi su un ripido versante o
gioire ogni volta che si raggiunge una
vetta, si ammirano sconfinati panorami
o, ancora tutti vicini commossi e in
silenzio, si ammira un’alba magica.
Questi ambienti sconosciuti ai più ma
con motivi d’attrazione spesso
altrettanto validi per coloro che, in
misura sempre maggiore, sono alla
ricerca di ambienti naturali ancora
intatti, oppure delle testimonianze di
millenni di presenza umana integrata e
in simbiosi con la natura circostante,
spesso rimodellata gradualmente e
naturalmente. Con le nostre escursioni
si vuole anche mantenere viva
l’attenzione verso le testimonianze di
quei beni, così vicini e per molti così
lontani.