U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA

27 - 28/02/2016 Lago Santo Parmense


 


 

COME ARRIVARE:

Con l’autostrada  A15 Parma-La Spezia si esce a Berceto e si seguono le indicazioni per Lagdei e il lago Santo passando attraverso il passo Silara e i paesi di Marra e Bosco. Parcheggiamo sul bivio in località Cancelli dove a destra prosegue l’asfaltata oltre delle sbarre fino al parcheggio di Lagdei, mentre a sinistra inizia una larga carrozzabile per il rifugio Lagoni.
( 26,7 km dal casello autostradale circa ).


                                                                                         - INDICAZIONI STRADALI -

 

 
ITINERARIO: Lagdei (m.1260) - Lago Santo P. (1507 mt.) - Sella del Marmagna (1725 mt.)
 
PARTECIPANTI:  13 escursionisti


 

 

DIFFICOLTA’  -  (EEA)
 

 
TEMPI DI PERCORRENZA
4,30 h
 


 
SENTIERI CAI PERCORSI :   sentiero 727, sentiero 723,  sentiero 723A

CARTOGRAFIA: Carta Escursionistica delle valli del Cedra e del Parma 1:25.000 – Parco Regionale dei Cento Laghi

   
 
ACQUA
Lagdei e Rifugio - Rifugio G.Mariotti - Fonte al Lago Santo
 
PUNTI D'APPOGGIO :
Rifugio Lagdei  - R e c a p i t i:
Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano
Località Lagdei
43021 Bosco di Corniglio (PR)
Italia
Tel  0521 889353
Cell  333 2443053
Mail: info@rifugiolagdei.it

Rifugio G.Mariotti
Comune di Corniglio (Parma)
m.s.l.m. 1507
Tel. 0521.889334
Posti n° 42
Acqua calda
Apertura: estiva, da dicembre a maggio nei fine settimana e festivi, Natale e Pasqua. Chiuso ottobre e novembre

 

 

PERIODO CONSIGLIATO (invernale): da Dicembre a marzo  - aprile
 

 

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Foto escursione

            

L’itinerario di oggi è posto nell’estremità occidentale del parco del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano : completamente in provincia di Parma si tratta di un'escursione d’eccezionale valore naturalistico impreziosito dalla presenza del più vasto lago naturale dell’Emilia: il Lago Santo Parmense.
Il settore di crinale appartenente alla provincia di Parma, pur non presentando cime oltre i 2000 metri come avviene invece nel Reggiano e nel Modenese, è comunque un’ininterrotta sequenza di vette comprese tra 1700 e 1850 metri; il crinale mantiene inoltre inalterate le sue caratteristiche di montagna aspra. L’escursione che siamo a descrivervi tocca la montagna più nota del Parmense: il Monte Marmagna, facile meta anche per escursionisti senza molto allenamento. Non è comunque la cima più alta in provincia di Parma che risulta invece essere Monte Sillara, superiore di pochi metri.

Dopo questa prefazione raccontiamo come sono andate effettivamente le cose.
Certo che le previsioni meteo non sono delle migliori e il celo plumbeo fa desistere qualcuno dal venire all'appuntamento davanti alla sede di Ripa,  siamo comunque in tredici e una volta divisi su tre auto partiamo alla volta della località Lagdei.
Il parco si raggiunge dall'uscita di Berceto dell'autostrada Parma-La Spezia (A15), attraversando il Passo del Sillara e arrivando a Bosco di Corniglio. Per chi proviene da La Spezia si consiglia l'uscita di Aulla che consente di raggiungere Rigoso nel comune di Monchio delle Corti. Altre strade che portano al parco sono la provinciale numero 13 che da Pastorello arriva a Corniglio e la statale 665 che da Langhirano porta al passo del Lagastrello.
Una volta giunti rimaniamo subito delusi, per le nubi basse, nubi che ci fanno capire che oggi di bei panorami  non ne godremo per niente e per la scarsità della neve.
Ma ormai siamo quì e decidiamo di partire alla volta del Lago santo Parmense che dista circa 45 minuti da quì.
Imbocchiamo il sentiero n° 727 sulla sinistra del rifugio, entriamo in una bella abetaia, la neve, come detto è scarsa.
Proseguiamo su tornanti immersi in faggeta, pensiamo che magari visto le previsioni meteo alquanto sconfortatati  potrebbe venire a nevicare e forse domani potremmo fare anche una bella ciaspolata.
Una forte raffica di vento ci fa capire che abbiamo scollettato e non siamo più riparati, le nuvole sono molto basse e tra la nebbia si intravede la bandiera del rifugio Mariotti.
Breve storia del rifugio
(liberamente tratto da “I cento anni del rifugio G.Mariotti al Lago Santo”, CAI Parma, 1982)
La prima capanna-ricovero al Lago Santo fu compiuta nel 1882 e solennemente inaugurata il 12 settembre di quell’anno con accensione di falò sulle cime circostanti, illuminazione del lago e “varo” delle due imbarcazione “Parma” e “Reggio” a memoria delle due città che all’epoca costituivano la proprietaria Sezione dell’Enza.
L’antica costruzione, in muratura di pietrame tradizionale e copertura in lastre di arenaria, è ancora chiaramente ravvisabile nell’edificio odierno in corrispondenza dei locali prospicienti il lago occupati dagli attuali stanza-bar e superiore camerata. Per la sua costruzione fu parzialmente sfruttato un promontorio di roccia che prospettava il lago ed una gettata di macigni ben inferiore all’estensione dell’attuale cortile.
Già nel 1891 la Sezione procedette ampliamento della capanna-ricovero, prolungandone il lato nord con la costruzione sempre in muratura di altri due locali. A questo punto il rifugio era costituito di quattro stanze di cui due (camerata e cucina) per i soci CAI e le altre due, con stessa ripartizione, per gli altri escursionisti.
Con la Grande Guerra il ricovero fu oggetto di devastazione e spogliato di ogni suppellettile.
È nel 1924, il 14 giugno, che il rifugio fu reinaugurato alla presenza dell’on. Giuseppe Micheli dopo le opere di ricostruzione cui succedettero ulteriori ampliamenti nel retro dell’edificio con la costruzione di due ulteriori locali (uno la piano terra ed uno al superiore) che furono inaugurati dal sen. Giovanni Mariotti nei giorni 2 e 3 febbraio 1929.
Ed a questi, l’11 agosto 1935, pochi mesi dopo la sua morte, alla presenza del Presidente Generale del CAI fu dedicato il Ricovero del Lago Santo che, con scoperta la lapide che ne ricorda la decennale presidenza della nostra Sezione, da quel momento acquista il nome di Rifugio Giovanni Mariotti al Lago Santo Parmense.
Da lì a poco, il rifugio conobbe le devastazione della guerra. La sera del 18 marzo 1944 fu oggetto di una aggressione fascista un gruppo di partigiani asserragliati nel rifugio. La inevitabile battaglia, ricordata anch’essa in una lapide eretta sul muro del rifugio, si concluse due giorni dopo qualora i partigiani assediati riuscirono a rompere l’accerchiamento e portarsi verso il Monte Orsaro. Ai danni del combattimento si aggiunsero le devastazioni provocate dalla immediata rappresaglia dei tedeschi e fascisti.
Nel dopoguerra, con non poche difficoltà, furono effettuati i lavori di ripristino e riattamento del rifugio che fu reso interamente funzionante nel 1950.
Alle costanti cure e miglioramenti che si succedettero negli anni, di particolare rilevanza furono i lavori che impegnarono tutta la Sezione sotto la direzione del presidente Romano Sarti che dal 1977 al 1980 rese attuale la costruzione dell’edificio.

Una volta raggiunto entriamo e ci presentiamo, ci viene subito detto dove alloggiare e ci affrettiamo a prendere posto nella sala da pranzo, la fame a quest'ora si fa sentire!!
Fame che viene placata da polenta formaggio e salsicce o tagliatelle ai funghi, taglieri di affettati e un buon vinello.
Preso anche il caffè e naturalmente il dolce, decidiamo per una passeggiata lungo il lago dove è possibile fare un giro ad anello lungo le sponde.
Partiamo e per la poca neve possiamo andare senza ciaspole, si parte dal rifugio e raggiungiamo "le peschiere" e subito dopo una maestà con un bel Crocifisso.
Inizia a nevicare, da principio debolmente ma poi sempre più insistentemente. Ne siamo felici se continua così si può ciaspolare e con un po' di fortuna si potrebbe andare sul Marmagna.
Continuando si raggiunge la località " Lago Santo Emissario" e dobbiamo guadare il torrente che esce appunto dal lago, seguiamo ancora le sponde e infine giungiamo alla località "Lago Santo - Morena" e da qui chiudiamo il cerchio ritornando al rifugio Mariotti.
Rientriamo ed è ancora presto, ci ritroviamo tutti dentro il bar e ci mettiamo lì parlottare del più e del meno.
Intanto arrivano un bel gruppo di, rumorosi, ragazzi che sono qui per un corso di accompagnatore escursionistico, finiamo per socializzare anche con loro e la bella e spensierata compagnia ci fa passare il tempo in fretta e quindi di nuovo a cena.
Un pò di chiacchere al bar e poi tutti a letto.
Al mattino a smesso di nevicare ma per terra ci sono almeno 40/50 cm di neve fresca è sempre nuvoloso ma la visibilità è buona, vai! si può ciaspolare.
Dopo un'abbondante colazione ci consultiamo se è il caso di tentare la vetta.
 La decisione è stata quella di portarci sino alla Sella del Marmagna e poi si vedrà!
Prendiamo subito il sentiero che è sulla sponda opposta mantenendo il tracciato che disegna fedelmente il bordo del lago.
Diamo un'occhiata alle nostre spalle in direzione del rifugio, ciò che non vediamo è il bellissimo spettacolo che si può veder in condizioni meteo più favorevoli: il rifugio sulle rive del lago ghiacciato che creerebbe  un' immagine idilliaca, una vera immagine da cartolina. 
Passiamo presso una fonte quindi, poco oltre, abbandoniamo Lago Santo per seguire il sentiero in moderata salita nel bosco. Passiamo a destra poi procediamo nella faggeta, ora frammista ad alcuni abeti, sino al bivio (m 1577) con il sentiero 729 che conduce sulla destra alla Bocchetta dell’Orsaro.
Ignoriamo questa possibilità mantenendo la sinistra per un breve tratto sino ad un ulteriore biforcazione: a sinistra il segnavia 719 condurrebbe verso Monte Aquila, la nostra escursione prevede però il proseguimento sulla traccia a destra (segnavia 723) in direzione della Sella del Marmagna.
Scegliamo questo sentiero e  siamo in breve definitivamente all’aperto, fuori dal bosco in quella che in estate è una densa prateria a mirtillo che riveste i settori più elevati del crinale.
Proseguiamo faticosamente per la neve alta e anche con le ciaspole aprire una pista è una vera fatica, ma il paesaggio è bellissimo con gli alberi ricoperti di neve e il manto immacolato e intonso.
Prendiamo di mira la sella ma man mano che saliamo le nuvole si abbassano sempre di più e la visibilità diventa molto scarsa, invece di seguire il sentiero decidiamo di prendere sulla destra salendo sulle pendici del Marmagna.
Saliamo tra roccette che spuntano dalla neve, si alza anche il vento, diamo uno sguardo verso il lago Santo e notiamo che stanno arrivando anche da quella parte nuvoloni neri e prendiamo la decisione di ritornare sui nostri passi.
Appena ci siamo rigirati inizia a venir giù una fitta nevicata accompagnata da raffiche di vento, vento che pian piano si placa man mano che scendiamo più in basso. 

 Siamo di nuovo sulle rive del lago ma invece di tornare verso il rifugio percorriamo le rive del lago stesso verso est sino ad incontrare l'immissario del Lago Santo a quota 1508mt. Da qui parte il sentiero panoramico, quando la visibilità lo permette, N° 723A che in 45 minuti ci riporta al Lagdei, almeno è il tempo indicato sulla freccia CAI ma con la neve ci vuole un pò di più!
Il sentiero si snoda tra faggete e splendide abetaie di abete rosso, veramente molto belle.
Eccoci siamo di nuovo al parcheggio del Lagdei, ci mettiamo abiti asciutti e scarpe più comode e poi, naturalmente, la decisione non può essere che quella di pranzare al rifugio.
Una bella polenta con cinghiale e fughi ci toglie l'umidità di dosso e un buon bicchiere di vino ci riscalda. Una buona torta e un caldo caffè concludono il nostro pranzo ed è anche l'ora di riprendere il cammino verso casa.
Non siamo riusciti a completare l'escursione come era stata pensata, pazienza! L'importante è stato come sempre quello di stare in buona compagnia e di goderne della reciproca amicizia.
 

 

 

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