U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA

20-21-22  Luglio 2018 Bocchette del Brenta

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Con un dislivello di 1.000 metri e una difficoltà media, la bellezza dell'escursione delle Bocchette Centrali è sicuramente da cercare nel grandioso panorama e nel paesaggio in cui si è immersi. In uno dei panorami più suggestivi del Brenta.
Le Dolomiti sono cambiate, ma la Val Brenta rimane uno dei luoghi più suggestivi e spettacolari dei Monti Pallidi.

 

 
ITINERARIO:

Itinerario :
- rifugio Vallesinella
- rifugio Casinei
- rifugio Brentei 
- Bocchette Centrali (Ferrata)
- rifugio Alimonta

 
  PARTECIPANTI: 14  escursionisti


 

 

DIFFICOLTA’  -  (EEA)

 
TEMPI DI PERCORRENZA
Ore 3,30 (la Ferrata)
 


 
SENTIERI CAI PERCORSI : 317 Dal rifugio Vallesinella al rifugio Casinei -  n° 318 Dal rifugio Casinei al rifugio Brentei poi per Bocca di Brenta

 

 

   
 


ACQUA:
Ai rifugi e varie sorgenti lungo il percorso, una sorgentella appena inizia la ferrata delle Bocchette poi nienet sino all' Alimonta
 
 
PUNTI D'APPOGGIO : Rifugio Casinei, Rifugio Brentei, Rifugio Alimonta
 

PERIODO CONSIGLIATO:  Fine giugno a fine settembre

 

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Attenzione la traccia GPS è solo dimostrativa dell'escursione e non è attendibile, si raccomanda di usarla esclusivamente a fini conoscitivi.
 Note : Quella sopra descritta è una escursione riservata ad escursionisti esperti e con buon allenamento,  ovviamente senza problemi per l’esposizione che presentano le vie ferrate, inoltre a seconda della stagione si possono trovare tratti innevati.
Indispensabile, oltre al casco e materiale da ferrata,  un abbigliamento adatto anche ad affrontare repentini cali di temperatura.

      

 

 


Foto escursione

 

 

 

 

 

 

 

 


              

Eccoci ad nuova avventura, questa volta andiamo lontano, molto lontano dalle nostre amate Apuane, esattamente sulle Dolomiti del Brenta, una parte delle Alpi Retiche meridionali, nella provincia autonoma di Trento.  
Unico gruppo dolomitico ad ergersi ad ovest del fiume Adige.
Siamo un bel gruppetto, ben 14  persone, ci ritroviamo puntuale nel luogo di appuntamento e subito senza indugi, anche perché il viaggio è abbastanza lungo, partiamo alla volta di Madonna di Campiglio.
ccDopo cinque lunghe ore giungiamo a destinazione, o quasi, infatti da Madonna di Campiglio dobbiamo raggiungere la località Vallesinella, valle scenografica famosa per le sue cascate. Interessante dal punto di vista naturalistico e facilmente accessibile, vi nasce uno dei rami del fiume Sarca.
Da Madonna di Campiglio (1514 m) si raggiunge, appunto, Vallesinella seguendo la strada  (di circa 3 chilometri) che corre lungo il versante occidentale del Monte Spinale fino al rifugio Vallesinella, dove vi è un ampio parcheggio. Vi si può arrivare anche percorrendo l’antico sentiero che parte all’altezza della stazione della telecabina dello Spinale e taglia il versante occidentale del Monte Spinale con percorso pianeggiante, chiamato “Sentiero dell’orso”.
Noi ci portiamo al parcheggio con le auto, la sosta è a pagamento, noi per due giorni abbiamo pagato 10€. Si può anche raggiungere il luogo con bus navetta con partenza da Madonna di Campiglio, uno ogni quarto d'ora.
Appena scesi l'aria fine di montagna piena di profumi di abete e larici ci rinvigorisce, boschi unici, La natura qui è da cartolina, quasi disegnata appositamente per regalare purezza e tranquillità.
 e una volta pronti ci incamminiamo verso la nostra prossima meta: il rifugio Maria e Alberto ai Brentei.
Oltrepassiamo
un portale in legno, da dove inizia il sentiero n° 317,  che ufficializza l'ingresso nel parco naturale Adamello-Brenta, prendiamo per il rifugio Casinei.
eUn sentiero tenuto molto bene, agevole anche per chi vuol fare una semplice passeggiata piacevole da percorrere; la salita viene agevolata  per la maggiore da gradini, crediamo che questo è il motivo del perchè troviamo molte famiglie che passeggiano nel bosco. Difatti tutto il percorso fino al rifugio Casinei è all'interno di un bellissimo e fresco bosco di larici e abeti. Il sentiero sale spesso zigzagando nel fitto bosco.
Dopo circa quaranta minuti raggiungiamo il rifugio Casinei, situato in un bellissimo e panoramico spiazzo erboso da dove si ammira il versante Trentino dell'Adamello e la Presanella. Da qui dopo aver preso fiato proseguiamo a sinistra fino ad incontrare un bivio dove proseguendo lungo il sentiero 317 si va diretti per il Rifugio Tuckett, mentre seguendo quello di destra contrassegnato con il numero 318 si va per i rifugi Brentei e Alimonta.
Naturalmente noi prendiamo quest'ultimo.
Il sentiero sale moderatamente e si apre sulla valle del Brenta piuttosto panoramico sulla nostra destra pur restando inizialmente sempre nel bosco.
Mano a mano che si sale la vista si apre a 180° verso il gruppo del Brenta di fronte a noi, mentre alle nostre spalle rimane il gruppo della Presanella e l'Adamello a fare da sfondo.
Già dalla quota 2000 ca. il bosco si dirada, la vegetazione cambia e diventa tipica delle quote di medio alta montagna, con bellissimi pini mughi, erba più bassa e bellissimi fiori e si apre lo spettacolare paesaggio del Brenta, con le sue pietraie selvagge, i canaloni, le torri.
Il panorama descritto esiste davvero e salendo verso il Brentei la nostra vista potrebbe essere rapita dal Crozzon di Brenta che precipita verso la Val Brenta ma noi ne possiamo ammirare solo a sprazzi perché neri nuvoloni si stanno addensando sopra di noi e infatti ben presto inizia a piovere, a tratti anche copiosamente!
Mano alle mantelle o giacche, il copri zaino e via si riparte, testa bassa e via andare.
A quota 2000mt, circa,  troviamo un ulteriore bivio dove deviando a sinistra si procederebbe nuovamente per il rifugio Tuckett e splendida vista sul Castelletto di Brenta, ancora visibile solo con la fantasia, continuando invece per il nostro sentiero, oltre ad ammirare, quando c'è il sole, alle nostre spalle gran parte del gruppo Adamello (Carè Alto-Presanella).ed
Il sentiero in qualche tratto può sembrare leggermente esposto e nei punti un po' più delicati sono state messi dei cavi per maggior sicurezza degli escursionisti inesperti. Giungiamo in una sorta di piccola gola e poi una galleria, la galleria Bogani, scavata nella prima guerra mondiale.
Usciti dalla galleria ritroviamo un tratto in discesa con cavo d'acciaio al termine della discesa attraversiamo un canale ancora innevato senza nessuna difficoltà.
ancora qualche curva e il rifugio Brentei è a vista.
Dopo circa due ore lo abbiamo raggiunto, il rifugio Alberto e Maria ai Brentei si trova  nella parte alta della Val Brenta su di un ampio terrazzo erboso proprio di fronte alla imponente parete nord del Crozzon con il nevaio dello strettissimo Canalone Neri.
E' una struttura molto frequentata in virtù della facilità di accesso e della posizione  centrale e strategica per  molte ascensioni e ferrate. Per moltissimi anni è stato gestito dalla famosa guida Bruno Detassis.
Siamo bagnati e infreddoliti e la stufa accesa nel rifugio ci fa un enorme piacere, il gestore ci accoglie con calore e simpatia e ci mostra le nostre camere. Dopo aver preso possesso dei nostri giacigli, una lavata e indossato indumenti asciutti ci ritroviamo tutti all'esterno del rifugio, nel frattempo è smesso di piovere, e qualche sprazzo di sereno ci consente di vedere qualcosa. Esploriamo un pò l'area circostante senza allontanarci troppo. Intanto arriva l'ora di cena e ci affrettiamo ad accomodarci nella sala dove troviamo personale molto preparato e cordiale con ottimo menù tipico: canederli, crauti passati di verdure ecc ecc.
Rimaniamo un pò a chiacchierare ma ben presto ci dirigiamo nelle nostre camere, a questo punto la stanchezza della giornata si fa sentire.
Ci addormentiamo subito con il pensiero per il giorno dopo che prevede la ferrata delle Bocchette centrali. Speriamo bene nel meteo.
Buona notte!

Ci alziamo dopo una serena nottata, ma durante la notte ha fatto un bel temporale, dando un'occhiata all'esterno il celo non è dei migliori ma qualche sprazzo di celo azzurro c'è. Ci troviamo a colazione e facciamo il punto della situazione; oggi le previsioni non sono ottime e danno pioggia nel pomeriggio, mentre per domani è previsto tempo migliore, quindi decidiamo che le bocchette centrali le lasciamo al giorno successivo, per oggi, sentendo il consiglio del gestore, proviamo a fare il sentiero SOSAT, il famoso sentiero attrezzato che collega il rifugio Tuckett al rifugio Brentei od eventualmente al rifugio Alimonta,
si tratta di una via ferrata, che fa parte della famosa Via delle Bocchette. Questo sentiero attrezzato fu costruito con un finanziamento della Sosat (Sezione operaia della Sat) nel 1960 ed inaugurato nel 1961. Il sentiero è denominato “Bocchette basse”, poichè successivamente sono stati realizzati  altri sentieri  attrezzati che collegano gli stessi rifugi, che percorrono molto più in alto e sfiorando le vette, la zona centrale del Gruppo Brenta. ddDal rifugio Brentei  prendiamo il sentiero 323 che sale per il rifugio Alimonta, dopo quaranta minuti giungiamo ad un bivio, nel bel mezzo del detritico Vallone dei Brentei, Un'indicazione ci indica, sulla sinistra il sentiero 305b. Appena imboccato troviamo la targa che avvisa dell'inizio della ferrata e qui indossiamo il kit da ferrata.
Senza indugi iniziamo a salire tramite due scale, una dietro l'altra, ci sembra abbastanza facile, almeno questo tratto, bene, continuiamo.
Ci troviamo a superare delle roccette senza difficoltà. Da queste cenge vediamo proprio sotto di noi il rifugio Brente. Proseguiamo seguendo una lunghissima e comoda cengia, in un tratto, però, dobbiamo passare sotto un basso " tetto" che ci obbliga a camminare a quattro zampe, in questo tratto troviamo delle belle stelle alpine e raponzoli delle Rocce, fiore di rara bellezza , c presente sulle  Alpi, non facile da trovare, non si presenta in grandi colonie o fioriture e cresce su pareti rocciose, pianta perenne è solitaria. 
La cengia curva verso destra e il cavo si getta giù in un profondissimo canale, da dove siamo noi non si riesce a vedere per quanto scende, si vedono solo alcune staffe per scendere, vicino, più avanti, ci sarebbe una scala ma senza il cavo è stato tolto, quindi deduciamo che non più in uso. Quì abbiamo preso la decisione di interrompere questo percorso, non per timore della discesa ma perché ha iniziato a piovere. vInizialmente poche gocce ma poi sempre più insistente, siamo abbastanza nella parte iniziale della ferrata e perciò decidiamo, saggiamente di abbandonare. Questa decisione ci ha lasciato l'amaro in bocca ma, come si dice, la prudenza non è mai troppa, pazienza, speriamo in domani.
Ritorniamo sui nostri passi facendo attenzione ad non scivolare sulle rocce bagnate, mentre chi ha indossato le mantelle si rende conto che non è l'indumento migliore da indossare su una ferrata. Torniamo al bivio iniziale e decidiamo di imboccare il sentiero che sale sulla sinistra al rifugio Alimonta. Iniziamo a salire infagottati nelle giacche a vento o le fastidiose mantelle, in questo tratto tra tutta quelle rocce spiccano molti ciuffi di fioriture di papaveri gialli, una bella nota di colore in questa giornata grigia.  Giungiamo a quota 2580 nella Conca degli Sfulmini vdove è posto il rifugio Alimonta , è l’anfiteatro più bello delle Dolomiti del Brenta e uno degli scorci più suggestivi delle intere Dolomiti. Peccato non vedere niente, ci si trova in un ambiente inconsueto e lunare, composto da una selva di campanili dolomitici tutt’attorno.
Il rifugio è situato su un breve risalto roccioso; uno straordinario terrazzo panoramico circondato da immense e slanciate guglie dolomitiche quali la Torre di Brenta, Gli Sfulmini, Torre Molveno, Cima Brenta, Cima Mandron, Punte di Campiglio. Davvero un colpo d’occhio imperdibile in giornate migliori di questa, bisognerà tornarci!
Entriamo nel rifugio, molto bello e accogliente, con un gestore simpatico, estroverso e accogliente con il suo carattere alla mano ideale per un rifugio.
Ci invita subito a usare la stanza, apposita, riscaldata per far asciugare gli indumenti
, cosa assai gradita. Visto che è ora di pranzo decidiamo di usufruire della cucina
del rifugio. Subito ci viene proposto un ricco menù di piatti tipici. Innaffiamo con ottima birra. d
Nel frattempo al pioggia vien giù abbondantemente e quindi rimaniamo a chiacchierare nel piacevole tepore del rifugio. Qualcuno ne approfitta anche per fare un sonnellino.
Sembra che la pioggia stia calando e ci decidiamo a riprendere il cammino riportandoci al rifugio Brentei. Un'oretta e mezzo e lo raggiungiamo. Non ci resta che aspettare l'ora di cena e inganniamo l'attesa stando a chiacchierare e scambiarci qualche impressione sorseggiando una birra o qualcosa di caldo, io sono per la birra!
La serata passa allegramente e cenando con ottimi piatti tipici. Ben, presto, però, alla chetichella ci dirigiamo verso i nostri giacigli sperando che l'indomani sia più propizio per la nostra attività.

Eccoci alla domenica mattina, un bel sonno ristoratore e per prima cosa un'occhiata al celo.......evviva è sereno, speriamo che duri, da queste parti non è raro che un minuto prima sia il sole e subito dopo piova copiosamente.
Facciamo colazione subito, senza indugio ci prepariamo per la partenza della nostra escursione, quella per cui ci siamo fatti così tanti km di strada, vogliamo a tutti i costi percorrere la ferrata delle Bocchette , più esattamente delle Bocchette Centrali.
Tra i più belli e panoramici sentieri attrezzati dolomitici si estende, nel cuore del Brenta al cospetto delle cime più alte e più famose, tra la Bocca di Brenta e la Bocca degli Armi con scorci mozzafiato sul Campanile Basso e sul Crozzon di Brenta.
Dal Rifugio imbocchiamo il sentiero n° 318 prendendo verso destra superiamo  la chiesetta alle spalle del rifugio ed in circa 30' di sentiero a mezza costa abbastanza piano con solo qualche sali-scendi raggiungiamo la base del nevaio di Bocca di Brenta  Comunque sia il canale innevato in gran parte lo si evita poiché l'attacco della via è sulla sinistra molto prima del termine di questi.
Individuiamo l'inizio della ferrata e subito indossiamo tutto l'occorrente per effettuare la nostra ferrata: imbrago, caschetto, dissipatore. OK c'è tutto, possiamo andare.
Imbocchiamo un breve cengia e subito troviamo una prima scala che sale per una decina di metri, la si sale agevolmente e ci troviamo su una abbastanza larga cengia, a tratti manca il cavo di sicurezza tanto è larga, troviamo una piccola cannella che butta acqua, una sorgente qui non me la sarei aspettata.
Continuiamo e se prima, la cengia, era abbastanza larga ora diventa esigua e sono state messe alcune passerelle di legno per agevolare il passaggio, stiamo passando sotto cima di Brenta montagna di 2690 mt. Il celo si sta' mantenendo azzurro e il panorama ci ammalia nella sua interezza.
, un luogo così selvaggio raramente lo avevo visto!
Continuiamo a salire il morale è alto, il tempo regge e lo spettacolo che abbiamo davanti è unico, siamo una comitiva un pò rumorosa ma è l'esternazione di ciò che proviamo: tanta felicità!
Proseguiamo su ghiaioni pareti attrezzate, il panorama si apre maggiormente davanti a noi si porgono la Busa degli Armi con tutta la sua affascinante asprezza. Il Campanile alto ed il Campanile basso si distinguono dalle altre vette per maestosità e particolari.
Ora però stanno addensandosi le nubi e a tratti siamo nella nebbia, poco male, l'unica cosa speriamo che non piova.
Il sentiero continua su un ghiaione abbastanza ripido e senza cavo di sicurezza, poi ci troviamo  in uno dei punti più belli di tutte le bocchette centrali. A cavallo fra la Valle brenta Alta e la busa delle armi ci si sente proprio in cima al mondo!
Siamo, ora base degli Sfulmini e successivamente alla Torre di Brenta.
E fianlmente siamo nel tratto più scenografico di tutta la ferrata: " Il Ferro di Cavallo" dove l'esposizione è massima, circa 500 mt di salto, comunque si procede sempre in sicurezzae
Si procede sempre su cengia attrezzata esposta, che gli alpinisti più esperti chiamano ironicamente "alta pista ciclabile",si incontrano un paio di saliscendi su roccette superabili anche grazie ad una scaletta  e si svolta a sinistra nuovamente su cengia dando un ultimo sguardo al Campanile Basso posto alle nostre spalle.
Al termine della cengia siamo al tratto finale della ferrata, un'aerea crestina ci conduce ad una prima scaletta, ne seguiranno altre cinque.
Eccoci arrivati, siamo a Bocca degli Armi e il rifugio Alimonta ci appare a poca distanza in fondo al canalone, prendiamo subito nella sua direzione anche perché il celo si sta' facendo sempre più minaccioso.
Iniziamo la discesa su nevaio, facendo attenzione alle parti con ghiaccio vivo, appena possibile ci portiamo su ghiaione, sembrava più sicuro ma invece sotto la ghiaia è in agguato stari di ghiaccio vetrato e che mette a dura prova il nostro equilibrio. In circa mezz'ora siamo al rifugio Alimonta. Appena in tempo, al nostro arrivo inizia a piovere copiosamente, pioggia accompagnata da grandine.
Troviamo rifugio all'interno che come il giorno precedente ci accoglie magnificamente, visto che aspettiamo che il tempo diventi più clemente ne approfittiamo per pranzare ed entusiasti ripercorriamo con le nostre impressioni l'intera ferrata.
La pioggia continua a venir giù ma è meno battente, quindi prendiamo il sentiero per il rifugio Brentei.
Zig zaghiamo sul sentiero facendo attenzione a non scivolare, incrociamo il sentiero SOSAT, quello tentato l giorno prima, poi superiamo dei grossi blocchi rocciosi, testimoni di come queste montagne si stiano sfaldando.
Ben presto siamo al Rifugio Brentei.
Entriamo e recuperiamo quanto lasciato al mattino, salutiamo e ringraziamo e a malincuore prendiamo la via per Vallesinella, la stessa percorsa due giorni prima.
Raggiungiamo il parcheggio e ci rendiamo conto che questi stupendi giorni sono finiti. Purtroppo tutto finisce e dobbiamo affrontare un viaggio di cinque ore.
Anche questo giro è terminato e comunque di questa escursione ci resterà per tanto tanto tempo l'emozione di aver attraversato queste montagne, aver goduto di splendidi paesaggi e preso tanta pioggia, il tutto in compagnia di splendidi amici lasciandoci dentro una bella sensazione di benessere.

Ciao, alla prossima!!!
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