U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA

20/05/2018 Monte Cavallo 1890 mt.

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La montagna si presenta come una muraglia formata da calcari selciferi e diaspri: entrambi i suoi versanti precipitano a valle con pendenze impressionanti; nel lato che guarda verso il mar Tirreno le "gobbe" diventano dei lastroni ripidissimi, che si coprono d'erba non appena la pendenza si fa meno dura . Sicuramente raggiungere le quattro cime del Cavallo e' un'esperienza riservata solo agli escursioni piu' esperti, tanta e' la ripidita' dell'ascesa e la impressionante pendenza dei suoi versanti. Il monte Cavallo e' una delle più belle vette delle Alpi Apuane, ma anche una delle piu' difficili da raggiungere: e' formato da quattro cime chiamate "gobbe", che da nord a sud raggiungono rispettivamente quota 1889, 1895 (seconda altezza  delle Apuane dopo i 1946 m. del Pisanino), quota 1874 e quota 1851; si trova sullo spartiacque principale della catena, compreso fra la Foce di Cardeto e il Passo della Focolaccia.   Descrizione di Mirto Campi dal sito  www.walkingitaly.com
La sua vetta più alta raggiunge, per molte tabelle, i 1888,4 metri per cui il Cavallo sarebbe la terza montagna nelle Apuane per altezza dopo il Pisanino e la Tambura,.mentre, per altre, invece arriverebbe a 1895 metri, superando così la Tambura e ponendosi al secondo posto). Questa ultima nota dal sito Escursioni Apuane

DaLucca
Percorrere la SS 445 Lucca-Piazza al Serchio, proseguire per Minucciano; prima della galleria svoltare a sinistra e percorrere la strada per pochi km fino al rifugio Val Serenaia. Il Rifugio Orto di Donna si raggiunge solo a piedi percorrendo il sentiero n.180 che parte dalle vicinanze del Rifugio Val Serenaia (tempo di percorrenza 1 ora e 30 minuti). Per ulteriori informazioni, una volta giunti al Rifugio Val Serenaia, contattatre Jonathan Balducci.

Da Aulla
Percorrere la SS 63, deviare poi in direzione Casola in Lunigiana-Pieve S. Lorenzo- Minucciano SS 445. Oltrepassato il paese di Minucciano, attraversare la galleria e svoltare a destra fino al rifugio Val Serenaia. Il Rifugio Orto di Donna si raggiunge solo a piedi percorrendo il sentiero n.180 che parte dalle vicinanze del Rifugio Val Serenaia (tempo di percorrenza 1 ora e 30 minuti).
                                                                                     - INDICAZIONI STRADALI -

 

 
ITINERARIO:

Itinerario : Val Serenaia- Foce di cardeto, Vetta M. Cavallo, Forcella di Porta, Bivacco Aronte, Passso della Focolaccia, Foce di cardeto, Val Serenaia
QUOTE: Parcheggio Val Serenaia (1100 mt.), Foce del Cardeto (1670 m.), 1° gobba (1889 m.), Vetta principale  (1895 m.), 3° gobba (1874 m.) e quota 1851 la quarta, Forcella di Porta (1747 m.), Passo della Focolaccia (1650m.) DISLIVELLO: 795 mt.

 
  PARTECIPANTI: 20  escursionisti


 

 

DIFFICOLTA’  -  (EEA)

 
TEMPI DI PERCORRENZA
Ore 6 (cammino effettivo)
 


 
SENTIERI CAI PERCORSI : 178 - cresta non segnata del Cavallo - tracce di sentiero per Forcella di Porta, non segnato- n° 179 dal Passo della Focolaccia alla Foce di Cardeto
167 Biforco - Passo della Focolaccia

 

 

   
 


ACQUA:
Parcheggio del Campeggio –  rifugi Donegani,  Val Serenaia e Orto di Donna
 
 
PUNTI D'APPOGGIO : Rifugio Donegani (sempre aperto e situato a 10’ in salita rispetto alla partenza) – Rifugio Val Serenaia (non aperto in inverno) – Rifugio Orto di Donna (non aperto in inverno) – capanna K2 - Bivacco Aronte
 

PERIODO CONSIGLIATO:  Tarda primavera a tutta l'estate, l'invernale è riservata a persone con vere capacità d'arrampicata su ghiaccio, molto impegnativa

 

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Foto escursione

 

 

 

 

 

 

 

 


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Punta Carina dall'interno del Bivacco Aronte

Oggi la nostra sezione si cimenterà con la prima escursione dell'anno veramente impegnativa, andremo sulle Alpi Apuane settentrionali e precisamente sul bellissimo monte Cavallo.
Un piccolo gruppo di nove persone anticipa l'escursione al sabato per andare a passare una bella serata al rifugio Orto di Donna,  e così evitare anche la levataccia che avremmo subire la domenica.
Giunti in Val Serenaia ci accoglie un forte temporale e rimaniamo ad aspettare che cessi di piovere nel rifugio omonimo dalla valle.
La Val Serenaia è una stretta vallata racchiusa tra il Pisanino e la cresta del Capradosso con, sul fondo, la dorsale del Monte Cavallo e della Foce di Cardeto.
In corrispondenza dell’ultimo tornante, prima del rifugio Donegani, in prossimità del campeggio, c’è il parcheggio dove abbiamo lasciato le auto, (
1100 m.)

Continua a piovere ma ora molto meno, volevamo percorrere il sentiero n°180 che attraversa il versante  il boscoso porta direttamente al rifugio ma tra quella che scende dal celo e quella che sgronda dagli alberi faremmo un bel bagno, decidiamo quindi di percorrere la marmifera che termina proprio davanti al rifugio, questa strada non è percorribile con mezzi privati in quanto chiusa da una sbarra ad uso esclusivo delle cave.
E' un percorso monotono ma non ci sembrava il caso di camminare su rocce viscide e fogliame fradice.
Attraversiamo alcune cave di marmo (che purtroppo e sempre più estesamente violentano le Alpi Apuane).
Finalmente giungiamo al Rifugio Orto di Donna.
Qui veniamo accolti dalla ottima  gestione affabile e cortese, il rifugio è sobrio ma l'accoglienza è davvero apprezzabile.
Dopo esserci asciugati e anche un pò scaldati ci accingiamo a cenare con pietanze di vero gusto.
Rimaniamo un po' a parlottare e raccontarci varie esperienze, tra noi ci sono persone che non sono mai saliti sul Cavallo e le domande su cosa troveremo denotano che nell'aria c'è un pò di ansia, chi sa se stasera tutti dormiranno serenamente??
La notte passa senza traumi e a detta di tutti è stata ben riposante.
Facciamo  colazione e salutato Stefania, la gestore, partiamo alla volta della Foce di Cardeto dove abbiamo appuntamento con gli amici che svegliandosi molto presto ci raggiungeranno.
Sono tutti impazienti di muovere le gambe
, non abbiate fretta che oggi ce ne sarà ben d'onde per camminare!!
Prendiamo il sentiero n°179 dirigendoci verso est passando sotto le pendici del Contrario iniziamo subito dovendo oltrepassare un ravaneto di grossi massi di marmo, residui della lavorazione della cava 27 che qui era locata e ormai fortunatamente abbandonata. Ci inoltriamo nel bosco, sappiamo che il tracciato è semplice e ben segnato e quasi pianeggiante ma subito ci accorgiamo che non sarà così facile. Pur essendo maggio inoltrato e il caldo che ha fatto negli ultimi periodi, ci troviamo molti pendii ancora innevati che ci rallentano il passo.
Oltrepassiamo il vecchio bivacco K2, lo abbiamo sulla nostra sinistra tra i faggi, il bivacco è  Proprietà sezione C.A.I. di Carrara a cui vanno chieste le chiavi, ha 6 posti letto, a poche decine di metri è presente una fonte di acqua potabile, che tuttavia può rimanere a secco nei mesi estivi.
Con molta cautela continuiamo a camminare e percorriamo un ultimo tratto un pò ripido e con la presenza della neve ci fa un po' tribolare. Ma eccoci siamo giunti alla Foce del Cardeto importante crocevia a quota 1670 mt. per i sentieri del trekking in generale della catena apuana settentrionale, siamo in perfetto orario, infatti in breve sentiamo delle voci e a pochi minuti scorgiamo gli amici che stiamo aspettando.
Solo un brevissima sosta per ricompattare il gruppo e poi  iniziamo la salita verso la prima gobba del Cavallo, Saliamo in diciassette, gli altri tre hanno scelto l'itinerario più facile che attraverso il passo della Focolaccia li porterà sul vicino monte La Tambura, sicuramente più tranquillo ma non banale e dove si ha una splendida vista sulla catena apuana e il il litorale da Spezia a Livorno.
Si sale a destra, proprio sul Passo ma purtroppo non ci sono segni, subito bisogna scavalcare una roccia e poi salire per canalini molto scoscesi e ben presto siamo sulla cresta della prima gobba.
Attraversiamo una bocchetta abbastanza esposta e c’inoltriamo lungo il pendio che ci condurrà in vetta alla prima gobba; il percorso è misto: paleo, la tenace erba apuana, e roccia. Raggiunta la cima settentrionale (1889 m.) , il tempo di una foto di gruppo, e subito veniamo rapiti dal panorama unico che il monte ci offre. Possiamo ammirare tutta la maestosa imponenza del Pisanino, le aspre pareti del Pizzo d’Uccello, la Tambura, il Contrario e spaziare dai laghi artificiali ma non per questo meno suggestivi della Garfagnana, alla Lunigiana, dalla costa livornese alle Cinque Terre con ben in vista le isole Palmaria e Tino.
Proseguiamo la "cavalcata" scendendo verso la sella che separa la cima settentrionale dalla vetta, qui dobbiamo attraversare un costone roccioso , detto " " La Piastra o Vela", si tratta di una parete molto scoscesa, qui dobbiamo stare molto attenti, la roccia mutevole è sempre diversa ogni volta che ci veniamo,, comunque la salita viene facilitata da un cavetto d'acciaio che vi è stato posto di recente. Osservando attentamente si può notare  che scendendo lievemente si può risalire in obliquo attraverso un canalino abbastanza agevole.
Oltrepassato questo  passaggio siamo tutti più tranquilli e proseguiamo la salita sul filo di cresta. Seguendo ancora il percorso di cresta, attraversando tratti di erba e rocce raggiungiamo, un po’ affaticati, la vetta (1890 m.). L’emozione, e la soddisfazione, è tanta (alcuni, come detto, salivano per la prima volta sul Monte Cavallo) e tra strette di mano e complimenti vari c’immortaliamo a vicenda, la vista  si si ripete, non vorremmo andarcene ma riprendiamo il cammino verso la discesa anche perché  non vogliamo farci  sorprendere da qualche temporale, tra l'altro previsti nel pomeriggio,  e questo è  l'ultima cosa che ci auguriamo.
Superata una gobba secondaria si scende alla quota più bassa della montagna (1851 m.) passando per la "coda del cavallo" e scendendo tra il paleo, a naso più che seguendo una traccia sino a  raggiunge il sentiero n° 167 che ci porta alla  Forcella di Porta (1747 m.) e da lì il Passo della Focolaccia (1650m.) dov’è situato il bivacco Aronte,  il più alto rifugio della Apuane e il più antico, essendo stato inaugurato il 18 maggio 1902 dalla sezione Ligure del CAI, è attualmente proprietà del CAI di Massa. Costruito in muratura, a volta in un unico vano.
La vista, è ampissima sugli scoscesi valloni che degradano al Frigido e giù fino alla marina di Massa ed è allietata dalla graziosa cuspide della Punta Carina; a questa fa seguito la rocciosa cresta che sale alla Forcella di Porta e al Cavallo
, peccato il degrado sempre più invadente delle cave.
Al rifugio troviamo gli amici che sono andati sulla Tambura e assieme pranziamo. Adesso possiamo allentare la tensione che ci ha tenuto sul chi va là sino ad adesso, ora siamo tranquilli seduti intorno ad un tavolo e allora via alle cibarie.
Rimaniamo per circa un'ora e poi riprendiamo la via di ritorno verso la Foce di Cardeto, anche perché le nuvole iniziano ad accumularsi,  ripartiamo ma non prima di  aver dato uno sguardo ammirato alla vallata di Resceto ed alle guglie rocciose che incorniciano il bivacco.
Raggiungiamo e attraversiamo le cave di marmo, sempre più devastanti, e seguiamo la strada carrozzabile fino ad incontrare il sentiero (segnavia 179) che imbocchiamo.
Percorriamo il sentiero costeggiando le pareti del Cavallo, passiamo sotto il famoso Canal Cambron luogo di impegnative salite invernali, dopo aver incontrato il bivio con il sentiero n° 178 per L'acqua bianca il sentiero riprende la ripida salita, sulla sinistra ritrovando  abbondanti chiazze di neve.
oltrepassiamo il sentiero che porta al Pisanino dal Pizzo d'altare e con un'ultima salita giungiamo alla Foce di Cardeto.
Facciamo un'ultima sosta e ci dirigiamo verso al Val Serenaia per il sentiero, lungo e abbastanza monotono, già percorso al mattino, appena imboccato questo sentiero, giunge quello che speravamo che ritardasse un po' ma puntualmente come previsioni dicevano, alle 15,00 iniziano i primi goccioloni, tra l'altro dobbiamo anche affrontare una lunga e ripida discesa innevata e qui tanti scivoloni.
Superata la zona dei grossi massi squadrati che qualche ciclope si è divertito a scagliare qua e là inizia davvero a piovere e forti tuoni iniziano ad essere minacciosi sopra di no, inoltre vuoi che non grandinasse? Non ci siamo fatti mancare niente! Dopo circa un'ora e mezza e moltissimi scivoloni senza nessuna conseguenza giungiamo nei pressi del campeggio dove abbiamo le auto.
Andiamo subito al vicino rifugio Val Serenaia dove ci cambiamo mettendoci qualcosa di asciutto e terminare la bella giornata davanti a una bella birra. Ci scambiamo le nostre impressioni e facciamo progetti per nuove avventure, la più bella cosa è stata vedere la felicità negli occhi di chi ha affrontato per la prima volta questa impegnatissima escursione, complimenti a tutti!
Alla fine giunge l'ora di salutarci e riprendiamo la via di casa.
Tirando le somme si può dire che la giornata è stata una di quelle che non si scordano: bel tempo, splendidi scenari, bella compagnia: che cosa chiedere di più?

Ciao, alla prossima!!!

 

 

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