U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA

11/02/2018 Monte La Nuda.....quasi

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Sul versante toscano partendo dal fondovalle si può seguire la Strada Provinciale 71 che passa per San Pellegrino in Alpe e raggiunge il Passo delle Radici con un percorso di 17 km (contro i 31 km del percorso lungo la statale 324). Questo percorso segue una dorsale secondaria molto panoramica che nel tratto che conduce a San Pellegrino ha pendenze fino al 20% per poi continuare meno ripida fino al passo del Pradaccio a 1600
metri, da qui la strada ridiscende fino ad incontrare la Statale 324 subito dopo il Passo delle Radici. Si segue la statale sino a Pievepelago. Seguiamo le indicazioni per Le Tagliole - Lago Santo
 in corrispondenza del quarto tornante della strada seguire a destra la stradina (via Merizzana) che dapprima asfaltata e poi sterrata, conduce fino al Santuario.
                                                                                     - INDICAZIONI STRADALI -

 

 
ITINERARIO:

Partenza : Oratorio di Monticello, raggiungibile da Pievepelago imboccando la strada che sale alle Tagliole e al Lago Santo; in corrispondenza del quarto tornante della strada seguire a destra la stradina (via Merizzana) che dapprima asfaltata e poi sterrata, conduce fino al Santuario.

Itinerario che, a parte lunghezza e dislivello, non presenta nessuna difficoltà tecnica. La prima parte avviene su comoda forestale, mentre nella parte alta si attraversano le brughiere d’alta quota del monte Nuda dove la salita si presenta costante e regolare, mai troppo ripida. Per questo motivo, l’itinerario si presta ad essere percorso anche in presenza di neve, con ciaspole, in quanto, data la pendenza moderata, è poco soggetto al pericolo valanghe.

 
  PARTECIPANTI: 12  escursionisti


 

 

DIFFICOLTA’  -  (EEA)

 
TEMPI DI PERCORRENZA
6 h cammino
 


 
SENTIERI CAI PERCORSI : Strade Forestali e sentiero n° 539 CAI

 

 

   
 


ACQUA: soltanto  in località “Vacchereccie”.
 
 
PUNTI D'APPOGGIO : Nessuno
 

PERIODO CONSIGLIATO:  (invernale): da Dicembre a marzo 
 

 

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Foto escursione
              

asIl nostro girovagare questa volta ci porta sull'appennino Tosco Emiliano, il calendario escursionistico prevede di raggiungere il monte La Nuda di 1775 mt., posto nel comune di Pievepelago. Itinerario che effettueremo  con le ciaspole. Il caratteristico nome di questa monte deriva dal fatto che la sua cima, nonostante l'altezza non molto elevata, è completamente spoglia di vegetazione a causa dei venti impetuosi che sono spesso frequenti e che permettono soltanto la crescita di erba e fiori.
Siamo in dodici, ci troviamo come al solito davanti alla nostra ex sede a Ripa di Versilia e partiamo subito senza indugio visto il lungo viaggio che ci attende, infatti ci vorranno due per per raggiungere la nostra destinazione.
Dobbiamo raggiungere il santuario di Monticello
, imbocchiamo la strada che sale alle Tagliole e al Lago Santo; in corrispondenza del quarto tornante della strada seguiamo a destra la stradina (via Merizzana) infine giungiamo al bivio per borgo Fontanini, qui la strada per il santuario è chiusa da un gran muro di neve ammucchiata dai mezzi spazza neve, lasciamo le auto qui, ci si prepara per l'escursione calzando le ciaspole e via si parte subito raggiungendo dopo un centinaio di metri ìl Santuario di Monticello .
Santuario Mariano di Monticello: la storia documentata riferisce che fin dal ‘600, in una piccola cappella, venisse venerata l’immagine di Maria Immacolata, dipinta su di una tavoletta di legno. Più tardi, nel 1800, con l’incremento della popolazione dei borghi vicini, si pensò di erigere il primo Oratorio. I lavori della prima costruzione terminarono nell’estate del 1849 ma nel corso degli anni successivi si susseguirono vari restauri e ampliamenti.
L’ambiente è molto suggestivo, in quanto il santuario si trova in una piccola radura in mezzo a un bel bosco di faggi.
zaSulla facciata della chiesa, sopra il portico , è presente un bassorilievo che raffigura Maria Regina della Pace, con in grembo il Bambino Gesù. Gli abitanti della valle del Pelago sono tuttora molto devoti alla Madonna di Monticello per cui ancora oggi il santuario è meta di numerosi pellegrinaggi. E’ chiuso nel periodo invernale, aperto in estate da Maggio a Ottobre. Dal grazioso giardino antistante la chiesa si gode di una bella visuale sulla vallata.
Lasciamo l’Oratorio e cominciamo a salire di quota su una comoda forestale, sicuramente bella e ampia in estate ma oggi e interamente ricoperta da un'alta coltre di neve senza nessuna traccia solo impronte di qualche lepre o coniglio.
Procediamo faticosamente dandoci il cambio in testa aprendo la pista, questo si rivela molto faticoso, diversi tornanti ci conducono alle pendici settentrionali del monte Nuda.
Giungiamo ad una zona ad abeti e qui la zona è letteralmente da favola gli abeti carichi di neve ci lasciano letteralmente sbalorditi, poi intorno ai 1400 metri di quota, il bosco cede progressivamente il passo ad una zona intermedia caratterizzata da cespugli e arbusti; salendo ancora si raggiungono i pascoli e le praterie di alta quota che oggi si presentano come distese immacolate di soffice neve....troppo soffice!
Incrociamo, ora il sentiero n° 539 che percorre la dorsale nord - ovest del monte in costante salita e qui il gruppo si sgrana, e si la salita ora si fa sentire, giungiamo infine all’anticima nord, chiamata “Colle Boschetto” in quanto sono presenti isolati esemplari di faggio piegati dalla forza del vento. Si prosegue sul sentiero CAI 539 che percorre la dorsale nord - ovest del monte in costante salita fino a giungere all’anticima nord, chiamata “Colle Boschetto” in quanto sono presenti isolati esemplari di faggio piegati dalla forza del vento. Da qui si prosegue sulla bella cresta che la collega alla cima principale facendo attenzione ai versanti molto ripidi e franosi sulla Valle delle Tagliole.
Diamo uno sguardo all'orologio e  notiamo che si sono fatte le tredici e trenta, per raggiungere la cime vera e propria calcoliamo che ci voglia ancora come minimo un'ora e dovremmo percorrere una cresta   con pendio moto ripido specialmente sul versante orientale, su questa neve i ramponi che comunque abbiamo al seguito, non servirebbero a molto e su quella pendenza le ciaspole neanche a parlarne; quindi per raggiungere la vetta bisognerebbe scendere nel vallone e poi risalire sulla cresta est allungando di molto. La decisione unanime è stata quella di terminare l'escursione qui.

Comunque anche di qui abbiamo comunque una bellissima vista, davanti a noi appare  tutto il crinale tosco-emiliano compreso fra l’Abetone e il Passo delle radici, verso est il monte Cimone e verso nord il magnifico panorama su tutta la vallata del Pelago con le sue montagne arrotondate caratterizzate da paesi e piccole borgate sparse qua e là; fa eccezione in primo piano il caratteristico picco roccioso di origine vulcanica del Sasso Tignoso.
Con tanta bellezza negli occhi decidiamo di pranzare qui, anche per l'assenza di vento!
Ma tutto a termine e dobbiamo riprendere la via del ritorno ripercorrendo il primo tratto già percorso in salita, poi in corrispondenza della strada forestale prendiamo seguiamo il sentiero  ssCAI n° 539. La discesa è divertente e proseguiamo con passo veloce sprofondando nella soffice neve, inutile elencare i ruzzoloni!
Rientriamo nel bosco e scendendo non sempre seguendo il percorso segnato ma tagliando tra gli alberi, attraversiamo quello che sarebbe un ruscello proseguendo in direzione nord e in breve  giungiamo poco sopra il gruppo di case in località Vaccherecce a 1120 mt. Da qui prendiamo la vecchia strada che collegava i paesi di Pievepelago e S. Anna Pelago. Diversi tratti di questa antica mulattiera percorsa nel passato da pastori, boscaioli e carbonai, presentano tuttora i resti di antichi muretti a secco e della pavimentazione originaria ( sotto la neve).
 Svoltiamo decisamente a destra su un sentiero indicato da segni bianco - azzurri; è questa l’antica mulattiera che collegava i paesi di Pievepelago e S. Anna. Continuiamo su questo sentiero che risulta pressoché pianeggiante o al massimo con alcuni brevi saliscendi; dopo circa 2,5 km Giungiamo nuovamente all’Oratorio di Monticello.

 

 

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