Foto escursione
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Dopo
essere stati in questi posti l'estate scorsa abbiamo
pensato che la zona si presta bene anche per attività
invernali e che quando è tutto immacolato deve essere
uno spettacolo. Purtroppo, si un po' di neve c'è ma
non più di tanto e per vedere lo scenario che ci
immaginavamo dovremmo venirci un'altra volta quando
l'inverno farà ciò che deve e non si comporti da
primavera inoltrata. Questa escursione ci porta sull'Appennino,
quello Tosco Emiliano. Dopo circa due ore di
viaggio giungiamo alla bella località di Pratizzano, località del comune di Ramiseto, sorge,
appunto, all'interno del Parco Nazionale
dell'Appennino Tosco-Emiliano, tra il Monte
Ventasso e l'Alpe di Succiso, in una prateria
naturale circondata da boschi di faggeti. Su questo
ricco pascolo estivo durante la stagione
invernale ( quando inverno è!!) si snodano 18 km di piste su tre
circuiti. Con la macchina possiamo comodamente
parcheggiare davanti al rifugio e andiamo a presentarci
ai gestori che ci dicono che le camere non possono
darcele perché ancora non sono pronte, va bene prendiamo
allora di nuovo le auto e andiamo verso Ventasso Laghi a
pochi km da qui.
Ventasso Laghi vanta una posizione invidiabile, sorge
nel cuore di una selva boschiva di grande interesse
naturalistico per la varietà della flora e della fauna
sapientemente salvaguardato: l'imponente profilo del
monte Ventasso domina il lago Calamone, tra i più belli
dell'Appennino Reggiano, e i fitti boschi di faggi.
La località è una meta turistica ambita nell'arco di
tutto l'anno grazie alle splendide vie escursionistiche
che si possono praticare a stretto contatto con un
ambiente selvaggio incontaminato. Durante la stagione
invernale dispone poi di una piccola ma attrezzata
stazione sciistica. Il comprensorio sciistico di
Ventasso Laghi si sviluppa sul versante montano del
Ventasso e consente di poter utilizzare quattro impianti
di risalita che servono uno snodarsi di piste da discesa
alpina, alle quali si aggiungono le piste da fondo.
Parcheggiamo abbastanza comodamente in quanto non è
giorno di ressa e subito ci prepariamo per la nostra
escursione: un gruppo decide per camminare un pò con le
ciaspole e un'altro più hard calzati i ramponi prendiamo
come meta la vetta del monte Ventasso. Superiamo una
sbarra e continuiamo su una strada, che adesso viene
usata come pista per slittini, ci teniamo diligentemente
da parte per non ostacolare nessuno e per non rovinare
la pista. Dopo meno di un km giungiamo in vista del
rifugio Venusta sulle sponde del lago
Calamone
Il lago Calamone, a
quota 1400 mt.,
denominato per secoli Lago del Ventasso, si cominciò
alla fine del XIX° secolo a chiamarlo Calamone,
forse con derivazione dal greco-bizantino “kalamòn”
ovvero “canna palustre”. Con una profondità
di circa 13 metri è un bacino d’origine glaciale
anche se nel 1956 fu rialzato dalla Forestale di
circa 2 metri, ampliandolo grazie ad un piccolo
sbarramento artificiale posto ancora oggi
sull’emissario..
Circondato e protetto da infinite distese di prati e
boschi, è
un lago misterioso e affascinante, sempre presente
nelle leggende del posto: si pensava addirittura
fosse senza fondo e collegato con gli abissi del
mare; il mito fu sfatato nel 1762, quando venne
attraversato in barca con un cavo piombato.
Ogni
stagione ci offre paesaggi e colori
differenti; questo specchio d’acqua è reso ancora
più magico dalla statuetta della
Madonna,
situata al centro su un isolotto, e dal rustico
rifugio Venusta, aperto nei mesi estivi; è
anche una zona di grande interesse botanico: è
infatti possibile trovare diverse specie di orchidee
rare, il trifoglio d’acqua e a giugno è
possibile ammirare il favoloso spettacolo della
fioritura delle ninfee.
In questo periodo, naturalmente, è completamente
ghiacciato.
Ci dirigiamo verso il vicino rifugio Venusta
dove è presente una fonte all’esterno, il
rfugio è aperto solo nel periodo estivo e oggi con ina
giornata splendida così è un peccato che i numerosi
escursionisti e sciatori non possano fermarsi per un
qualcosa di caldo, bà sono scelte!! Fuori dal rfugio
vi sono alcune panchine con tavolo in legno che invitano alla sosta per
ammirare la serena tranquillità del luogo,
naturalmente
il lago in inverno perde un
po' di fascino perché è completamente ghiacciato e
ricoperto di neve, ma arrivati lì è possibile godere del
paesaggio invernale effettuando il giro delle sue sponde.
Nella bella stagione le
sponde del lago sono molto frequentate da escursionisti
e famiglie, molti anche bikers con le MTB. Ripartiamo
e imbocchiamo il vicino
sentiero n° 661, lo imbocchiamo lasciando il lago alle
nostre spalle per volgere in decisa salita
nell’ombrosa faggeta. Qui i ciaspolatori
seguono le sponde del lago e zone limitrofe in quanto il
percorso non si presta a questo tipo di attrezzatura.
Iniziamo la salita verso la cima del monte; saliamo
un po' faticosamente fra faggi, alcuni sorprendenti per
dimensione e bellezza. Sono loro i testimoni del monte,
cresciuti quando i pascoli erano più abbondanti,
potevano allargare rami e chiome a piacimento, ora sono
chiusi dai loro figli e da "penosi" rimboschimenti di
abeti e larici realizzati nel dopoguerra.
Superiamo il limite del bosco (1550 mt.) con un panorama che si apre improvviso sia verso nord, in
direzione della pianura, che a meridione, verso il
crinale, bellissima vista in direzione
dell’Alpe di Succiso completamente imbiancato
che brilla sotto i raggi del sole come un diamante.
Siamo ad un bivio tra il 667 per Passo Pratizzano e
661 che sale per le pendici del monte. Noi
non
prendiamo ne l'uno ne l'altro cerchiamo un percorso dove
sia presente della neve e tenendoci verso sud prendiamo
un canalone abbastanza innevato e affrontiamo una lunga
e ripidissima salita sino a raggiungere il crinale,
prendiamo a sinistra
lungo il
crinale, il panorama si allarga
permettendo
l’osservazione delle più alte cime dell’Appennino
Settentrionale: in lontananza notiamo
l’inconfondibile piramide del Monte Cimone mentre
più vicine appaiono le vette del Cusna e del
Monte
Prado. Si tratta in tutti i casi di vette che
raggiungono e superano i 2000 metri. Rimontiamo
l’ampia cresta in salita che pian piano si fa meno
ripido e ben presto sull'ampia vetta a quota 1727mt.
Dalla cima
possiamo apprezzare come la posizione isolata della
montagna la renda un punto panoramico di
prim’ordine. Lo spartiacque appare continuo, come
un lungo “muro” e con un’unica importante
depressione in coincidenza del valico stradale del
Passo del Cerreto. L’occhio si sofferma tra le
profonde valli intensamente boscate: solamente le
cime
più alte sono libere dalla fitta vegetazione
abbaglianti nel candore della neve.
Ci soffermiamo per ammirare il panorama e anche per
mangiare qualcosa ma poi anche se a malincuore
riprendiamo la via del ritorno, questa volta scendiamo
tenendoci un po' più a nord e scendendo direttamente
senza percorso prefissato. scendiamo senza problemi sino
al limite del bosco ma poi la fortissima ripidità ci
obbliga a procedere in diagonale andando a guadagnare
una spalla e da lì scendere in pochissimo tempo al bivio
già visitato in precedenza. Ci tuffiamo nel bosco ancora
in linea retta sino a toccare le sponde del lago che
adesso lo percorreremo quasi per intero riportandoci
alla strada per poi ridiscendere a Ventasso Laghi.
Una volta ricongiunti ai ciaspolatori ci dirigiamo al
nostro rifugio di Pratizzano dove, una volta sistemati,
attendiamola cena brindando con un aperitivo che grazie
al gestore si è trasformato in un'apericena.
Dall'apericena alla cena è stato un tutt'uno, abbiamo
solo dovuto cambiare tavolo da quello del bar a quello
della sala da pranzo. Comunque la camminata fatta ci ha
messo appetito e ci è stata proposta un squisita cena
casalinga completa di vino dolce e caffè che ha lasciato
tutti soddisfatti. Rimaniamo un po' a chiacchierare e
scherzare ma i primi sbadigli iniziano ad preannunciare
la stanchezza accumulata e un po' alla volta ci portiamo
nei nostri, comodi, giacigli. Passa la notte e dopo
una buona colazione ci prepariamo per la nostra
escursione di oggi, compiremo un giro ad anello tra le
faggete nella zona Pratizzano. Intanto arrivano altri
quattro amici, siamo al completo e pronti a partire.
Purtroppo la neve già dalla partenza è molto scarsa e
non sarebbero necessarie ne ciaspole e tanto meno i
ramponi, ma quasi tutti decidono di proseguire con le
ciaspole, questione di punti di vista. Imbocchiamo il
sentiero 667-679 verso sud e attraversiamo un'ampia
spianata conosciuta come Lago di Pratizzano,
forse un tempo lo era davvero. Giungiamo ad un bivio
a sinistra prosegue il 679 mentre andando diritto
abbiamo il 667, noi
proseguiamo su quest'ultima. Camminiamo in splendidi
boschi di faggio che ogni tanto si aprono in piccole
radure, troviamo un altro bivio, non numerato, non
capiamo bene dove andare se seguire una evidente via
sulla sinistra o andare a destra. Scrutando bene
troviamo , un pò nascosto, un segnavia bianco rosso su
un albero, questo ci basta per darci la direzione.
Adesso procediamo in leggera discesa e prendiamo quella
che senza neve deve essere una strada di servizio
procediamo seguendo la strada sulla destra sempre in
discesa. Dopo poco, però, iniziamo a salire,
non troppo, poi prendiamo a sinistra confortati dalle
indicazioni del sentiero 677, del resto non è facile
sbagliarsi vista l'ampia traccia che ci troviamo
davanti. All'improvviso il tracciato si restringe
diventando un sentiero fino a trovare una più ampia
mulattiera che seguiamo in continuo saliscendi. Nel
proseguire sulla nostra destra notiamo un bellissimo
faggio dalle proporzioni notevoli. Prendiamo a destra
e attraversiamo un'altra radura e, poi, rientrati nel
bosco dobbiamo attraversare un ruscello, in questo
periodo vi è abbastanza acqua per mettere in difficoltà
chi ai piedi ha delle ciaspole che impediscono un passo
sicuro, siamo pronti con le macchine fotografiche per
immortalare un'eventuale tuffo ma fortunatamente non è
avvenuto, anche con l'aiuto di chi era libero da vincoli
ai piedi. Continuiamo alternando altre radure e altri
rientri nei boschi, su un'ampia mulattiera sino a
raggiungere un bivio ben segnalato, la nostra meta è il
monte Ledo ed è indicato verso sinistra. Seguiamo
l'ampia traccia che si apre su un bellissimo panorama e
in breve raggiungiamo la cima del monte Ledo a quota
1318 mt.
Scendiamo nel versante opposto seguendo ancora
un'evidente traccia nel bosco sino a sbucare su quella
che si rivela una strada asfaltata proveniente da
Succiso Nuovo, la seguiamo sulla sinistra in direzione
del Passo della Scalucchia.
Lo raggiungiamo abbiamo una bella vista sull'Alpe di
Succiso cui il passo è posto sulle sue pendici
settentrionali. Ci dirigiamo verso est in direzione
Valbona e Pratizzano, il percorso segue alternandosi tra
tratti asfaltati e tratti di prato e pascoli di altura
avendo un vasto panorama su tutta l'alta valle del
Secchia. Troviamo un bel prato con il sole in faccia
con una splendida vista sul Succiso e la località
sciistica di Cerreto Laghi, non c'è posto migliore per
fare una sosta per pranzare. Ci sentiamo a nostro
agio e rimaniamo a lungo godendoci il panorama e il bel
tepore, ma dobbiamo riprendere il cammino.
Riiniziamo su asfalto ma poi troviamo una traccia su
prati sino a ritrovare la strada asfaltata in prossimità
del bivio per Valbona - Pratizzano,
(la strada in questione, segmento della storica “Via Parmesana”,
costituisce una delle più belle passeggiate panoramiche
dell’intero Appennino reggiano).
Seguiamo verso Passo Pratizzano, alla nostra destra il
Ventasso. Giunti a poca distanza
dal Passo di Pratizzano, nel momento in cui la strada è
delimitata a destra da un poggetto, guardando a sinistra
si nota l’imbocco di una carraia. Seguiamo quest’ultima
raggiungendo dopo qualche minuto delle radure,
poi il percorso piega a destra avanzando in direzione
di un rimboschimento di conifere. Appena prima di
quest’ultimo ci immettiamo in una ampia
traccia che seguiamo a
sinistra svoltando successivamente a destra. Poco più
avanti ci immettiamo nella traccia seguita all’andata a
poca distanza dal Lago di Pratizzano e quindi di
nuovo al rifugio.
Eccoci siamo arrivati e
naturalmente ci fermiamo per condividere le nostre
impressioni positive e per una bella birra fresca.
Bella escursione su una porzione di Appennino
bellissima, con viste a 360° Grazie a tutti quelli
che hanno partecipato alla nostra iniziativa, vi
aspettiamo per altre innumerevoli avventure.
Ciao, alla prossima
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