U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA

16-17 Febbraio Rifugio Pratizzano, monte Ventasso

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Con la sua forma piramidale, il monte Ventasso segna lo spartiacque fra i bacini del torrente Enza e del fiume Secchia. La montagna rientra nel territorio dell'ex Parco del Gigante, ora parte del Parco nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano. La zona è stata designata come sito di interesse comunitario e zona di protezione speciale Sul fianco nord-ovest della montagna è situato il lago Calamone e la stazione sciistica di Ventasso Laghi.
Notevole anello che permette di gustare entrambi i versanti (Lonza/Secchia) di questa importante montagna dell’Alto Appennino reggiano. Il percorso si svolge per sentieri molto evidenti e ottimamente segnati in un contesto ambientale bellissimo.

Dalla Toscana e dalla Liguria percorrere la A15 fino ad Aulla; imboccarre la SS 63 e dopo il Passo del Cerreto svoltare a sinistra in direzione Collagna. Da qui seguire le indicazioni per Pradizzano

                                                                                               - INDICAZIONI STRADALI -

 

 
ITINERARIO: 16 Feb: Ventasso Laghi- Lago Calamone -Monte Ventasso
17 Feb: Pratiazzzano - monte Ledo - Passo Scalaucchia - Passo Pratizzano
 
  PARTECIPANTI: 20  escursionisti


 

 

DIFFICOLTA’  -  (E)

 
TEMPI DI PERCORRENZA
4,15 h cammino il giorno 16
6h di cammino il giorno 17
 


 
SENTIERI CAI PERCORSI :
661 ( Per monte Ventasso)

 667 ( Per giro Pratizzano)

 

   
 


ACQUA: Al
rifugio Pratizzano o a Ventasso
Laghi
 
 
PUNTI D'APPOGGIO :
Rifgio Pratizzzano o Ventasso Laghi
 

PERIODO CONSIGLIATO:  Tutto l'anno

 

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Foto escursione
              

 Dopo essere stati in questi posti l'estate scorsa abbiamo pensato che la zona si presta bene anche per attività invernali e che quando è tutto immacolato deve essere uno spettacolo.
Purtroppo, si un po' di neve c'è ma non più di tanto e per vedere lo scenario che ci immaginavamo dovremmo venirci un'altra volta quando l'inverno farà ciò che deve e non si comporti da primavera inoltrata.
Questa escursione ci porta sull'Appennino, quello Tosco Emiliano.
Dopo circa due ore di viaggio giungiamo alla bella località di Pratizzano,  località del comune di Ramiseto, sorge, appunto, all'interno del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano, tra il Monte Ventasso e l'Alpe di Succiso, in una prateria naturale circondata da boschi di faggeti. Su questo ricco pascolo estivo durante la stagione invernale ( quando inverno è!!) si snodano 18 km di piste su tre circuiti.
Con la macchina possiamo comodamente parcheggiare davanti al rifugio e andiamo a presentarci ai gestori che ci dicono che le camere non possono darcele perché ancora non sono pronte, va bene prendiamo allora di nuovo le auto e andiamo verso Ventasso Laghi a pochi km da qui.
Ventasso Laghi vanta una posizione invidiabile, sorge nel cuore di una selva boschiva di grande interesse naturalistico per la varietà della flora e della fauna sapientemente salvaguardato: l'imponente profilo del monte Ventasso domina il lago Calamone, tra i più belli dell'Appennino Reggiano, e i fitti boschi di faggi.
La località è una meta turistica ambita nell'arco di tutto l'anno grazie alle splendide vie escursionistiche che si possono praticare a stretto contatto con un ambiente selvaggio incontaminato.
Durante la stagione invernale dispone poi di una piccola ma attrezzata stazione sciistica. Il comprensorio sciistico di Ventasso Laghi si sviluppa sul versante montano del Ventasso e consente di poter utilizzare quattro impianti di risalita che servono uno snodarsi di piste da discesa alpina, alle quali si aggiungono le piste da fondo.
Parcheggiamo abbastanza comodamente in quanto non è giorno di ressa e subito ci prepariamo per la nostra escursione: un gruppo decide per camminare un pò con le ciaspole e un'altro più hard calzati i ramponi prendiamo come meta la vetta del monte Ventasso.
Superiamo una sbarra e continuiamo su una strada, che adesso viene usata come pista per slittini, ci teniamo diligentemente da parte per non ostacolare nessuno e per non rovinare la pista. Dopo meno di un km giungiamo in vista del rifugio Venusta sulle sponde del lagohh Calamone  

Il lago Calamone, a quota 1400 mt., denominato per secoli Lago del Ventasso, si cominciò alla fine del XIX° secolo a chiamarlo Calamone, forse con derivazione dal greco-bizantino “kalamòn” ovvero “canna palustre”. Con una profondità di circa 13 metri è un bacino d’origine glaciale anche se nel 1956 fu rialzato dalla Forestale di circa 2 metri, ampliandolo grazie ad un piccolo sbarramento artificiale posto ancora oggi sull’emissario..  Circondato e protetto da infinite distese di prati e boschi, è un lago misterioso e affascinante, sempre presente nelle leggende del posto: si pensava addirittura fosse senza fondo e collegato con gli abissi del mare; il mito fu sfatato nel 1762, quando venne attraversato in barca con un cavo piombato.
 jjOgni stagione ci offre  paesaggi e colori differenti; questo specchio d’acqua è reso ancora più magico dalla statuetta della Madonna, situata al centro su un isolotto, e dal rustico rifugio Venusta, aperto nei mesi estivi;  è anche una zona di grande interesse botanico: è infatti possibile trovare diverse specie di orchidee rare, il trifoglio d’acqua e  a giugno è possibile ammirare il favoloso spettacolo della fioritura delle ninfee
.
In questo periodo, naturalmente, è completamente ghiacciato.

Ci dirigiamo verso il vicino rifugio Venusta dove è presente una fonte all’esterno, il rfugio è aperto solo nel periodo estivo e oggi con ina giornata splendida così è un peccato che i numerosi escursionisti e sciatori non possano fermarsi per un qualcosa di caldo, bà sono scelte!!
Fuori dal rfugio vi sono alcune panchine con tavolo in legno che invitano alla sosta per ammirare la serena tranquillità del luogo, naturalmente il lago in inverno perde un po' di fascino perché  è completamente ghiacciato e ricoperto di neve, ma arrivati lì è possibile godere del paesaggio invernale effettuando il giro delle sue sponde.
Nella bella stagione l
e sponde del lago sono molto frequentate da escursionisti e famiglie, molti anche bikers con le MTB.
Ripartiamo

e imbocchiamo il vicino sentiero n° 661, lo imbocchiamo lasciando il lago alle nostre spalle per volgere in decisa salita nell’ombrosa faggeta.
Qui i ciaspolatori seguono le sponde del lago e zone limitrofe in quanto il percorso non si presta a questo tipo di attrezzatura.
Iniziamo la salita verso la cima del monte; saliamo  un po' faticosamente fra faggi, alcuni sorprendenti per dimensione e bellezza. Sono loro i testimoni del monte, cresciuti quando i pascoli erano più abbondanti, potevano allargare rami e chiome a piacimento, ora sono chiusi dai loro figli e da "penosi" rimboschimenti di abeti e larici realizzati nel dopoguerra. Superiamo il limite del bosco (1550 mt.) con un panorama che si apre improvviso sia verso nord, in direzione della pianura, che a meridione, verso il crinale, bellissima vista  in direzione dell’Alpe di Succiso completamente imbiancato che brilla sotto i raggi del sole come un diamante.
Siamo ad un bivio tra il 667 per Passo Pratizzano e 661 che sale per le pendici del monte. Noi jjnon prendiamo ne l'uno ne l'altro cerchiamo un percorso dove sia presente della neve e tenendoci verso sud prendiamo un canalone abbastanza innevato e affrontiamo una lunga e ripidissima salita sino a raggiungere il crinale, prendiamo a sinistra
lungo il crinale, il panorama si allarga permettendo l’osservazione delle più alte cime dell’Appennino Settentrionale: in lontananza notiamo l’inconfondibile piramide del Monte Cimone mentre più vicine appaiono le vette del Cusna e del Monte Prado. Si tratta in tutti i casi di vette che raggiungono e superano i 2000 metri.
Rimontiamo l’ampia cresta in salita che pian piano si fa meno ripido e ben presto sull'ampia vetta a quota 1727mt.
Dalla cima possiamo apprezzare come la posizione isolata della montagna la renda un punto panoramico di prim’ordine.òò
Lo spartiacque appare continuo, come un lungo “muro” e con un’unica importante depressione in coincidenza del valico stradale del Passo del Cerreto. L’occhio si sofferma tra le profonde valli intensamente boscate: solamente le cime più alte sono libere dalla fitta vegetazione abbaglianti nel candore della neve.
Ci soffermiamo per ammirare il panorama e anche per mangiare qualcosa ma poi anche se a malincuore riprendiamo la via del ritorno, questa volta scendiamo tenendoci un po' più a nord e scendendo direttamente senza percorso prefissato. scendiamo senza problemi sino al limite del bosco ma poi la fortissima ripidità ci obbliga a procedere in diagonale andando a guadagnare una spalla e da lì scendere in pochissimo tempo al bivio già visitato in precedenza. Ci tuffiamo nel bosco ancora in linea retta sino a toccare le sponde del lago che adesso lo percorreremo quasi per intero riportandoci alla strada per poi ridiscendere a Ventasso Laghi.ju
Una volta ricongiunti ai ciaspolatori ci dirigiamo al nostro rifugio di Pratizzano dove, una volta sistemati, attendiamola cena brindando con un aperitivo che grazie al gestore si è trasformato in un'apericena.
Dall'apericena alla cena è stato un tutt'uno, abbiamo solo dovuto cambiare tavolo da quello del bar a quello della sala da pranzo. Comunque la camminata fatta ci ha messo appetito e ci è stata proposta un squisita cena casalinga completa di vino dolce e caffè che ha lasciato tutti soddisfatti.
Rimaniamo un po' a chiacchierare e scherzare ma i primi sbadigli iniziano ad preannunciare la stanchezza accumulata e un po' alla volta ci portiamo nei nostri, comodi, giacigli.
Passa la notte e dopo una buona colazione ci prepariamo per la nostra escursione di oggi, compiremo un giro ad anello tra le faggete nella zona Pratizzano.
Intanto arrivano altri quattro amici, siamo al completo e pronti a partire.
Purtroppo la neve già dalla partenza è molto scarsa e non sarebbero necessarie ne ciaspole e tanto meno i ramponi, ma quasi tutti decidono di proseguire con le ciaspole, questione di punti di vista.
Imbocchiamo il sentiero 667-679 verso sud e attraversiamo un'ampia spianata conosciuta come   Lago di Pratizzano, forse un tempo lo era davvero.
Giungiamo ad un bivio a sinistra prosegue il 679 mentre andando diritto abbiamo il 667, noiyy proseguiamo su quest'ultima.
Camminiamo in splendidi boschi di faggio che ogni tanto si aprono in piccole radure, troviamo un altro bivio, non numerato, non capiamo bene dove andare se seguire una evidente via sulla sinistra o andare a destra. Scrutando bene troviamo , un pò nascosto, un segnavia bianco rosso su un albero, questo ci basta per darci la direzione.
Adesso procediamo in leggera discesa e prendiamo quella che senza neve deve essere una strada di servizio procediamo seguendo la strada sulla destra sempre in discesa.
Dopo poco, però,  iniziamo a salire, non troppo, poi prendiamo a sinistra confortati dalle indicazioni del sentiero 677, del resto non è facile sbagliarsi vista l'ampia traccia che ci troviamo davanti.
All'improvviso il tracciato si restringe diventando un sentiero fino a trovare una più ampia mulattiera che seguiamo in continuo saliscendi.
Nel proseguire sulla nostra destra notiamo un bellissimo faggio dalle proporzioni notevoli.
Prendiamo a destra e attraversiamo un'altra radura e, poi, rientrati nel bosco dobbiamo attraversare un ruscello, in questo periodo vi è abbastanza acqua per mettere in difficoltà chi ai piedi ha delle ciaspole che impediscono un passo sicuro, siamo pronti con le macchine fotografiche per immortalare un'eventuale tuffo ma fortunatamente non è avvenuto, anche con l'aiuto di chi era libero da vincoli ai piedi.
Continuiamo alternando altre radure e altri rientri nei boschi, su un'ampia mulattiera sino a raggiungere un bivio ben segnalato, la nostra meta è il monte Ledo ed è indicato verso sinistra. Seguiamo l'ampia traccia che si apre su un bellissimo panorama e in breve raggiungiamo la cima del monte Ledo a quota 1318 mt.
Scendiamo nel versante opposto seguendo ancora un'evidente traccia nel bosco sino a sbucare su quella che si rivela una strada asfaltata proveniente da Succiso Nuovo, la seguiamo sulla sinistra in direzione del Passo della Scalucchia.
Lo raggiungiamo abbiamo una bella vista sull'Alpe di Succiso cui il passo è posto sulle sue pendici settentrionali.
Ci dirigiamo verso est in direzione Valbona e Pratizzano, il percorso segue alternandosi tra tratti asfaltati e tratti di prato e pascoli di altura avendo un vasto panorama su tutta l'alta valle del Secchia.
Troviamo un bel prato con il sole in faccia con una splendida vista sul Succiso e la località sciistica di Cerreto Laghi, non c'è posto migliore per fare una sosta per pranzare.
Ci sentiamo a nostro agio e rimaniamo a lungo godendoci il panorama e il bel tepore, ma dobbiamo riprendere il cammino.
Riiniziamo su asfalto ma poi troviamo una traccia su prati sino a ritrovare la strada asfaltata in prossimità del bivio per Valbona - Pratizzano,  (la strada in questione, segmento della storica “Via Parmesana”, costituisce una delle più belle passeggiate panoramiche dell’intero Appennino reggiano).
Seguiamo verso Passo Pratizzano, alla nostra destra il Ventasso.
Giunti a poca distanza dal Passo di Pratizzano, nel momento in cui la strada è delimitata a destra da un poggetto, guardando a sinistra si nota l’imbocco di una carraia. Seguiamo quest’ultima raggiungendo dopo qualche minuto delle radure, poi il percorso piega a destra avanzando in direzione di un rimboschimento di conifere. Appena prima di quest’ultimo ci  immettiamo in una ampia traccia che seguiamo a sinistra svoltando successivamente a destra. Poco più avanti ci immettiamo nella traccia seguita all’andata a poca distanza dal Lago di Pratizzano e quindi di nuovo al rifugio.
Eccoci siamo arrivati e naturalmente ci fermiamo per condividere le nostre impressioni positive e per una bella birra fresca. Bella escursione su una porzione di Appennino bellissima, con viste a 360° Grazie a tutti quelli che hanno partecipato alla nostra iniziativa, vi aspettiamo per altre innumerevoli avventure.
Ciao, alla prossima

 

 

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