U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA

12/13/2021 Le ferrate della Pietra di Bismantova
mm

La Pietra di Bismantova è un massiccio roccioso isolato con profilo a forma di nave che contraddistingue il paesaggio dell'Appennino Reggiano nei pressi di Castelnuovo ne' Monti (RE). Si presenta come uno stretto altopiano dalle pareti scoscese di circa un chilometro, alto circa 1.047m, la cui origine antichissima risale all’età del Miocene, quindi a ben 19 milioni di anni fa, è il residuo di una più estesa bancata di arenaria che nei millenni si è frantumata a causa della minore consistenza delle marne e delle argille su cui stava appoggiata.
Viene citata da Dante Alighieri nel quarto canto del Purgatorio nella Divina Commedia. Secondo alcuni commentatori il poeta avrebbe visitato personalmente il luogo nel 1306, mentre si recava da Padova alla Lunigiana, e ne avrebbe tratto ispirazione per la descrizione del Monte del Purgatorio.

     

COME ARRIVARE: Si raggiunge con autostrada la città di Aulla e da lì prendiamo la  SS N. 63 direzione Passo del Cerreto, si prosegue per  Castelnovo ne' Monti, dal centro di quest'ultimo paese si imbocca la SP108 e, poco dopo il cimitero, si prosegue lungo la SP 26 che conduce all'ampio ed organizzato parcheggio  -Piazzale Dante 880mt- dove si lascia l'auto.

Indicazioni stradali

 

 
ITINERARIO:
Ferrata degli Alpini

Grado di difficoltà globale: Mediamente difficile
Difficoltà tecniche: 3

Esposizione:            3
Impegno fisico:       2

Dislivello: m. 100
Tempo di percorrenza: 1 ora


ferrata Ovest o dell’Ultimo Sole
Grado di difficoltà globale: Mediamente difficile
Difficoltà tecniche:
2
Esposizione:           
2
Impegno fisico:       2
Dislivello: m. 70
Tempo di percorrenza: ore 45 min.

 
  PARTECIPANTI: 8  escursionisti

 

 

DIFFICOLTA’  -  (EEA)

 
TEMPI DI PERCORRENZA
Ore 4 x tutte e due le ferrate comprese soste
 


 
SENTIERI CAI PERCORSI : 669 - 697   sentieri per avvicinamento alle ferrate

 

  
 


ACQUA:
Fontana La Preda all’area pic-nic sulla pista forestale CAI 697, ai bar della Foresteria o al rifugio La Pietra
 
 
PUNTI D'APPOGGIO:   
Il rifugio della Pietra e il bar ristorante la Foresteria sono solo adibiti al ristoro
 

PERIODO CONSIGLIATO: Tutto l' anno purché asciutto, sconsigliato in estate con temperature torride

   

     

 

 


Foto escursione

 

 

 

 

 

 

 

 


              

Quasi timidamente riprendiamo ad effettuare le nostre escursioni e come prima, tanto per levarci la ruggine di dosso, andremo su una montagna, non elevatissima ma molto particolare, la Pietra di Bismantova dove saliremo al piano sommitale attraverso due ferrate, la ferrata degli Alpini e la ferrata dell'ultimo Sole.
La Pietra di Bismantova è una montagna caratteristica dell'Appennino reggiano, alta 1047 metri. È situata nel comune di Castelnovo ne' Monti, paese che sorge alle sue falde in provincia di Reggio Emilia. Si presenta come uno stretto altopiano dalle pareti scoscese, che si staglia isolato tra le montagne appenniniche. Da anni è presa d'assalto da centinaia di Climber per le sue vie di arrampicata. Oltre a queste, sono state attrezzate anche due vie ferrate di media difficoltà, la Ferrata degli Alpini e la recentissima Ferrata Ovest “Dell'ultimo Sole”. Per raggiungere la sommità vi sono vari facili sentieri che vi salgono, dove si può godere di un bellissimo altipiano con un grandioso panorama..
Partiamo il sabato pomeriggio e raggiungiamo la foresteria S. Benedetto, un albergo a conduzione famigliare dalla struttura tipica in pietra, situato ai piedi della Pietra di Bismantova.
Una volta sistemati nelle camere abbiamo un pò di tempo e andiamo in esplorazione lungo i sentieri che conducono sulla vetta.
La salita sul tavolato sommitale è una piacevole e facile passeggiata, premiata all'arrivo da un panorama senza eguali su tutto l'arco appenninico.
La serata prosegue festosamente presso la Foresteria dove possiamo cenare con ottimi piatti locali.
La notte passa senza traumi russatori e così possiamo riposarci tranquillamente. Al mattino ci alziamo abbastanza comodamente e fatta colazione ci apprestiamo ad affrontare le nostre due ferrate.
La prima ferrata che andremo ad arrampicare e quella Degli Alpini; ci portiamo al piazzale Dante, parcheggio, e imbocchiamo la scalinata e successivamente la strada che conduce all'eremo di San Benedetto, chiesetta iniziata a costruire nel 1411, nel 1422 si ha la testimonianza della dedicazione al Santissimo Salvatore.
Nel 1617 all'intitolazione originaria viene associazione quella della Beata Vergine, divenuta di uso corrente a partire dal 1635.
La costruzione del Convento risale agli anni 1620-23.
Rimane in luogo una epigrafe recante la dicitura "MCCCCXXII - DIE XVI lUNII".
Il corredo di affreschi quattrocenteschi conservati nella chiesa è degno di nota e tra questi spicca una pregevole immagine della Madonna con il Bambino, opera di maestri emiliani dell'epoca.
Passato l'eremo troviamo sulla destra l'indicazione per la ferrata e il sentiero n° 699.
Lo imbocchiamo e dopo circa 10' di cammino  sotto la maestosa parete, a tratti strapiombante  dove iniziano alcune vie di arrampicata, attraversiamo alcuni esposti terrazzini erbosi  si raggiunge il primo breve tratto attrezzato. Si aggira una spigolo e proseguiamo in discesa, sempre attrezzato, il percorso è assai verticale ma alcune staffe e anche la roccia con appigli facilita la discesa prosegue costeggiando le imponenti pareti in cui è facile imbattersi in arrampicatori. Entriamo calandoci in un anfratto particolare perché chi è sopra vede passare sotto chi è già sceso in precedenza. La discesa nella grotta consiste in una paretina di 2-3mt poco appigliata e verticale   non particolarmente impegnativa ma che richiede comunque attenzione e come già specificato se ne esce lungo un sentiero detritico sottostante  che, successivamente senza attrezzature, prosegue per circa 10' nel bosco , stando attenti a tralasciare alcune tracce di sentiero che si inerpicano sulla sinistra.
Costeggiamo ancora le ripidi pareti e giungiamo all'attacco della ferrata dove un cartello indica l'attacco e le varie raccomandazioni per chi si appresta a salire.

Indossiamo l'imbrago e ci attrezziamo con tutto il kit da ferrata e siamo subito pronti a partire.
I primi metri non sono subito attrezzati e si deve subito salire in verticale e senza essere assicurati comunque la roccia è ben ammanigliata. Raggiungiamo una prima un terrazzino da dove parte un diedro ( in arrampicata, il diedro è una conformazione rocciosa costituita dall'incontro tra due piani diversi di roccia, che formano un angolo di ampiezza variabile (diedri chiusi, diedri aperti,...). Assomiglia idealmente ad un libro parzialmente aperto. )
Il tratto oltre che essere presente il cavo di sicurezza è molto ben attrezzato con maniglie metalliche infisse nella roccia fino ad un primo piccolo punto di sosta  dal quale si può vedere lo sviluppo del secondo lungo diedro da superare.
Saliamo seguendo sulla sinistra, dove per altro corre il cavo, ci aiutiamo con le molte staffe presenti e dove non ci sono si sfruttano le varie " maniglie" nella roccia e piccoli scalini per i piedi, vanno cercate ma ci sono.
La vera difficoltà ce la pone il caldo, sono le 09,00 ma fa già molto caldo, non c'è un filo d'aria, si suda copiosamente. Comunque raggiungiamo un altro pianoro erboso dove si può stare un pò più comodi e qui riprendiamo fiato e ne approfittiamo per reidratarci.
Ripartiamo su un facile traverso che ci porta ad un piano inclinato attrezzato con cavo corrimano  che termina presso una nicchia rocciosa dove è presente il libro di vetta, anche se vetta non è! 
Ora si prosegue superando un breve salto roccioso attrezzato che ci permette di raggiungere la base di un altro diedro, questo assai lungo e piuttosto esposto.
Affrontiamo la parete piuttosto verticale assai gradinate e dove sono presenti molte staffe metalliche.
Ora, forse, raggiungiamo la parte più impegnativa, percorriamo un traverso e poi risaliamo per uno spigolo molto esposto, poi dobbiamo superare una cengia inclinata, dove, al termine, vi sono larghe staffe che facilitano il proseguo. Ormai siamo in vista del pianoro sommitale e sentiamo le voci vicine di chi sta' ammirando il panorama. saliamo un ultimo diedro anche qui staffe assai larghe annullano le difficoltà per superare in grande esposizione uno strapiombo per poi raggiungere finalmente la scaletta terminale. Percorriamo gli ultimi scalini e ci troviamo sulla sommità.
La ferrata in se è relativamente breve e può tranquillamente essere percorsa quando si ha soltanto mezza giornata a disposizione. Per via della bassa quota le temperature possono essere molto elevate, per cui è bene evitare di percorrerla nella stagione estiva ( come abbiamo fatto furbamente noi!). Non è presente acqua sull’intero percorso è quindi utile fare rifornimento prima di partire. E’ bene non sottovalutare la difficoltà della via: sebbene di media difficoltà risulta piuttosto verticale ed è quindi consigliata a chi ha già un buon approccio con la verticalità e l’esposizione.
Meglio evitare di accompagnare persone poco esperte e con poca tecnica alpinistica.
Dopo una sosta per rinfrescarci un po' all'ombra degli alberi presenti sulla cima, mangiamo e beviamo qualcosa e poi partiamo per la nostra seconda ferrata, la ferrata Ovest o dell'Ultimo Sole. Imbocchiamo il sentiero 697 che porta verso l'eremo e il piazzale; a circa dieci minuti sulla nostra destra notiamo l'indicazione per la ferrata che ci interessa, ci dirigiamo verso questa.
Questa ferrata è stata realizzata più recentemente, nel 2017, è divisa in due parti la prima facile, forse anche di più, è presente un cavo più come corrimano che per assicurarsi, l'esposizione non è molta. Mentre nella seconda parte troviamo un tratto più impegnativo, di media difficoltà.
Partiamo già attrezzati in quanto non ci siamo tolti ne imbrago ne kit dopo la ferrata degli Alpini. Proseguiamo a mezza costa in saliscendi, è presente un cavetto che si può usare come corrimano, giungiamo facilmente ad una comoda cengia sotto delle ripide pareti dove alcuni climbers stanno esercitandosi in dry tolling (Il dry-tooling è la tecnica derivata dalla arrampicata su ghiaccio e dall'arrampicata su misto che consiste nello scalare una parete di roccia utilizzando l'attrezzatura da ghiaccio, ossia le piccozze e i ramponi.), cose complicate!
Proseguiamo sempre sulla cengia che ora procede in discesa, una frattura nella cengia stessa ci obbliga in una larga spaccata per raggiungere l'altra parte della stessa.
Proseguiamo seguendo la base delle ripide pareti, quello che apprezziamo di più di questa ferrata che è all'ombra, non c'è il caldo patito sulla prima che abbiamo percorso.
Il cavo termina e percorriamo un facile sentiero che ci fa raggiungere l'attacco vero e proprio della ferrata, il tratto più verticale.
Saliamo, cavo e staffe non mancano. Affrontiamo un altro diedro, anche qui sti diedri! e poi traversiamo sulla sinistra per poi imboccare che prosegue versi destra.
Raggiungiamo un comodo punto sosta dove è presente il libro di Vetta, qui giustamente chiamato" libro di via".
Ora proseguiamo in verticale e infine una larga rampa verso sinistra dove incastonati nella roccia vediamo alcuni fossili. Ora percorriamo gli ultimi passi e un ultimo tratto un pò esposto ci conduce di nuovo alla sommità della Pietra.
Ci congratuliamo tra di noi e ben presto ci riportiamo al sentiero che in breve ci riconduce alla Foresteria dove celebriamo questa nostra uscita con piatti locali e birra fresca, ci vuole proprio.

Siamo felici per questa avventura, una degna escursione per riprendere le nostre attività a lungo sospese, speriamo che finalmente si possano far macinare gli scarponi più regolarmente sui sentieri di montagna.
Ciao, alla prossima!!!     
,m Attenzione!
La presente pagina non vuole in alcun modo essere una guida escursionistica o alpinistica, ma un semplice racconto di una giornata e la segnalazione di una bellezza naturale e culturale. Quindi, la presente pagina non sostituisce ma presuppone la consultazione delle guide e della cartografia in commercio. In alcun modo l'autore e il sito si assumono alcuna responsabilità di qualsiasi ordine giuridico e legale per eventuali danni o incidenti. L'uso delle informazioni della
presente pagina sarà sempre a proprio rischio e pericolo. A questo proposito, prima di effettuare le escursioni, si consiglia di chiedere sempre informazioni aggiornate, riguardanti lo stato dei sentieri che si intendono percorrere, alle Sezioni CAI che ne curano la manutenzione.
Ricorda inoltre che tutte le valutazioni circa le difficoltà delle escursioni, riportate sul sito, sono prettamente soggettive.

 

 

 inizio pagina                                                                                                                                                                               indice abbiamo fatto