Le prime brume autunnali portano
i più prelibati e profumati frutti del sottobosco: i tartufi; quale occasione
migliore, quindi, per una gita gastronomica? Quest’anno la scelta è caduta
sulla città piemontese di Alba per la 72^ Fiera Nazionale del Tartufo
Bianco. Alba, che in questi anni ha legato il proprio nome ai suoi prodotti
più blasonati: vino e tartufi, è città ricca di storia, a partire dal
neolitico. Tra il sesto e il terzo millennio a.C., i numerosi reperti
archeologici testimoniano la presenza di una popolazione che viveva di
agricoltura e di caccia, abitava capanne di forma circolare, conosceva
il fuoco la lavorazione della selce e della ceramica. Il nome, il cui
significato è "Capitale" le venne attribuito dai Celti invasori alla fine
del V secolo a.C. Come Alba Pompeia, nota fin dall’89 a.C., fu un potente
municipium romano dotata di un imponente cinta muraria sulle cui fondamenta
vennero poi edificate quelle medioevali. I Savoia ne presero possesso
nel 1631 ma fu l’ottocento, secolo di grandi trasformazioni, che ne vide
l’imponente incremento urbanistico e culturale. Durante i conflitti mondiali
del ventesimo secolo Alba fu teatro di aspre battaglie tanto da meritare
la Medaglia d’Oro al Valor Militare per l’impegno nella lotta di Resistenza
contro i nazi-fascisti. L’intraprendenza degli albesi ne ha fatto nel
tempo uno dei poli più importanti della provincia di Cuneo. Ma Alba è
nota soprattutto per il tartufo (trifola in dialetto), conosciuto fin
dagli albori della storia. Secondo alcuni era il frutto della germinazione
del fango prodotta dall’impatto di un fulmine con la terra, per altri
era l’organo riproduttivo di certi insetti o ancora un singolare rappresentante
del mondo minerale. Oggi è noto che si tratta del corpo fruttifero di
funghi ipogei appartenenti al gruppo dei simbionti, poiché vivono in stretto
legame con le radici di piante arboree, quali il pioppo, la quercia, il
salice, il tiglio. Il più famoso, tra le numerose specie esistenti, è
sicuramente il Tuber Magnum Pico conosciuto come Tartufo Bianco d’Alba.
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Cresce in
terreni argilloso-calcarei ad un’ altitudine massima di 500 metri.
Ha una forma irregolare e piatta in quelli compatti o tondeggiante
nei più soffici, il suo colore che va dal bianco al grigio marrone
dipende invece dalla pianta con cui vive in simbiosi.
La sua vita è breve, può essere conservato solo per alcuni giorni
in luogo fresco, avvolto in un panno di cotone o carta assorbente.
Va servito rigorosamente crudo.
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Ritrovo, come consuetudine,
presso la sede di Ripa e partenza alle ore 6.30 sotto un cielo parzialmente
coperto che non dava certezze sulla giornata. Confortati dalle previsioni
che annunciavano bel tempo in Piemonte e felici perché questa volta anche
il nostro Presidente Carlo Bresciani, che da diverso tempo non partecipava
più alle gite, era del gruppo siamo partiti non senza qualche mugugno
sulla disposizione dei posti, cosa peraltro quasi scontata quando il pullman
è strapieno come questa volta (anche lo strapuntino a fianco dell’autista
era occupato!).Il tempo è volato e in quello che ci è sembrato un baleno
siamo giunti in Liguria dove il mare calmo e il cielo sereno hanno offerto
la possibilità di godere dell’affascinante panorama della riviera che
si vede dall’autostrada.
C’è sembrato
un baleno, dicevo, ma lo stomaco purtroppo era ancora ad ora legale
perché alcuni cominciavano già a chiedere a gran voce di effettuare
una "sosta tecnica". Sono le 9.30 quando, finalmente, ci fermiamo
all’autogrill di Stura Est per una sosta ristoratrice di 30 minuti.
Qui i timori per la giornata svaniscono perché il clima è fresco
e il cielo inizia a promettere bene. Il viaggio sembra essere assolutamente
tranquillo |
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ma giunti all’uscita dell’autostrada
c’imbattiamo in una lunga coda di veicoli in direzione Alba dove giungiamo
comunque con solo una mezz’ora di ritardo sui tempi previsti. La prima
tappa del tour eno – gastronomico è al padiglione di "Alba Qualità", la
mostra mercato dei prodotti tipici della zona. Mentre Marco Meccheri e
Lorenzo Salvatori (gli accompagnatori ufficiali) provvedevano ai biglietti
d’ingresso il nostro Presidente Carlo Bresciani provvedeva ad intrattenere
il gruppo.
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Il
padiglione è organizzato in un lungo e complesso percorso tra decine
di espositori dov’è possibile assaggiare i vari prodotti e i vini
tipici delle Langhe nonché ottenere preziose informazioni sulle
modalità di produzione, le tecniche ecc. Il gruppo naturalmente
si frazionava perché ognuno seguiva un proprio percorso: chi preferiva
il tartufo, chi i vini, chi i formaggi ma comunque la borsa fornitaci
all’ingresso, in ogni caso pian piano si riempiva. Altra tappa obbligatoria
il Cortile della Maddalena dove si svolgeva il mercato del tartufo,
qui era possibile acquistare le trifole (tartufo) ma anche assaggiare
i piatti tipici delle Langhe e del Roero. In vendita tartufi per
tutte le tasche, dai piccoli di pochi grammi giusti per un primo
assaggio fino ad un maxi di 615 gr, un autentico investimento anche
se quest’anno i prezzi erano piuttosto abbordabili. Da non trascurare
la splendida cornice artistica che la città offre arricchita, in
questi giorni, da varie mostre di pittura.Come non parlare poi della
sfilata di auto storiche che ha fatto da cornice all’altrettanto
attraente sfilata |
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delle partecipanti all’elezione di miss "La bela Trifolera
2002", |
un evento seguitissimo da tutti
noi,ebbene si anche dalle nostre signore dato che su una delle auto aveva
preso posto anche il "bello" di una famosa soap! Alle ore 17 eravamo comunque
tutti, o quasi visto che il Barbera sembrava potesse metterci lo zampino
almeno secondo i timori di Marco, pronti per il rientro. Lo zampino ce
lo metteva invece il traffico: i trenta Km che separano Alba dall’autostrada
erano un’unica colonna ed impiegavamo due ore abbondanti a percorrerli.
Poi via tranquilli fino all’altezza di La Spezia dove un incidente ci
costringeva ad un altro incolonnamento; tutto il male non vien per nuocere
come dice un luogo comune e così ingannavamo il tempo guardando due films
senza peraltro riuscire a convincere Marcello a farci rivedere il Ciclone,
oramai un classico delle gite uoeine: pazienza! Sarà per la prossima volta.
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