U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 

TRAVERSATA ABETONE - DOCCIA
Domenica 16 Giugno

Il Passo dell’Abetone (m 1388) può essere il punto di partenza di numerosi itinerari escursionistici anche nel periodo estivo. In precedenza vi eravamo partiti per raggiungere il monte Rondinaio e il lago Santo e, l’anno scorso, per una traversata che passando per il monte Libro Aperto ci ha visto raggiungere la Doganaccia. Quest’anno abbiamo pensato di raggiungere la cima più alta, il monte Cimone appunto. Partenza da Ripa alle 6,15 in pullman riservato, sosta a Pietrasanta per far salire gli amici della locale sezione e via per l’Abetone dove arriviamo alle 8,40. La giornata si annunciava subito splendida ma caldissima, anche se a quell’ora la temperatura era sempre gradevole. Dalla piazza si imbocca la strada asfaltata in leggera salita, per piegare quasi subito a destra seguendo la strada, ora ghiaiata, che attraversa un boschetto d’abeti e faggi raggiungendo in breve una fontana, meta frequentata dai turisti della domenica. Da qui, seguendo il segnavia 00 (il sentiero al centro del trivio subito dopo la fontana) si scavalca il monte Maiori e si arriva in località La Verginetta (m 1490). Il sentiero attraversa una fustaia d’abeti e faggi; di particolare interesse le numerose colonie di licheni che vivono su alcuni abeti. I rami più bassi degli esemplari vivi e l’intero fusto d’alcune piante seccate sono, infatti, ricoperti dai licheni che li fanno assomigliare agli alberi di un bosco incantato. Raggiunta La Verginetta dobbiamo, ancor prima della salita che in breve conduce alla sommità della "prima pagina" del Libro Aperto, affrontare il vero problema della giornata: gli insetti. Siamo, infatti, subito accolti da nugoli di zanzare e mosche che ci riempiono di punture. Tra mugugni e manate ci spruzziamo abbondantemente di repellenti (a giudicare dall’odore che si è diffuso nell’aria credo siano fuggiti anche i lombrichi!!!) ed affrontiamo la prima salita. A metà strada il sole oramai a picco ci consiglia di spalmarci d’abbondante crema solare; ne approfittiamo anche per consumare della frutta utilissima per combattere la sete. Questa prima salita è impegnativa per alcuni ma raggiunto l’inizio dell’ultimo strappo, quello che conduce in vetta al Libro Aperto (m 1937), solo tre partecipanti decidono di seguire il sentiero che l’aggira.
.Quando il gruppo raggiunge la vetta sono le 11,00 e l’occasione ci sembra giusta per un altro spuntino a base di frutta che con queste temperature deve essere consumata in abbondanza. Dalla cima del Libro Aperto si gode di un panorama spettacolaredominando la vallata della Lima e gran parte dell’Appennino modenese. La splendida giornata ci lascia ammirare le vette del Cavallo, della Tambura e del Pisanino sulle nostre amate Apuane
Il Libro Aperto deve il nome al particolare aspetto del suo versante sud-est che assomiglia in maniera sorprendente ad un libro aperto a metà. Salendo la statale dell’Abetone se ne può avere un’indimenticabile visione. Il percorso prosegue con un breve tratto in discesa piuttosto impegnativo attrezzato con alcuni metri di corda, è un passaggio esposto su roccia che viene superato senza problemi grazie all’aiuto di Marco Meccheri che guida i più incerti. Seguendo il segnavia 447 ci inoltriamo sul crinale nord e scavalchiamo il monte Lagoni (m 1962) e il monte La Piazza (m 1872).
Di particolare interesse le fioriture dei rododendri che in questo periodo sono completamente sbocciati. Il paesaggio, modellato da antichi ghiacciai, ci permette anche di intravedere fugacemente una marmotta. Affascinati dal panorama e continuamente distratti da fiori dai colori sgargianti, che come solo ora è possibile ammirare, giungiamo all’inizio della ripida ed impegnativa salita che porta alla vetta del Cimone.
Sul pianoro che la precede alcuni di noi si fermano per rifocillarsi prima di attaccare la salita. Le installazioni della stazione radio/radar dell’Aeronautica Militare site in vetta sembrano ad un passo ma la salita davvero faticosa e il sole a picco fanno sì che il percorso sembri non finire mai.Fortunatamente un buon tratto è rinfrescato da una piacevole brezza.
L’avvicinarsi della cima è annunciato dal ritmico sibilo che il vento produce attraversando le strutture metalliche della base e le rocce della cresta In vetta accanto alle antenne della base si trovano una graziosa cappellina, un monumento delle Misericordie e un ampio parto dove nonostante il sole decidiamo di sostare. Sono le 13,40 quando tutto il gruppo raggiunge la vetta, il panorama dalla cima è impressionante (nonostante la selva d’antenne).
Da qui la vista spazia a 360 gradi su vallate verdissime. Il luogo oggi era reso ancor più affascinante da alcuni parapendii e due alianti che volteggiavano intorno al monte per poi salire, sfruttando le correnti, fin sopra le nuvole. Alle 15 ci rimettiamo in marcia seguendo un primo tratto del sentiero 485 che conduce verso valle passando vicino alla vecchia recinzione in rete metallica e filo spinato, abbattuta e abbandonata in loco.
Presto però abbandoniamo la traccia per attraversare una prateria di mirtilli e raggiungere una pista sterrata, probabilmente una linea tagliafuoco, intenzionati a raggiungere i vecchi, e da tempo in disuso, impianti di risalita che conducono a Doccia: la nostra meta finale. Ci attende una brutta sorpresa, il percorso è totalmente chiuso dalla vegetazione; non ci resta che proseguire fino alla vecchia pista da sci. La strada è comunque ampia e libera tale da costituire un’alternativa al percorso per la vetta del Cimone da noi seguito.
Raggiuntala scendiamo rapidamente a valle ammirando lungo il percorso dei gruppi di faggi secolari opportunamente segnalati nell’ambito del "percorso natura" del parco. Seguendo il segnavia 489 incontriamo dapprima una torbiera con un’imponente fioritura d’asfodeli e rose alpine. Proseguendo verso valle si raggiungono alcune costruzioni d’epoca longobarda ristrutturate conservando l’antica tipologia di tegole, murature, ed infissi.. Dietro la più grande c’è una fontana che abbiamo letteralmente preso d’assalto. Ancora pochi minuti di cammino e si attraversa un piccolo e pacifico ruscello. Un muro a secco d’imponenti dimensioni costruito per contenerne le acque fa capire che durante i disgeli d’epoche passate il ruscello è stato tutt’altro che tranquillo. Proseguendo lungo la pista si raggiunge infine un’area attrezzata, in località Doccia (m 1349), raggiunta anche dalla carrozzabile, dove termina la nostra traversata. Un’escursione lunga e faticosa, soprattutto per il gran caldo, ma che ha soddisfatto tutti i 28 partecipanti. Il gruppo di Ripa era accompagnato da Marcello Da Prato e da Marco Meccheri, il gruppo di Pietrasanta da Alessandro Navari

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