U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 

ESCURSIONE SUL MONTE PENNA
Domenica 2 Giugno

Finalmente una bella giornata di sole !

Credete che siamo impazziti? Niente affatto. La verità è che anche l’anno scorso avevamo programmato un’escursione sul Monte Penna ma una giornata uggiosa con pioggia, e soprattutto tanta nebbia l’avevano fatta naufragare. Quest’anno abbiamo quindi deciso di anticiparne la data per dare una nuova occasione anche ai partecipanti all’altra "umida" impresa di conoscere quest’insolita montagna. Il Monte Penna, di probabile origine vulcanica, coi suoi 1735 metri è la cima più alta dei monti liguri.

Il trasferimento è avvenuto con mezzi propri, percorrendo l’autostrada fino a Lavagna e proseguendo poi verso Borzonasca; abbiamo quindi raggiunto il Passo dei Ghiffi (m 1068).  In gruppo, eravamo 12 partecipanti, accompagnati da Marcello Da Prato e da Marco Meccheri,abbiamo imboccato il sentiero dell’Alta Via dei Monti Liguri (segnaletica AV)ed aggirato il Monte Ghiffi
per poi dirigerci scavalcando il valico di Monte Pertuso, attraverso pascoli recintati dove è possibile osservare branchi di mucche di razza Bruna Alpina allo stato semi brado, verso il crinale roccioso de La Scaletta sul filo di una dorsale piuttosto impervia, con rocce affioranti e pendii ripidissimi su entrambi i lati, un caratteristico passaggio su roccette in ripida salita da affrontare con cautela.Raggiunto il Passo dei Porciletti (m 1450), sempre seguendo la segnaletica AV,
si entra in una bellissima fustaia di faggi e oltrepassata Fontana del Becio si raggiunge il Passo dell’Incisa.La Fontana del Becio è stata l’occasione di una breve sosta per bere della buona acqua fresca e, permettetemi, per ammirare l’opera dell’ "imbecillità" umana. Un "signore" ha pensato bene di affiggere cartelli, inseriti all’interno di buste di nylon, sui tronchi dei faggi usando una miriade di cimici. Firmandosi Robin Hood in un italiano alquanto sgrammaticato vi ha scritto frasi, alcune anche offensive, contro i frequentatori della montagna rei secondo lui di pensare solo a sporcare il bosco.Ma proseguiamo col racconto della nostra esperienza che ci vede raggiungere in breve, attraverso alcuni saliscendi, il Passo dell’Incisa (m 1466) sull’antica via per L’Emilia (oggi raggiunto anche da una carrozzabile) dove ritroviamo due fuggiaschi.E’ già! Perché Marco e Guido avevano una marcia in più e ci hanno inflitto un distacco notevole (in ogni modo saranno sottoposti agli opportuni accertamenti anti-doping!).
Ci concediamo una breve pausa per mangiare qualche frutto e ci incamminiamo, seguendo la carrozzabile, verso la Casa della Forestale, un’ex caserma e rifugio incustodito, circondata da prati è inserita in un meraviglioso scenario d’abeti e faggi. Il Parco dell’Aveto ha pensato bene di attrezzare la zona con tavoli, panche e barbecue rendendo il luogo una meta frequentata da gitanti e famiglie.  Proseguiamo ancora sulla carrozzabile fino al parcheggio ed imbocchiamo il sentiero, segnavia gialli che ci conduce attraverso una faggeta verso l’inconfondibile sagoma del monte Penna.
Mentre il gruppo raggiunge la cima seguendo il sentiero Marco, Luciano e Stefano decidono di raggiungerla arrampicandosi in cresta per ritrovarsi ai piedi del monumento che la sovrasta.
Dopo la foto di gruppo e la firma del libro nella cappella votiva costruita ai piedi del monumento, ci incamminiamo velocemente sul sentiero, che attraversando la faggeta, ci condurrà nuovamente al Passo dell’Incisa.Seguendo ancora la segnaletica AV ci dirigiamo verso il Passo della Spingarda.  Superato un primo tratto di faticosa salita Marcello è costretto a cedere alle insistenti richieste per la pausa pranzo.  Ci sistemiamo tutti quanti in un largo spiazzo assolato ma con una temperatura più che gradevole mitigata da un leggero venticello. Solo l’avvicinarsi minaccioso di una nube temporalesca ci induce a ripartire incamminandoci verso il Passo della Spingarda (m 1549) situato subito a monte di Pratomollo, al cui limitare sorge il rifugio Monte Aiona. Possiamo godere di un panorama aspro e suggestivo cosparso d’affioramenti rocciosi dai mille colori, dal nero, al blu, al verde e da conglomerati del tutto simili ad enormi blocchi di calcestruzzo.
Tra rigagnoli e zone umide crescono numerosi i tulipani selvatici di uno sgargiante giallo. Una sosta caffè al rifugio Monte Aiona e ci incamminiamo nuovamente attraversando la spianata di Pratomollo, una zona modellata da antichi ghiacciai, che deve il nome alla torba che lo costituisce permanentemente inzuppata d’acqua.

All’estremità opposta, rispetto al rifugio, della piccola prateria di Pratomollo (una zona umida importante dal punto di vista botanico) s’innalza una curiosa formazione di rocce formanti una caratteristica cuspide, da cui si gode un bel panorama sulla valle del Penna e sul mare.Da qui percorriamo il sentiero che costeggiando il valloncello si ricongiunge con quello percorso all’andata e che ci riconduce in circa 2,30 ore al Passo dei Ghiffi (il percorso ha richiesto 6,15 ore effettive di cammino) dove ci salutiamo e ci diamo appuntamento alla prossima escursione.

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