U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 
PRANZO SOCIALE        e gita ai luoghi verdiani
17 Novembre

Come ultima attività dell’anno avevamo fin da subito pensato di ripristinare la vecchia abitudine del pranzo sociale. Un’ occasione per trascorrere qualche ora tra soci, in spensieratezza, e per rinsaldare ulteriormente i legami d’amicizia che nella nostra associazione si creano escursione dopo escursione. Da tempo pensavamo anche di incrementare la nostra programmazione rivolta a quei soci che preferiscono le gite turistiche alle escursioni in montagna, con iniziative a carattere culturale; quale migliore occasione quindi per soddisfare le due esigenze? Abbiamo quindi deciso di effettuare una visita ai luoghi verdiani abbinandola al pranzo sociale da effettuarsi presso un ristorante locale, non senza qualche timore sull’effettiva partecipazione. Timori che si sono dimostrati infondati, l’iniziativa ha visto la partecipazione di 42 persone, ma soprattutto ha confermato l’interesse che molti nostri soci hanno per le iniziative culturali. Eccoci pronti per la partenza, sono le otto del mattino quando ci ritroviamo davanti alla sede di Ripa in attesa del pullman proveniente da Pietrasanta con a bordo partecipanti pietrasantesi, come al solito ben coordinati dal nostro Marco Meccheri che sempre più si dimostra, nonostante la sua proverbiale modestia, un ottimo accompagnatore. Partiamo con qualche malcelato timore per le condizioni meteo che non promettono bene nonostante le previsioni, ma man mano che ci dirigiamo verso l’Appennino si capisce che la giornata non sarà serena ma che non ci bagneremo poi molto. La gita si preannuncia subito molto allegra visto l’ilarità suscitata dalla decisione di fermarci per una sosta tecnica all’area di servizio di Medesano Est (forse perché quando andiamo in gita percorrendo l’autostrada della Cisa ci fermiamo sempre li?). Quando giungiamo a Busseto e scendiamo dal pullman al limitare di un ampio parcheggio abbiamo un attimo di disorientamento ma subito veniamo rapiti dall’atmosfera verdiana che si respira in ogni angolo di quei luoghi. Chi guidati dalle sapienti indicazioni di Marcello, chi seguendo guide specifiche ci avviamo lungo il corso principale della cittadina. Busseto è la patria di Giuseppe Verdi, anche se è noto che il, cigno di Busseto, nacque nella frazione di Roncole. Importante centro agricolo della Bassa parmense, la cittadina è ricca di storia e di tradizioni. L'etimologia di Busseto, toponimo che compare per la prima volta nel 1130 nella forma "Buxetum", si presta a due diverse interpretazioni : da "buxus", bosco di bossi, o "busetum", recinto per i buoi.
La nostra visita, seppur limitata ci ha permesso di visitare i luoghi più significativi come Piazza Verdi che Intitolata al Maestro è la piazza principale di Busseto su cui si affacciano la Rocca, la Chiesa della Collegiata, palazzi porticati e, al centro, il monumento in bronzo a Verdi dello scultore Luigi Secchi, inaugurato nel 1913, centenario della nascita. Il teatro Verdi progettato dall'architetto Montecchini, realizzato tra il 1859 e il 1864 dal maestro Giovanni Sivelli, decorato dagli artisti parmensi Biasi e Malpeli, e nel bel soffitto allegorico dal pittore bussetano Gioacchino Levi entro il 1868, venne inaugurato solennemente il 15 agosto 1868 con due opere verdiane: Un ballo in maschera e Rigoletto. In precedenza era esistito un altro teatro, proprio nel medesimo luogo,
dove verdi si era esibito in gioventù, dirigendo una sinfonia per il Barbiere di Siviglia di Rossini. Recentemente restaurato, messo a norma e riaperto al pubblico, può ospitare 300 spettatori.
Una rapida visita al Monte di Pietà e ci siamo quindi diretti verso Villa Pallavicino che situata a Sud-Ovest del paese spicca isolata in fondo a un viale di pioppi. Già in costruzione dal 1518, data dell'acquisto della terra da parte del bussetano Matteo Marri, e divenuta negli anni immediatamente successivi proprietà dei Pallavicino. Visitata dal Carlo V nel 1533. Rimasta incompiuta fino al tardo Seicento, completata coi due corpi posteriori, con l'innalzamento di un piano e con il rinnovo quasi totale della decorazione interna, di gusto barocco, quale appare ancora oggi nonostante il degrado subìto. E' stata acquisita nel corso del XX secolo dal Comune di Busseto, che ha intrapreso un impegnativo e progressivo piano di restauri tesi a riportare il complesso al primitivo splendore. Il museo Civico, che vi ha trovato degna sede dal 1959, unisce ai ricordi della storia locale e agli arredi di epoche differenti giunti al Comune per eredità della famiglia Seletti, anche alcuni cimeli verdiani, tra cui la spinetta sulla quale Verdi fanciullo ricevette lezioni di musica in Santa Maria degli Angeli. Meritano inoltre menzione gli autografi verdiani e le notevoli ceramiche dei secoli XVII e XVIII. Da sottolineare la presenza di alcune opere del bussetano Alberto Pasini, il più famoso pittore orientalista dell'Ottocento. Poco distante è la Chiesa Collegiata di San Bartolomeo riedificata a partire dal 1473 per volere di Orlando Pallavicino il Magnifico, presenta in facciata pregevoli decorazioni in terracotta di gusto lombardo. All'interno sono conservati importanti dipinti dal XVI al XVIII secolo tra cui spiccano quindici tondi con I Misteri del Rosario di Vincenzo Campi e imponenti affreschi di Michelangelo. Anselmi.Ferdinando Provesi vi fu organista e maestro di cappella dal 1820 al 1833 e alla sua morte Verdi interruppe gli studi a Milano desideroso di succedergli,
ma gli fu preferito senza un regolare concorso Giovanni Ferrari da Guastalla. I membri della Filarmonica bussetana, capitanati da Antonio Barezzi rifiutarono per questo motivo di partecipare alle funzioni sacre e il paese si divise così in pro e contro Verdi. A questo punto è oramai giunta l’ora di ritornare al pullman per recarci alla casa natale di Verdi tralasciando purtroppo tante altre importanti attrattive. Quando ritorniamo al parcheggio il pullman già ci stà aspettando e partiamo subito, per accorgerci dopo pochi metri (per fortuna?) che Vania ed Anna Rina non erano a bordo.
Solo pochi minuti di viaggio e giungiamo a Roncole per visitare la casa natale di Giuseppe Verdi. Due gentili signore ci stavano attendendo perciò la visita inizia subito dopo una breve ma esauriente descrizione della casa e degli usi delle varie stanze all’epoca della nascita del Maestro. Situata sulla strada provinciale per Busseto ad un crocevia al centro del villaggio.
Giuseppe Verdi nacque nella piccola casa della frazione di Roncole, la sera del 10 ottobre 1813. Nella stessa casa il padre Carlo gestiva un'osteria e una bottega di generi vari. L'edificio, dichiarato monumento nazionale, è rimasto intatto fino ad oggi. Sulla facciata una lapide del 1872 ricorda che i marchesi Pallavicino, proprietari dell'edificio, vollero che rimanesse com'era. Nel 1901, anno della morte di Verdi, i poveri di Roncole beneficiati dal Maestro posero una lapide sulla facciata per onorare la sua memoria. Nel 1913, primo centenario della nascita, nel giardinetto venne invece posto un busto bronzeo dello scultore G. Cantù. Al primo piano della modesta casa è ancora oggi visitabile la stanza in cui venne alla luce Giuseppe Verdi. Nel quadro delle celebrazioni culminanti nel Gennaio 2001, centenario della morte, il Comune di Busseto ha realizzato il rifacimento del percorso didattico-museale della Casa Natale, con pannelli esplicativi e strumenti audiovisivi ed informatici. L’atmosfera ci rapisce e dimentichiamo l’orologio godendoci con calma la visita prima di recarci, soddisfatti, in località Frescarolo presso il ristorante Cotogni per l’ormai desiderato pranzo. Veniamo accolti, in un locale semplice ma accogliente, dal simpatico proprietario che c’invita subito a scegliere liberamente la sistemazione ai tavoli. Il tanto atteso ristoro inizia con un trionfo di salumi locali, dal dolce prosciutto parmense al prelibato culatello, per alcuni una novità, ma per tutti sicura delizia del palato.
Non poteva certamente mancare il formaggio parmigiano (che Lorenzo proprio non riesce a non chiamare "grana"), i sottaceti e tanto buon vino locale. All’arrivo dei primi vassoi cala un silenzio irreale, si ode solo rumore di forchette, ma bastano pochi minuti e l’atmosfera ritorna davvero uoeina: risate, battute, ricordi, col nostro Presidente Carlo Bresciani ospite conteso ad ogni tavolo. Dopo qualche tentativo iniziale salta ogni proposito di mantenersi leggeri e le cameriere hanno i loro bel daffare per accontentare tutti, mentre le prime bottiglie di un ottimo rosso locale mostrano il fondo. E siamo solo agli antipasti! Quando arrivano i primi l’atmosfera è oramai surriscaldata e un’ospite improvviso ha buon gioco a coinvolgere molti in canti non proprio verdiani. Ai secondi abbiamo quasi perso il conto delle portate e quando ci vediamo servire patatine, insalata ed arrosto molti cedono le armi. Davvero un pranzo gustoso ed abbondante tant’è che il povero Marcello, con grande sofferenza, è costretto a fermarsi alla quarta fetta di dolce. E’ pomeriggio inoltrato quando riprendiamo il viaggio per una rapida visita alla città termale di Salsomaggiore, dove giungiamo all’imbrunire. Qui salta ogni schema ed ognuno va per conto proprio, chi per vedere il teatro delle Miss, chi qualche dettaglio delle terme, chi semplicemente a guardare le vetrine. Non poteva mancare una sosta per l’acquisto dei prodotti gastronomici locali; la grande shoow-room di Agririnascente alla periferia di Salsomaggiore ce ne ha offerta l’occasione, parmigiano e culatello sono stati ovviamente gli acquisti più frequenti. Per fortuna che siamo arrivati noi! Altrimenti chi si sarebbe accorto che una bottiglia di vino, tra le innumerevoli esposte sugli scaffali, era girata all’incontrario? Ma al nostro Marcello non sfugge niente! La sorpresa più grande la troviamo però sul pullman quando guardiamo il consueto film di Pieraccioni che con nostra indicibile sorpresa non è Il ciclone, bensì l’ultima fatica dell’artista toscano (non svelo il titolo questa volta, lo farò alla prossima gita!). Avevamo interrotto la programmazione del pranzo sociale di fine stagione per ripristinarla, non senza qualche timore, quest’anno; la consistente partecipazione di soci e la gradita adesione di non soci ci hanno fatto ricredere.

Abbiamo trascorso una giornata piacevole, e istruttiva per noi organizzatori, che sicuramente fornirà spunti di riflessione e che comunque verrà ricordata con grande gioia e piacere.
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