U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 

TRAVERSATA UGLIANCALDO – COLONNATA

Domenica 19 Maggio

Accompagnatori: Alessandro Navari (per il gruppo di Pietrasanta)

Gianfranco Giovannetti e Marcello Da prato (per il gruppo di Ripa)

La traversata Ugliancaldo – Colonnata è stata la prima vera uscita impegnativa, per lunghezza e per la presenza di alcuni passaggi relativamente difficili, della stagione. Ha visto la partecipazione di un nutrito gruppo di soci, 32 contro i 24 inizialmente previsti, che divisi in due gruppi hanno affrontato percorsi diversi (seguendo una prassi oramai consolidata che ci vede impegnati, dove possibile, a prevedere percorsi di sicuro interesse per i più esperti ed alternative percorribili anche dai meno allenati) riunendosi per il pranzo presso il rifugio Capanna Garnerone, per poi proseguire insieme verso Colonnata. Partenza di buon’ora da Ripa (ore 6,15) sotto un cielo coperto che però lasciava sperare in un miglioramento; ed, infatti, mentre eravamo ancora in autostrada ha cominciato a piovere.
All’arrivo ad Ugliancaldo,(ore 8,30 circa) in località La Maestà, ci accoglieva una pioggerella, fine ma insistente, che ci ha costretto ad indossare subito mantelle e sopra pantaloni impermeabili. In breve tuttavia eravamo pronti, grazie anche al provvidenziale riparo offertoci dalla marginetta che si trova proprio all’inizio del sentiero 181 che intendevamo percorrere,
e c’inoltravamo nel boschetto, prevalentemente di faggi, che termina ai Poggi della Baldozzana. Il secondo gruppo, accompagnato da Marcello, intanto raggiungeva in pullman la Val Serenaia ed il rifugio Donegani da dove, percorrendo il sentiero 180 avrebbe raggiunto Foce di Giovo e successivamente la Capanna Garnerone. Fin dall’inizio il sentiero si presenta pulito e ben segnalato, così che l’attraversamento del bosco è piacevole nonostante la pioggia che comunque diminuisce d’intensità fin quasi a cessare. Raggiunti i Poggi della Baldozzana veniamo accolti da un nuovo scroscio di pioggia che ci costringe ancora ad indossare le mantelline, e da un discreto vento che ci accompagnerà fino alla Foce di Giovo. Per nostra fortuna, però, raggiunta la faggeta che termina sulla cresta del Capradosso la pioggia cessa completamente lasciando il posto ad un leggero venticello e ai primi tentativi d’apparizione di un timido sole.
Il Capradosso (m 1386) costituisce il tratto più "pericoloso" dell’escursione perché è un percorso di cresta piuttosto esposto con numerosi passaggi su roccia. Il panorama è mozzafiato: alla sinistra un’ampia veduta della valle del Serchio con in primo piano il lago di Gramolazzo e la maestosità del Pisanino che ancora conserva tracce della neve invernale.
Di fronte l’imponente parete nord del Pizzo d’Uccello e il profilo della ferrata Siggioli; alla destra una veduta pressoché totale della Lunigiana. Il passaggio è stato comunque superato tranquillamente anche se con una certa lentezza, soprattutto per ammirare il panorama.
Breve sosta a Foce Siggioli, punto d’arrivo dell’omonima ferrata, per consentire a due ottimi arrampicatori, Alessandro ed Alfonso, di studiare la nord del Pizzo d’Uccello meta più che probabile di una prossima arrampicata, e per toglierci gli ultimi indumenti anti pioggia oramai inutili ed anzi abbastanza fastidiosi perchéil sole stava già facendosi sentire.
Alle 11,15 abbiamo raggiunto il Giovetto (m 1497) dove alcuni meditavano una deviazione sul Pizzo d’Uccello. Ma una telefonata di Marcello, che aveva accompagnato l’altro gruppo, c’informava che avevano già raggiunto la meta e ciò c’induceva a dirigerci tutti insieme verso il ritrovo. Per raggiungere Foce di Giovo (m 1500) abbiamo dovuto superare ancora alcuni tratti leggermente impegnativi, comunque attrezzati con funi d’acciaio.
La discesa sotto un sole decisamente caldo che faceva sempre più insistentemente capolino tra le nubi ha consentito di ammirare ancora una volta la maestosità del Pizzo e di godere in tutta tranquillità del bosco d’abeti che circonda la capanna Garnerone: un manufatto in metallo dipinto d’arancione facilmenteindividuabile. Costruita all’interno di un’abetina, in un’area attrezzata con servizi igienici, barbecue e fontana, è
comodamente raggiungibile da Vinca con un’ampia strada,per un buon tratto percorribile anche in auto, per cui risulta una meta assai frequentata.
Sull’aia antistante il rifugio è sistemato un ampio tavolo che ha permesso a gran parte del gruppo di sedervici e consumare il pranzo e di preparare "il piano" per il pomeriggio; molti, infatti, già pregustavano lo spuntino a base di lardo che ci attendeva a Colonnata.
La salita fino Foce di Navola prima, e Foce di Vinca poi, è servita per scambiarci le impressioni della mattinata e, visto il passo più che tranquillo dovuto anche ad alcuni problemi di due escursionisti, qualcuno ha avuto modo si dare un’occhiata in giro alla ricerca di poco probabili funghi. A Foce di Vinca (m 1333) la tradizionale foto di gruppo e poi discesa alla Casa dei Pisani, rifugio ora diroccato, per un’ultima sosta e per ricompattare il gruppo poiché la discesa aveva creato problemi a qualcuno. Il sentiero per Vergheto si presentava sgombro dai rovi, distrutti da un recente incendio, che ricominciano a crescere solo adesso. Vergheto è un antico gruppo di case, alcune sono state ristrutturate, facilmente raggiungibile dai paesi della zona e collegato a Colonnata da una vecchia mulattiera lastricata per alcuni tratti ancora ben visibile. La facilità e la pulizia del sentiero fanno sì che Vergheto, e la selva di castagni che lo separa da Colonnata, siano meta di numerosi gitanti.
Arrivo delle avanguardie in paese alle 16,45, dopo una meritata rinfrescata alla fontana della piazza, l’attesa dei ritardatari è stata dedicata all’acquisto del famoso lardo.
Alle 17,15, finalmente, l’assalta tanto atteso alla larderia dove ci attendevano alcuni tavoli apparecchiati con vino, pane caldo leggermente tostato, e vassoi d’ottimo lardo. Sorvoliamo sui ripetuti bis ! L’appuntamento col pullman era fissato alle 18,30 ma il tempo tra un bicchiere di vino, un panino ed un ultimo sguardo al paese è letteralmente volato.

Il viaggio di ritorno a Ripa è stato allietato, con qualche inevitabile stecca (vino rosso?) da due cantanti del Coro della Sezione di Pietrasanta concludendo in allegria una giornata che ricorderemo con gran piacere.

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