U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 

GITA TURISTICA
ORVIETO E CIVITA DI BAGNOREGIO

Lunedì 21 Aprile
Arriva la bella stagione e l'U.O.E.I. inizia l'attività turistica, tutto bene dunque? Certo che no! Altrimenti che uoeini saremmo? Prima o poi, d'altronde, doveva succedere; dopo tante iniziative col bel tempo abbiamo trovato la pioggia. Ancora un po' appesantiti dalle torte del giorno precedente, il lunedì di pasquetta ci siamo ritrovati, puntuali, alle 5,45 davanti alla Sede con un occhio rivolto al cielo e l'altro semichiuso per il sonno. Ma Marco era stato intransigente: o si parte presto o non si arriva in tempo! La pioggia insistentemente annunciata arrivava appena superato il Monte Quieta ma la levataccia (e le libagioni della Pasqua) ce la facevano dimenticare. Arriviamo a Orvieto alle 9,10 sotto una pioggerella che comincia a dare fastidio; Marco e Marcello vanno ad acquistare i biglietti per la funicolare mentre una bancarella di ambulanti cinesi viene letteralmente presa d'assalto e semi svuotata degli ombrelli. Passano i minuti (in verità davvero molti!) e dei due non c'è traccia; il gruppo comincia a rumoreggiare e Luciano viene spedito a verificare la situazione: cosa scopre? Scopre i due bellimbusti intenti a tessere le lodi del delizioso accento orvietano della simpatica (e bella n.d.a.) hostess alla biglietteria! Finalmente (?) si parte, raggiungiamo comodamente lo scalo cittadino e da lì, con un bus navetta, in pochi minuti siamo nella piazza del Duomo. La vista affascina tutti; la piazza, dominata dal Duomo stesso, è ricca anche di altre attrattive, peccato solo per la pioggia e la nebbia che incombono.
"Il duomo d'Orvieto, la più bella cattedrale dell'Umbria, venne fondato l'anno 1290 in uno dei punti più elevati della città, a memoria d'uno dei miracoli maggiori che valsero a confondere i Patarini, rinnegatori del Sacramento della Eucarestia, allora numerosissimi nella regione. La facciata, esempio mirabile della genialità architettonica dei maestri italiani, gloria della città, è tra le opere più belle che sia dato vedere in Italia. La purezza delle linee, l'equilibrio delle masse e dei piani,
lo slancio delle membrature, la vibrante ricchezza metallica delle cornici, la delicatezza dei rilievi, il fasto dei colori qui si fondono in unità e accordi perfetti a compiere il miracolo. Non è più lecito scegliere e dividere quanto nell'edificio vi sia di romanico e quanto di gotico, quanto si debba alla tradizione umbra, quanto alla moda architettonica francese; qui ciò che conta è soltanto il genio di un grande artista, quello di Lorenzo Maitani senese." Al termine della visita, come per miracolo, la pioggia è praticamente cessata; le signore si precipitano nei numerosi negozi di ceramiche e articoli della tradizione storico culturale orvietana. Una parte del gruppo si reca a visitare la chiesa di San Francesco lasciando indietro alcuni gitanti. Qui si verifica l'unico inconveniente di tutta la gita: non aver fornito i partecipanti di una piantina della città. La dimenticanza viene prontamente superata grazie alla bellezza dei monumenti, in un attimo ognuno se ne dimentica e si formano diversi gruppetti ben contenti di visitare liberamente la cittadina.
Strada facendo il gruppo si ricompone, possiamo così visitare tranquillamente il pozzo di San Patrizio che fu costruito, per ordine del papa Clemente VII, da un architetto famoso: Antonio da Sangallo il Giovane nel 1527 - 37 giunto ad Orvieto per il sacco di Roma. Largo 13 metri e profondo 63, questo pozzo da già una certa emozione ad osservarlo dall'alto; la sua funzione era quella di fornire l'acqua in caso di aggressione da parte dei nemici.
Se poi scendiamo per le scale a chiocciola che si svolgono, a spirale, attorno al vano cilindrico, l'emozione cresce a mano a mano che scendiamo i gradini che sono... 248!
Hanno un bell'esserci, nel frattempo, anche 72 finestroni che cercano di farci un poco di luce! Ritorniamo alla luce per l'altra rampa di scale, poiché il pozzo ne ha due, sovrapposte. L'appuntamento era per le 12,30 davanti al terminal della funicolare, sorpresa: manca una gitante. Appuriamo che aveva un impegno urgente (!) ma dopo una decina di minuti di inutili ricerche iniziano i dubbi! Tralasciamo i commenti del marito e saltiamo direttamente all'appuntamento ora più atteso: il ristorante. Sapevamo che si chiamava "La baracca" ma quando vediamo il cartello insegna, in mezzo ad un campo e che indica un fabbricato in costruzione il nostro Marco, l'autore delle prenotazioni, rischia veramente il linciaggio. C'eravamo sbagliati!! Il locale era accogliente, il personale simpatico (bionda e …..) e il menù superbo. Durante il pranzo cade un vero acquazzone, "ma checce frega tanto stamo ar coperto"! In effetti quando usciamo il tempo migliora decisamente; ci dirigiamo subito a visitare il borgo di Civita, sicuramente il clou della giornata. Per Civita di Bagnoregio storia, arte, cultura e tradizioni, sono i requisiti fondamentali di un territorio che sembra quasi essersi fermato in un passato ricco di avvenimenti. E' un esempio di meraviglia unico nel suo genere. Unita al mondo solo da un lungo e stretto ponte, la "Città che muore", ormai da tempo così chiamata a causa dei lenti franamenti delle pareti di tufo, racchiude un ciuffo di case medioevali ed una popolazione di pochissime famiglie.
Appoggiata dolcemente su un cucuzzolo, la cittadina sovrasta imperiosamente l'immensa vallata sottostante, offrendo così al turista un incantevole e indimenticabile scenario. La visita ci affascina a cominciare dal ponte: un sinuoso nastro che avventurandosi nel vuoto del calanco porta esclusivamente pedoni fino alla porta d'ingresso del borgo. Un borgo medioevale ben conservato e tenuto, ricco di storia e bellezza da gustare con infinita calma.
Il tempo vola,
quando torniamo al pullman c'è solo il tempo per una visita di mezz'ora a Bolsena. Purtroppo la pioggia che inizia quasi subito a cadere copiosa ci costringe a un vero mordi e fuggi: solo il tempo di un gelato e un souvenir! Il viaggio di rientro, nonostante i timori per le possibili code in autostrada, è tranquillo e…e… senza "Il ciclone". Sarà stata la sacralità del Duomo di Orvieto o la bellezza mozzafiato di Civita ma questa volta il film gentilmente offerto sul pullman dal capo gita era un…. Triller! Che dire a conclusione? Abbiamo scherzato durante tutta la relazione, ma in fondo noi uoeini siamo così, facciamo le cose con impegno e profonda serietà, ma viviamo poi le nostre iniziative con gioia e spensieratezza; pienamente appagati quando i partecipanti sono soddisfatti e numerosi come questa volta. I commenti del dopo gita sono stati molto positivi quindi: forza UOEI e… alla prossima!
 
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