U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 

ALPI APUANE SETTENTRIONALI
M.TE SPALLONE - M.TE SAGRO

Mt. 1650 - Mt. 1749 (Apuane)
Domenica 30 Marzo
L’escursione:

Alle 07,00, non ostante il cambio dell’ora legale, ci vedeva tutti presenti presso la nostra sezione, a Ripa di Vesrilia. Non abbiamo dovuto neanche aspettare dei ritardatari e quindi ben presto siamo partiti per Campo Cecina, località che abbiamo raggiunto alle ore 08.00.

Parcheggiato le macchine nel piazzale Rifugio Bar Bel Vedere Campo Cecina (m. 1300 ) ci siamo dati un contata e ancora una volta abbiamo constatato che la partecipazione è stata numerosa, infatti ben 23 escursionisti e il mitico Golia, piccolo cane di razza “ fantasia “ si sono presentati per affrontare questa nostra terza escursione del 2003.
Dopo i primi preparativi e indossati gli zaini si parte in direzione del Monte Borla (m.1469 ). Si attraversa la strada e si prende la via che porta al rifugio Carrara del CAI e si prosegue per il sentiero n° 173 si raggiungono i bei prati di Campocècina; poi, aggirando il M. Borla a N, si discende in mezz'ora allo spiazzo della Foce di Pianza, ampia insellatura (1279 m) tra il M. Borla e il M. Sagro, dove è possibile ammirare la rara pianta endemica Centaurea montis-borlae Soldano. Purtroppo, quando il sentiero si inerpica nel bosco si sono notate le prime tracce di ghiaccio che via via diventavano sempre più evidenti sino ad coprire l’intero sentiero. Che cosa fare? Ma naturalmente un gruppo di “ esploratori “ si è arrampicato su per il bosco di faggi e sbucato sull’altro versante ha individuato un’ altro piccolo sentiero che conduce ad una balconata bellissima che da sulla costa dove c’è una bellissima casa. Dopo una breve sosta siamo ripartiti per raggiungere la nostra prima meta: Foce di Pianza. Appena partiti ci accorgiamo che il sentiero conduce solo fino alla casa ma poi termina lì e dobbiamo proseguire per sfasciumi giù per una piccola gola e poi su pendio ricoperto di detriti che non agevolavano la discesa. Comunque con l’aiuto di Marco e altri anche i meno ardimentosi sono arrivati tranquillamente alla Foce di Pianza (1279 m ). Altra breve sosta per riprendere fiato e poi si riparte con l’occhio rivolto verso la vetta che ci sovrasta. Seguendo i segnali che ci portano sul crinale roccioso che si dirige a Sud Est; sotto di noi ,su entrambi i versanti si aprono delle impressionanti cave e in particolare volgendo lo sguardo verso il mare si vede l’enorme bacino marmifero di Campo Cecina; giunti in breve a un bivio abbiamo lasciato a sinistra il segnavia 173 e si segue il 172, che continua a salire lungo la cresta e va raggiungere prima un boschetto di faggi e poi la Foce della Faggiola (1464 m),da questo punto numerose poi sono le presenze di trincee e ricoveri che ci ricordano quel triste evento che fu l’ultimo conflitto mondiale dove vedeva attestate su queste montagne le truppe tedesche a difesa della “ Linea Gotica “. Giunti sul crinale che scende dal M. Spallone, ci siamo divisi in due gruppi, uno sarebbe salito in vetta dal sentiero normale risalendo direttamente i grandi prati del versante ovest del M. Sagro, fino alla vetta della montagna (1749 m; 2 h da Pianza), mentre l’altro gruppo ( 10 escursionisti, tra questi anche il grande piccolo Golia) si cimentavano nella salita al Monte Spallone (m. 1650 ).La salita a questa vetta si presenta subito dura data la ripidità del percorso e la mancanza di un vero e proprio tracciato infatti abbiamo proseguito per prati di “ paleo “ sino alla prima gobba e poi in un continuo saliscendi, attraversando simpatiche creste che danno a precipizio sul versante est del Sagro con passaggi su placche, dove alcuni di noi hanno dato dimostrazione di tecnica alpinistica non indifferente,
specialmente la tecnica dei 4 punti d’appoggio stile uomo ragno.Continuando in breve si è raggiunto l’antecima del M. Sagro e con un’ultimo sforzo fisico e di volontà ci siamo ricongiunti al resto del gruppo che comunque stava arrivando in vetta.
Dalla vetta del Sagro (m. 1749) il panorama di cui godiamo è talmente affascinante che solo chi sia salito su questa vetta ne può dare testimonianza perché nessuna immagine televisiva o fotografica lo può descrivere: a sud la città di Carrara e il Mar Tirreno con lo sguardo che abbraccia tutta la Versilia e foschia permettendo le isole di Capraia, Elba e Corsica. Mentre a nord il Pizzo d’Uccello e il Grondilice, con il Pisanino che sbuca dietro quest’ultimo; a est il Contrario, il Cavallo, la Tambura e le altre cime delle Apuane fino alla Pania e all’Uomo Morto; a ovest tutta la Lunigiana: uno spettacolo da mozzare il fiato. Dopo aver ammirato tanta bellezza ci siamo concessi un’attimo per rifocillarsi e fare alcune foto di gruppo e poi si decideva di ridiscendere più in basso dove avremmo consumato il nostro meritato pasto. Siamo scesi giù per il sentiero normale sino ai primi prati e individuato uno spiazzo che si addiceva proprio alle nostre esigenze ci si siamo fiondati, alcuni senza neanche più seguire il sentiero ma tagliando giù liberamente. OH!! Ormai sapete tutti che differenza c’è nelle diverse scuole di pensiero presenti nel gruppo in relazione al cibo. E mentre c’era chi si accontentava di biscotti, crekers e altre piccole cose a noi della scuola che con poco non si campa, abbiamo tirato fuori la nostra cara tovaglietta, si! Perché ci dobbiamo sentire a casa anche quando siamo fuori e poi i nostri numerosi viveri con tanto di caffè e scambio di grappini per digerire, naturalmente con moderazione. Dopo la sosta pranzo, visto i primi segni di insofferenza dei “ digiunatori” si riponeva tutto negli zaini ( carte e immondizia varia ) e si riprendeva il sentiero verso i Capanelli del Sagro, antiche abitazioni di pastori, una sosta presso questo sito è d’obbligo anche per vedere degli antichissimi graffiti fatti sulle rocce in prossimità delle abitazioni. Ripresa la discesa siamo giunti in prossimità di un canale e oltrepassato siamo risaliti e in breve siamo giunti di nuovo alla Foce di Pianza.
Mentre alcuni escursionisti con meno allenamento non se la sentivano di proseguire per sentiero e prendevano la via asfaltata sino a Campo Cecina, noi si doveva decidere se tentare di proseguire per il sentiero che al mattino non abbiamo potuto affrontare causa il ghiaccio o rifare la via del mattino. Si è deciso di fare il sentiero ghiacciato, infatti la convinzione dei più era che il caldo sole avrebbe ammorbidito il ghiaccio e reso accettabile il percorso. In parte, per almeno il 90% questo si è rivelato vero, ma vi è stato un’ultimo tratto che per pochi metri era completamente ghiacciato e all’ora il passo si è fatto incerto e poggiando i piedi con molta cautela siamo comunque riusciti a passare senza incidenti.
Ripercorso ora il sentiero dell’andata siamo giunti al Rifugio Carrara dove ci siamo rifocillati con un caffè, una birra e qualcuno cappuccino e strudel, indovinate di che scuola di pensiero è quest’ultimo? Ridiscesi al vicino parcheggio siamo ripartiti e tutti d’accordo, almeno questa volta, ci siamo dati appuntamento ad una gelateria nella città di Massa dove abbiamo assaporato un deliziosissimo mega gelato. L’escursione è stata ancora una volta un successo per la nostra sezione sia per partecipazione e per felice scelta dell’itinerario che ha dato soddisfazioni a tutti, sia a chi si avvicina per le prime volte alla montagna e per chi più esperto si cimenta in itinerari che presentano difficoltà un po’ maggiori; sempre sotto la guida sicura dei capi gita e di tutti quelli che con la loro esperienza hanno dato aiuto e sicurezza ai meno esperti.

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