La stagione escursionistica
sta pian piano scemando e siamo arrivati all’annuale appuntamento con
la festa della Castagnata alla Fania.Purtroppo il tempo meteo non prometteva
bello e visto che il giorno prima è stato un vero anticipo d’inverno,
non ci attendevamo una grande affluenza. Bèh comunque un po’ alla spicciolata
ci siamo incamminati, così tanto per fare una camminata e stare una
giornata insieme.
Giunti presso il rifugio della Fania già si pensava cosa organizzare
per farci un pranzetto e stare al caldo raccontandoci delle escursioni
dei mesi passati. Ma ecco che dal sentiero si vedono spuntare ora uno,
ora un altro gruppo più folto, e poi ancora persone, sia della nostra
sezione che quella di Pietrasanta sino a raggiungere circa una trentina
di partecipanti.
Naturalmente può farci solo piacere e allora il programma cambia, e
anche l’impegno, meno male che c’è la Giuseppina e non si perde d’animo
e prepara subito un bel sughetto con salsiccia al peperoncino, gorgonzola
e Cameber. Anche quando è stato proposto di cucinare la pasta solo per
i più piccoli lei non si è persa d’animo, e preso 3Kg di pasta li ha
buttati nel pentolone. Di lì a poco eravamo tutti seduti, o quasi,
con davanti un bel piatto di pasta fumante.
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La Giuseppina ha fatto il
bis, il tris e anche il quater ma a questo punto è sta energicamente
dissuasa di allungare ancora la mano; per digerire grappine al mirtillo,
genziana e crema di limoncello, tutto rigorosamente fatto da noi.
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Dopo
tutto questo ben di Dio ci siamo anche ricordati che ci eravamo
riuniti per festeggiare la “ mondina” ovvero la caldarrosta. Una
volta davanti al fuoco, che abbiamo acceso fuori, ci siamo cimentati
in volteggi di castagne sulle padelle sino ad arrivare ad avere
un prodotto ben cotto. E lì, davanti al fuoco, con in mano un pugno
di caldarroste ben calde e un bicchiere di vino ci siamo messi a
raccontarci le nostre varie esperienze di montagna, e a fantasticare
sulle nuove avventure che ci aspetteranno nei prossimi mesi e nel
corso del prossimo anno. Le
ore passano in un lampo ed era già l’ora di ripulire e di preparaci
per ridiscendere verso Colle a Iapoli dove avevamo le macchine.
Questa escursione è
riuscita ugualmente anche se la partecipazione non è stata quella
attesa, ma ci ha confermato la validità delle nostre iniziative;
infatti in quest’anno abbiamo compiuto molte escursioni in ambienti
bellissimi e suggestivi, in ambienti che tutti noi amiamo e che
con le nostre “ scarpinate” impariamo a conoscere. E’ la conoscenza
che permettere di amare una montagna: una ripida salita, un panorama,
ciò è una convinzione tra gli escursionisti. E’ proprio questo
il presupposto che anima tute le nostre uscite che sono mirate
ad una sana vita all’aria aperta immersi nelle meraviglie che
la natura ci offre, soffrendo insieme, arrampicandosi su un ripido
versante o gioire ogni volta che si raggiunge una vetta, si ammirano
sconfinati panorami o, ancora tutti vicini commossi e in silenzio,
si ammira un’alba magica.
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Questi ambienti sconosciuti
ai più ma con motivi d’attrazione spesso altrettanto validi per coloro
che, in misura sempre maggiore, sono alla ricerca di ambienti naturali
ancora intatti, oppure delle testimonianze di millenni di presenza umana
integrata e in simbiosi con la natura circostante, spesso rimodellata
gradualmente e naturalmente. Con le nostre escursioni si vuole anche
mantenere viva l’attenzione verso le testimonianze di quei beni, così
vicini e per molti così lontani; inoltre è nostra intenzione portare
avanti il testimone che ci hanno lasciato i nostri fondatori, ben novanta
anni fa
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Infine
un pensiero come punto di riflessione
In
montagna non correre.
Se
vai troppo in fretta il tuo spirito non ti accompagnerà, senza il tuo
spirito sei un uomo cieco.
Ma se sei capace di fermarti,
il tuo spirito ti raggiungerà, i tuoi occhi si apriranno, il tuo cuore
si aprirà.
(Pensiero indiani Hopi)
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