I Pietrasantini si ritrovano
alle ore 5,45 al terminal bus e puntualmente arriva il pullman; saliamo,
prendiamo posto e via subito a raggiungere gli amici a Ripa di Versilia.
Come da copione si parte alle ore 06,00 alla volta della Maremma nei paesi
di Sovana, Sorano e Pitigliano.
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Imbocchiamo l'autostrada
A12 uscendo a Rosignano e successivamente la SS1 Aurelia uscendo
ad Albinia, da qui si
prosegue per Manciano, Pitigliano,
Sorano. |
Il viaggio è tranquillo, una breve sosta per la colazione
e poi via. Purtroppo accumuliamo circa un'ora di ritardo e arriviamo alla
nostra prima meta: il sito archeologico etrusco Tomba
Ildebranda. La nostra preparatissima guida ci illustra subito i misteri
della storia etrusca e della necropoli che stiamo visitando. La tomba
è composta da due parti ben distinte: La Camera Sepolcrale, e il Monumento
Funebre, entrambi scavati interamente nelle pareti tufacee. Terminiamo
la visita presso una "Via Cava "; apprendendo che nel territorio di Pitigliano,
Sorano, Sovana si trovano almeno una ventina di Vie Cave Etrusche. Interamente
scavate nel tufo, lunghe anche chilometri e profonde alcune decine di
metri, sono state scavate dagli Etruschi più di 2000 ani fa per superare
i forti dislivelli tra una vallata e l'altra. Al loro interno possiamo
osservare antiche tombe, croci uncinate, tabernacoli o nicchie. Nell'ombre
delle Vie Cave si è creato un microclima in cui prosperano particolari
piante muschi e licheni.
Ci dirigiamo verso il paese di Sovana,
subito notiamo la classica architettura medioevale. Sempre con la nostra
immancabile e affidabile guida ci dirigiamo lungo l'asse del paese incontrando
da prima il rudere della rocca Aldobrandesca e giungendo poi nell'unica
piazza dove vi sono i principali palazzi del paese: La chiesa di S. Maria,
il palazzo comunale o palazzetto dell'archivio, palazzo Bourbon del Monte,
la loggia del capitano e il l palazzo pretorio. La
piazza lastricata in cotto sembra una sala di una villa toscana .
Proseguiamo la visita e giungiamo al all'estremità ovest
dell'abitato, dove si erge in posizione solitaria il Duomo dei Santi Pietro
e Paolo, l'edificio artisticamente più rilevante di tutto il territorio,
in cui si opera perfetta sintesi tra schema basilicale e cupola protetta
da tiburio ottagonale. Si fa l'una
in men che non si dica e presi dalle suggestioni di questi posti non sentiamo
neanche la fame. Bèh, veramente dopo che ci è stato detto che era ora
di andare pranzo, gli appetiti si sono risvegliati e allora tragitto al
contrario e saliamo sul pullman, direzione Sorano. Al centro di numerosi
tortuosi valloni creati dall'erosione delle acque, Sorano appare al visitatore
come un autentico paese fiabesco che nasconde gelosamente i ricordi del
suo antichissimo passato. La grandiosa rupe di tufo sovrastante la valle
della Lente conserva bene le bellezze e le caratteristiche di questo borgo
medioevale, un vero e proprio gioiello nel suo genere. Giunti in una magnifica
piazza adornata di una bella fontana con varie teste di leone, troviamo
il nostro ristorante ci accomodiamo e subito arrivano le varie portate
di pietanze classiche maremmane, ottime. Si fa tardi e dobbiamo ancora
visitare molte cose si esce dal ristorante a malincuore perché all'esterno
c'è un forte vento di tramontana.
Ci dirigiamo verso la maestosa Fortezza
Orsini un fortilizio medievale, il più esteso di tutta la Maremma,
realizzato dalla Famiglia Orsini con accorgimenti militari all'avanguardia
per il periodo (1500). E' costituito dal Mastio centrale, da due Bastioni
e da numerosi cunicoli e feritoie che hanno reso la Fortezza di Sorano
inespugnabile per secoli. Da qui si domina il borgo e la valle del fiume
Lente, il Masso Leopoldino: terrazza panoramica naturale, levigata e rinforzata
nel 1821. Dalla terrazza si gode una veduta molto suggestiva dell'abitato
sottostante. Visitiamo poi la Porta dei Merli: una delle due porte di
accesso al paese, quella che si affaccia sulla valle del Fiume Lente.
Il portale è sormontato da due stemmi: l'insegna di Cosimo
II dei Medici e quella di Niccolò IV Orsini. Le case sono fortemente
sviluppate in senso verticale formando un vero labirinto di vicoli e gallerie
che lasciano al visitatore la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa
di unico nel suo genere. il Cortilone: proprio nella piazza del "Poio",
dalla quale si accede al Masso Leopoldino, è posizionato il "Cortilone":
una massiccia costruzione (1554) che gli Orsini fecero costruire per dotare
il Borgo di un grande deposito di granaglie, utili nei lunghi periodi
in cui Sorano era sottoposto ad assedi, soprattutto da parte della Repubblica
di Siena. Usciamo dai cunicoli ( camminamenti sotterranei) impressionanti,
danno l'impressione di essere a parecchi metri sotto terra e invece siamo
al livello del terreno, ancora molto ci ha interessato i lunghi camini
scavati nel tufo verticalmente per dotare le gallerie di aria, luce e
ricambio d'aria. Attendiamo il pullman fuori da una delle porte arriva
quasi subito e dopo la solita conta ci dirigiamo, questa volta verso Pitigliano
" La Piccola Gerusalemme" Il centro storico si sviluppa su tre vie principali,
quasi parallele, collegate da una fitta rete viaria di sessanta vicoli,
alcuni dei quali si aprono a strapiombo sulla rupe tufacea su cui si sviluppa
l'abitato medievale. Molte abitazioni conservano rifiniture degne di nota:
portali decorati dal bugnato rustico, stemmi gentilizi e cornici di travertino
alle finestre. Nel sottosuolo del paese si aprono dedali di gallerie,
cantine e cunicoli in buona parte di epoca etrusca. Molti sono i monumenti
in questa città alcuni sono: la Fortezza Orsini, Palazzo Orsini, Gli Archi
dell'Acquedotto Mediceo, Il Duomo e molti altri. Noi li vediamo dall'esterno
perché il tempo a nostra disposizione ci potrà permettere solo la visita
al Ghetto Ebraico che si trova nella parte sud del paese, parte sud del
paese, l'odierna ViaZuccarelli (Il Ghetto). Iniziamo
la visita e attraverso la nostra preparatissima guida apprendiamo che:
la presenza ebraica a Pitigliano è sicuramente certa dal XVI secolo con
un incremento verso la metà del 1500 quando vi fu l'espulsione degli Ebrei
dallo stao Pontificio e da Firenze (1595). Che vi è sempre stata una pacifica
convivenza tra la comunità cattolica ed ebraica, salvo in alcuni periodi
in cui vi furono delle frizioni tra le due comunità. Il periodo di maggiore
floridezza della comunità di Pitigliano è avvenuto nella seconda metà
del XIX secolo quando il numero degli ebrei raggiunse le 300 unità, tanto
da far definire Pitigliano "la Piccola Gerusalemme". Dopo l'unità d'Italia,
con matrimoni misti, migrazione verso i centri maggiori e persecuzioni
raziali durante l'ultima guerra, la comunità ebraica cominciò a perdere
unità tanto da ridursi a pochissime famiglie. Iniziamo la visita dai bagni
purificatori per le donne nei periodi fertili, anche questa grande sala
come tutte le altre che incontreremo sono scavate nel tufo, locali in
parte già lavorati dagli scalpellini etruschi . Poi visitiamo il forno
delle azzime usato esclusivamente per la cottura dei dolci di Pasqua e
del pane azzimo (cioè senza lievito) per tutta la comunità nel periodo
pasquale. Era ancora in uso nel 1939, quando la comunità dovette interrompere
il culto in seguito alle leggi razziali., il macello Kasher , la cantina
dove veniva prodotto il vino
Kasher, purtroppo non più in produzione. Infine all'ultima parte del
nostro percorso, che è anche la più importante, vale a dire la sinagoga.
E' stata costruita nel 1598 (anno ebraico 5358), ed è ubicata sopra i
locali dell'attuale museo della cultura ebraica. E' crollata ed è stata
ricostruita varie volte. Oggi i decori originari e gli stucchi d'oro sono
sostituiti da semplici pitture. E' una delle sinagoghe più piccole in
Italia e utilizzata, attualmente, per il culto individuale, visto che
i riti completi necessitano della presenza di dieci uomini per l'apertura
dell'armadio sacro contenente la Torah.
Una caratteristica che differenzia la sinagoga dalle nostre chiese è la
posizione dell'altare, posto al centro della struttura.
Visita molto interessante e istruttiva. Visitando questi
luoghi ci siamo immedesimati nelle vicende che da sempre abbiamo sentito
ma che qui si rendono più reali, quasi a provare le sensazioni di emarginazione
e persecuzione degli ebrei; il senso di oppressione che dovevano provare
stando chiusi nei ghetti. Abbiamo riflettuto molto: non riuscendo a comprendere
come tutto ciò sia potuto avvenire, ma siamo convinti che oggi l'uomo
non potrebbe rifare gli stessi errori (forse!). Torniamo all'esterno facciamo
due passi nel paese ci dedichiamo ad acquisti di prodotti locali e alla
ricerca inutile del vino Kasher, comunque contribuiamo alle finanze dei
negozi del paese. Sono le ore 19,00 è ora di ripartire saliamo sul pullman
e riprendiamo la via di casa il ritorno è tranquillo a parte un momento
di terrore quando Marcello a messo una video cassetta: " non sarà il solito
Pieraccioni? " Per fortuna si trattava di un film drammatico; sempre
meglio che di Fuochi d'artificio o simili del nostro più """"odiato""""
regista. Una sosta per la cena, un controllo della polizia e a mezzanotte
siamo arrivati a casa.
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