U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 
Monte Forato
29 Aprile
Percorso:Ad anello da Stazzema Segnaletica:biancorossa CAI segnavia 5 - 6 - 124 bis - AT - 12 -124
Dislivello: m.circa680 sia in salita che in discesa Tempo di percorrenza: ore6,00 circa
Classificazione: E ( EEA se si desidere salire la ferrata) Punti sosta:agriturismo a circa 30 minuti dalla partenza
Acqua: nei pressi del bivio col sentiero 6 e in località Moscoso (non sempre !!!) Periodo consigliato: tutto l'anno se non c'è neve
Il Monte Forato si trova all’estremità meridionale del gruppo delle Panie, una vetta che se pur di modesta altezza rappresenta un bellissimo fenomeno di architettura naturale. E’ costituito da due cime gemelle, la nord, la più alta, raggiunge i 1223 metri, e la sud, unite da un arco di roccia. Il monte deve la sua celebrità al foro naturale aperto nella cresta terminale tra le due punte, l’arco costituisce il Passo dell’Arco di Monte Forato. La larghezza del foro è di 32 metri mentre l’altezza risulta di 22 metri con uno spessore di 8 metri. L’origine del Monte Forato risale al Miocene (15 – 25 milioni di anni fa) quando una serie di spinte dal basso verso l’alto provocò l’emersione di quelle rocce che oggi costituiscono le Alpi Apuane. La conformazione assolutamente unica del monte ha originato molte leggende che collegano l’origine del foro ad epiche battaglie tra demonio e eremiti o tra il demonio e la Madonna.
Il Monte Forato è assai vicino alla nostra sede così partiamo ad un’ora inconsueta: le 8,00, con destinazione Stazzema, località da dove inizia il nostro itinerario. Stazzema è raggiungibile da Ripa procedendo in direzione monti. Superate Seravezza e successivamente Ruosina si deve svoltare a destra al primo bivio, seguendo le indicazioni per Ponte Stazzemese e da li quelle per Stazzema. Poco prima del paese, in corrispondenza di un tornante si svolta a destra su una strada asfaltata senza sbocco che punta direttamente verso i monti. Superati numerosi tornanti si incontra un bosco di abeti e poco più avanti un cartello con la cartina della zona e le indicazioni per la Cappella degli Alpini; da qui inizia il nostro itinerario.
Con un po’ di pazienza parcheggiamo le auto lungo la carrozzabile, c’è tanto spazio ma oggi complice la bella giornata c’è anche tanta gente, e ci incamminiamo imboccando il sentiero (segnavia 5); sono le 8,30. Siamo davvero un bel gruppo, 23 partecipanti. In pochissimi minuti raggiungiamo la Cappella degli Alpini, qui si deve svoltare a sinistra procedendo in salita su una mulattiera che conduce anche ad un agriturismo. Il percorso prosegue tranquillo immerso in un bellissimo bosco di castagni, permettendo di raggiungere in poco tempo un serbatoio dell’acquedotto dove conviene fare abbondante rifornimento di acqua perché la fonte successiva, in località Moscoso, nei periodi siccitosi non eroga acqua. Ne approfittiamo anche per una bevuta perché nonostante sia solo Aprile fa gia un gran caldo. Ancora pochi metri e incontriamo un primo bivio, si deve tenere la sinistra imboccando il sentiero (segnavia 6) sostanzialmente pianeggiante e aggirante alcuni metati ristrutturati ed adibiti ad abitazione. Il clima nel gruppo si fa sempre più allegro grazie soprattutto a padre, figlia e relativo fidanzato che battibeccano in continuazione in maniera oltremodo esilarante. Sulla nostra destra vediamo ora i contrafforti del Monte Procinto e della Bimba del Procinto, una cornice unica alla meravigliosa vista sulla vallata di Cardoso e le vette della Pania e del Corchia.
Ci concediamo un’altra breve sosta a Moscoso dove la fontanella eroga di gia solo un filo di acqua, a testimonianza della scarsità di piogge della stagione. Proseguiamo ora in salita sempre sul sentiero (segnavia 6) fino ad una marginetta dove si incrociano due sentieri. Prendiamo il sentiero a sinistra (segnavia 124 bis), quello che aggira la marginetta procedendo quasi subito in salita in direzione della Foce di Petrosciana (m. 961). Arriviamo alla Foce alle 10,20, il tempo è bello e fa caldo nonostante la leggera brezza. Naturalmente foto di gruppo, breve pausa e di nuovo in cammino, ora sul ripido e difficile sentiero che conduce all’attacco della ferrata e alla vetta (segnavia AT). Il primo tratto è in discreta salita su roccia, e piuttosto esposto, anche se protetto con un cavo nel tratto più impegnativo. Indubbiamente va affrontato con precauzione e richiede una certa esperienza. Con un po’ di pazienza degli accompagnatori superiamo agevolmente il tratto per rientrare quindi nella faggeta. Alfio ci fa notare i resti dei reticolati tedeschi, una delle testimonianze che ricordano che qui si è combattuto a lungo e duramente, in vetta sono ancora ben evidenti le trincee. In cinque, gli unici che hanno ricordato di portare l’attrezzatura, decidono di affrontare la ferrata Salvadori, una ferrata piuttosto breve e tutto sommato poco impegnativa con tuttavia alcuni passaggi interessanti. Noi invece procediamo sul sentiero verso la vetta dividendoci in due gruppi, con alcuni che si portano in cresta per attendere gli “scalatori” della ferrata e scattare alcune foto suggestive prima di riprendere il cammino seguendo il filo di cresta.
Alle 12 ci riuniamo sulla vetta del Monte Forato (m. 1223). Mentre arriviamo passando sopra l’Arco del Forato notiamo che la zona è affollatissima; infatti oggi è meta anche di un gruppo proveniente addirittura da Bologna. Ma notiamo anche che il tempo sta cambiando, c’è rischio di pioggia nel primo pomeriggio, perciò decidiamo di scendere vicino agli alberi, mangiare e tornare subito indietro. Ripartiamo alle 12,50 imboccando il sentiero (segnavia 12) che scende rapidamente attraversando l’Arco del Forato da dove iniziano a passare anche le prime nebbie, ulteriore segnale che è meglio scendere! Il sentiero nonostante sia stato recentemente sistemato è comunque assai impegnativo, esposto e piuttosto pericoloso; da affrontare con estrema cautela soprattutto in discesa. Perdere rapidamente quota permette di ammirare tutto l’arco da una visuale invidiabile. Superato un primo tratto esposto e con tanto paleo sul sentiero, ci ritroviamo nel bosco. Qui la discesa diventa più tranquilla pur restando assai ripida. Le foglie rendono il sentiero anche scivoloso ma gli alberi facilitano molto il cammino, così possiamo rilassarci e prestare nuovamente attenzione ai commenti, alle battute e naturalmente ai simpatici battibecchi. Quando incontriamo il sentiero (segnavia 124) proveniente da Colle Mezzana svoltiamo a sinistra procedendo sostanzialmente in piano. Alle 13,45 arriviamo nuovamente alla marginetta, siamo in anticipo sui tempi, le nuvole sono ancora presenti ma sicuramente non pioverà. Comunque non siamo dispiaciuti, rischiare un temporale in vetta sarebbe stato sciocco. Ci fermiamo a chiacchierare e discutere di sentieri ripartendo solo alle 14,10.
Come obiettivo abbiamo ora l’agriturismo per un caffè caldo. Imbocchiamo il sentiero (segnavia 6), che abbiamo già percorso al mattino, oramai senza badare troppo a tenere unito il gruppo, non si può sbagliare e non ci sono pericoli. Appuntamento per il caffè! Arriviamo alle 15,10, con grande sorpresa e piacere incontriamo un vecchio uoeino compagno di tante avventure e tanti ricordi, che a causa dell’età non partecipa più. Ritrovarlo in montagna ci fa davvero piacere. Ordiniamo caffè per tutti, o quasi perché qualcuno preferisce dell’improbabile vino di Candia, faticando non poco a farci capire dalla proprietaria; beh in effetti ci abbiamo messo del nostro! Ma il meglio viene al momento di pagare, dovremmo raccogliere 19 € ma l’incaricato se ne ritrova ben 25 con nessuno che pensa di aver pagato due volte. Boh! La differenza sarà un contributo per la Sezione. Dalle auto ci separa solo una mezz’ora di cammino, ce la prendiamo calma arrivando alle 16,20 in perfetto orario per rientrare in tutta tranquillità.

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