Una vecchia guida Alpina disse
un giorno “ Le Montagne Massesi vogliono veder l'uomo in faccia”. E mai
come oggi pensiamo quanto avesse ragione. Comunque mai darsi per vinti
soprattutto prima della partenza. Sono le sei e trenta e siamo in nove
davanti alla sede di Ripa stamani non moltissimi ma probabilmente qualche
amico ha avuto un sogno premonitore di quello che sarebbe stata l'escursione
odierna ed ha preferito desistere.
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Si parte in auto alla
volta del paese di Colonnata
(m.532) ,nel versante massese , famosa internazionalmente oltre
che per la produzione del
lardo stagionato i conche di marmo, anche per i suoi bacini
marmiferi qui è stato rinvenuto il più grande complesso di estrazione
del marmo dell'epoca romana delle Alpi Apuane. Colonnata è
facilmente raggiungibile dalla città di Carrara semplicemente
seguendo le indicazioni e avendo come punto di riferimento le cave
di marmo. |
Parcheggiata l'auto nel sottostante parcheggio saliamo
fino alla bella piazzetta centro del paese per altro cosa importante unico
posto dove si può fare rifornimento d'acqua. Iniziamo quindi la nostra
camminata (sono le 7,15) attraversiamo il paese passando davanti alle
larderie fino a trovare il sentiero (segnavia 38) direzione
case di Vergheto. Ci addentriamo subito in un bel e fitto bosco di castagni
su una mulattiera ben conservata costeggiamo il canale del vento. Dopo
circa mezz'ora siamo nella zona delle case Vergheto (m.837). Dove facciamo
una breve sosta ammirando questo piccolo borgo dove qualcuno ha deciso
di ristrutturare l'abitazione per il periodo estivo.
Proseguiamo e purtroppo dopo pochi metri dal paese ci
troviamo,lasciato il castagneto, su di un sentiero non troppo ben tenuto,
forse perché non molto frequentato, ma immerso dalle felci e dai ginestroni
che con le loro spine ci danno non poco tormento. Saliamo fino ad incontrare
il bivio che indica destra per la foce di Luccica e sinistra per la foce
dei Vallini nostra prossima meta, imbocchiamo il sentiero di sinistra
(segnavia 172).
Il percorso si fa subito erto. Ed il fiato a farsi più
corto. Alcuni cartelli ci avvisano che stiamo entrando nel territorio
delle cave di marmo e di prestare molta attenzione. Ed è così che salito
un sentiero abbastanza esposto ed un altro attrezzato con catene per aiutarsi
nella salita ci troviamo nei bacini marmiferi. Ci fermiamo un po' per
guardare fra l' ammirato e l'arrabbiato come può cambiare la natura per
mano dell'uomo. Non è molto facile ritrovare il sentiero dato che i continui
tagli nel monte spostano sempre il percorso. Comunque lo rintracciamo
in una scala fatta di gradini un po' alti che costeggia la cava . Siamo
di nuovo sul sentiero, se possibile, ancora più ripido forse anche per
il sole che adesso batte sulle nostre teste le soste si fanno più frequenti
vuoi per prendere fiato vuoi per dissetarci. Dopo ancora un tratto esposto
giungiamo alla foce della Faggiola (m.1454) ore 10,20.
Riuniamo il gruppo per fare il punto della situazione
la vetta del Monte Sagro è lì a nostra disposizione è vero che non era
in programma ma la giornata è bellissima ne vale certamente la pena. Così
dopo qualche lieve mugugno iniziamo la nostra variante per l'erta salita
dal crinale del Monte Spallone del Sagro (m.1650) e di qui è un sali scendi
di quattro gobbe più o meno ripide e dell'attraversamento di cresta aerea.
Il panorama che vediamo è meraviglioso gli Appennini , l'arco delle Alpi
Apuane fino alla riviera apuo versiliese. Dopo un'ultima fatica giungiamo
sulla vetta del Monte Sagro (m.1749), sono le 11,45. Non possiamo fare
a meno di notare che purtroppo qualche scellerato per l'ennesima volta
a decapitato la statua della Madonna che si erge sulla vetta del monte,
dimostrando semmai ce ne fosse ancora bisogno che la mamma degli scemi
è sempre in cinta. Dopo il nostro disappunto per questo scempio tiriamo
il fiato guardiamo la scorta d'acqua che abbiamo ancora valutando che
il tragitto da percorrere, anche se per la gran parte in discesa, è ancora
abbastanza lungo. Dopo esserci ricaricati mettendo qualcosa sotto i denti
decidiamo di iniziare ad affrontare la discesa (ore 12,10) per fermarsi
magari più in basso in qualche boschetto per il pranzo. Gettato un ultimo
sguardo sul bellissimo spettacolo che abbiamo di fronte decidiamo di iniziare
la via del ritorno per un breve tratto percorriamo il sentiero dell'andata
fino ad incrociare il bivio dove bisogna piegare sulla destra su sentiero
ben marcato. La discesa come la salita è abbastanza tosta ma abbiamo la
possibilità di ammirare alcune belle fioriture di aquilegie e gigli martagoni.
Giungiamo sul sentiero, n°173 ,(che avremmo percorso se non avessimo deciso
di andare i vetta al Monte.) che corre più o meno pari fino alla foce
del Fanaletto (m.1426) da qui ammiriamo la vallata di Vinca paese ai piedi
delle Apuane. Finalmente un po' d'ombra siamo sul versante nord del Monte
Sagro su sentiero un po' impegnativo continuiamo a scendere possiamo aiutarci
con cavi metallici ancorati alla roccia. Arriviamo alla foce del Pollaro
(m.1364) Dove facciamo una breve la sosta per il pranzo, intanto sono
arrivate le 13,15.
Ripartiamo alle 14,00. Arrivati ad un bivio continuiamo
sul sentiero n°38 attraversiamo un bel bosco di faggi su pianeggiante
terreno che per un po' ci fa respirare tranquillamente. Il sollievo dura
veramente poco perché incontriamo un ripido canale attrezzato dove bisogna
fare un po' di attenzione per sassi smossi il percorso continua su continui
sali scendi fino alla foce di Vinca (m.1333) 0re 14,30. Tenendo la destra
scendiamo, con di fronte il Canal Regollo, abbastanza rapidamente verso
la foce di Luccica nostra prossima meta giungiamo ai ruderi delle case
di Riccio ed alla Casa dei Pisani dove facciamo un ultima breve sosta
la stanchezza comincia per qualcuno a farsi sentire ma il più è fatto
manca veramente più poco all'arrivo. Oltrepassata la foce di Luccica scesi
pochi metri incontriamo il bivio percorso al mattino dove ritorniamo sui
passi dell'andata fino a ritornare al paese di Colonnata dove arriviamo
alle 16,30.
In conclusione si può certamente affermare che
queste sono le giornate che ti riconciliano con il mondo che dobbiamo
affrontare tutti i giorni della vita sempre stressati sempre di
corsa .
Se pur stancanti ti senti veramente soddisfattodi
tanta bellezza di tanta maestosità della quale sei stato partecipe
e senti di dover dire grazie di esistere.
La speranza e l'augurio è di vivere giorni simili sempre più spesso.
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