Questa escursione è un classico che ripetiamo spesso
in quanto ricca di fascino e di quel mistero che si ripete ogni giorno
nella magia che si cela nel sorgere del sole, quale posto migliore se
non la Pania per vedere l'astro nascente?
Quota di partenza (m.): 820 Colle a Iapoli
Quota vetta (m.): 1859
Dislivello complessivo (m.): 1039
Difficoltà: E
Località partenza: Da Colle a Iapoli (Pruno)( 820 m.), La Fania
(905m.), Foce di Mosceta(1182 m.), Pania della Croce (1859 m.)
Sentieri: CAI segnavia 122, 126, 124
Punti sosta: Rifugi La Fania della UOEI di Pietrasanta e Del Freo
del CAI di Viareggio
Periodo consigliato: dalla primavera all'autunno in assenza di
neve e/o ghiaccio
Tempo di percorrenza: 3 ore circa sino alla
vetta
Acqua: ai Rifgi della Fania e del CAI del Freo a Mosceta e
nelle sue vicinanze
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Partiamo per il paese di Pruno, quest'ultimo paese si
raggiunge da Pietrasanta: si prosegue per Seravezza successivamente
per Ponte Stazzemese , qui si prende per le indicazioni del Cardoso
e davanti alla chiesa di questo paese si gira a sinistra sino a Volegno
e subito dopo appunto il paese di Pruno. Prima di entrare in paese prendiamo
una strada sulla sinistra che ben presto diventa sterrata, per fortuna
vi è stata messo mano e la maggior parte delle buche sono state coperte,
solo l'ultimo tratto e in condizioni pessime. Giungiamo ad un piccolo
spiazzo dov’è situato un serbatoio del servizio antincendio boschivo,
siamo a Colle a Iapoli (820 m.). Qui si deve necessariamente lasciare
l’auto e proseguire a piedi lungo l’unico tracciato presente. Se non
si vuol fare del "fuoristrada" è possibile proseguire per Pruno, parcheggiare
nell’ampio parcheggio all’inizio dell’abitato, e proseguire a piedi
imboccando il sentiero 122 che inizia proprio dalla piazza centrale
del paesino. Come detto imbocchiamo il sentiero n° 122 segnalato per
il Passo dell'Alpino e Mosceta, infatti dopo circa quindici minuti giungiamo
al termine della salita e ci manteniamo sul sentiero che prosegue dritto
mentre andando a sinistra seguiremo il 122 per il Passo dell'Alpino.
Il sentiero per la Fania non è un sentiero CAI e pertanto non è segnalato
sulle cartine e tanto meno vi sono segnalazioni bianco rosse CAI, solo
alcuni segni gialli e qualche scritta indicante "La Fania". In circa
cinquanta minuti attraversando le località di Monte alla Tana 899 m,
Poggiogo 875 m, Canale di Deglio, Casa Cupigliana giungiamo al rifugio
che si trova sul versante Sud della Pania della Croce, sul costone denominato
" Piton del Soglio ", all'ombra del grande faggio da cui prende il nome
a quota 905 mt.
Dalla Foce di Mosceta prendiamo il sentiero n° 126 per
la vetta della Pania, si comincia a salire in diagonale sulla sinistra
il pendio della montagna,giungendo poi ad un pianoro detto delle Gorfigliette
a quota 1407 dove si trova una piazzola per l'atterraggio degli elicotteri
di soccorso. Continuiamo poi a destra e a sinistra lungo il pendio su
un tratto più erto attraversando un breve canale e giungendo ad una
zona più dolce detta Il Tavolino per poi risalire seccamente fino a
sbucare al Callare della Pania, quota 1745, dove ci si può affacciare
sul versante garfagnino. Da qui parte a sinistra il sentiero per il
Pizzo delle Saette (m. 1720) e, mentre il sentiero 126 procede verso
il Rifugio "Rossi", noi prendiamo a destra il sentiero di vetta che
prima incontra la Spalla settentrionale (m. 1835) , poi l'antecima nord
(m. 1854) e infine perviene a quota 1859 in vetta alla Pania alla Croce,
la regina delle Apuane, dove ci attende la grande croce posta dalla
UOEI di Pietrasanta nel 1956. Ora che siamo in vetta ci sentiamo più
contenti ma prima di raggiungere la croce dobbiamo fermarci in raccoglimento
davanti alla targa che ci ricorda un nostro carissimo amico che purtroppo
non potrà godere più di questi panorami ma comunque sarà sempre nei
nostri cuori e lo porteremo sempre su ogni vetta che noi toccheremo.
Sembra che sulla vetta non ci sia nessuno ma appena giungiamo alla croce
proprio al di sotto vi sono due tendine che hanno preso i posti migliori,
dal versante marino soffia un forte vento, alla ricerca di un posto
dove il vento non dia troppo fastidio ci portiamo sul versante interno
ma anche quì pur non essendo fortissimo si fa sentire, siamo di luglio
ma siamo vestiti come di gennaio, pile, giacca a vento, guanti e chi
più ne ha più ne metta. Intanto arriva il gruppo ritardatario e come
ci aspettavamo non sono state risparmiate colorite raccomandazioni di
andare a visitare quel tal paese, ci abbiamo provato a scusarci ma non
riuscivamo a convincerli della nostra buona fede, chi sa poi perché!
Siamo tutti riuniti, volevamo vedere il tramonto ma grandi nuvoloni
si ammassano minacciosi sugli Appennini liguri e sull'Appennino Tosco
Emiliano, in lontananza si cominciano a vedere anche i bagliori di fulmini.
Decidiamo di cenare, certo il riso freddo e formaggio con qualche salume
non è che ci scaldi molto, le dita delle mani cominciano ad intirizzire,
un certo tremito ci entra addosso, le nuvole si fanno più vicine, ci
guardiamo e all'unisono ce ne usciamo con l'idea di riportarci a Mosceta
e poi alla Fania. Oltre che dal freddo e dalla minaccia della Pioggia,
che a quasi duemila metri non è proprio piacevole, non avremmo visto
nessuna alba, sicuramente l'indomani le vette saranno incappucciate
da nuvole basse.
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Ripercorriamo la strada
al ritroso, la luce lascia pian piano spazio alle tenebre, anche
se una luna crescente cerca di farsi largo tra le nuvole dobbiamo
mettere mano alle lampade frontali. Eccoci senza problemi alla Foce
di Mosceta, siamo in dieci, sei di noi decidono di fermarsi al rifugio
CAI Del Freo, noi, in sei scendiamo con il sentiero n° 124 al rifugio
la Fania della UOEI di Pietrasanta.
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