U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 

LA VOLPE ROSSA
La VOLPE ROSSA nostrana (Vulpes vulpes), di casa nei nostri boschi, è un mammifero di medie dimensioni (un'ottantina di centimetri, più 40-50 di coda), tipico rappresentante con il lupo della famiglia dei Canidi. E' la più diffusa e nota rappresentante di questo gruppo. Il muso è appuntito, la coda lunga e folta ha spesso la punta bianca. Il pelo è lungo, folto e morbido, dal rosso-grigio pallido al ruggine superiormente e bianco gialliccio ventralmente. Le orecchie e i piedi sono neri. La colorazione tuttavia varia moltissimo ma sembra essere in relazione al tipo d'ambiente frequentato e soprattutto alla temperatura e umidità deòò'ambiente frequentato. Animale abitudinario, vive in grandi tane articolate e profonde, spesso ottenute ampliando quelle dei tassi e dei conigli selvatici, che possono passare di generazione in generazione. L'ingresso della tana viene marcato col le ghiandole situate alla base della coda che l'animale strofina sul terreno quando entra e esce dalla tana. Possiede anche ghiandole sulla pianta dei piedi che presumibilmente usa per marcare i percorsi al fine di garantire l'orientamento. Occupa territori le cui dimensioni variano da 5 a 50 Km quadrati che marca deponendo urina e feci. La volpe è essenzialmente un animale solitario che si riunisce in coppie soltanto durante il periodo riproduttivo. Verso maggio nascono 4-6 volpacchiotti; durante le prime quattro settimane è il maschio che si occupa di portare il cibo alla femmina e ai piccoli; addirittura sono stati segnalati dei casi in cui il maschio, dopo l'uccisione della femmina, abbia da solo allevato i piccoli. È proprio in questo periodo che le volpi, spinte dalla fame propria e dei piccoli, si avventurano vicino alle abitazioni dell'uomo rubando galline, conigli e perfino oche; ma abitualmente si nutrono di piccoli animali selvatici (rospi, talpe, uccelli ma anche scarabei e bisce) e, soprattutto, è una grande divoratrice di topi: in tal senso la sua azione risulta di grande utilità per l'agricoltura, sebbene non vi sia animale più odiato dagli agricoltori.
È in realtà una piccola predatrice, che non arreca mai all'uomo danni di grande entità o ne mette in pericolo la vita; tuttavia è da sempre oggetto di una caccia tanto ostinata quanto ingiustificata, e solo negli ultimi anni si è cominciato a riflettere sul suo ruolo di regolatore ambientale. La caccia è facilitata anche dal modo d'incedere che anche se nel complesso è quello dei canidi, è però molto furtivo e guardingo proprio per il fatto che essendo una cacciatrice solitaria, non può contare sull'aiuto di nessuno nel caso fallisse il colpo. La preda infatti viene avvicinata strisciando pancia a terra, con una leggerezza di mosse tale da rendere praticamente impossibile accorgersi della sua presenza se non quando è troppo tardi. Una volta catturata, la preda non viene di regola divorata sul posto né mangiata tutta in una volta, a meno che non si tratti di prede molto piccole. Il cibo in eccesso viene nascosto con cura sotto il terreno, usando il muso per ricoprirlo di terra, con un comportamento caratteristico anche di altri canidi. Durante la bella stagione la diete viene integrata con bacche, frutti e altre parti vegetali. Le volpi hanno numerosi nemici naturali, i lupi in primo luogo, ma anche linci, aquile e grandi rapaci notturni. Sebbene le capacità psicofisiche delle volpi siano molto sviluppate, più che una spiccata astuzia, che sottintende una notevole intelligenza, questi animali sono dotati di un'estrema prudenza e di sensi particolarmente acuti. L'animale è ritenuto portatore e diffusore della rabbia silvestre, una forma di idrofobia che provoca stragi tra le popolazioni selvatiche di molti animali e che in qualche caso ha colpito anche l'uomo. Poiché i mezzi di lotta impiegati non sembrano aver sortito risultati veramente concreti c'è da supporre che l'epidemiologia di questa forma di rabbia non sia stata ben studiata, e che probabilmente le volpi siano le vittime piuttosto che le principali responsabili.


TALPA CIECA
Talpa caeca Talpide
La Talpa cieca è morfologicamente identica alla più comune e più nota Talpa europea. Tuttavia, ad un esame attento, se ne distingue per la presenza una membrana che le oblitera permanentemente gli occhi (coperti di pelliccia). Tale membrana è totalmente assente nella Talpa europea, che presenta occhi piccoli ma aperti.
Le dimensioni della Talpa cieca sono leggermente inferiori a quelle della congenerica, in quanto la lunghezza del corpo si aggira fra i 106 e in 123 mm. La coda, estremamente corta, misura 27-39 mm. Il corpo è allungato e snello, il mantello è nero lucido con peli uniformemente corti e privi di direzionalità, chiaro adattamento alla vita fossoria. Zampe anteriori adattate allo scavo, con muscolatura ipertrofica e braccio ripiegato all'interno del corpo; solo le zampe, dotate di potenti unghioni, sono lontane dal corpo. L'orecchio esterno è assente, così da dare al muso, carnoso e di colore rosa, un aspetto uniforme ed allungato. Il peso oscilla fra i 38 e i 66 grammi. Sussiste un lieve dimorfismo sessuale che si risolve nella taglia maggiore dei maschi adulti rispetto alle femmine. Durante il periodo riproduttivo, che inizia a febbraio, i maschi cercano attivamente le femmine, aumentando conseguentemente il proprio territorio. La coppia rimane assieme solo per i 2 giorni necessari per l'accoppiamento, dopo i quali il maschio si allontana. La femmina gestante, dopo circa 4 settimane, dà alla luce, nella profondità del proprio nido, una cucciolata di 4 piccoli, nudi e ciechi. Il pelo comincia a crescere attorno al 14° giorno d'età mentre gli occhi si aprono al 22°; l'allattamento si protrae per circa un mese e a 50 giorni di età i giovani sono in grado di abbandonare il nido e la madre. La fase di dispersione dei giovani avviene in superficie, fino a che essi non sono in grado di costruirsi o appropriarsi di un sistema di gallerie; è quindi una fase particolarmente critica. I giovani saranno maturi sessualmente solamente durante la primavera seguente. La vita media è di 3 anni. Il suo habitat naturale: Originaria delle foreste decidue, vive in quasi tutti i tipi di terreno, tranne quelli troppo sassosi o troppo impregnati di acqua dove non è possibile costruire il complesso sistema di gallerie. La si trova in pianura come nei prati e pascoli montani, fino a 2000 m. Non rifugge le aree antropizzate, occupando anche in orti, giardini e parchi. Per la Talpa cieca, a differenza di quanto avviene per la Talpa comune, non si hanno informazioni inerenti la dinamica e la densità delle popolazioni. Le due specie vivono in parapatria, escludendosi a vicenda dai territori occupati. Curiosità: Come la Talpa comune è in grado di scavare un'ampia rete di gallerie che costruisce da sola, sebbene spesso prenda possesso di gallerie o scacciando l'occupante o dopo il decesso del medesimo. Le gallerie di una neocolonizzazione sono poco profonde (3-4 cm) e temporanee, mentre le gallerie stabilmente occupate sono ad una profondità maggiore del metro e si estendono su centinaia di metri. In questo caso la terra di scavo è trasportata in superficie ed accumulata a formare i caratteristici cumuletti, che obliterano completamente il foro di uscita. Le gallerie si aprono in diverse camere, ma il nido vero e proprio è situato all'incrocio di diverse gallerie, così da offrire diverse vie di fuga. Questo viene tappezzato da materiale coibente in cui vengono utilizzati foglie, fili d'erba, carta, lana compressi a forma di palla. Le gallerie funzionano come una trappola per invertebrati (insetti e principalmente lombrichi), i quali cadono all'interno delle cunicoli, regolarmente percorsi tre volte al giorno dalla Talpa. In alcune camere secondarie la parte del cibo, quando abbondante, viene raccolto in dispense temporanee. Il fabbisogno giornaliero, come in quasi tutti gli Insettivori, è elevato: necessita infatti di un quantità di cibo pari almeno alla metà del suo peso corporeo. I lombrichi, prima di venire consumati, vengono strizzati e ripuliti, con gli unghioni, da terra e sabbia, in questo modo la Talpa evita una precoce e letale usura degli acuminati denti. Tutte le talpe sono animali altamente territoriali, solitari ed aggressivi nei confronti dei conspecifici (con un'eccezione per il periodo degli amori). I territori individuali raggiungono i 4.500 mq per i maschi e 2000 mq per le femmine e sono segnalati ai conspecifici mediante sostanze odorose.


LO SCOIATTOLO
Sciurus Vulgaris
Gli scoiattoli arborei comprendono un gruppo di sciurini dalle comuni caratteristiche morfologiche che li accomunano, e nel contempo li distinguono, dagli altri con familiari: la loro grande coda, rivestita uniformemente da un folto pelo lunga più o meno quanto il corpo. Non presentano strie dorsali e nemmeno tasche guanciali interne; le orecchie sono ben sviluppate e, come nel caso di Sciurus Vulgaris, fornite di un gruppo di peli alle estremità. Il peso non supera i 300 gr e alcune peculiarità anatomiche, contrariamente a quanto potrebbero lasciar intendere le loro specializzate abitudini di vita, come il mantenimento di due premolari superiori e di uno inferiore, così come l'organizzazione relativamente semplice della muscolatura mascellare ne fanno uno dei roditori con i caratteri più primitivi. Lo scoiattolo comune è un tipico abitatore delle foreste miste di latifoglie e conifere di pianura e di montagna, come pure di boschetti e parchi cittadini. Strettamente diurno, mostra due periodi di maggiore attività in corrispondenza del primissimo mattino e nei periodi che precedono il tramonto.
Si ciba preferibilmente di semi di conifere per cui distrugge una gran quantità di coni erodendoli tutto intorno in maniera caratteristica. E' soprattutto molto ghiotto di funghi, anche di specie non commestibili per l'uomo, di cui divora di norma il solo cappello. In inverno, quando il nutrimento si fa scarso, può attaccare la corteccia di giovani alberi o la parte apicale di quelli più vecchi praticando delle caratteristiche erosioni quadrangolari o a spirale.

La riproduzione
inizia molto presto nell'anno per protrarsi poi in tutta la buona stagione. Ciascun sesso mantiene separatamente il proprio territorio per gran parte dell'anno, solo nel periodo degli amori il maschio penetra nel territorio della femmina e la segue con insistenza fino al momento di essere accettato. Lo scoiattolo comune emette suoni più o meno acuti; una volta stabilito il contatto tra i sessi il maschio si esibisce in un corteggiamento complicato fatto di mosse insolite e di sbandieramento della coda di fronte alla femmina. La coda, oltre al ruolo precipuo di organo di equilibrio, serve infatti come mezzo di comunicazione nei rapporti individuali. Lo scoiattolo costruisce un nido globoso, sommariamente assemblato con muschio e rametti, sistemato di norma molto in alto sulle piante in corrispondenza di una grossa biforcazione. I piccolo, tre o quattro per figliata, nascono nudi e ciechi, hanno un accrescimento lento e si rendono indipendenti solo intorno ai due mesi di vita.