Foto escursione
|
Il
Corno alle Scale con i suoi 1945 metri s.l.m. è la cima
più alta del
Parco Regionale del Corno
alle Scale e di
tutto l'Appennino bolognese: dalla sua croce, nelle
giornate terse lo sguardo può spaziare dal Mare
Adriatico al Mar Tirreno e raggiungere le Alpi. Questo
massiccio arenaceo è collegato da un affilato crinale
allo spartiacque appenninico che divide Emilia e Toscana
nei pressi del P.so dello Strofinatoio, alla testa della
toscana Val Verdiana. Il Corno dunque non fa parte del
crinale appenninico, ma, collegato ad esso, si diparte
in direzione Nord, costituendo la testa di una imponente
dorsale che prosegue con La Nuda (1828 m), la Sboccata
dei Bagnadori (1274 m), il Monte Grande (1531 m sopra
Vidiciatico) e col Monte Pizzo (1194 m a picco su
Lizzano in Belvedere). Questa importante dorsale che si
configura quasi come un gruppo montuoso fa a sua volta
da spartiacque tra due vallate dalla morfologia molto
diversa, che proprio sui due fianchi del Corno alle
Scale hanno le loro testate: la Valle del Silla a Est,
le cui acque scendono nel Reno, e la Valle del Dardagna
a Ovest che si dirige verso Nord, sconfinando nella
Provoncia di Modena dove getta le sue acque nel Panaro,
che a sua volta confluisce nel Po. La Val Dardagna era
anticamente coperta da ghiacciaio fino a
Madonna dell'Acero:
questo conferisce alla sua parte alta verso il crinale
un aspetto più nudo e alpestre con più circhi glaciali
fusi insieme e più sotto dossi addolciti di origine
morenica: laghi,
alte cascate,
bassa vegetazione (vegetazione di brughiera e prateria
di altitudine). Solo a partire da Madonna dell'Acero la
Valle, da quel punto scavata solo dal corso d'acqua, ha
un repentino restringimento. Ben diversa è invece la
Valle del Silla, boscosa fin sulle sommità delle cime,
ricchissima d'acqua, con solchi vallivi pronunciati e
dai fianchi molto ripidi, anch'essi boscosi. Sul crinale
tosco-emiliano nella provincia di Modena (Parco
dell'Alto Appennino Modenese) è situato un lago piccolo
ma molto suggestivo,
il Lago
Scaffaiolo, che
con il Corno alle Scale forma un binomio inscindibile,
anche se separati in due amministrazioni provinciali e
in due parchi distinti. Flora: mirtillo, ginepro,
carline, genziane, margherite, viole, anemoni, achillee,
trifoglio, soldanella, nardo, sassifraghe. Fauna:
cinghiale, passeracei, rapaci. (
http://www.oscartext.com/CornoScale.htm
)
Dopo un lungo viaggio di 2,30h giungiamo
finalmente a Pian d'Ivo, dove parcheggiamo a fianco
della strada provinciale che porta al vicino santuario
di Madonna dell'Acero ed agli impianti sciistici
del Corno alle Scale. Indossiamo gli zaini e
subito partiamo, non vediamo l'ora di sgranchire
le gambe! Dal parcheggio attraversiamo la
strada e imbocchiamo una larga
strada forestale, subito in salita che
corrisponde al sentiero 323 detta anche " Via
dei Signori " . Il percorso si snoda in una
fitta abetaia, frutto di una probabile
rimboschimento,
all'inizio del sentiero sono visibili, nel
bosco, quattro discutibili "opere d'arte
moderna" realizzate in materiali naturali
(pietra, legno, ferro) che costituiscono la
prima parte di un progetto più ampio per un
"Sentiero d'Arte".
Dopo alcune curve troviamo sulla
destra il sentiero CAI 327 o "del Campanile",
sentiero che adesso sale ancora più ripido tra
la faggeta e macchie di abeti e larici, fino a
uscire dal bosco e proseguire nelle praterie e
nei vaccinieti (vaccinieto
Formazione vegetale nella quale predomina il
mirtillo (Vaccinium
myrtillus), in
Italia legata ad ambienti montani,
su suoli acidi e ricchi di humus. Enciclopedia
Treccani) che rivestono la parte sommitale del
versante
nord-ovest
della Nuda (1828 m).
Il monte La Nuda si eleva a nord del Corno alle
Scale, separato da quest'ultimo dal passo del
Vallone. Sulla sua vetta, libera dal bosco, si
estendono vaccinieti e praterie sassose
che ospitano rare fioriture di specie
rupicole. Dalla cima del monte il
panorama spazia su gran parte del
territorio del parco, fronteggiando la
spettacolare parete orientale del Corno
e tutto l'arco di montagne che formano
la testata di valle del Silla. Più
lontano, verso occidente, le belle
pareti dei monti della Riva, con il
cardine iniziale del monte Spigolino,
appaiono dominate dal retrostante monte
Cimone. Verso nord, tra i profili
tondeggianti delle colline che digradano
verso la pianura, risaltano le
caratteristiche sagome del monte Vigese
e di Montovolo. (
www.parcocornoallescale.it )
E' stata una bella salita e ci godiamo
meritatamente il bellissimo panorama che ci si
pone davanti. Ora ci dobbiamo dirigere verso
la nostra meta, Punta Sofia dominata da una
grandissima, forse esagerata, croce di vetta. A
vista non sembra neanche lontana, dobbiamo però
arrivarci per il tratto di cresta sud denominato
" Balzi dell'Ora"
sono una serie di grossi massi che compongono
una parte del crinale del corno alle Scale. Si
trovano tra il monte la Nuda e il Corno, e
seguendo il sentiero che li attraversa, è
possibile salire fino alla cima.
Imbocchiamo il sentiero n° 129 e adesso
dopo tanta salita, proseguiamo in decisa discesa
sino al Passo del Vallone,
Il passo ha questo toponimo perché si
affaccia a precipizio sulla Valle del Silla, ed
è una zona meravigliosa: un sublime incrociarsi
di pendii pratosi, di tonalità verdi differenti.
Bellissimi giochi di luce e vento accompagnano
lo sguardo lontano, perdendosi in un panorama
appenninico estremamente suggestivo.
Da qui
non c'è scampo per salire in vetta dobbiamo
prendere il ripido sentiero dei Balzi. Il
sentiero viene classificato per escursionisti
esperti, a nostro parere è un sentiero
abbastanza facile, certo che alcuni tratti sono
abbastanza esposti
su una parete di roccia verticale con un salto
di oltre 200metri sulla sinistra e un
ripidissimo pendio erboso sulla destra,
basta, naturalmente, non soffrire di vertigini e avere
piede fermo, L'unico problema lo dovrebbe dare
in caso di rocce umide o bagnate in quanto la
natura della roccia le rende molto scivolose.
Da questo punto l’escursione se non
eccessivamente difficile diventa decisamente
faticosa dovendo risalire per circa trecento metri di
dislivello in pochissima distanza.
La fatica viene ripagata dai meravigliosi scorci
di panorama che si possono ammirare durante la
salita e anche belle fioriture, tra le più belle
l'Aquilegia Alpina ma moltissime altre specie
come | |