U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA

16 Giugno 2019 Traversata Val Serenaia - Colonnata


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  PARTECIPANTI: 22  escursionisti


 

 

DIFFICOLTA’  -  (E - ALLENATI)

 
TEMPI DI PERCORRENZA
6h
 

Percorriamo l'autostrada sino ad Aulla, seguendo per Fivizzano e Poi imbocchiamo la strada per Lucca, seguendo le indicazioni per Minucciano.
Appena passata una galleria sulla destra parte una strada che porta alla località Orto di Donna in val Serenaia
.
Indicazioni stradali


 
SENTIERI CAI PERCORSI :
37 Forno - Canal Regollo - Foce di Navola  - Foce di Rasori – Capanna Garnerone –  Foce di Giovo  Rifugio Donegani
N 175 Vinca (750m) – innesto 39 - innesto 190 - Maestà di Canale Doglio- bivio sentiero 38 – Capanne del Giovo – innesto 37 - Foce di Giovo

38
Colonnata – [raccordo con 169] - Case del Vergheto  – [innesto 195 ex 48] - Foce Luccica - Foce di Vinca - La Prada  – Maestà di Doglio  - Vinca

PERIODO CONSIGLIATO:  Tarda primavera - estate

 

   
 


ACQUA: Rifugio Donegani, la fonte della Vacchereccia presso Capanna Garnerone,

PERCORSO:
Val Serenaia 1100 m - Foce Siggioli 1400 m -  foce Giovo 1500 m - Capanna Garnerone foce Rasori 1320 m- foce Vinca 1330 m - foce Luccica 1030 m - Vergheto 850 m - Colonnata 532 m.

Dislivello: Salita 450 m - Discesa 1000 m.

PUNTI D'APPOGGIO :
Ala Capanna Garnerone se aperta
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto escursione
              

Eccoci ad una bella e lunga escursione apuana. Le Apuane, a guardare solo loro, concentrandosi esclusivamente sulle vette aguzze, bianche e rocciose, non parrebbe nemmeno di stare in Toscana. Intorno, invece, si distendono le spiagge della Versilia, bagnate ritmicamente dalle onde del Tirreno e, in lontananza, si scorgono i colli della Lucchesia. Le Apuane, Alpi di nome e di fatto, montagne così diverse dal resto della catena appenninica, che si dischiudono in tutta la loro maestosità nell’ultimo lembo settentrionale di Toscana, tra le provincie di Massa Carrara e Lucca. Il loro aspetto austero non deve però intimorire: le Apuane celano magnifici tesori di natura da esplorare lungo la fitta rete di sentieri che le attraversa.
E noi stiamo per percorrere sentieri che anticamente venivano percorsi da commercianti di sale e castagne, dai viandanti che percorrevano la Via Francigena e dai briganti che su queste terre impervie cercavano rifugio; sentieri che, in questo caso, univano il mare all'entroterra.
Siamo un bel gruppo a conti fatti siamo in 22, tra soci del CAI di Pietrasanta e quelli UOEI di Ripa di Versilia. Due associazioni sul territorio che da molto collaborano spesso in uscite del genere.
Ci troviamo un primo gruppo a Pietrasanta, il pullman è già lì che ci aspetta e subito ci portiamo a Ripa di Versilia per prendere i rimanenti. Via non ci resta che fare un paio d'ore di bus per raggiungere la nostra meta che è la Val Serenaia  ( la Val Serenaia, con il suo Orto di Donna, rappresenta uno dei luoghi più affascinanti delle intere Alpi Apuane: una conca glaciale circondata da alcuna delle montagne più belle tra le quali spicca il Monte Pisanino massima vetta apuana con i suoi 1947 metri. La zona è ricca di boschi e di belle e rare fioriture e la presenza di ben tre rifugi e di un campeggio offre la necessaria ospitalità per effettuare escursioni anche di più giorni. L’estrazione intensiva e disordinata del marmo ha modificato pesantemente il versante sinistro della valle togliendo un po’ di fascino ai luoghi, incontaminati sino alla seconda metà del 1800. [
http://www.escursioniapuane.com/SDF/ValSerenaia.html ] ).
Arriviamo, come previsto, alle 09.00, il tempo di un caffè presso il rifugio Donegani e
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l tempo di indossare gli zaini e via si parte per la nostra escursione.
Prendiamo il sentiero n° 37 che si inoltra nel bosco proprio davanti al rifugio, purtroppo solo per pochi metri, infatti sbuca subito dopo sulla strada marmifera che porta alle cave e al suo termine al rifugio Orto di Donna o Cava 27.
Imbocchiamo il sentiero n° 37 che attraverso la faggeta ci porta sulla strada di cava, se devo dire la verità non è che siano un grande spettacolo sia per il deturpamento selvaggio che vi è stato fatto e per l'abbandono in cui si trovano con rifiuti di tutti i tipi. 
Seguiamo la marmifera  per un breve tratto e sulla destra, in prossimità di una rampa, troviamo le indicazioni  che indicano la direzione. Questo tratto di sentiero è intitolato a Maurizio Scheggi del Cai Pisa.
Da qui abbiamo un bellissimo panorama su tutta la valle, a parte le cave, lo sguardo va dal Pisanino agli Zucchi di Cardeto, dal Cavallo al Contrario, dal Grondilice alla Cresta Garnerone. 
Saliamo adesso per tratto ampio e agevole su sfasciumi di marmo, avendo sulla sinistra vecchie cave. Superiamo alcuni ruderi ed entriamo in un piazzale costituito dal taglio di cava.
Proseguiamo la salita per detriti poi dobbiamo percorrere un tratto piuttosto ripido, una volta era presente un cavetto d'acciaio, non che sia molto utile ma adesso ci sono rimasti solo i pali che lo reggevano.
Proseguendo, in salita, troviamo un'altra vecchia cava dove è presente una bella vasca scavata nel marmo e anche qualche blocco che era già pronto per il trasporto e che rimane lì ad aspettare inutilmente che venga utilizzato.
Entriamo nella faggeta e troviamo, poi, il bivio tra il 37 che sale verso sinistra e il 191 a destra, quest'ultimo porta alla foce del Giovetto; noi prendiamo il 37 per Foce a Giovo.
La raggiungiamo siamo a quota 1500 mt. si tratta di crinale divisorio tra la valle di Vinca e la Val Serenaia, un'ampia sella erbosa e ottimo punto panoramico  sull'Appennino, ad est e sulla Valle di Vinca e il mare ad ovest a sud il Monte Cavallo, il Contrario ed il Grondilice, davanti a noi si staglia la mole del Pisanino, guardiamo con rispetto la Bagola Bianca, il crinale che abbiamo percorso altre volte ma guardandolo ancora ci rendiamo conto che è stata una bella impresa.
Mentre guardando in basso di fronte a noi sbucano i tetti rossi delle case di Vinca, e sopra di noi, a nord, il Pizzo d'Uccello.
Dopo una doverosa sosta per ammirare tanta bellezza riprendiamo il cammino e qui ci dividiamo, un gruppo scenderà verso la Foce Rasori per un sentiero più tranquillo e più breve mentre l'altro si dirige verso la Finestra del Grondilice prendendo, a destra, il sentiero179,  costeggiando la Cresta Garnerone.
Io accompagno il gruppetto, più esiguo verso, prima, la Capanna Garnerone e successivamente la Foce Rasori.
Dunque scendiamo nel versante che sovrasta il paese di Vinca per un comodo sentiero il 37, sotto l'imponente sagoma del Pizzo D'Uccello dove notiamo anche alcuni climber che si cimentano su una delle tante vie che ci sono su questa montagna.
Scendiamo decisamente ma senza nessun problema dall'alto si notano i perimetri di antiche costruzioni, erano le Capanne del Giovo.
Sono i resti di un antico insediamento pastorale alle pendici del Pizzo d’Uccello sotto, appunto, la Foce di Giovo. La zona è attraversata dal sentiero 175 che costeggia alcuni di questi ruderi.
Lo raggiungiamo, anzi, non proprio, prima di arrivarci incrociamo il sentiero 37 e da qui il sentiero cambia numerazione e in direzione paese di Vinca diventa appunto il n° 175.
Se ci fosse bisogno d'acqua scendendo sin al limitare del bosco vicino ad un rudere c'è una fonte dove di regola c'è sempre acqua......o quasi!
Dunque, prendiamo a sinistra tenendo a sud l'imponente Cresta Garnerone, proseguiamo più o meno sempre alla stessa quota senza nessuna difficoltà tranne le grandi macchie di ginestre che, si danno una bella nota di colore giallo ma invadono il sentiero creando qualche problema al proseguire senza considerare che, il sentiero, è abbastanza stretto.
in meno di un ora raggiungiamo comunque la Capanna Granerone che si trova all'interno di un bel bosco di abeti, rifugio non gestito costituita da un prefabbricato in legno, recentemente ristrutturato di proprietà del CAI di Carrara, ha una capienza di 18 posti letto attrezzato per cucinare e pernottare, non essendo gestito bisogna fare richiesta al CAI di Carrarra Via Loris Giorgi, 1  CAP 54033 - Carrara - Telefono 0585 776782, la sede e' aperta tutti i giorni feriali dalle ore 19.00 alle ore 20.00.
A pochi metri dal rifugio c'è la fonte della Vacchereccia, che ci consente di rifornirci di acqua.
Riprendiamo il cammino, sempre nell'abetaia, sul sentiero 37 che prosegue verso Sud unitamente al 173 e al 186  e in pochi minuti siamo alla Foce Rasori ( 1318 mt.). Uscendo dal bosco, sul crinale, il panorama si apre sul versante marino e il lungo e profondo Canal Fondone, ora impraticabile. Molto interessante anche la vista sul complesso versante Sud-Ovest del M. Grondìlice e la cresta dei Pradacetti con le rocciose cime del Torrione Fìgari (dedicato all’alpinista Bartolomeo Figari)ben riconoscibile per il masso sospeso proprio sulla sua cima e alla sua destra la bella Punta Quèsta.
Siamo come previsto in anticipo al gruppo della Finestra del Grondilice quindi non ci resta che aspettare.
nel frattempo arriva della nebbia e un fresco, o meglio freddo, venticello ci obbliga a coprirci, il tempo passa e non si vede nessuno, per di più siamo in una zona buia per i cellulari. che facciamo? Per ingannare il tempo decidiamo di pranzare, del resto è anche l'ora giusta.

Il tempo passa ma non si vede ancora nessuno e il fatto di non poter comunicare ci rende ansiosi.
E' passata circa un ora da quando siamo giunti a Foce Rasori e..... si sentono delle voci e ecco si inizia a vedere i primi e in breve il gruppo si ricompatta con vero sollievo.
Una sosta anche per questi, anche loro hanno fame!
Ben presto, visto anche che la temperatura non è confortevole, ripartiamo.
Prendiamo il sentiero n° 173 che sale a destra nel vallone delle Rose e poi cambia direzione dirigendosi a sinistra nel bosco e con un tratto un po' esposto , protetto con cavetto che lascia a desiderare, qui è bene fare un po' d'attenzione, Usciamo dal bosco e siamo alla foce di Navola.
Continuiamo ancora sul 173 e per di più nel bosco con un continuo su e giù sino ad arrivare alla Foce di Vinca dove un piccolo branco di cavalli stanno pascolando liberi. Dalla Foce rimaniamo subito presi dalla vista dell'incombente spigolo est del Sagro.
Continuiamo il cammino e prendiamo, ora, il sentiero 38 che scende molto ripidamente lungo un costone erboso sino ad arrivare ad un ampio ravaneto e una volta superato siamo in prossimità di una via di lizza e prosegue in falso piano o lieve salita sino ad arrivare a dei ruderi di edifici della cava. Questi edifici sono conosciuti come Casa al Riccio, sotto di noi il canal Regollo.
Proseguiamo e in lontananza avvistiamo già altre costruzioni, che sappiamo essere la Casa dei Pisani.
Il sentiero adesso si snoda a mezza costa sotto le pareti dello Spallone in leggera salita attraversando ancora dei ravaneti e dopo un'ultima rampa giungiamo ai ruderi.
L'edificio ormai in rovina trasmette ancora il duro lavoro che si svolgeva tra questi monti in zone molto selvagge. All'interno vi sono ancora dei macchinari per la produzione della corrente.
Proseguendo in breve siamo alla Foce di Luccica, zona molto panoramico sulle Apuane dal Sagro fino al monte Sella con in primo piano il poggio di Navola.
Continuiamo e sulla destra parte il sentiero 172 per la Faggiola ma noi proseguiamo sul 38 verso sinistra in direzione del Vergheto.
Il sentiero adesso prende la conformazione di una mulattiera e l'unico fastidio sono le macchie di ginestroni che con le loro spine spesso ci insidiano.
Ci lasciamo il crinale alle spalle e diamo un ultimo sguardo al panorama che spazia da Cima d'uomo e monte Maggiore e l'intera catena apuana settentrionale sino, a sud il monte Altissimo e a nord il Sagro e il Cavallo.
Tralasciamo il bivio con il sentiero n° 195, sulla destra, che conduce a Cima d'Uomo, noi seguiamo sempre su 38 verso il  borgo del Vergheto.
Giungiamo alle prime case alcune in stato di rovina ma per la maggior parte sono state recuperate, superiamo il nucleo principale e del borgo passando davanti ad una marginetta dedicata a Maria del Buon Consiglio, restaurata recentemente.
Questo antico insediamento che domina la dorsale che separa la zona di Colonnata dalla valle di Forno, risale all’anno mille e venne abitato da pastori sino ad una trentina di anni fa.
Scendiamo ancora per poco e ci troviamo in una radura tra castagni imponenti e qui troviamo due amici, Angela e GianFranco che sono giunti qui tramite la strada che da forno porta non lontano da qui. La sorpresa è stata quella di averci portato una lauta merenda a base di lardo, pancetta, salumi, formaggi e qualcosa d'altro che ora non ricordo. Di sicuro c'era vino e birra in abbondanza.
La camminata è stata lunga e l'appetito non ci manca e non ci facciamo pregare e iniziano le libagioni. Ottima idea quella di organizzare questa merenda.
Dopo la foto di gruppo riprendiamo il cammini prendendo la  vecchia mulattiera ancora con segnavia n°38.
Si scende  verso il Paese di Colonnata costeggiando il Canale del Vento. Dopo diverse svolte e passato un ponticello il sentiero si fa pianeggiante sino a giungere nella famosa Colonnata. Il paesaggio è ormai cambiato, tra i rami dei castagni, biancheggiano i ravaneti e si scorgono i segni delle vecchie vie di lizza.
Colonnata è la capitale mondiale del lardo, un borgo antico, da sempre attivo per l'estrazione del marmo.
La birra e il vino è stato molto apprezzato ma tutti quei salumi ci hanno messo sete e una volta nel paese andiamo a farci un'altra bella birra, questa volta, fresca.
Dobbiamo aspettare il bus navetta, infatti la strada è chiusa al traffico per migliorare la gestione dei flussi turistici, il servizio di bus navetta è a pagamento ed è attivo ogni sabato e domenica, fino all’8 settembre, e tutti i giorni da sabato 10 agosto a domenica 25 agosto, dalle ore 10:00 alle ore 20:00.
Comunque non dobbiamo aspettare molto perché le corse sono ogni 15 minuti. Riempiamo l'intero bus e ci conduce al capolinea, una corse di pochi minuti.
Al capolinea troviamo ad aspettarci il pullman che abbiamo noleggiato e che ci condurrà alle nostri sedi, non prima di esserci fermati un'ultima volta per gustarci un buonissimo gelato in una delle nostre gelaterie preferite.
Tirando le conclusioni l'escursione è stata una lunga "cavalcata Apuana"  tra le più selvagge tra splendidi panorami e le montagne più famose della Catena Apuana. Molto bello è stato rinnovare la collaborazione in alcune gite con il CAI sez Pietrasanta auspicio per collaborare ancora nei prossimi anni per molte altre iniziative.
Grazie a tutti coloro che hanno voluto partecipare a questa splendida e lunga escursione.
Ciao alla prossima!!!
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