U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 

CIMA DELL'OMO

Percorso: anello da Vetricia
Segnaletica: bianco/rossa CAI segnavia 20, 00, 527, 529
Dislivellocomplessivo: ;m. 955 circa Tempo di percorrenza:
Classificazione: E Punti sosta: nessuno
Acqua: in località Vetricia, sorgenti del rio Fontanacce (NON SEMPRE) Periodo consigliato: primavera - estate
Dopo l’escursione sulla Maiella rieccoci qui, ben 15 partecipanti, per la salita a Cima dell’Omo e al Giovo.  Ci troviamo, come al solito, davanti alla sede di Ripa; non dobbiamo aspettare ritardatari, alle ore 07,00 siamo già tutti pronti per partire, destinazione finale Renaio.
Da Ripa si percorre la provinciale per Arni seguendo le indicazioni per Castelnuovo di Garfagnana; giunti nel paese garfagnino ci si immette sulla fondovalle seguendo ora le indicazioni per Barga. Giunti in località Ponte di Campia conviene lasciare la fondovalle attraversare il ponte e immettersi subito dopo sulla strada che costeggia l’argine sinistro del fiume Serchio. Dopo tre kilometri si incontra il bivio che conduce a Barga da dove inizia la strada per Renaio (1013 m.).
Giunti a Renaio si prosegue per Vetricia sino ad un rifugio-bar. Parcheggiamo vicino a una fresca fonte (1321m.), ci sarà utile per il ritorno; si fa scorta di acqua fresca. Si parte: imbocchiamo il sentiero (segnavia 20) attraversando delle bellissime faggete seguendo una larga e antica mulattiera tagliando più volte il tracciato di una strada sterrata di servizio non transitabile senza autorizzazione che, con un giro più lungo rispetto all’itinerario, raggiunge Pian di Cacinaia e il limite superiore della faggeta. Usciti dal bosco proseguiamo sull’uniforme ed erboso versante barghigiano della Cima dell’Omo salendo a scavalcare un crinale secondario. Si prosegue quindi in falsopiano, superando alcuni canali, poco profondi raggiungendo la Porticciola (Colle Bruciata), un ampio valico tra la Cima dell’Omo e il Monte Giovo, sullo spartiacque appenninico principale. Dalla Porticciola (1714 m.) si possono scegliere numerosi itinerari per proseguire l’escursione: scendere verso il Lago Santo percorrendo una suggestiva vallata glaciale, o puntare alla cima del Monte Giovo o alla più vicina Cima dell’Omo.
La Cima dell’Omo, o Alpe di Barga,(m. 1859) situata sul crinale dell’Appennino tosco – emiliano domina Barga, buona parte della Garfagnana e la vallata del torrente Fontanacce.
Come da programma proseguiamo sul sentiero (segnavia 00) in direzione della Cima  dell’Omo proseguendo su prati e in breve giungiamo in vetta. Il panorama è splendido, con belle visioni sulle vicine Cime di Romecchio (1731 m.), il Giovo e i sottostanti Campi di Annibale, la Val Perticara e la Garfagnana e, se il tempo lo avesse permesso, la bellissima Pietra di Bismantova ai piedi dell’Appennino reggiano.
Dopo un breve spuntino e alcune foto di gruppo si riscende tornando a Colle Bruciata o Porticciola eseguiamo sempre il sentiero (segnavia 00) dirigendoci verso la cima del monte Giovo che è proprio davanti a noi. Il terreno diventa più sassoso e ripido, le rocce presentano la levigazione di antichi ghiacciai; in circa un’ora arriviamo in vetta (m. 1991).
Quelle che da lontano sembravano persone non erano altro che un gregge di pecore, bèh! in alcuni casi è la stessa cosa!
Ci raduniamo tutti sotto la grande croce di ferro, inevitabile il ricordo e il paragone di quando durante una salita invernale l’abbiamo trovata ricoperta di ghiaccio che formava dei candelotti verticali, modellati dal vento, alti almeno due metri. Si può ammirare un panorama vastissimo che spazia da tutte le vette dell’Appennino tosco – emiliano, alla Valle delle Tagliole, alla Garfagnana, alle Alpi Apuane e, con tempo buono, alla Pianura Padana, ma purtroppo oggi la foschia era piuttosto fitta. Il Monte Giovo è fra i più alti di tutto l’Appennino tosco – emiliano: è molto noto perché con la sua  possente mole domina il sottostante Lago Santo modenese.  Ripartiamo seguendo il crinale e scendendo per il versante del lago Santo dove, trovata una radura, ci fermiamo per mangiare e  goderci il sole e la bella arietta fresca in barba a chi, volendo ripartire quasi subito, indossa lo zaino e si incammina, inutilmente!!
Proseguiamo sul crinale per poche centinaia di metri e, non appena incontriamo sulla destra il sentiero (segnavia 527) (alcune carte meno recenti riportano una diversa numerazione: segnavia 21) proveniente dal Passo della Boccaia, lo prendiamo e lo seguiamo, prima su falsopiano e poi in ripida discesa, per giungere in un ora e mezzo al Passo della Boccaia (m. 1587) , attraversando il grandioso circo glaciale del versante nord occidentale del Monte Giovo  alla cui base si trovano le numerose sorgenti del rio Fontanacce.  Purtroppo le troviamo abbastanza asciutte e non possiamo far rifornimento d’acqua,in compenso facciamo vere scorpacciate di mirtilli. Questa zona si chiama “Campi di Annibale”, nome comune in questa parte dell’Appennino, infatti si dice che da qui e da altri Passi  sia transitato il condottiero che scese verso Roma. Là dove lo spartiacque declina verso la Porticciola si trova una grandissima estensione di depositi morenici per cui si cammina su grandi lastroni orizzontali levigati dall’antico ghiacciaio quaternario e spaccati da profonde fessure dovute all’azione del ghiaccio.
Da qui il sentiero (segnavia 529) riprende a salire addentrandosi in un boschetto, aggira il fianco nord – occidentale del Giovo e con percorso diagonale giunge al Passo Colle Bruciata o Porticciola posto sul crinale lungo il sentiero 00 da dove transitava la Via de’ Remi per Barga, così chiamata perché nei sec. XVI e XVII era utilizzata dal Granducato di Toscana per il trasporto degli alberi destinati alle realizzazione dei remi per la propria flotta da guerra. Abbiamo chiuso l’anello, siamo giunti di nuovo sul sentiero n°20 che ci ricondurrà in circa un’ora a Vetricia.
La fonte dove abbiamo lasciato le auto ora è provvidenziale infatti appena arrivati ci tuffiamo letteralmente lavandoci di dosso la polvere e il sudore e naturalmente una bella bevuta fresca; una maglietta fresca, via gli scarponi e  verso casa pensando già alla prossima avventura.

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