Anche quest'anno le brume autunnali
sono arrivate e con esse il tradizionale pranzo di fine stagione, occasione
tanto attesa per trascorrere una giornata finalmente tutti insieme, escursionisti
e turisti. La nostra splendida terra offre luoghi suggestivi, ricchi di
cultura e storia, e gastronomicamente interessanti a pochi passi dalle
nostre Apuane. Abbiamo scelto la vicina Lunigiana terra di origine della
popolazione dei Liguri Apuani e la città di Pontremoli sede del museo
delle Statue Stele. Pontremoli è comodamente raggiungibile con l'autostrada
A15 della Cisa, definita da Federico II "chiave e porta dell'Appennino",
viene menzionata per la prima volta nel diario di viaggio di Sigeric,
arcivescovo di Canterbury, che, intorno al 990/994 d.C., si era recato
a Roma seguendo l'antica via Romea o Francigena.
Fu libero Comune e la sua autonomia venne riconosciuta
dagli imperatori Federico I Barbarossa e Federico II. Strinse alleanze
alternativamente con Parma e Piacenza e fu sempre in lotta con i marchesi
Malaspina, signori del resto della Lunigiana, che mai riusciranno a conquistare
il pieno governo di questo borgo. Nel 1650 Pontremoli entra nel Granducato
di Toscana e inizia un periodo di stabilità politica e prosperità economica
favorita dall'essere sulla via commerciale che collegava il nord Europa
col porto di Livorno. Il miglioramento economico-sociale porta alla trasformazione
dell'oppidum medievale: è in questi anni che il borgo si arricchisce di
palazzi signorili, vengono costruite o abbellite chiese, viene edificato
il Teatro della Rosa e il territorio circostante viene impreziosito da
numerose ville di campagna. Nasce così la Pontremoli settecentesca frutto
dell'opera dei Natali, di Gherardini, dei Galeotti, dei Contestabili,
dei Portugalli, i maggiori esponenti di quello che è stato definito il
"Barocco pontremolese". Da quel momento il medioevo ed il barocco vivono
insieme, sposandosi le rigide linee del primo con le morbide e animate
del secondo. Appuntamento atteso, come dicevamo, tant'è che i posti disponibili
sono andati praticamente tutti esauriti (due pullman!!!). All'arrivo abbiamo
appuntamento con la guida della pro loco che ci condurrà a visitare i
vicoli più caratteristici della cittadina e il Museo delle Statue Stele
ospitato nel castello del Piagnaro , situato sul colle che domina a settentrione
l'abitato di Pontremoli, sorse per controllare l'incrocio dei percorsi
che attraverso il monte Bardone mettevano in comunicazione l'area padana
con la val di Magra e la costa tirrenica. Della struttura originaria,
probabilmente eretta tra il IX e X secolo e che ancora nel 1167 era in
grado di sbarrare la via alle armate di Federico I, non restano tracce
apprezzabili. E' invece ben visibile il sistema difensivo centrale che
fa perno sul poderoso dongione semicircolare, dotato di accesso autonomo
e risalente al XV secolo, ma secondo la tradizione costruito da rè Enzo
nel 1247 Nel corso delle complicate vicende storiche, che videro protagonista
la città di Pontremoli dal XV al XVIII secolo, il castello del Piagnaro
mantenne il suo ruolo di sentinella armata a protezione del sottostante
borgo murato e fu oggetto di numerosi interventi di ristrutturazione e
ampliamento che ne hanno determinato la configurazione attuale più simile
ad una fortezza, come del resto venne considerata dal 1650, in epoca granducale,
che ad un castello vero e proprio. Le statue-stele, innalzate in Lunigiana
in un periodo molto lungo che va dalla tarda preistoria alla romanizzazione,
sono monumenti di diversa tipologia, alcuni legati a un processo di schematizzazione
o astrazione, altri tendenti ad una rappresentazione realistica, ed esprimono
una concezione magico-religiosa dell'esistenza. Riscontri si trovano sulle
rive del Mar Caspio, in Romania, in Svizzera, in Corsica, in Francia,
nella Penisola Iberica, in Sardegna, nella Val Camonica, in Puglia, in
Valtellina e in Alto Adige: un'area di diffusione molto vasta, nella quale
coesistono statue antropomorfe femminili e maschili. L'idolo femminile
ricorda la Dea Madre mediterranea, simbolo della vita e della fertilità
; quella maschile, spesso contraddistinta dalla rappresentazione delle
armi (asce e giavellotti), una divinità protettrice. Il significato, la
finalità, la zona di origine, la stessa cronologia delle statue-stele
sono problemi tuttora aperti in quanto il ritrovamento è sempre avvenuto
fuori del terreno archeologico. Il Museo del Piagnaro raccoglie tutte
le statue-stele della Lunigiana, in originale o in copia; il menhir di
Tramonti, una pietra sub piramidale ritrovata sulle colline che chiudono
ad Occidente il Golfo della Spezia, è presente in una gigantografia, alla
sommità della scala, quasi a riallacciare la statuaria antropomorfa al
fenomeno megalitico vero e proprio.
Siamo davvero in tanti, le sale del museo meriterebbero
una visita più tranquilla ma la valentia della signora Sara ci consente
comunque di comprendere bene. Quando usciamo all'aria aperta sui torrioni
del castello la nebbia mattutina è scomparsa lasciando il posto al caldo
sole dell'autunno lunigianese e alla meravigliosa vista dell'Appennino
e di parte delle nostre Apuane. Ripartiamo a malincuore, volgiamo visitare
anche il duomo e dobbiamo farlo prima dell'inizio delle funzioni religiose.
La costruzione della "Chiesa di S. Maria Assunta", che dal 1787 sarà Cattedrale
della Diocesi di Pontremoli, si deve al voto formulato dalla popolazione
della città perché la Madonna ponesse fine alla terribile pestilenza che
infuriò nel territorio nei primi decenni del XVII secolo. Già nel giugno
1622 il Consiglio Generale della città durante un'epidemia di peste formula
voto di celebrare ogni anno la ricorrenza della Visitazione di Maria con
la celebrazione di messe e l'offerta di dodici libbre di cera. I lavori
per la costruzione della grande chiesa iniziano neI 1636 sul progetto
che il cremonese Alessandro Capra aveva redatto tre anni prima. Ricco
di stucchi e pregevoli dipinti è un monumento da visitare, assolutamente.
Ancora un giro per i vicoli e giunge l'ora dell'appuntamento
più atteso: il pranzo. Ci spostiamo verso la vicina pineta, pochi minuti
di pullman, presso il Golf Hotel per apprezzare piatti tipici della gustosa
cucina lunigianese. L'ampia sala, tutta per noi, i tavoli rotondi e i
primi bicchieri, rendono subito l'atmosfera calda e conviviale come ci
piace. Nel pomeriggio abbiamo in programma un'altra visita ma la buona
cucina e l'atmosfera festosa ci tengono incollati ai tavoli. Come peraltro
ampiamente previsto, facciamo tardi arrivando alla Pieve di Sorano quando
sta iniziando la Messa;la visita è naturalmente impossibile. Un veloce
consulto basta per decidere di proseguire verso il rientro, in alternativa
potevamo visitare Sarzana; siamo appagati.
E' stata una bella giornata di sole, finalmente sfatata
la malia secondo cui quando partiva l' U.O.E.I. pioveva sempre,abbinata
alla scoperta di una cittadina ricca di cultura e storia così vicina
ma così poco conosciuta. Che dire del pranzo, un'atmosfera cordiale
e tranquilla, una cucina tradizionale piuttosto povera ma ricca di sapori
unici. Non ci crederete, siamo rimasti esterrefatti anche noi, qualcuno
ha gia chiesto dove andremo l'anno prossimo! E' una bella responsabilità
ma anche una bella gratificazione.
Un grazie di cuore a tutti i Soci.
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