U.O.E.I.
UNIONE OPERAIA ESCURSIONISTI ITALIANI
Sezione "Antonio Tessa" - RIPA DI VERSILIA
 
LUNIGIANA TRA CULTURA E SAPORI
PRANZO DI FINE STAGIONE
Anche quest'anno le brume autunnali sono arrivate e con esse il tradizionale pranzo di fine stagione, occasione tanto attesa per trascorrere una giornata finalmente tutti insieme, escursionisti e turisti. La nostra splendida terra offre luoghi suggestivi, ricchi di cultura e storia, e gastronomicamente interessanti a pochi passi dalle nostre Apuane. Abbiamo scelto la vicina Lunigiana terra di origine della popolazione dei Liguri Apuani e la città di Pontremoli sede del museo delle Statue Stele. Pontremoli è comodamente raggiungibile con l'autostrada A15 della Cisa, definita da Federico II "chiave e porta dell'Appennino", viene menzionata per la prima volta nel diario di viaggio di Sigeric, arcivescovo di Canterbury, che, intorno al 990/994 d.C., si era recato a Roma seguendo l'antica via Romea o Francigena.
Fu libero Comune e la sua autonomia venne riconosciuta dagli imperatori Federico I Barbarossa e Federico II. Strinse alleanze alternativamente con Parma e Piacenza e fu sempre in lotta con i marchesi Malaspina, signori del resto della Lunigiana, che mai riusciranno a conquistare il pieno governo di questo borgo. Nel 1650 Pontremoli entra nel Granducato di Toscana e inizia un periodo di stabilità politica e prosperità economica favorita dall'essere sulla via commerciale che collegava il nord Europa col porto di Livorno. Il miglioramento economico-sociale porta alla trasformazione dell'oppidum medievale: è in questi anni che il borgo si arricchisce di palazzi signorili, vengono costruite o abbellite chiese, viene edificato il Teatro della Rosa e il territorio circostante viene impreziosito da numerose ville di campagna. Nasce così la Pontremoli settecentesca frutto dell'opera dei Natali, di Gherardini, dei Galeotti, dei Contestabili, dei Portugalli, i maggiori esponenti di quello che è stato definito il "Barocco pontremolese". Da quel momento il medioevo ed il barocco vivono insieme, sposandosi le rigide linee del primo con le morbide e animate del secondo. Appuntamento atteso, come dicevamo, tant'è che i posti disponibili sono andati praticamente tutti esauriti (due pullman!!!). All'arrivo abbiamo appuntamento con la guida della pro loco che ci condurrà a visitare i vicoli più caratteristici della cittadina e il Museo delle Statue Stele ospitato nel castello del Piagnaro , situato sul colle che domina a settentrione l'abitato di Pontremoli, sorse per controllare l'incrocio dei percorsi che attraverso il monte Bardone mettevano in comunicazione l'area padana con la val di Magra e la costa tirrenica. Della struttura originaria, probabilmente eretta tra il IX e X secolo e che ancora nel 1167 era in grado di sbarrare la via alle armate di Federico I, non restano tracce apprezzabili. E' invece ben visibile il sistema difensivo centrale che fa perno sul poderoso dongione semicircolare, dotato di accesso autonomo e risalente al XV secolo, ma secondo la tradizione costruito da rè Enzo nel 1247 Nel corso delle complicate vicende storiche, che videro protagonista la città di Pontremoli dal XV al XVIII secolo, il castello del Piagnaro mantenne il suo ruolo di sentinella armata a protezione del sottostante borgo murato e fu oggetto di numerosi interventi di ristrutturazione e ampliamento che ne hanno determinato la configurazione attuale più simile ad una fortezza, come del resto venne considerata dal 1650, in epoca granducale, che ad un castello vero e proprio. Le statue-stele, innalzate in Lunigiana in un periodo molto lungo che va dalla tarda preistoria alla romanizzazione, sono monumenti di diversa tipologia, alcuni legati a un processo di schematizzazione o astrazione, altri tendenti ad una rappresentazione realistica, ed esprimono una concezione magico-religiosa dell'esistenza. Riscontri si trovano sulle rive del Mar Caspio, in Romania, in Svizzera, in Corsica, in Francia, nella Penisola Iberica, in Sardegna, nella Val Camonica, in Puglia, in Valtellina e in Alto Adige: un'area di diffusione molto vasta, nella quale coesistono statue antropomorfe femminili e maschili. L'idolo femminile ricorda la Dea Madre mediterranea, simbolo della vita e della fertilità ; quella maschile, spesso contraddistinta dalla rappresentazione delle armi (asce e giavellotti), una divinità protettrice. Il significato, la finalità, la zona di origine, la stessa cronologia delle statue-stele sono problemi tuttora aperti in quanto il ritrovamento è sempre avvenuto fuori del terreno archeologico. Il Museo del Piagnaro raccoglie tutte le statue-stele della Lunigiana, in originale o in copia; il menhir di Tramonti, una pietra sub piramidale ritrovata sulle colline che chiudono ad Occidente il Golfo della Spezia, è presente in una gigantografia, alla sommità della scala, quasi a riallacciare la statuaria antropomorfa al fenomeno megalitico vero e proprio.
Siamo davvero in tanti, le sale del museo meriterebbero una visita più tranquilla ma la valentia della signora Sara ci consente comunque di comprendere bene. Quando usciamo all'aria aperta sui torrioni del castello la nebbia mattutina è scomparsa lasciando il posto al caldo sole dell'autunno lunigianese e alla meravigliosa vista dell'Appennino e di parte delle nostre Apuane. Ripartiamo a malincuore, volgiamo visitare anche il duomo e dobbiamo farlo prima dell'inizio delle funzioni religiose. La costruzione della "Chiesa di S. Maria Assunta", che dal 1787 sarà Cattedrale della Diocesi di Pontremoli, si deve al voto formulato dalla popolazione della città perché la Madonna ponesse fine alla terribile pestilenza che infuriò nel territorio nei primi decenni del XVII secolo. Già nel giugno 1622 il Consiglio Generale della città durante un'epidemia di peste formula voto di celebrare ogni anno la ricorrenza della Visitazione di Maria con la celebrazione di messe e l'offerta di dodici libbre di cera. I lavori per la costruzione della grande chiesa iniziano neI 1636 sul progetto che il cremonese Alessandro Capra aveva redatto tre anni prima. Ricco di stucchi e pregevoli dipinti è un monumento da visitare, assolutamente.
Ancora un giro per i vicoli e giunge l'ora dell'appuntamento più atteso: il pranzo. Ci spostiamo verso la vicina pineta, pochi minuti di pullman, presso il Golf Hotel per apprezzare piatti tipici della gustosa cucina lunigianese. L'ampia sala, tutta per noi, i tavoli rotondi e i primi bicchieri, rendono subito l'atmosfera calda e conviviale come ci piace. Nel pomeriggio abbiamo in programma un'altra visita ma la buona cucina e l'atmosfera festosa ci tengono incollati ai tavoli. Come peraltro ampiamente previsto, facciamo tardi arrivando alla Pieve di Sorano quando sta iniziando la Messa;la visita è naturalmente impossibile. Un veloce consulto basta per decidere di proseguire verso il rientro, in alternativa potevamo visitare Sarzana; siamo appagati.

E' stata una bella giornata di sole, finalmente sfatata la malia secondo cui quando partiva l' U.O.E.I. pioveva sempre,abbinata alla scoperta di una cittadina ricca di cultura e storia così vicina ma così poco conosciuta. Che dire del pranzo, un'atmosfera cordiale e tranquilla, una cucina tradizionale piuttosto povera ma ricca di sapori unici. Non ci crederete, siamo rimasti esterrefatti anche noi, qualcuno ha gia chiesto dove andremo l'anno prossimo! E' una bella responsabilità ma anche una bella gratificazione.

Un grazie di cuore a tutti i Soci.


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